Rose rosse per te (I)
Far spingere a Marco la Golf di Yuri fino al centro di Viacampo e costringerlo a due punizioni nel giro di poche settimane mi riempie di autostima, nonché di una dolcissima convinzione: che forse aveva ragione lui e tra i due la più debole non sono io.
È un periodo positivo, uno di quelli in cui respiro il rosa della tranquillità e, anche se ci sono chiazze giallo muffa che mi vogliono rovinare, sono così menefreghista da rinchiuderle in una vecchia scatola da soffitta.
Biagio è la prima di queste macchie, lui e il silenzio al quale mi ha condannata. Ma la mia tenacia è una mano di intonaco potentissima e mi ripete che sono nel giusto, annulla i fantasmi della colpa.
E poi c'è Zeno che mi bombarda di telefonate, perché da quel giorno a casa mia non l'ho più degnato di un sussurro. Quando vivevo a Nomi, sentivo l'esigenza di umiliarmi tra le sue braccia, nel nome di quel principio di vendetta per cui avrei fatto più male a Marco che a me. Ma ora che sono tornata a Viacampo, le mie orecchie sono diventate insensibili al richiamo di Zeno e l'idea di doverlo accontentare mi sembra il nulla assoluto.
Così, qualche giorno dopo la nostra gita all'agriturismo Merlot&Lambrusco, zittisco il telefono e lo recludo nella sua storica prigione: il cassetto delle mutande; ma proprio quando sto per "buttare le chiavi", un pensiero mi sfreccia in testa: da quanti giorni non ho notizie di Tania e Valentina?
Di Tania sapevo che sarebbe tornata a Milano per qualche settimana; Valentina invece dovrebbe essere a Viacampo. E allora perché non mi bombarda di assurde proposte, come provare cento smalti in un pomeriggio o sabotare i motori di Giacomo?
Le scrivo un SMS:
Vale, ma che combini ultimamente? Ancora reclusa per il test di tedesco? Aggiornamenti dal mondo binomio: se ti dico che Marco ha spinto la Golf di Yuri dalla Val d'Ora a Viacampo, mi credi?
Ho acceso la miccia e presto Valentina mi risponderà che Marco è "il solito povero coglione". Invece la lancetta delle ore fa tre giri e da Valentina non un solo bip. Una mente normale ignorerebbe il fatto, convincendosi che tutti i comuni mortali hanno di meglio da fare che restare appiccicati giorno e notte a un cellulare. La sottoscritta, tuttavia, possiede il cervello complicato di Nina Adami. Così, anziché soprassedere, sgomma su Pink alla Fast&Furious verso casa Santoni.
«Si può sapere che fine ha fatto tua sorella?» chiedo a Giacomo, non appena il suo viso assonnato mi apre.
Undici di mattina e persino il grande drago che si è tatuato sul collo sembra sbadigliarmi in faccia.
«Non sarà mica successo qualcosa?» tiro a indovinare.
Giuridicamente il silenzio non vuol dire un bel niente, nei proverbi "chi tace acconsente", nel comune buon senso dissente. Insomma, Giacomo è il ritratto del mistero. Ma i suoi gesti automatici sono una spia che mi mette in allarme.
«Perché stai facendo la camomilla?» gli chiedo.
«Camomilla preventiva» mi dice lui, sbattendomi davanti una tazzina fumante di fiori rinsecchiti. «Stiamo per fare un nuovo gioco, Adami. Una rivisitazione di un classico. Si chiama "Indovina chi?". Ti dice niente?»
Altro che camomilla! Avrebbe dovuto versarmi una tanica di quel caffè che si sta bevendo: i miei neuroni giacciono in uno stato di dormiveglia e non riescono a capire.
«Indovina chi? Quello in cui devo chiedere chi ha i baffi, il cappello o gli occhiali?»
Giacomo fa sì con la testa, i capelli tinti di platino ancora da spalmarsi all'indietro con i soliti cento strati di gel. «Indovina chi si sposa?» mi chiede con un sorrisetto di scherno.
Alto là! Che fine hanno fatto le tradizionali domande con cappello, occhiali e baffi?
«In che senso?» chiedo con voce tremolante e subito il grillo inizia a far girare la bobina del film a occhi aperti. E vedo Valentina che prova l'abito nuziale con Tania e sceglie i confetti e si compra un bouquet e si infila una fede al dito, con lo sposo che è un tizio mai comparso nella storia.
«Valentina?» sbraito. La camomilla finisce rovesciata sul tavolo, Giacomo straluna gli occhi al cielo. «La mia Valentina si sposa? Come? E quando? E con chi? Fermi tutti, non si conoscono abbastanza. Lui è sicuramente un corrotto sciupafemmine che incentiva la prostituzione e lo spaccio.»
«Adami, non Valentina.»
Ah no? Sospiro di sollievo, denuncia contro ignoto sposo cancellata e grillo pronto a cercare la bobina di un nuovo film mentale.
«Carlo! Deve essere Carlo! Vostro fratello è il maggiore. Ma io credevo fosse gay e quindi che fa? Si sposa in Spagna? E quando? E ci saranno i tori al matrimonio?»
«No, Adami. Non si sposa Carlo» sospira Giacomo, ormai sull'orlo di una crisi di nervi. Entrambi i gomiti sono puntati sul tavolo per reggergli la testa. «Da quando poi ti preoccupi della sessualità di mio fratello? E della Spagna? E dei tori?»
Adesso sono io a prendere un grande respiro, ma di incomprensione, perché ho appena cancellato dalla lista i due candidati possibili e avrò bisogno di un altro inizio per trovare il soggetto misterioso.
«Io, Adami. Io mi sposo!» sbotta Giacomo. «Era tanto difficile da capire?»
Il cervello è una tavoletta bianca, il grillo conferma di non avere nessun film mentale da inserire nella macchina cinematografica, non se il protagonista è Giacomo Santoni, quello che si scopa l'amica della sorella da anni, così, friends with benefits, senza mai gettarsi in una relazione seria.
«Aspetta un attimo» dico allora. L'aroma del caffè risveglia i neuroni assopiti.
«Indovina chi ha messo incinta chi?» gli chiedo.
«Adami, non puoi fare una domanda se il soggetto da indovinare sono io!»
«Ma allora è vero!»
O mio Dio. Giacomo sta per diventare padre. Di Marina. Giacomo e Marina genitori. A vent'anni di età anagrafica e tredici di età mentale. O mio Dio. Io non affiderei nemmeno un pesce rosso alle grinfie di questo mafioso e ora Giacomo, quello che si fa tatuaggi a caso e ha la testa impallinata dal sesso, sta per diventare padre. È una tragedia: nel biberon di suo figlio metterà il gasolio al posto del latte. E il pargolo avrà una culla dentro il copertone di una gomma bucata, con una rivista porno per cuscino. E Marina vive ancora nel regno di Uomini e Donne e C'è posta per te. Come potrà diventare madre?
«Respira, Adami» mi consiglia Giacomo. «Io e Marina abbiamo tutto sotto controllo. Teniamo l'embrione e ci sposiamo. Così suo padre non si butta sotto un trattore e sua madre non si uccide con una mozzarella scaduta.»
Ma non ha senso!
Stanno mettendo una pezza su una cosa fatta senza convinzione, quando io vorrei che tenessero quello –- l'embrione – per amore, per gioia...
«Adami, non è un problema tuo. Te l'ho detto perché... non so nemmeno io perché te l'ho detto. Comunque, non piangere.»
Inutile replicare che non sto piangendo. Grosse lacrime scivolano sulle guance e con il naso continuo a tirare su, nemmeno io so se per felicità, sorpresa o preoccupazione, perché... Giacomo Santoni padre?
«Comunque tocca di nuovo a me» mi dice. «E non dirò chi è rimasta bloccata alla stesso binomio di quando aveva quattordici anni, perché mi sembra che la risposta sia scontata!» Nobel per la simpatia, Giacomo. Povera quella creatura che stai mettendo al mondo. «Rilancerò invece chiedendoti: indovina chi esce con qualcuno?»
Mi trattengo dal replicare che è un'ingiustizia: perché le domande le deve fare sempre lui? Mi ricompongo soffiando il naso in un lembo della tovaglia e ritrovandomi alcune gocce di camomilla, ormai fredda, nel naso.
«Mezzo mondo esce con qualcuno» sbotto. «Adesso va di moda fidanzarsi a tre anni, come faccio a indovinare?»
A momenti Giacomo prende a testate il tavolo: per lui la risposta è ovvia, ma io non so che nome sparare senza fare la figura della sciocca. E onestamente dire "Carlo" e ritentare con la storia dell'omosessualità, della Spagna e dei tori non mi farebbe sembrare Einstein.
«Valentina» si risponde Giacomo. «Valentina esce con qualcuno! Possibile che non te ne sia accorta?»
È uno scherzo: Giacomo si annoiava, ha nascosto una telecamera nella scatola dei biscotti e ora vuole farmi fare la figura della rimbambita che abbocca all'amo. Valentina è la mia migliore amica e io sono il dizionario che sa tradurre le sue paranoie in lingua italiana e non in una serie di grugniti.
«Me l'avrebbe detto!» sbotto, forte della mia convinzione.
«Come tu le hai detto di Stefano e di Marco?»
Dettagli.
«Sì, ma io sono una persona malata e una pessima amica...»
«Questo l'avevamo appurato.»
«Lei è l'amica per bene!» O perlomeno lo è sempre stata. Il saggio pilastro che regge lo sbilenco architrave. E adesso so che Giacomo non sta mentendo. Lo conferma il silenzio di Valentina, i messaggi senza risposta, le mancate uscite nelle profumerie.
«Ma con chi? E quando? E perché io non l'ho capito?» inizio a chiedere. Sono una mitraglia di domande, perché finalmente Valentina ha trovato qualcuno e dovrebbe essere una bella notizia e allora perché arroccarsi nella torre del silenzio?
Giacomo alza i palmi a mezz'aria e lascia intendere di non volersi sbottonare. Ha la bocca cucita da una promessa e non vuole minare quel sottile rapporto di amore-odio con la sorella.
«E poi» aggiunge. «Se proprio ricordo bene, neanche tu hai aggiornato Valentina sul tuo nuovo trombamico. Devo indovinare chi è?»
Il mento mi cade a terra, mentre il pudore mi rende nuda perfino della pelle. E così, come un corpo fatto di ossa, muscoli e nervi, mi sento scoperta, vulnerabile e sporca. Io che volevo tenere la storia con Zeno nascosta sono stata riconosciuta colpevole, benché non abbia lasciato il minimo indizio per tradire il mio alibi.
«Andiamo, Adami. Qualcuno qui sta sottovalutando i miei poteri paranormali, il radar rivela sesso, non ricordi? Va beh dai, Marco è venuto da me per indagare sui possessori di una Royal Enfield e ho trovato il fatto molto strano.»
Adesso nella carne pura si getta il sale del tradimento, perché non posso credere che Marco si sia impicciato nella mia vita, proprio lui che aveva promesso di lasciarmi i miei spazi.
«Made like a gun, goes like a bullet» recita Giacomo, facendo scoppiettare la lingua. «Sono il miglior esperto di moto a Viacampo. Era naturale che chiedesse aiuto a me.»
«Come se tu potessi capircene qualcosa.»
Sono un animale ferito, punto nell'orgoglio e nella dignità: le mie bugie sono state rivelate in piazza. Marco ne è a conoscenza, Giacomo pure e di Valentina, essendo sua sorella, potrei dire lo stesso. Finché il sesso con Zeno restava una nostra esclusiva, potevo ancora gioire di compiere un'azione sbagliata, ipotizzare il grado di "male" che avrei provocato a Marco. Ma ora che il grande segreto è fuori...
«Vado a cercare, Valentina» chiudo. «E non più una parola su questo argomento.»
Gli occhi di Giacomo mi studiando curiosi, affascinati dalla mia storia, ma al tempo stesso preoccupati. È solo un istante di timore, poi si ricorda che non sono affari suoi e ripara nei cereali della colazione.
Pronuncia la frase vincente quando mi sto per chiudere la porta alle spalle:
«A Marco. Gli assomiglia davvero molto».
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