CAPITOLO 18 - Per aspera... Ad astra
Micaela si affacciò lentamente alla finestra, era davvero là. Sdraiato nel letto apparentemente addormentato. La maschera gli nascondeva il volto. Lo osservava incerta, aveva atteso, indecisa. Poi alla fine l'aveva cercato e alla fine aveva preso la sua decisione, doveva riprovare, alterare la storia, se quella doveva essere la sua realtà doveva essere come voleva che fosse.
Quando Micaela si era risvegliata aveva impiegato diverso tempo a capire dove si trovasse, ma poi la luce, tutto gli era risultato immediatamente familiare... Il Cacciatore l'aveva confinata nella storia di William, la storia da cui era nato. La seconda cosa che aveva compreso era che se non era interessata a relazionarsi con le creature che si muovevano in quella storia nessuno si accorgeva della sua presenza.
Persino se lei modificava la storia, scrivendo storie, alterando la realtà stessa che componeva quel mondo, continuavano a ignorarla.
Quella sarebbe stata la sua casa, chissà per quanto, forse avrebbe dovuto rivivere tutta la storia all'infinito, fino a arrivare a detestarla? Aveva ricercato il cuore di William, invano.
Era stato quel senso di nostalgia a indurla a cercarlo, nonostante le sue remore.
Entrò nella stanza, nessuno la vedeva, nessuno le chiedeva nulla.
Sarebbe stato difficile indirizzarlo verso un nuovo finale? Forse non avrebbe alleviato quel vuoto, ma avrebbe comunque realizzato un desiderio, anche a costo di tentare infinite volte.
In fondo era là che il Cacciatore l'aveva confinata, doveva trovare pure un modo di dare un senso.
"Chi sei?"
La sua voce era graffiante, ovattata dalla maschera che aveva calata sul volto.
Micaela si voltò, perché la vedeva? Lei non aveva fatto nulla per consentirglielo, sarebbe dovuta rimanere invisibile eppure, lui la osservava da dietro alla maschera attraverso cui poteva intravedere i suoi grandi occhi scuri.
Lei si sedette sul letto, aveva pensato mille cose ma adesso che era il momento ogni pensiero era scivolato via.
"Anche tu sei qui solo per fissarmi? In attesa di qualche risposta... O non so che diavolo volete da me? Non so chi siete... non..." ringhiò lui.
"Tranquillo... Non mi conosci..."
Se lo osservava non poteva percepir nulla, lui non era William, non poteva sentire il suo cuore rimbombare nel suo petto, non lo avrebbe mai più sentito.
Ma un altro pensiero si affacciò nella sua mente "Lei è già stata qua..." La donna che aveva deciso di dedicare la propria vita all'ucciderlo. Se avesse dovuto salvarlo avrebbero dovuto muoversi.
Micaela lo sciolse dalle contenzioni "Alzati"
Lui rise "Come scusa?"
Micaela prese un foglio, scrisse velocemente, febbrilmente mentre lui la osservava seduto sul letto in attesa, incerto. "Ok, adesso la via è libera, andiamo..."
Ma lui la osservava incerto "Bill muoviti, non fare quella faccia potrai crogiolarti nei tuoi dubbi su sogni di sangue e ricordi spezzati, dopo..."
Lui le osservava la mano che ardeva "Fantastico, almeno questo hai in comune con William..."
Sospirò, non doveva pensare a William, o avrebbe fatto esplodere la stanza.
"Adesso alzati..."
Bill si irrigidì la osservò con occhi sgranati e si alzò dal letto, la osservava fremente. "Cosa stai facendo?" ringhiò incredulo. "Ti salvo"
Oltre la soglia Micaela sorrise soddisfatta, le sue parole avevano funzionato.
"Dove..." Bill si guardava attorno smarrito nel corridoio deserto.
"In effetti visto così sembra più il set di Walking Dead" commentò Micaela "Andiamo non so quanto durerà... e la tua nemesi potrebbe arrivare da un momento all'altro... Hai presente quella furia dagli occhi da cerbiatto che ama fissarti? Andiamo... Non penso perderebbe occasione per piantarti anticipatamente tutte le pallottole possibili in corpo..."
Come evocata dalle parole di Micaela Dinah emerse dall'ascensore li osservò per un attimo mentre Micaela imprecava, contro la sua cattiva stella
......
Pixie emerse dal varco, un parcheggio, il sole spariva oltre gli edifici.
Samuel crollò a terrà tossendo.
"Diavolo, ma come fate a restare..." la nausea lo travolse in un attimo.
Quando William si avvicinò Samuel però scosse la testa "Va meglio..." annaspò prima di voltarsi e vomitare.
"Attraversare il velo tra i vari mondi può essere devastante per una semplice creatura umana..." commentò Pixie osservando Samuel ansimare e cercare di ricomporsi.
William lo fulminò con lo sguardo "Hai volutamente dimenticato di dirci che potesse essere pericoloso per lui?" il folletto lo guardo con un mezzo sorriso "Voi non avete chiesto a me non interessava dirvelo... Ma sta tranquillo, questa è la tua realtà d'origine... Altra cosa sarà uscirne di nuovo... Potresti svanire nel percorso o perdere del tutto il senno, oppure potrebbe essere così doloroso da desiderare di svanire... chi lo sa... Sono curioso..."
William si stampò un sorriso in faccia.
"Che ti stupisci, quello psicopatico vede il mondo intero come il suo personale parco giochi... tutti i mondi esistenti..." borbottò Samuel afferrando la mano protesa di William per rialzarsi.
"Sbrighiamoci a trovare Micaela e ad andare via... Non sono impaziente di conoscere il tuo ex migliore amico..."
....
"Oh per l'amor dei cielo togliti questa cosa, ne ho abbastanza di maschere, per tutta la mia esistenza... Non puoi capire... Tu non hai vissuto il 2020, non hai avuto il piacere" Esclamò Micaela e con un gesto lanciò la maschera a terra e con un rapido gesto lo spinse di nuovo sulla sedia. Era ancor su di giri per la fuga rocambolesca.
Bill era stato troppo incredulo e una volta trovato un rifugio si era messo a girare per la stanza come un'animale in gabbia.
"Ora sta fermo ed ascolta" esplose Micaela. Si era dimenticata come era stato con William i primi tempi. Bill si sedette osservandola con i suoi grandi occhi scuri. Dondolava la gamba in modo ossessivo, martellandosi il ginocchio con rapidi colpi di mano. Sembrava troppo incredulo per reagire. Forse perché lei poteva far apparire cose dal nulla o perché aveva quasi carbonizzato una persona nella fuga o fuso una serratura. Micaela dovette ammettere che sentirsi libera di usare le proprie fiamme. "Sì, come hai notato conosco a menadito questa storia, anche se non so cosa accadrà adesso, che ho cambiato le cose... Apri le orecchie, serve un rapido riassunto per andare avanti. Sì, il tuo migliore amico ti ha sfigurato, hai contribuito alla fine della sua famiglia sono cose che fanno arrabbiare. Sì con quella tipa che ti ha sparato ci sei andato a letto svariate volte, sì anche lei ti vuole morto, che dire hai un talento naturale per finire nel mirino delle persone. No, non è previsto un lieto fine per te qualunque cosa tu faccia. Quindi ora taci e lasciami pensare a cosa posso fare... Non sono molto pratica di questo... Pixie si è guardato bene dallo spiegarmi come funziona e io in effetti potrei avergli detto che non ne avevo bisogno. Sì, decisione decisamente stupida non me lo dire. E il Cacciatore... Non voleva certo darmi alcuna spiegazione... Chi sono i guardiani, i loro poteri... i miei poteri... Ma posso usarli comunque, posso imparare e posso darti un lieto fine... E... Ma sei un po' troppo silenzioso..."
Bill la guardò incredulo e mosse invano la bocca senza emettere un suono.
E allora Micaela comprese.
Quando gli aveva detto di non emettere un suono doveva avergli involontariamente tolto la parola. Il suo era un dono pericoloso e non ne aveva il controllo, questo la spaventava.
"Ok, scusa, parla... Ma non urlare o ti zittisco di nuovo..."
Micaela lo osservò, non capiva. Per qualsiasi cosa doveva scrivere una storia invece su lui era tutto più immediato. E aveva la netta impressione di iniziare a percepire i suoi pensieri. Come le capitava con William... La sola differenza era che lui, per quanto fosse molto simile, non era il suo William.
Bill gemette e si massaggiò la gola come se gli dolesse per lo sforzo di aver tentato di parlare fino a quel momento.
"Chi.. Chi sei..."
"Sono il tuo angelo custode, puoi chiamarmi... Non so chiamami come vuoi"
"Non ha in un semplice nome, o sei un folletto folle... O una mia fottutissima allucinazione..."
"Non sono un'allucinazione, e nemmeno un folletto... sono solo Micky... una deficiente..."
Bill incrociò le braccia "è vero?"
"Cosa? Le fiamme? Prova a toccarle e l'ustione che ti provocherai sarà la risposta"
"No... quello che hai detto?... di..."
Micaela si sedette di fronte a lui "Scusa sono stata un po' brusca... ma non avevo davvero tempo che lo scoprissi con i tuoi tempi, con esaurimento nervoso annesso... So che non riesci a crederlo e che non lo ricordi ma... Sì... è vero e, fidati puoi solo lasciartelo alle spalle perché..." ma le parole di Micaela le morirono in gola. "Ma sei ferito e non mi hai detto nulla..."
Bill si osservò l'addome dove si stava allargano una macchia di sangue, a Micaela ricordò il morso degli spettri, William febbricitante e le parole che lei aveva scritto per lui. Ma quella era solo una scheggia di vetro.
"Andiamo, ho in mente un posto perfetto per pensare un piano di riserva..."
"Cioè?"
Micaela sorrise "Posso alterare la realtà, pensi che sia un problema per me trovare un nascondiglio perfetto?"
.....
Bill osservò l'edificio incredulo "Era... L'ho visto esplodere..."
Micaela alzò gli occhi al cielo "sì... Ma io l'ho rimesso a posto, ci serviva un posto dove riposare. Poi ero curiosa di vederlo per bene..."
Bill la seguì scrutandola interdetto finché Micaela non si voltò esasperata "Parla, qual è il problema, sento i tuoi dubbi ronzarmi nella testa come uno sciame di mosche... Sai ti adoro ma alle volte sai essere maledettamente fastidioso..."
Lui la guardò e sembrò soppesare ogni sillaba.
"Tu... potresti rimettere a posto..." si interruppe e indicò le cicatrici sul suo volto.
Micaela scosse la testa "Non lo so... non ho mai agito sulle persone... in modo così incisivo... Ora sbrigati, fortuna che qui la realtà si plasma bene, ma hai delle ferite che sanguinano e se dovessi svenire sarebbe un po' un problema trascinarti... Fidati, parlo per esperienza... Sei pesante".
Bill non si mosse "Aggiusta la mia faccia"
"E tu la mia pazienza... ti prego seguimi e sta zitto..."
Micaela avanzò sentendosi un po' in colpa, lo sentiva fremere ma obbligato a obbedirle.
William l'avrebbe di certo ripresa, ma lui non era là, era da sola... E non aveva energie per assecondare Bill.
L'appartamento era minimale come lo ricordava, quasi asettico.
Lo fece sdraiare in camera sul suo letto poi si mise in cerca di un kit di pronto soccorso, senza successo. Estrasse un foglio e riprese a scrivere. Mentre la storia veniva scritta sul foglio nella realtà apparivano gli oggetti da lei evocati. Preso il kit tornò da Bill.
Dovette tagliare la maglia e mentre si dedicava a mediare quelle ferite.
"Se ti restituisco la voce prometti di non tediarmi di nuovo su quel che dovrei o non dovrei fare?"
Lui annuì e Micaela sorrise percependo la riabbia malamente contenuta che stentava a non esprimere. La sentiva ringhiare dentro di lui come una fiera in gabbia.
"Non so niente di come funziona questa cosa... La mia natura di Custode non mi è stata spiegata, posso fare quello che so. Ti medico alla vecchia maniera, in modo corretto tra le tante. Prendi nota, se sei un killer, un po' di disinfettante, due garze e impara a fare due suture. Certo da soli non è facile, ma non basta metterci una toppa e sperare che semplicemente smetta si sanguinare da sé... Certo a una certa smetterà. Quando sarai morto. Meglio evitare di arrivare a quel punto ti pare?"
Rimasero in silenzio mentre lei finiva il lavoro.
Si stava rilassando? L'anestetico era davvero così efficace?
"Quindi... Tu che dici di sapere tutto... Cosa diavolo pensi dovrei fare"
"Beh sei straordinariamente calmo per essere... insomma tu..."
"Deve essere l'anestetico..."
A Micaela scappò un sorriso "Vedi non è così male..."
La medicazione era finita, Micaela gli passò una nuova maglia. "Bill... puoi... essere tutto quello che vuoi... Posso aiutarti. Tutto quello che è successo per ora è stato scritto da altri ma da ora in avanti potrai scrivere tutto quello che vorrai..."
"Anche a William lo hai detto?" ma allo sguardo perplesso di Micaela lui aggiunse "Non io, quella versione di me nel tuo mondo, quello a cui non smetti di pensare un attimo. All'inizio era fastidioso ma... Devo ammettere che mi sto abituando ai tuoi pensieri. Malgrado siano maledettamente monotematici. Però... è liberatorio poter essere onesti. Tu senti quello che sono quindi..."
Bill le mostrò una foto "Ho uno stranissimo taglio di capelli"
Micaela alzò gli occhi al cielo, avrebbe voluto dargli del ladro per avergli sottratto di tasca la foto che aveva appena ricreato dal nulla ma guardando l'immagine di William riuscì solo a dire "Vero con quel ciuffetto sembri un uccellino..."
Lui le passò la foto, Micaela la osservò, era strano essere così vicini a qualcuno con un volto così simile al suo... identico in effetti, ma sentirlo così lontano. Bill non era il suo William.
"Lui è il famoso William... sono...io"
Micaela sorrise ma scosse la testa "No... non sei tu... Lui è... Beh siete come due gemelli, identici nell'aspetto ma... No, non siete la stessa persona... Tu sei molto più irritante..."
A Bill scappò un mezzo sorriso.
"Se trovassi un modo per tornare da lui?"
"Non c'è..."
"Strano, non mi sembravi il tipo che si arrende facilmente..."
Micaela annuì. Se si concentrava molto aveva l'impressione di percepire lontano, l'eco di un battito, William e la cosa le faceva male. L'ultima volta che lo aveva guardato si era sentita maledettamente in colpa per aver deciso per lui ma... Almeno... Era vivo... "Non mi è mai mancato qualcuno così tanto... Nessuno... Mi mancherà sempre ma almeno so che sta bene, Pixie gli donerà il suo desiderio e lui potrà andare lontano, ovunque lo porterà i suoi desideri..."
"E ti sta bene così?"
"No... Per niente"
Bill si sollevò a sedere e la guardò dritta negli occhi "Micaela, se non sai ancora quali siano i limiti di questo tuo potere, diavolo, smettila di frenarti. Al diavolo i rischi, tenta e ritenta ancora. Neanche io voglio restare confinato qua, potremmo entrambi lasciare questo posto e essere liberi, Quindi che ne dici socia?"
"Al diavolo i rischi?"
Bill le fece un sorriso sornione, sì avrebbero provato.
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