Piano di battaglia
Naboo
Presente
-... Incredibilmente, incontrammo solo una pattuglia di soldati, mentre ci dirigevamo verso l'hangar-proseguì John, mentre Rosie e Victor lo ascoltavano rapiti, gli occhi sgranati, le mani strette intorno alle ginocchia.-Col senno di poi, avremmo dovuto capire subito che era stato fin troppo semplice. Infatti, ci mandarono dietro solo qualche caccia TIE anche dopo il decollo. Avrebbero potuto mandarcene contro una flotta intera.
-Vi stavano tracciando, vero?-domandò Victor.
-Purtroppo sì.-John annuì, cupo.-E, sfortunatamente, ce ne siamo accorti quando ormai era troppo tardi per cambiare rotta o per far evacuare la Base. La Morte Nera, presto, avrebbe orbitato nel nostro sistema. Tutte le nostre speranze risiedevano nello schema tecnico che avevamo ricuperato.
-Ma la stazione aveva un punto debole, giusto??
John sorrise.
-Sì, Rosie. Lo aveva. Anche se non sarebbe stato così semplice. Infatti, non appena i tecnici lo trovarono, fu indetta una riunione strategica per discutere un piano d'attacco...
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Yavin 4
Base Ribelle
Passato
Mycroft Holmes avanzò impettito nella sala istruzioni sotterranea fino al grande schermo disposto su una parete: davanti a lui vi erano delle panche metalliche occupate da piloti, senatori di vari pianeti loro alleati, droidi e ufficiali, tutti immersi in un silenzio teso e carico di aspettativa.
Era accompagnato da una graziosa ragazza dai capelli scuri di nome Anthea-una delle sue collaboratrici di fiducia, nonché esperta nell'ambito della tecnologia militare e informatica-e da una donna decisamente più matura, i capelli biondi legati in una semplice crocchia e lo sguardo altèro: era la senatrice Smallwood, considerata dalla Ribellione quasi la seconda in comando dopo Mycroft Holmes stesso.
-Non sprecherò tempo in discorsi inutili-esordì il capo dell'Alleanza non appena fu sul podio, passando rapidamente lo sguardo su tutti i presenti.-Ormai, sarete tutti a conoscenza della terribile arma progettata dall'Impero. Nonostante i miei sforzi, qualche notizia è riuscita comunque a trapelare. Ciò che ancora non sapete, però, è che questa stazione si sta avvicinando dal lato opposto del nostro pianeta. E, se non la fermiamo, ci annienterà.
Un brusio sconcertato ma anche scettico si diffuse nella sala.
-Ma è davvero possibile che una semplice stazione distrugga un pianeta intero?- si azzardò a domandare infine un senatore, chiaramente dubbioso.
-Sì. Lo è-si intromise una voce femminile in tono sicuro, causando mormorii sorpresi.-Io l'ho visto con i miei occhi.
La senatrice Hooper si fece avanti, ponendosi vicino al podio, mentre gli sguardi di tutti si puntavano su di lei.
-Quando sono stata scoperta su Alderaan, l'Impero mi ha imprigionata su quella stessa stazione. E, non contenta, mi ha costretto ad assistere alla distruzione del mio pianeta natale.-La sua voce rimase salda, ma trapelò un dolore evidente nelle parole con cui proseguì il discorso.- L'ho visto esplodere sotto i miei occhi in una frazione di secondo, colpito da un raggio di inaudita potenza. Non ne è rimasto nulla, se non frammenti di roccia e detriti: i suoi boschi, i campi, le montagne... le città... tutto distrutto. E, con loro, tutti quelli che nel corso della mia vita avevo chiamato amici, famigliari, o semplici conoscenti. In un batter d'occhio, la loro vita si è spenta di fronte a me, senza che io potessi far nulla per impedirlo. Quindi, credetemi quando vi dico che, se non annientiamo questa stazione maledetta, non solo noi, ma qualunque pianeta si opponga all'Impero, subirà il medesimo fato.
La giovane senatrice si sedette nuovamente su una delle panche, l'espressione impassibile: solo un uomo presente alla riunione-che era abituato a osservare, più che a guardare-notò una lacrima brillare all'angolo del suo occhio. E non potè che ammirare, suo malgrado, la forza d'animo di quella donna, che aveva avuto già modo di scorgere.
-Grazie, senatrice Hooper-disse Mycroft, rivolgendole un benevolo cenno del capo e un leggerissimo mesto sorriso: si rivolse poi nuovamente al gruppo dei ribelli.-Ora Anthea vi illustrerà ciò che i nostri tecnici hanno scoperto in merito alla Stazione.
L'interpellata si fece avanti: appoggiò sul tavolo che si trovava di fronte al podio il tablet che aveva portato con sé: con un piccolo e rapido tocco delle dita sullo schermo, esso proiettò all'istante un'immagine olografica dello schema.
-La stazione è fortemente corazzata; ed ha, come ha giustamente sottolineato la senatrice poco fa, una potenza di fuoco elevatissima, superiore a quella della metà della flotta stellare-informò i presenti a voce forte e chiara.-Ma, paradossalmente, le sue difese sono studiate per un attacco diretto su vasta scala con astronavi da battaglia: perciò, un piccolo caccia monoposto dovrebbe essere in grado di superare tali difese esterne.
-E a cosa ci può servire saperlo?-la interruppe uno dei piloti in tono quasi aggressivo.-Dei caccia monoposto verrebbero disintegrati all'istante, se solo provassero ad avvicinarsi. E poi, non avrebbero abbastanza potenza di fuoco da...
Fu a quel punto che si levò una voce esasperata e sprezzante.
-Anderson, non parlare. Abbassi il quoziente intellettivo di tutta l'Alleanza Ribelle. Compreso il mio che non ne faccio parte, pensa un po'!-esclamò Sherlock Holmes, seduto due file dietro a Molly: tutti i presenti si voltarono verso di lui.-È ovvio che l'impero non considera il caccia di quel tipo come una minaccia. In caso contrario, avrebbero predisposto una difesa a maglie più strette. Ciò significa che, molto probabilmente, c'è un punto scoperto raggiungibile solo da navi piccole, e non grandi. Ma non mi sorprende che tu non ci sia arrivato: mi sorprende invece come tu riesca sempre a dar sfoggio, in ogni occasione, della tua spettacolare ignoranza e mancanza di vedere qualcosa oltre il tuo naso.
John, seduto al suo fianco, si accorse di avere la bocca aperta, dopo che il contrabbandiere aveva snocciolato tutte quelle informazioni con la stessa facilità con cui avrebbe argomentato che due più due fa quattro: ma anche un pelo sconcertato dal suo tono velenoso rivolto a quel pilota.
Quest'ultimo, peraltro, divenne rosso per la rabbia, quando riconobbe il contrabbandiere.
-Co–... Chi ha invitato lo strambo??-esclamò stizzito, i pugni stretti, fulminando Sherlock con lo sguardo, che dal canto suo gli rivolse un mezzo sorriso sprezzante: John non ci mise molto a capire che non era la prima volta che quei due si scontravano.
-Si dà il caso che lo "strambo" sia mio fratello. E non si permetta di mancargli di rispetto-si intromise all'improvviso il capo della ribellione in tono gelido, con enorme stupore di Sherlock: da quando Mycroft prendeva le sue difese??
Il colorito del pilota ribelle, dapprima rosso per la rabbia, si fece pallido, dopo il rimprovero. Ma, non volendo darsi per vinto, si rivolse di nuovo al contrabbandiere in tono strafottente.
-Solo perchè il tuo rottame ha fatto la rotta di Kessel in quattordici parsec, credi di essere una spanna sopra tutti noi! Cos'altro hai fatto, per essere tanto superiore, eh? A parte aprire la bocca a sproposito? Non fai nemmeno parte della Ribellione. Spunti solo quando ti fa comodo!
La tensione tra i presenti si fece palpabile.
-Philip, datti una calmata-lo redarguì il generale Lestrade.-Siamo tutti qui per uno scopo comune. Litigare fra noi non aiuta!
-Non credo di essere superiore. Lo sono. Non è colpa mia se molti di voi non sono provvisti di un cervello! E comunque, erano dodici parsec, non quattordici. Informati, prima di dar di nuovo inutilmente aria alle corde vocali! -ribattè Sherlock ad Anderson, sempre in tutta tranquillità, ignorando il tentativo del generale di calmare gli animi.
Le parole del contrabbandiere, oltretutto, inasprirono la situazione, causando borbottii decisamente offesi anche in coloro che non erano coinvolti nello scontro.
Il pilota ribelle, dal canto suo, si fece avanti minaccioso: era palese la sua intenzione di venire alle mani.
Ma, inaspettatamente, la senatrice Hooper si alzò, fronteggiandolo.
-Adesso basta!-esclamò, fissandolo con rabbia.-Qualsiasi divergenza abbiate, ne potrete parlare in qualsiasi altro momento, e altrove. Tra parentesi, quest'uomo ha contribuito a salvarmi la vita, perciò esigo che gli sia tributato il giusto rispetto. È chiaro?
Anderson, di fronte alla senatrice chiaramente adirata, arrossì e si fece subito indietro; anche se, mentre ritornava a sedersi, borbottò a mezza bocca qualcosa come "Ha cominciato lui..."
John si schiarì la voce, sentendosi anche lui in dovere di spendere qualche parola in favore del contrabbandiere.
-... Vorrei aggiungere che, se non fosse stato per Sherlock, non avremmo nessuno schema da analizzare. Detto ciò, che ne dite di concludere questa puerile discussione e tornare a parlare di cose serie? Per esempio, di come evitare di essere ridotti in briciole cosmiche?
John concluse volontariamente la sua apologia verso Sherlock con un commento ironico, che effettivamente portò alcuni piloti a emettere delle leggere risatine, spegnendo così la tensione che era venuta a crearsi.
Anderson, forse vergognandosi un po' del suo atteggiamento aggressivo, rimase in silenzio, anche se non smise di lanciare occhiate di fuoco all'indirizzo del corvino, che gli scoccò un mezzo sorriso canzonatorio.
-... Comunque tranquillo Anderson, rimarrò qui ancora per poco. Trascorrere tempo eccessivo condividendo la stessa aria nuocerebbe alla mia salute. E parlo di quella mentale-specificò infatti, incapace di trattenersi.
Il tono ironico e sprezzante con cui si rivolse al pilota, però, servì in larga parte a non mostrare quella strana sensazione che aveva provato quando sia John che Molly avevano preso, indirettamente o meno, le sue difese.
E, soprattutto, ancora sconvolto dal fatto che suo fratello le avesse prese: tale evento era paragonabile a un'alluvione su Tatooine...
-Hmh... bene. Se adesso avete finito di far bella mostra del vostro testosterone, possiamo riprendere- commentò quest'ultimo in tono sarcastico, e fece un cenno col capo verso Anthea, che riprese il discorso come se non vi fosse stata la benché minima interruzione.
-Analizzando i piani fornitoci dal signor Holmes...-proseguì, sfiorando nuovamente il tablet, e ruotando la proiezione dello schema.-Abbiamo scoperto che c'è, effettivamente, un punto debole, a cui una grossa nave non riuscirebbe ad avvicinarsi a sufficienza, ma un caccia Ala-X molto probabilmente sì. È una piccola luce di scarico termico: un condotto privo di difese che porta direttamente al reattore principale che alimenta tutta la stazione. Non è protetto da scudi antiparticelle poiché serve come sfiatatoio di sicurezza per l'eccesso di calore nel reattore, ed essi lo renderebbero inefficace. Perciò, un colpo preciso in questo particolare punto provocherebbe una reazione a catena che dovrebbe distruggere l'intera stazione.
Mormorii scettici percorsero la sala,e Anthea proseguì in tono di scusa.
-Ho detto che esiste un punto debole: non che vi sarà facile avvicinarvici.- Zoommò sullo schermo, indicando col dito un punto preciso.-Dovrete infilarvi dentro questo canale, quasi sfiorandone la superficie, fino al punto da attaccare in questione, che è largo appena due metri. Solo un colpo preciso darà il via alla reazione a catena. Purtroppo, è protetto però da scudi antienergia, perciò non potrete usare i cannoni laser, ma lanciare i siluri protonici.
Molti piloti abbandonarono la compostezza, a quelle parole.
-No, è impossibile! Anche per un computer. Un bersaglio a due metri, a quella velocità... e con un siluro!-esclamò Andrew West, un giovane pilota che John conosceva di vista.-No, è impossibile-ripetè.
-È difficile, ma non impossibile-lo contraddisse però, pacato.-Si tratta solo di avere una buona mira.
Vide il maggiore Sholto rivolgergli un breve sorriso.
-Allora tu potresti avere qualche chance in più!-esclamò Mike Stamford, seduto alla sua destra, dandogli un'amichevole pacca sulle spalle.-Lo sanno tutti che hai una mira perfetta e degli ottimi riflessi.
Lui non smentì le sue parole, ma neanche diede conferma della sua abilità.
-Farò del mio meglio-si limitò a replicare con un sorriso appena accennato: stranamente, anche se non si voltò, percepì lo sguardo di Sherlock su di sè.
-Due squadriglie, la Gialla, comandata dal generale Lestrade e la Verde, comandata dal Maggiore Sholto, copriranno i vostri tentativi. Noi-aggiunse Anthea, indicando Mycroft Holmes, la senatrice Hooper e la senatrice Smallwood-coordineremo l'attacco da qui e ci terremo in contatto con voi via radio.
-... E se entrambi falliscono?-domandò Andrew cupo.-Che faremo dopo?
-A questa domanda posso rispondere io-si intromise Mycroft Holmes, nel medesimo tono del pilota, ma con le labbra stirate in un sorriso amaro.-Non faremo nulla, perché non ci sarà nessun "dopo".
Il silenzio profondo che seguì fu più eloquente di mille parole.
-Mancano poche ore all'avvicinamento della Morte Nera alla luna. Perciò, vi esorto ad armare i vostri mezzi-aggiunse il capo della ribellione: ma prima che i presenti si alzassero, si sentì in dovere di aggiungere qualcos'altro. -Sono perfettamente consapevole della pericolosità di questo attacco. Ma è la nostra sola speranza: per noi, e per la galassia. Non posso darvi la certezza che ce la faremo. Posso solo augurarvi buona fortuna. E che la Forza sia con voi.
Pronunciò quell'ultima frase passando i suoi occhi scuri su tutti i presenti: e John, per quanto assurdo possa sembrare, si sentì pervaso da una strana sensazione, simile a quella che aveva avvertito quando aveva stretto la mano di Sherlock a bordo della London. Era sempre più convinto che, in qualche modo, tutto ciò che gli stava accadendo fosse già stato stabilito dalla... Forza.
Lui poteva solo affidarsi alle sue abilità-ma soprattutto ad essa-e sperare.
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