Capitolo 13
- M-Miriam? Che ci fai qui! - Dissi correndole incontro ed abbracciandola forte.
-Che ci fai tu qui, semmai! Te ne vai proprio ora che sono qui?- Disse con un espressione delusa in volto.
- Vieni, ti spiego la situazione- affermai, trascinandola via per un polso, lei che si dimenava chiedendomi di allentare la presa.
-Capisco... e questo...come hai detto che si chiama? Mark? Si insomma, come andrà a finire questa storia?-
-Non lo so, non lo so...- dissi con aria scocciata e depressa.
Ci interruppero la voce di mia madre e di Maya, che mi richiamavano.
-Arrivo subito!-
-Ciao Miriam, è stato bello incontrarti nuovamente. Questa volta scrivimi, manteniamoci in contatto ok? Me lo prometti? - le dissi sorridendo
- Promesso Em -
Salutai miriam e mi allontanai, dirigendomi verso mia madre.
°•○●○•°
- Allora, Carl ci aspetta a casa - disse mia madre uscendo dall'aeroporto. -chiameremo un taxi - continuò.
Tolsi la modalità aereo che avevo attivato per precauzione, 6 messaggi non letti, tutti inviati dalla stessa persona: Mark.
M: Emily non riesco a stare senza di te, mi manchi.
M: Non so più che cosa fare....
M: Em?
M: Ci sei?
M: Perché non mi rispondi?
M: Hey, lo so che siamo lontani ma un giorno tornerai, lo so. E quel giorno verrò da te e non ti lascerò mai più andare. Ti amo Emily non puoi lasciarmi così...
Non avrei voluto rispondere, ma le mie dita presero a scrivere un messaggio sulla tastiera
E: lo sai benissimo che non tornerò. Ti conviene dimenticarmi.
Visualizzò, non rispose.
Il taxi arrivò in pochi minuti, e sulle note della mia canzone preferita, mi addormentai sul morbido sedile.
°•○●○•°
La casa dove mia madre e suo marito abitavano era una villa enorme, sviluppata su due piani, piena di grandi stanze e corridoi. Mi mostrarono la mia camera, una grande stanza dalle pareti chiare e molto luminose. Era arredata con mobili semplici e dai colori pallidi, che conferivano alla stanza un'atmosfera davvero piacevole.
Posai la valigia sul letto ed iniziai a sistemare i miei vestiti nell'armadio, mentre mia madre e Carl sistemavano i documenti per l'iscrizione alla mia nuova scuola.
Come di consuetudine, presi la felpa e comunicai ai miei genitori che sarei andata a fare una passeggiata, accompagnata dalla musica da cui non mi separavo mai.
Iniziai a guardare il telefono mentre camminavo, non accorgendomi dei passanti che schivavo per poco. Mi scontrai distrattamente con un ragazzo, facendo cadere il telefono sull'asfalto.
-Dannazione...- dissi a bassa voce chinandomi verso il dispositivo per controllare se fosse ancora integro, notando a malincuore che lo schermo si era rovinato
-Lascia che ti aiuti....- Disse lui leggermente imbarazzato. Era un ragazzo alto, magro e dai capelli biondi.
- Grazie ma non serve... - dissi sbuffando seccata, avevo speso tutti i miei soldi per quel telefono, anche se sapevo che era solo colpa mia.
-Comunque, mi chiamo Aiden, piacere..- Disse tendendomi la mano
-Emily-
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