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III

Il giorno dopo, come da copione, Miyeon si pentì delle azioni della se stessa ubriaca.

Aveva passato l'intera mattina ad insultarsi da sola, maledicendosi per la magnifica idea (idee) che aveva avuto aiutando Kim Namjoon. Inoltre un intero zoo stava facendo festa dentro al cranio della venticinquenne, causandole una leggendaria emicrania da post sbronza.

"Quindi sul serio non ci sei andata a letto?" le chiese Sooyung dalla sedia davanti alla scrivania dello studio di Miyeon. La mora aveva le braccia incrociate al petto e un'aria annoiata sul viso, iniziò a far ruotare la poltrona girevole con i piedi.

"Fatti visitare da un otorino, vecchia: ho detto di no!" esclamò Miyeon mentre prendeva l'ennesimo spillo dal bracciale a cuscinetto. Due voci risposero in sincrono all'uscita della castana.

"Uffa! Ma perchè no?!"

"Grazie al Cristo".

Si trattava di Jimin e Yoongi: il primo guardava spaventato le armi da cucito in mano alla propria migliore amica mentre il secondo, appoggiato allo stipite dell'ingresso, osservava la scena con noia come la propria ragazza.

Miyeon, assolutamente senza volere, infilò con troppa forza l'ago nell'orlo dei pantaloni del ragazzo dai capelli grigi facendolo sibilare di dolore. Il malcapitato tentò di fuggire dalle grinfie della propria assalitrice.

"È la terza volta che mi pungi con quei kunai!" esclamò Jimin.

"Sai dove te li infilo i kunai, maledetto nano da giardino?!" ribatté la castana.

Era già nervosa per il mal di testa con cui si era svegliata quella mattina, dover affrontare anche un migliore amico paccaro che tendeva ad urlare quando agitato non era un'attività che la calmava di certo. Erano solo le 17.

Ed alla scenetta inoltre si erano dovuti unire pure la coppia genitore 1 e genitore 2: poteva forse Sooyung starsene zitta riguardo a quello che aveva visto la sera prima? Certo che no!

"Ti ho già chiesto scusa in ginocchio per non essere venuto, cos'altro devo fare?" chiese Jimin facendo il labbruccio nel tentativo di impietosire la più bassa, ma ogni fatica era sprecata.

La sua migliore amica aveva deciso che quel giorno Jimin sarebbe stato un fantastico capro espiatorio per il suo umore nero, gli spilli nella mano della castana non erano altro che lo strumento di tortura prediletto.

"Devi stare zitto e muto come ogni manichino che si rispetti" rispose Miyeon con un'acidità che avrebbe fatto invidia alla stessa Minerva McGranitt.

"Avresti fatto la stessa cosa al mio posto! Giuro che quella ragazza era identica a Seulgi delle Red Velvet e -cavolo!- era con un fidanzato! Miyeon-ie, capiscimi: avevo davanti lo scandalo dell'anno!" insisté Jimin venendo però bellamente ignorato.

Miyeon in quel momento era impegnata a contare quanti nuovi spilli le servivano per infilarne uno sotto ogni unghia delle dita del ragazzo dai capelli argento. Era una tecnica di tortura russa, l'aveva vista in un film.

"Il fidanzato della sfortunata che hai importunato non ha apprezzato il tuo entusiasmo, vedo" aggiunse Yoongi che si avvicinò al minore e guardò il livido che compariva sulla sua guancia sinistra. "Jimin-ie, sono cinque anni ormai che vivi a Seoul. Quando capirai che non ogni persona che incontri è una celebrità?"

Il musicista dai capelli neri si mosse verso la scrivania (Miyeon notò stesse davvero bene con la felpa rossa che gli aveva regalato per il compleanno). Come se fossero in simbiosi, Sooyung si alzò dalla sedia per farci sedere Yoongi per poi accomodarsi sulle gambe del fidanzato. I due si baciarono e Miyeon e Jimin fecero entrambi un verso disgustato.

"Yoongi hyung, non sono un fesso: so che non tutti quelli che vivono a Seoul sono celebrità".

"La scorsa settimana credevi di aver visto Hyun Bin al supermercato" rispose Yoongi.

"E anche IU a quel ristorante di Itaewon ad inizio Aprile" aggiunse Sooyung.

"Per non parlare dell'ordine ristrettivo nei confronti di Choi Ri" si unì anche Miyeon a quella lista. Lo disse però con fare distratto, c'era qualcosa in quei pantaloni che non la convinceva.

"Perché oggi vengo bullizzato?"

"È il karma. Ora vai allo specchio, lagna" gli comandò la castana e lui obbedì.

Quei pantaloni proprio non convincevano Miyeon, i maledetti. Il compito che il professore di sartoria aveva affidato alla classe non era nemmeno un esame con tanto di valutazione, ma l'impegno che la ragazza stava inserendo nel progetto era lo stesso.

La camicia che Jimin indossava era dotata di un colletto coreano ed era un insieme di fantasie: stoffa indaco con minuscoli pois azzurro cielo sul lato destro, una porzione centrale a scacchi blu e, sopra di essa, un quadrato bianco con sottili righe verticali. Tutta la schiena e parte della manica sinistra erano invece verde militare.

Se Arlecchino avesse sfilato alla settimana della moda di Parigi avrebbe sicuramente indossato quel capo.

Lo sguardo della studentessa di fashion design ricadde sullo scaldacollo a rete che aveva fatto indossare a Jimin: si intravedeva solamente dallo scollo. Improvvisamente si ricordò della sera precedente, di Namjoon e dei suoi avambracci dorati visibili grazie alle maniche arrotolate.

"I pantaloni sono troppo semplici" disse la ragazza mentre faceva i risvolti alle maniche della camicia e della maglia. La rete nera dello scaldacollo comparve così fra le pieghe della camicia, interrompendo il gioco di colori delle diverse fantasie.

"Yeon-ie la camicia è un trip a fantasilandia, almeno i pantaloni lasciali sobri" commentò Sooyung e lei annuì distrattamente.

"A me piacciono" per quanto potesse essere doloroso fare il manichino di Miyeon, Jimin adorava aiutarla. Anche perché poi allo specchio si sentiva sempre come un modello di alta moda.

"Sono troppo semplici ed è questo il tranello del compito" spiegò la castana che ormai era entrata nella mentalità da stilista. "Non posso aggiungere una cintura a fantasia perché distrarrebbe l'attenzione dalla camicia, ma la giacca che aggiungerò sarà per forza monocolore. Il prof vuole che capiamo questo: va bene bilanciare le fantasie eccentriche con dei toni neutri, ma esagerando con il monocolore vai solo a smorzare lo stile senza valorizzarlo".

Gli altri tre nella stanza si guardarono a disagio attraverso il riflesso dello specchio: quando Miyeon entrava in modalità diavolo veste Prada non bisognava fare movimenti bruschi e lasciarla parlare.

Purtroppo Yoongi era una testa di cazzo e non pensava mai prima di aprire bocca.

"Sarà esagerato quanto vuoi, Yeon-ie," iniziò il maggiore "ma se Jimin fosse stato vestito così ieri sera, la quasi tipa delle Red Velvet gliel'avrebbe lanciata con la fionda".

"Che hai detto?" chiese la ragazza voltandosi lentamente verso il corvino. Sembrò una di quelle bambole dei film dell'orrore quando ruotano la testa di trecentosessanta gradi.

Velvet - velluto - velluto nero.

"Dirò solo cose carine al tuo funerale, hyung" commentò Jimin facendo il segno della croce.

"No! Cioè, sì! Yoongi oppa, adesso ricordo perché il tuo studio si chiama Genius Lab" disse Miyeon mentre le rotelle del suo cervellino iniziavano a lavorare frenetiche. "Sooyung unnie, dà a quest'uomo un bacio come premio".

La mora non se lo fece ripetere due volte e dette un focoso bacio al proprio ragazzo, lui rispose con un mormorio deliziato. Terminate le loro effusioni la mora sussurrò a Yoongi (ma non abbastanza piano) che il resto del premio sarebbe arrivato in camera da letto. Jimin e Miyeon fecero il secondo verso disgustato della giornata.

La sincronia dei due amici era tanta quasi quanto il bene che si volevano, costruita da anni e anni che avevano passato insieme. Tantissimi loro compagni li prendevano in giro alle medie, li accusavano di provare sentimenti l'uno per l'altro e di essere troppo codardi per confessarsi a vicenda.

La verità era che Miyeon e Jimin erano stati insieme. Per circa due settimane. In prima elementare. Quando Miyeon poi disse al proprio fidanzatino che aveva una cotta per un suo amico, Jimin reagì sospirando di sollievo ammettendo di avere una cotta per un'altra bambina anche lui.

Probabilmente il pensiero di entrambi allora fu: "anche se ho fatto una cosa brutta questa persona non mi giudica, allora vuol dire che posso dirgli di tutto e mi vorrà bene lo stesso".

I due avevano legato sempre di più grazie agli interessi in comune e alla capacità d'insultarsi a vicenda senza ferire per davvero i sentimenti dell'altro (quasi mai). Si erano promessi sin dalle medie di trasferirsi insieme a Seoul per frequentare l'università subito dopo il diploma, entrambi attratti dal caotico fascino della metropoli.

Con qualche Won da parte, tanta ambizione e grandi sogni la coppia di amici era arrivata a Seoul cinque anni prima direttamente da Busan per studiare all'Università Nazionale di Seoul.

Fu proprio a questo punto del loro viaggio che incontrarono Yoongi.

"Parlando di cose serie:" cominciò Jimin approfittando della lontananza dell'amica (e di conseguenza dai cosiddetti kunai) "il tipo di ieri sera, concentrati Yeon-ie, voglio i dettagli".

Miyeon sbuffò mentre cercava all'interno di una scatola un determinato campione di tessuto.

"È venuto a parlarmi perché credeva fossi una prostituta..." iniziò Miyeon.

["Io te lo avevo detto che quel vestitino era da troiona da battaglia" Sooyung.

"Già sembra una storia intensa, devo sedermi" Jimin.]

"...Ma solo perché i suoi colleghi glielo avevano fatto credere. Lo avevano sfidato a venirmi a chiedere una notte insieme" spiegò lei con il campione di tessuto di velluto nero alla mano.

"Non ho chiaro come questo si sia risolto in un bacio vietato ai minori. Con questa premessa mi sorprendo che non ti sia messa a ballare il sirtaki sui coglioni di quell'uomo" la incalzò a continuare Jimin.

"I suoi colleghi gli avevano detto che era troppo imbranato per portarsi a casa una ragazza, il che onestamente è del tutto vero, ma mi ha fatto arrabbiare il loro atteggiamento da bulli quindi l'ho aiutato a dimostrare a quei cretini che si sbagliavano".

Miyeon optò per saltare di pacca la parte di fine serata in cui mandava al ragazzo i propri nudes con la scusa di continuare la recita di Namjoon con i colleghi. Magari lo avrebbe detto a Jimin, ma di certo non a Minnie e Topolino.

Non avrebbe proprio sopportato la paternale di Yoongi su quanto fosse da sconsiderati mandare simili foto a sconosciuti.

Jimin non abboccò. Il ragazzo dai capelli grigi conosceva la propria migliore amica da prima di imparare a guidare una bici (c'era riuscito piuttosto tardi) e sapeva benissimo che da ubriaca Miyeon tendeva a volere più attenzioni del normale. Con il vino rosso la castana era in grado di trasformarsi in una koala ed attaccarsi alle persone come se fossero l'unico albero di eucalipto in mezzo al deserto di Simpson.

"Sooyung noona, il tizio era gnocco?" chiese Jimin fissando la castana con lo sguardo di chi ne sa una più del diavolo. 

"Merda, che gran figo che era" rispose la mora che si beccò una pacca sul culo da Yoongi come ammonizione.

"Mia piccola, dolce e delicata Yeon-ie:" Jimin puntò un dito accusatorio nella direzione della giovane stilista "tu volevi il cazzo!" esclamò come se avesse appena svelato il segreto del Sacro Graal.

"Io non volevo nessun cazzo" negò la più bassa.

"Invece sì! Hai finto di sacrificarti per aiutare quel tipo, quando in realtà eri la prima a volerci andare! Non mentire a te stessa, Yeon-ie: tu volevi il cazzo".

"Se fosse come dici tu allora questa mattina lo avresti trovato nel mio letto, ma l'hai visto per caso?! No, quindi non volevo il cazzo" ringhiò lei riprendendo mano ai suoi fidati spilli.

"Forse è stato lui a non volerti dare il cazzo" ragionò Jimin ad alta voce senza accorgersi di Miyeon che gli si stava avvicinando con fare minaccioso, brandendo uno spillo come se fosse un pugnale.

"Nemmeno nei porno si sente così tanto la parola cazzo" sussurrò Yoongi passandosi una mano sul volto come a voler scacciare l'immagine.

Il moro vedeva ancora i fratellini di Busan (così li chiamava lui) come i ragazzini di cinque anni prima, arrivati nella capitale per frequentare l'università. Dategli pure del sentimentale, ma il corvino considerava quel giorno la nascita della sua famiglia. 

Min Yoongi era sempre stato per le sue, introverso e concentrato solo sul proprio obiettivo: diventare un produttore musicale affermato. Un sogno del genere, però, richiedeva soldi che un musicista amatoriale non poteva certo permettersi di sprecare. Per limitare le spese aveva quindi deciso di sub-affittare il vecchio appartamento in cui viveva, il quartiere di Hongdae era piuttosto popolare fra gli studenti.

Fu così che, cinque anni prima in una frenetica giornata di Settembre, un solitario ventiquattrenne dai capelli verdi si vide comparire alla porta il dinamico duo dei fratellini di Busan con tanto di valigie e sorrisoni in volto.

["Yeoni-ie! Guarda, porca paletta, ha i capelli menta! Vivremo con un idol!".

"Accipicchia! Il suo stile grunge e trascurato è così di moda, Jimin-ah!".]

A quel tempo Yoongi era così a corto di soldi, da non averne abbastanza per rifare la tinta blu sbiadita o per aggiustare la lavatrice rotta da ormai tre giorni. Era finito così ad indossare maglie vecchie e jeans bucati che, chissà per quale grazia divina, non aveva buttato.

Sentire sussurrare quelle cose dalle due pesti, come se lui non fosse davanti a loro ed in grado di sentirli, riaccese l'ego del menta. Ego che era stato spento sotto chili di cenere ed autocommiserazione. Fu solo il primo dei miglioramenti che i fratellini portarono alla vita del maggiore.

I nuovi arrivati avevano entrambi una luce frizzante e curiosa negli occhi, la voglia di conquistare la metropoli dei loro sogni ed iniziare una nuova vita con quello che, già al primo sguardo, avevano deciso sarebbe diventato il loro fratellone.

Nonostante la sua ingenuità e la testa costantemente fra le nuvole, Jimin era ancora padrone di quel bagliore negli occhi ed affrontava con entusiasmo qualunque nuova sfida che si presentasse sul suo percorso.

Ad aver perso parte di quella ingenuità ed innocenza invece era Miyeon. Sotto il sorriso, il sarcasmo ed i bei vestiti, la studentessa stava lentamente appassendo. Un po' come una margherita strappata dal terreno che perde un petalo per volta.

Molte cose erano accadute in quegli anni, da quanto i due avevano iniziato l'università. Persone erano entrate ed uscite dalla vita del dinamico duo: colleghi, amici, fidanzati. Quest'ultima categoria in particolare aveva causato a Miyeon molto dolore, perchè una persona era riuscita a strappare quel fiore dal terreno di serenità della ragazza.

"Yeon-ie, non mi piace la sensazione del velluto sulle gambe" si lamentò Jimin che tentava di scostare il tessuto liscio dalla propria gamba.

"Stai fermo o giuro che te lo cucio sulla pelle" lo minacciò Miyeon.

Quando la castana terminò di usare Jimin come cavia, Yoongi e Sooyung erano già in camera del moro intenti a fare chissà cosa. Né il grigio né Miyeon avevano intenzione di disturbarli e rischiare di rimanere traumatizzati, quindi decisero di andare in cucina e mettere su qualcosa per cena.

"A causa tua e del tuo stupido velluto liscio starò in mutande tutto il resto della giornata, cena compresa. Ho bisogno di libertà" borbottò Jimin.

"Perché la fai sembrare una vendetta verso di me? Per casa giri in mutande anche quando viene a trovarci la madre di Yoongi" rispose Miyeon aprendo il frigo e sospirò trovandolo quasi deserto. "La prima volta le hai fatto quasi venire un infarto".

I vicini li conoscevano bene i ragazzi dell'interno 107: c'era il moro che rincasava ad orari impossibili e che era il responsabile dei rumori ambigui che si sentivano in tutto il piano, c'era la studentessa che un giorno aiutava l'anziana signora Na a scendere le scale con un sorriso e quello dopo nemmeno ringraziava il portinaio che le consegnava i pacchi arrivati, e c'era il ragazzo dalla voce acuta che cambiava colore di capelli ogni settimana e che si presentava in mutande ogni volta che apriva la porta d'ingresso per far entrare qualcuno o prendere la posta.

Li chiamavano gli esauriti del 107. 







Angolo Autrice
Avevo promesso il disagio e disagio fu! Mi dispiace se vi ho fatto sentire la mancanza di Joon in questo capitolo, ma vi ho portato in sacrificio la famiglia esaurita dell'interno 107. Spero di avervi fatto ridere anche perchè se non lo ha fatto Jimin, non so proprio cosa possa far ridere. Ha ragione Jimin, Miyeon è stata in realtà spinta ad aiutare Namjoon perchè ci voleva andare a letto? Voglio dire, biasimala. Al prossimo capitolo, ditemi un po': chi vi aspettate di trovare? Curiosità mia. 
Grazie per aver letto e ricordatevi di aggiungere una stellina se vi è piaciuto il capitolo, 
-V e o

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