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Capitolo II

Questa notte è stata una notte davvero molto brutta.

Ho fatto un incubo spaventosissimo:

Mi trovavo in un campo di grano sterminato, in una notte limpida piena di stelle... Le stelle si muovevano nella volta celeste, come tanti uccellini cinguettanti. Il grano maturo ondeggiava nel fievole vento.

Io correvo per questa distesa dorata e piroettavo allegra. Ho continuato a danzare a lungo, finché ho cominciato a sentire delle specie di parole sussurrate... Come se qualcuno stesse tentando di parlarmi ma non ci riuscisse...

Non so in che modo, ad un certo punto, mi trovavo in un campo di grano uguale a quello di prima, ma molto più piccolo: mentre nell'altro non si vedeva la fine, alle estremità di quest'ultimo, si poteva scorgere un boschetto di querce, che lo avvolgeva completamente.

Quel boschetto aveva qualcosa di molto sbagliato... Mente il campo era illuminato da una bellissima luna, quel bosco non pareva beneficiarne: era completamente scuro e ombroso...

Gli alberi erano estremamente allungati e contorti: sembravano quasi sofferenti nelle loro pose arzigogolate.

Ad un certo punto, improvvisamente, i mormorii ricominciarono, più forti ed insistenti di prima...

Cominciai a vedere dei movimenti al limitare del boschetto.

Man mano, cominciai a scorgere le prime figure...

Si trattava di bambini, bambini come me.

Avevano i miei stessi grandi occhi neri e la mia stessa espressione...

Erano tantissimi e contornavano l'intero campo di grano. Restavano lì, immobili, ad osservarmi, con quegli occhioni ipnotici, così simili ai miei.

Dopo un pò, si è fatto avanti uno di loro, forse era il capo di quei bambini.

Pareva di qualche anno più grande e aveva una profonda cicatrice che gli solcava il viso trasversalmente.

Si avvicinò a me e mi sfiorò i capelli.

<<Tu sei una di noi...>> disse piano.

<<Perché, voi... noi... chi siamo???>>

<<Siamo coloro che vedono...>>

E allora, tutti i membri del cerchio cominciarono a pronunciare in coro quella frase:

<<Siamo coloro che vedono... Siamo coloro che vedono... Siamo coloro che vedono...>>

Il coro cessò ed il ragazzino si avvicinò a me ulteriormente.

<<Ora che sai ciò che devi sapere, guarda!>> disse, come se mi imponesse un ordine.

Mi sono svegliata nel mio letto, madida di sudore, tremante e sconcertata, ma con una nuova idea che ristagnava nella mia psiche...

DEVO GUARDARE!

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