Mi cambio ed esco dal dormitorio.

Attraverso i tanti corridoi che separano la mia camerata dall'imponente aula di studio.

Entro dalla porta socchiusa e, salutando Miss Roger, la nostra giovane maestra, mi siedo al mio posto.

L'aula è davvero grandissima.

Ci sono all'incirca una cinquantina di banchetti in legno, ognuno con la propria seggiolina.

Dinanzi a tutto, è collocata la cattedra della maestra, su un piano rialzato.

Sulla cattedra, trovano posto un mappamondo dall'aria vetusta ed il registro di classe.

Dietro la cattedra, c'è una grande lavagna d'ardesia.

Sulle pareti, si aprono cinque ampi finestroni che illuminano la stanza a dovere.

Nello spazio tra le vetrate, sono poste delle cartine dei vari continenti e anche un planisfero.

Ogni volta che lo vedo penso a quando, in passato, non sapevo neanche dell'esistenza del mondo esterno.

Quando tutti i bambini prendono posto nei propri banchetti, la lezione ha inizio.

Oggi, però, a differenza degli altri giorni, non resto molta attenzione a quello che Miss Roger dice: sono afflitta da delle domande, che mi rimbalza da una parte all'altra del cranio.

Perché Misses Clarke definisce il mio potere una maledizione? Perché se ne è voluta liberare, se per me è stato così utile? Non capisco... Oppure non voglio capire?

Trascorrono cinque ore, in cui io cerco di trovare delle risposte convincenti a quelle domande, senza però risultati.

Adesso, è ora di pranzo.

Usciamo dalla classe per recarci alla mensa dell'orfanotrofio, dove ci vengono serviti i soliti intrugli.

Sono costretta a sopportare altre tre ore di lezione, nelle quali rischio anche di cadere nel sonno, a causa della mia stanchezza.

Alla fine di quel supplizio, esco dall'aula e corro per i corridoi, verso un luogo ben definito: lo studio di Misses Clarke.

Arrivo davanti alla sua porta e busso.

<<Avanti!>> dice la voce imperiosa di Misses Clarke.

Entro nello studio, con la testa bassa.

<<Big Eyes, ti avevo detto che dovevi venire da domani... Perché sei qui?>> mi chiede.

<<Misses Clarke... Sono qui perché... Perché ho un assoluto bisogno di risposte!>>

<<Allora siediti qui, davanti a me... E le avrai!>>