Capitolo XVI
Il mio corpo formicola.
Non riesco a muovermi.
Sento freddo e non vedo niente.
Il buio mi avvolge completamente, stringendomi in un panno ombroso che mi toglie quasi il respiro.
Comincio a riprendere dolorosamente sensibilità alle gambe e alle braccia.
Quando sono in grado di controllare i movimenti del mio corpo, mi alzo barcollando.
Sulle mie guance scorrono lacrime di sangue.
Comincio a camminare alla cieca per il giardino.
Dopo un po', mi scontro con un oggetto duro.
Lo tocco e, sentendo l'acqua che mi bagna le dita, mi accorgo che è la fontanella per gli uccellini che si trova davanti all'orfanotrofio.
Mi bagno le mani e le porto agli occhi.
Mi accorgo che, dove c'erano in precedenza gli occhi, ora sono collocate due grandi croste di sangue coagulato.
Cerco di strapparmele e, con molta fatica e lancinante dolore, ci riesco.
Lancio quelle croste imbrattate di sangue lontano da me e avvicino di nuovo le mani alle orbite.
quello che sento sono due occhi.
Due occhi normali.
Due occhi, gocciolanti sangue, ma della misura giusta.
Due occhi da umano.
Li dischiudo con molta fatica e, abituata all'oscurità, sono costretta a ripararmeli dal sole.
Quando comincio ad abituarmi alla nuova condizione di luce e riesco a vedere bene, mi specchio nella piccola cavità della fontanella, che è piena d'acqua.
Quello che vedo mi riempie di gioia.
Due bellissimi occhi blu, ancora sporchi di sangue, ma delle dimensioni normali di un occhio umano.
Ora non sono più un ibrido, sono una bambina come le altre.
Ora non sono più Big Eyes, sono Melody...
Colei che avrei dovuto sempre essere.
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