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IIX

Era mattino presto e Miyeon era arrivata in anticipo in quella piccola aula nella facoltà di Architettura e Design della Seoul National University, perciò si era comodamente seduta su una delle sedie reclinabili ed aveva incrociato le braccia sul banco aspettando pazientemente. Il professor Fulmer del corso di Web Design non si era ancora presentato e fu l'opportunità perfetta per Taehyung di fare una delle sue entrate drammatiche ad effetto.

"Questa sei tu".

Era arrivato di soppiatto alle spalle di Miyeon ed aveva lanciato la copia di Bittersweet sul tavolo. La prima pagina della rivista richiamò l'attenzione della ragazza, ma lei la ignorò.

"Buongiorno anche a te, Tae" rispose lei riconoscendo la sua voce.

Senza nemmeno voltarsi bevve un sorso del suo cappuccino di latte di soia. La mensa dell'università faceva schifo, ma la caffetteria era niente male.

"Sei tu" ripeté il ragazzo spostandosi dall'altra parte del banco e piazzandosi di fronte a Miyeon per esigere la sua attenzione.

Lei alzò finalmente lo sguardo per puntarlo addosso al suo amico. Anche di prima mattina i lunghi capelli di Taehyung rimanevano impeccabili, Miyeon sospettava che nel sonno il ragazzo non si muovesse per niente: non c'era altro modo per spiegare come riuscisse a domare quei lunghi ricci neri. Indossava una semplice maglia bianca, infilata dentro a dei jeans chiari strappati qua e là, e sopra portava un cardigan color caramello. Era diventato il suo colore preferito da quando Miyeon gli aveva detto che valorizzava la sua carnagione abbronzata.

Sabato sera Namjoon le aveva detto che sarebbero stati in prima pagina il giorno dopo, ma come molte altre volte, si era sbagliato. Bittersweet era un settimanale ed usciva il lunedì. Proprio oggi.

Sulla copertina c'era una foto di Namjoon in giacca e cravatta, probabilmente scattata ad un suo vecchio shooting, ed era incorniciata da frasi e titoli di articoli: "la stella della Kim & Jeon", "lo scapolo più desiderato di Seoul", "l'avventura di una notte o una nuova fiamma?". Sorprendentemente la foto incriminata era buia e le sagome delle due persone impegnate a baciarsi non erano definite.

Era convinta avessero fatto un lavoro migliore per il paparazzo.

"Non hai prove" rispose Miyeon. Gettò uno sguardo alla porta in fondo all'aula, nessun signor Fulmer in vista.

Taehyung aprì la rivista a pagina tre, mostrando almeno mezza dozzina di foto di Miyeon con la faccia di Namjoon appiccicata alla sua mentre sfoggiava orgogliosamente il suo elegante Valentino.

"Hai letteralmente pubblicato le foto con questo vestito su Instagram, Miyeon" sussurrò duramente. "Nel caso non ti riconoscessi, ovviamente".

Le labbra scure di Taehyung erano serrate in una linea netta, la sua mascella definitiva appariva ancora più spigolosa del solito a causa della tensione. I riccioli neri che gli ricadevano davanti agli occhi gli davano un'aria stranamente intimidatoria; Miyeon fissò il buffo neo sul naso del ragazzo per ricordarsi che non avrebbe fatto male ad una mosca.

"Sì, ok. Sono io" si arrese finalmente alzando le mani.

Un enorme sorriso soddisfatto si formò lentamente sul volto di Taehyung. Prese la sedia del banco di fronte a quello di Miyeon e si sedette, con i gomiti sul tavolo e le mani sotto al mento guardò la ragazza come un bambino che aspetta la favola della buonanotte.

"Tu raccontami ogni sfaccettatura di questa storia ed io fingerò di non essere arrabbiato con te per non avermi detto nulla".

Miyeon sbuffò una risata: Taehyung non era capace di tenere il muso a nessuno. Iniziò a far ticchettare le unghie sul legno del banco.

"Sei un pettegolo, proprio come Jimin" rispose lei. "Per questo andate tanto d'accordo".

"Hai ragione. Ma al contrario di Jimin io mi faccio gli affari delle persone a cui voglio bene, non del mondo intero. Il che ci riporta a te" disse indicandola con l'indice.

"Fra poco comincia la lezione, Taehyung".

"Ok, ok. Facciamo a pausa pranzo?"

Miyeon annuì e Taehyung si alzò dalla sedia tutto allegro, però prima di lasciare l'aula disse una cosa che compromise il buon umore della ragazza. Lui, poverino, non ne aveva idea.

"Sono felice che tu abbia finalmente qualcuno".

"Non è come credi, Taehyung" sibilò lei tirando fuori i quaderni dalla borsa di tela. "Non è per niente come credi".

Non era sicura che l'avesse sentita, ma poco importava. Gli avrebbe spiegato tutto dopo, anzi, gli avrebbe raccontato una bugia. Taehyung non era nominato nella clausola 3a perciò era una di quelle persone a cui doveva mentire anche se a malincuore. Era un lavoro.

Il professor Fulmer si decise a degnare la classe della sua presenza, nel frattempo l'aula si era quasi riempita. Come al solito nessuno si sedette vicino a Miyeon, ormai c'era abituata.

Prese il telefono in mano, approfittando del tempo infinito che il professore ci metteva per accendere tutti i dispositivi elettronici, e vide un messaggio non letto da parte di Namjoon. Proprio il finto sugar daddy a cui voleva scrivere.

ImbraNamjoon:
Ho visto la copertina e dalla foto non si vede che sei tu! Puoi stare tranquilla!

Io:
vai a pagina 3

ImbraNamjoon:
Porca troia!

Miyeon dovette portarsi una mano davanti alle labbra per silenziare la risata che il messaggio appena ricevuto le aveva causato. Namjoon viveva in un mondo completamente suo.

Io:
perchè ti agiti?
sapevi che le foto sarebbero finite in giro

ImbraNamjoon:
Sì, ma non su Bittersweet! Pensavo fosse un blogger da poco: non il giornalista di un settimanale!!

Nessun blogger da poco sarebbe riuscito ad entrare ad una festa sorvegliata come quella dell'altra sera. Jimin di sicuro non ci sarebbe riuscito, ma non lo disse a Namjoon.

Io:
non fa nessuna differenza 
anche senza bittersweet il mondo lo sarebbe venuto a sapere comunque

ImbraNamjoon:
Volevo solo evitarti un bagno con gli squali...

Io:
tranquillo per fortuna so nuotare
namjoon cosa devo dire che siamo alle persone che me lo chiedono?

Il professor Fulmer aveva iniziato a spiegare, quindi cominciò a prendere appunti mentre aspettava una risposta.

ImbraNamjoon:
Puoi dire che siamo fidanzati, se ti mette meno in imbarazzo

Io:
no
preferirei dire che sei il mio sugar daddy
che andiamo a letto insieme e che mi fai dei regali

Non voleva che nessuno pensasse che lei e Namjoon erano una coppia. In quel modo sarebbe diventato tutto troppo reale e nulla avrebbe frenato Taehyung, si sarebbe messo ad applaudire e complimentarsi con lei come prima. Quella era una cosa da evitare.

ImbraNamjoon:
Ok ok d'accordo va bene
Giovedì sei libera?

Io:
ho un esame la mattina ma probabilmente lo rimanderò
il pomeriggio sono libera

ImbraNamjoon:
Perchè rinunci?

Io:
i bozzetti che ho disegnato fanno schifo perchè il tablet dell'università è mezzo rotto
devono per forza essere disegni digitali
e non voglio presentare una simulazione di catalogo incompleta

ImbraNamjoon:
Non rimandarlo, sono sicuro che troverai un modo. Non prendere impegni per giovedì pomeriggio, per favore. Ho bisogno di te per un evento extra

Io:
sì signor capitano

La mattina di Miyeon passò fra presentazioni PowerPoint di Web Design e macchine da cucito a Laboratorio di Sartoria. Le era bastato passare i polpastrelli sui diversi tessuti dello studio per liberarsi dal malumore, ascoltare il suono ritmato delle macchine da cucito che battevano i punti, vedere l'esplosione di colori e materiali addosso ai manichini.

Quando fu ora di sedersi a pranzo con Taehyung, era pronta a sopportare l'interrogatorio e anche l'insalata appassita della mensa. La reazione delusa del corvino non tardò ad arrivare quando gli disse che era diventata la sugar baby di Kim Namjoon.

"Non è quello di cui hai bisogno".

"Guadagnare tanti soldi facendo il minimo indispensabile: è esattamente quello di cui ho bisogno".

Taehyung arricciò le labbra in una smorfia contrariata ed abbandonò il cucchiaio nella zuppa di gnocchi di riso.

"Non ti fa bene a livello psicologico" le disse. Unì le mani in segno di preghiera e se le portò alle labbra con fare pensieroso. "Dopo quello che è successo tu hai bisogno di una persona che ti faccia sentire importante per quello che sei e non perchè ci fai sesso".

"Ci sono io a farmi sentire importante" rispose determinata Miyeon. "Non ho bisogno di nessuno che me lo ricordi".

Taehyung sospirò profondamente e tornò a concentrarsi sul proprio pranzo: il brodo della zuppa sembrava estremamente diluito dall'acqua, ma il ragazzo preferiva i sapori blandi alle cose saporite.

"Ammiro davvero come hai reagito alla rottura con Jihan" la forchetta di Miyeon tuonò contro il vetro del piatto. "Ma ormai è passato più di un anno, non vuoi un'altra relazione?"

"Perchè dovrei? Per soffrire e venire delusa un'altra volta?"

Sapeva che Taehyung la stava fissando, ma continuò a mangiare la sua insalata con le olive come se nulla fosse. Faceva schifo, come al solito.

"Hai ragione, Jihan è una persona di merda. Tutti quelli di quel gruppo fanno schifo" sussurrò. Era meglio non disperdere voci del genere all'interno dell'università. "Ma non tutti sono come lui".

Miyeon allontanò il piatto d'insalata e si allungò anche lei sul tavolo della mensa, avvicinandosi a Taehyung che si era sporto in avanti per parlare più piano.

"Non ho intenzione di scoprirlo" sussurrò anche lei prendendo in giro il coetaneo.

"E quindi cosa hai intenzione di fare?" le chiese mentre la guardava alzarsi e mettersi la borsa in spalla. "Non vuoi innamorarti mai più?"

"Esattamente".

Le dispiaceva lasciare Taehyung da solo in mensa, ma le sue lezioni erano terminate per la giornata e lo stesso non si poteva dire di lui che aveva ancora le lezioni di pittura e scultura fino alle sette.

Prese il bus e camminò velocemente verso il suo appartamento, voleva arrivare a casa il prima possibile per sistemare quel disastro che era il progetto per l'esame di Fondamenti di marketing.

Salì al secondo piano con l'ascensore ed arrivò al pianerottolo del suo appartamento trovando la porta già aperta: un imperturbato Jimin, ovviamente senza pantaloni, stava firmando i documenti che un imbarazzato corriere gli stava porgendo.

Quando il ragazzo dai capelli argento notò la presenza di Miyeon le indicò il pacco che aveva appena preso fra le mani.

"Yeonie, è per te!" esclamò mentre il corriere scappava a gambe levate giù per le scale. "Te lo manda Namjoon".

Aggrottò le sopracciglia confusa: aveva parlato con Namjoon giusto quella mattina, ma il maggiore non le aveva detto nulla riguardo ad un pacco. Forse era qualcosa per l'evento extra di giovedì.

Entrò nell'appartamento e portò la scatola, non troppo grande, in salotto. Quando la aprì la prima cosa che vide fu il logo Apple, solamente dopo la scritta iPad. Non ci poteva credere.

"Tieni, c'era anche questo biglietto" disse Jimin prendendo fra le mani il regalo che Miyeon fissava sbigottita. Lesse immediatamente la nota lasciatole da Namjoon.

Non vedo l'ora di vedere cosa riuscirai a creare adesso. D'ora in poi chiamami sempre se vorrai rinunciare, magari posso aiutarti! Questo è il mio primo regalo, ma giovedì ne arriveranno tanti altri.
Preparati a fare spese,
Namjoon

"Tu non lo puoi vedere, ma dentro di me sto piangendo dalla gioia" disse Miyeon appena lei e Namjoon si chiusero la porta di Gucci alle loro spalle.

Il ragazzo passò le due sporte di vestiti appena acquistati a Sejin, l'autista andò a lasciarle nel bagagliaio insieme a quelle di Saint Laurent, Versace, Prada e Chanel. La Lexus era accostata al marciapiede pochi metri più avanti alla boutique.

"L'ho capito quando hai fatto scena muta davanti al Chanel numero tre" rispose Namjoon sorridendo ed aprendo la portiera della macchina per lei. "L'unica che ha pianto sul serio è stata la commessa, però".

"Hai comprato quattro abiti e speso più di un semestre delle mie tasse universitarie" gli fece notare la ragazza mentre si accomodava sui sedili. "Fossi stata la commessa avrei pianto anche io".

"Mi ha chiesto quale abito avessimo scelto ed io sono andato nel panico".

"Ma avevamo scelto il terzo".

"Sì, lo so: mi ha mandato nel panico essere scambiati per una coppia".

Miyeon si morse il labbro inferiore per non ridere. La commessa aveva detto a Namjoon che regalare un abito di Chanel alla sua fidanzata era un gesto super romantico e lui era andato in corto circuito.

"Adesso abbiamo finito il giro di shopping?" non credeva sarebbe mai arrivato il giorno in cui si sarebbe stancata di fare compere, ma dopo un pomeriggio passato a provare capi e svaligiare negozi iniziava a sentirsi esausta.

"Quasi" rispose Namjoon, sorrise con compassione a Miyeon quando la sentì sospirare. "Non ti preoccupare, non rimangono tappe impegnative. Non dovrai provare nulla".

"Quindi posso avere un cappuccino?" chiese come una bambina mentre faceva il broncio. Aveva scoperto che Namjoon non sapeva dire di no all'aegyo, infatti annuì ridendo e le toccò una guancia con l'indice.

Nemmeno quindici minuti dopo, i due uscivano da un bar con in mano un cappuccino di latte di soia ed un americano ghiacciato.

"Abbiamo comprato vestiti casual, completi da lavoro, scarpe ed abiti da festa" disse Miyeon. Bevve un sorso del suo cappuccino, ma era ancora troppo caldo e si scottò la lingua. "Qual è la prossima tappa?"

Namjoon passò il suo americano dalla mano destra alla sinistra, rimettendo nella tasca dei jeans neri quella raffreddata dal ghiaccio del caffè.

"Gioielli".

Miyeon annuì concordando. Anche se non le piaceva portare vistosi gioielli davanti ai colleghi del ragazzo avrebbero certamente fatto una figura importante. Chiese in che negozio sarebbero andati e Namjoon rispose che un amico gliene aveva consigliato uno in particolare.

Quando vide di che gioielleria si trattava, la finta sugar baby maledì l'amico di Namjoon con tutto il proprio cuore.

"Va tutto bene?"

No, non va per nulla bene, pensò imprecando.

Fissava l'insegna della vetrina con l'espressione agghiacciata di chi sta osservando un fantasma. La scritta "Bae Jewels" la scrutava minacciosa in un vistoso font pieno di riccioli e ghirigori, come a sfidarla ad entrare ed affrontare le conseguenze.

Miyeon odiava quella gioielleria. Odiava quei gioielli ed odiava quel maledetto cognome. Una voce snob e pomposa, che in passato aveva ascoltato con adorazione, le aveva ripetuto quel nome fino allo sfinimento per anni.

"Il tuo amico ti ha consigliato questa gioielleria?" chiese titubante.

Namjoon annuì e le indicò con un cenno la porta, avviandosi per primo. Miyeon quasi sentì i piedi sprofondare nell'asfalto e rimanere pietrificati nel marciapiede, ma si sforzò per muovere un passo in avanti.

La gioielleria era luminosa: tutti i mobili del negozio erano bianchi, il pavimento in marmo lucido ed il lampadario composto da tanti cristalli riflettevano la luce nell'ambiente.

Proprio al bancone centrale, impegnata a lucidare degli anelli incastonati di rubini, c'era una delle tante cugine Bae. Miyeon aveva avuto la sfortuna di conoscerle tutte, ma non si ricordava quale delle numerose cugine fosse quella che aveva davanti.

"Buona sera, come posso aiutarvi?" gli occhi della ragazza si illuminarono appena riconobbe Namjoon, ancora di più quando vide Miyeon al suo fianco. "Non ci credo! Dimmi tu se non è Seo Miyeon quella che sto vedendo".

Si avvicinò e salutò Miyeon con degli inusuali baci di cortesia. Secondo la famiglia Bae i saluti europei erano molto più eleganti degli inchini coreani. Non era mai stata d'accordo.

"Che meraviglia rivederti" disse per poi voltarsi verso Namjoon nel giro di un istante. "Molto piacere, io sono Bae Yeeun. Un'amica di Miyeon".

Amica?

"Il piacere è mio. Il mio nome è Kim Namjoon".

Yeeun (ecco quale sorella è) annuì all'informazione facendo finta di non aver precedentemente riconosciuto Namjoon.

"È davvero stupendo rivederti, ho sentito così tanto la tua mancanza" Miyeon era così disgustata da tutta quell'ipocrisia da non riuscire nemmeno a muoversi. "E pensa che deliziosa coincidenza! Oggi in negozio c'è anche Jihan, proprio qui! È in ufficio, te lo mando subito".

Senza rendersene conto fece un passo indietro verso l'uscita. Yeeun era scomparsa oltre la porta dietro il bancone, il suo istinto le urlò di approfittarne e scappare. Si dimenticò, per una frazione di secondo, di non essere sola all'interno di quel negozio. Poi se lo ricordò.

Guardò Namjoon per chiedergli di andare via e scegliere un altro negozio dove comprare i gioielli, ma le parole le morirono in bocca.

Lui la osservava con la testa piegata di lato, confuso, probabilmente si stava chiedendo cos'avesse; perchè si stava comportando come una bambina spaventata davanti alla casa degli orrori di un luna park.

Mi ha chiesto di essere la sua finta sugar baby perchè sono forte, non mi importa quello che le persone pensano di me. Non deve cambiare idea.

Si avvicinò a Namjoon in due passi e si alzò in punta di piedi per baciarlo, posò le mani sulle sue spalle per non farlo andare via. Il maggior rimase sorpreso dal gesto e le strinse le mani alla vita, ma non la allontanò nè rifiutò il bacio. Stava per dischiudere le labbra quando una voce li interruppe.

"Ciao, Miyeon".

Jihan era entrato nella stanza senza farsi sentire e li stava guardando come un dannato pervertito.

"Ciao, Jihan".

Il suo ex ragazzo ghignò con un lato della bocca rosa. Teneva tutto il peso del corpo sulle mani, premute saldamente contro il vetro del bancone. Sarebbero rimaste delle ditate.

I bicipiti erano contratti a causa della posizione e le braccia muscolose di Jihan rimanevano strette nelle maniche lunghe del dolcevita indaco. La collana a crocifisso penzolava nell'aria e ogni tanto sbatteva contro i pettorali allenati.

"Vedo che te la passi bene" sibilò osservandola da capo a piedi.

Miyeon cercò gli occhi del ragazzo, curiosa di vedere cosa ci avrebbe trovato dentro. Il suo sguardo era duro, mirato: preciso come il taglio della frangia nera lunga fino alle sopracciglia, arrogante come il ticchettare dell'orologio di lusso che sfoggiava al polso.

Lei iniziò ad accarezzarsi l'unghia del pollice con il polpastrello dell'indice.

"Sì. Sto bene, grazie" rispose.

Sentì Jihan annuire e Namjoon stringerle un braccio intorno ai fianchi. Stava prendendo quell'abitudine, se ne era accorta nel pomeriggio.

"Lui è il tuo nuovo ragazzo?"

Non rispose, non le importava di far sapere a Jihan che cosa fosse Namjoon per lei, quindi lasciò al maggiore la responsabilità di rispondere.

"Qualcosa del genere" disse il castano e l'altro sorrise falsissimo.

"Congratulazioni, allora, qualunque sia la natura del vostro rapporto. Ditemi," battè le mani fra di loro continuando a flettere i muscoli del torace. Miyeon iniziava a trovarlo patetico. "come vi posso aiutare?"

Namjoon sospirò velatamente, probabilmente non aveva più voglia di rimanere in quel negozio a causa del clima teso che si percepiva nell'aria. Alzò lo sguardo verso di lui e lo vide fissare Jihan intensamente, premeva la lingua contro l'interno guancia mentre pensava a qualcosa.

"Ho sentito parlare della vostra nuova collezione" il suo tono era deciso e schietto, diverso dall'approccio gentile con cui si rivolgeva normalmente alle persone. Forse era la stessa voce che utilizzava in tribunale durante le sue arringhe da avvocato. "Les galaxies de Bae".

Jihan sbuffò una risata. Ogni speranza che aveva Miyeon di uscire da lì in modo pacifico si dissolse in una nuvoletta di fumo grigio. Con lo sguardo cercò un posto comodo dove sedersi intanto che il suo ex ragazzo si dimostrava ridicolo e Namjoon veniva coinvolto in qualcosa che non lo toccava minimamente.

"È la nostra collezione più costosa".

Namjoon alzò un sopracciglio e si morse l'interno guancia.

"Non credo spetti a te preoccuparti dei miei soldi".

"E tu vorresti spenderli per lei?" chiese Jihan in tono retorico. "Ascolta, fatti dare un consiglio. Io ci sono cascato prima di te. Miyeon sa atteggiarsi e fingersi quello che non è molto bene. So chi sei, Kim Namjoon, e so da che ambiente vieni. Credimi: lei non è come noi".

"Grazie al cazzo che non sono come te, Jihan" rispose tagliente Miyeon. "Io lavoro per passione, perchè amo quello che faccio. Non vivo per guadagnare soldi da spendere in vino ed orologi che costano quanto un appartamento".

"Eppure ti piaceva ricevere regali e fingerti qualcosa che non sei".

Miyeon alzò gli occhi al cielo. Le dispiaceva far assistere Namjoon ad una discussione così inutile.

"Ma smettila, non mi importava proprio nulla dei tuoi regali".

"Ah, sì? A me sembra che invece ti importi ancora" le rispose Jihan lanciando un'occhiata nella direzione di Namjoon.

La stava accusando di stare con una persona per soldi, la stessa scusa con cui le aveva spezzato il cuore un anno prima. Miyeon voleva superare il bancone e prenderlo a pugni in faccia, farlo stare zitto una volta per tutte perchè ne aveva davvero abbastanza di tutte quelle stronzate.

Non mi deve importare quello che pensa, non deve importarmi.

"Miyeon è fortunata" Namjoon s'intromise nella conversazione prima di lei. Roteò le spalle indietro raddrizzando la schiena e fece un passo verso il bancone. Guardava Jihan dall'alto, troneggiava sul corvino in tutto il suo metro e ottanta. "Io adoro viziarla e con me non deve fingere proprio nulla".

Ci mise un po', ma quando capì il doppio senso pronunciato da Namjoon quasi le sembrò di svenire. Che fine aveva fatto il suo dolce imbranato? Era sparito, non c'era più.

Riuscì a vedere gli occhi sgranati e la bocca aperta di Jihan solo per un secondo perchè il gigante buono dai capelli castani la prese per mano e la guidò fuori dal negozio. Riuscì con fatica a stare dietro alle sue gambe lunghe mentre marciava fino alla Lexus.

In macchina indicò a Sejin di partire verso casa di Miyeon.

"No! Aspetta" esclamò lei. "Sei arrabbiato con me?"

Namjoon la guardò incredulo, la linea della mascella fra viso e collo ancora contratta in un'espressione di rabbia.

"Perchè dovrei essere arrabbiato con te? Sono incazzato con quel coglione".

Miyeon lo capiva, capiva quella rabbia, ma lei aveva imparato a farsela scivolare addosso. Namjoon prese a mordersi il pollice, lei gli prese la mano per impedirgli di spezzare l'unghia per il nervoso.

"Se non sei arrabbiato con me allora facciamo l'ultima tappa di oggi" gli propose.

Namjoon la guardò sorpreso, dei ciuffi disordinati gli cadevano davanti agli occhi sbarrati.

"Cosa? Perchè?"

"Le parole di Jihan hanno meno effetto se ti comporti come se non avessero peso".

La guardò riflettendo su quello che aveva appena detto. Miyeon sperò che le desse ascolto: sapeva che andando a casa avrebbe passato la giornata a rimuginare sulle offese del suo ex. Era una cosa che doveva evitare, sia lei che Namjoon.

Non rispondeva, ma continuava a guardarla perso nei suoi pensieri. Miyeon gli strinse la mano per chiedergli di decidere, sperò non avesse già iniziato a pensare alle cose che aveva sentito nel negozio.

"Va bene" disse Namjoon rivolgendosi a Sejin seduto al posto guida. "Andiamo alla prossima tappa".







Angolo autrice
Felice anno nuovo e tantissimi auguri di un buon 2021, personcine!
Quale modo migliore di iniziare questo nuovo anno se non con un fantastico nuovo capitolo? Beh... ci sono molti modi migliori considerando come è finito in realtà, MA almeno vi ho pensato dai. Ho iniziato a scrivere questo capitolo proprio il 30 per il compleanno di Taehyung  quindi, come avevo detto su instagram, eccolo qui Tae in tutto il suo splendore e sensibilità. Appena finito qui pubblicherò il suo profilo nel capitolo  dei personaggi insieme a quello di... Bae Jihan! Ma che bello, avete conosciuto Jihan, simpatico eh? Proprio un tesoro.
Anche se antipatico Jihan ci ha permesso di sapere un poco di più sulla sua storia con Miyeon e sul perchè la nostra sugar baby è... come è! E poi abbiamo visto anche un lato nuovo di Namjoon! "è fortunata perchè con me non deve fingere" stavo per svenire insieme a Yeonie anche se l'ho scritta io sta frase!
Nel prossimo capitolo ci sarà l'ultima tappa del tour di shopping dei nostri romeo e giulietta, la volevo mettere in questo capitolo, poi mi è venuta una bella idea per svilupparla eh eh eh...
Grazie per aver letto questo capitolo di Bittersweet, se vi è piaciuto lasciate una stellina! Alla prossima, 
-V e o

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