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Capitolo 8

- Anna io... ti posso... ti posso spiegare...-

- Piccola bambina viziata. Non riesci proprio a fare la brava mh? E tu, chi saresti? Il fidanzatino? Ah non vi capisco proprio, voi giovani. Così stupidi e senza cervello. Ai mei tempi, era tutto diverso. Non impari mai, Emily. Visto che ti piace così tanto portare qui i tuoi amichetti ed uscire di casa, non tornarci finchè non avrai imparato le buone maniere. -

- Questa è casa mia, non puoi buttarmi fuori di qui! -

-Fuori. Tu e il tuo amico. Via da questa casa.- disse lei indicando le scale.

- No Anna.-

- FUORI. -

Ce ne andammo, solo per non sentire una vecchia isterica urlare.

-Fantastico... niente più casa...- Dissi in un misto fra lacrime e rabbia.

-Emily... mi dispiace tanto, io...È colpa mia Em. Vieni da me, è il minimo che posso fare. - Disse contagiato dalla mia tristezza.

- Mark, non posso...-

- Niente scuse, vieni con me - disse lui prendendomi per mano. - La strada non è lunga..-

Ci spostammo di pochi isolati e arrivammo dinanzi ad una grande villa.

-Arrivati!- disse tirando fuori un mazzo di chiavi dalla tasca del giubbotto.

Aprì la porta. Una grande sala dalle pareti bianche si prostrò davanti a noi, era una casa davvero enorme. Andammo verso la cucina, dove il padre di Mark stava cucinando la cena.

-Mark! Tra poco sarà pronta la cena. Chi è la tua amica?-

- Lei è Emily... Vedi papà, i suoi genitori... sono fuori casa, e non sa dove stare.... -

- Piacere Emily! - disse allungando una mano - puoi stare qui fin che vuoi! Benvenuta! -

Il padre di Mark fu molto gentile ed ospitale, non sono abituata a tanta gentilezza.

Salimmo le scale e Mark mi condusse in una stanza dalle pareti rosee.

- Questa è la tua stanza, mentre il bagno si trova infondo al corridoio. Fa come se fossi a casa tua! Io devo sbrigare alcune faccende, a più tardi Em- disse dandomi un leggero bacio sulla fronte e chiudendo la porta dietro di sé.
Era una stanza grande e spaziosa. Vi era un letto bianco al centro della stanza, sopra al quale si trovava una finestra da cui filtrata la luce del pomeriggio. Vi era inoltre una scrivania ed una piccola libreria.

Sistemai le mie cose e decisi di farmi una doccia calda, per scaricare la tensione.

Mi vestii e mi sdraiai sul letto, leggendo alcune pagine di un libro.

Poco dopo Mark venne a chiamarmi: era ora di cena

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