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71.

Emma guardava dritto negli occhi il demone dai capelli color ghiaccio.
Sembravano dipinti con il sangue delle sue vittime e, man mano che il numero aumentava, man mano che le sue mani si sporcavano della loro linfa vitale, i suoi occhi parevano tingersi in modo sempre più evidente.
Sentiva come se la sua anima venisse divorata da quello sguardo.
Aveva avuto una pessima sensazione appena incontrato, ma in quel momento riusciva a vedere il suo vero volto dietro la maschera, che aveva lasciato cadere e farsi in mille pezzi.
Sua moglie non era decisamente come lui, anche nei momenti peggiori.
Non aveva mai avuto quello sguardo, quella fame di violenza, neanche quando credeva di aver perso Emma per sempre.
Lo voleva fuori dalle loro vite.
"Hai sentito mia moglie? Vattene" disse decisa.
Einar fece un leggere ghigno, per poi cambiare espressione.
Il suo volto si incupì, facendosi indignato.
"Credimi principessa mi stai facendo arrabbiare" commentò Einar con una voce molto più profonda e demoniaca.
"Avanti. Non ho paura di te" replicò la bionda con fare sprezzante.
L'uomo si voltò verso Regina che lo fissava delusa.
"Regina..."
"Come hai potuto uccidere tua figlia?" chiese inorridita.
"Come hai potuto anche solo... è disgustoso" commentò affranta.
Einar si calmò per un attimo.
"Lei si è messa in mezzo tra me e sua madre. Elisabetta voleva il mio potere" affermò.
"Tua moglie voleva solo stare con te." replicò Regina.
Quando aveva guardato nell'acchiappasogni quel ricordo l'aveva sconvolta.
Per un attimo si era immedesimata in lei ed aveva visto sua figlia al posto della piccola.
Sentirsi impotente e non riuscire a proteggere il proprio cucciolo dev'essere stato straziante per lei.
"Elisabetta era debole" commentò Einar duramente.
"Ma tu sei come me, tu mi capisci. Comprendi il potere e la nostra forza"
Regina scosse la testa. "Tu sei folle" commentò sicura.
"Vattene immediatamente dal mio regno"
"Ti ho dato gli strumenti per vedere la verità"
Regina negò immediatamente.
"Non farei mai del male alla mia famiglia. Loro non mi limitano, loro sono parte di me e se dovessi rinunciare alla mia magia o alla mia natura per proteggerle lo farei senza pensarci un attimo" affermò decisa.
Einar scosse la testa con un sorriso sul volto che Regina non aveva mai visto.
"Tu hai ancora una scelta Regina. Elisabetta è stata debole, ma tu non lo sei. Conosco la tua anima, il tuo passato. So a cosa ti ha portato la vendetta, ma so anche che hai assecondato i tuoi istinti diventando la spietata regina come era scritto nel tuo destino."
Regina lo guardò sconvolta.
"Non sceglierò mai te."
Emma si avvicinò alla moglie. "Adesso vattene dalla nostra casa." ribadì.
"Altrimenti?" commentò lui.
Gli occhi di Regina si fecero rossi, mentre Emma era pronta con la mano sull'elsa della spada.
"Fumantine oggi mh?"
Regina l'attaccò immediatamente, lottando contro di lui.
"Non ti conviene metterti contro di me" commentò Einar.
La donna era più che furiosa. Vedere Elisabetta e Sophia morire a quel modo, tradite da chi più di tutti avrebbe dovuto proteggerle.
Sentiva l'istinto di vendicarle.
Elisabetta non sarebbe morta invano. Lei voleva proteggere la tribù da Einar e si era esposta in prima persona per poterlo imprigionare.
Liberandolo, ingenuamente, aveva reso vano il suo sacrificio.
Doveva porvi rimedio, non solo per Sophia e sua madre, ma anche per proteggere la sua famiglia, il suo popolo e le persone che amava.
Emma riconobbe immediatamente lo sguardo che Regina aveva sul volto: era molto simile a quando era scesa in battaglia contro Snow molti anni prima.
"Sai bene che non puoi battermi" commentò Einar.
"Quindi fermati prima di pentirtene"
La strega non ne aveva la minima intenzione, così si trasformò ringhiandogli, facendo salire Emma in groppa.

La lotta non aveva escluso colpi. I due demoni, nonostante Einar fosse di forza e dimensioni maggiori, si equivalevano, grazie alla rapidità e agli attacchi ben studiati di Regina.
Entrambi erano ammaccati, così come Emma che aveva affiancato la moglie.
Sangue di una stessa specie veniva versato sul terreno della loro casa, una guerra intestina spietata che stava macchiando il cielo di rosso.
E anche quando il sole lasciò il posto alla luna questa si tinse di rubro.
Einar le aveva lanciato della terra negli occhi, approfittando per attaccarla.
Regina annaspava a causa della presa decisa sul suo collo, quando Emma riuscì a colpirlo con l'elsa della spada con violenza, permettendo a Regina di morderlo e di recuperare.
Einar si allontanò da lei, trasformandosi.
"Non sei stanca?" commentò.
Regina lo seguì a ruota, non smettendo di osservarlo.
"Solo quando ti vedrò soccombere" replicò Regina, pulendosi con il dorso della mano i graffi che gli aveva causato.
Einar fece un sorriso di soddisfazione.
"È per questo che mi piaci tanto lo sai?" commentò, mentre si difendeva dai suoi calci.
"Noi due siamo uguali e presto lo capirai"
"Puoi sognartelo" replicò Emma, riuscendo a ferirlo con la sua spada con una rapida mossa.
Einar gemette dal dolore, mentre i suoi occhi si illuminarono di rabbia, spingendo Emma con forza contro l'albero vicino con un solo gesto della mano.
"Cosa ci trovi in lei mh? Un'umana insignificante, scialba, incapace di gestire il suo popolo"
Regina l'aiutò a rialzarsi, guardandolo con rabbia.
"Lei è tutto quello che tu non sei"
Einar scoppiò a ridere. "Regina quello di cui bisogno è di una compagna fedele con la quale condividere il regno. Pensaci, saremo una famiglia perfetta, banchetteremo con gli umani per saziare i nostri desideri più profondi, avremo il mondo ai nostri piedi."
L'uomo camminava lentamente verso di lei deciso.
"Lei prova per me ciò che tu non proverai mai per nessuno: vero amore."
Einar la schernì immediatamente.
"Non puoi andare contro la tua natura Regina e le prede non possono essere compagne"
Il demone si portò le mani dietro la testa, rilassato, come se stessero chiacchierando invece che combattere.
"Nessuno può" disse solo alzando le spalle.
"Su questo mi trovi d'accordo" replicò lei.
Einar divenne improvvisamente serio.
Non riusciva più a fingere una bella faccia, la sua pazienza era ormai finita.
"Mi giudichi tanto, ma tu hai ferito la tua bambina per salvare tua moglie"
"Era una situazione totalmente diversa" replicò lei.
"Eppure lo hai fatto."
"Non ti permettere a paragonarvi. Tu sei un mostro" disse sicura Emma, cercando di evitare che sfruttasse quelle emozioni che avevano divorato Regina.
Einar la ignorò concentrandosi sulla moretta.
"È la mia ultima offerta, Regina"
La donna lo guardò emulando la sua espressione.
"Rifiuto con tutto il mio cuore"
Einar le ringhiò contro. "E sia. Finora abbiamo giocato mia cara, ora ti schiaccerò come una mosca"
Emma gli sferrò un pugno in pieno viso ed Einar si stupì della sua audacia.
Non se lo aspettava ed incassò il colpo, per poi rispondere brutalmente facendole sanguinare il labbro.
"Non ti azzardare a toccarla" commentò Regina spingendolo a terra con un solo colpo.
Nessuno poteva sfiorare le persone che amava.
Il suo istinto nel proteggerle era più forte di qualunque altra cosa.
"Ci tieni davvero tanto a lei mh? Nonostante non esiterebbe un attimo ad ucciderti se la minacciassi"
"Questa scusa non funziona e lo sai bene"
"Era ferita ed indifesa la sera dell'incidente. Ma adesso non lo è giusto?" commentò.
Emma inarcò un sopracciglio.
Einar le scagliò la boccetta con la polvere ai piedi di Regina, facendole respirare inevitabilmente il fumo.
"Lo riservavo per un'occasione speciale, ma visto che ci tenevi così tanto, accomodati"
Immediatamente l'odore le penetrò le narici, le sue pupille si fecero più grandi e violacee.
"No" commentò la bionda preoccupata.
"Regina hey..."
Le pupille tornarono normali, mentre iniziò a gemere dal dolore.
"Emma vattene!" affermò Regina urlando, non potendo opporsi per molto a quella tentazione.
"Lui ne approfitterà" ribatté Emma tentennando.
"Vattene subito" ripeté.
La bionda guardò Regina preoccupata. "Vai" urlò lei.
Emma iniziò a correre lontano da lei, il più velocemente possibile.
"Le stai dando solo un piccolo vantaggio. Insignificante" disse sicuro Einar.
Regina gemette dal dolore, lottando contro i suoi istinti.
"Ora saprai come mi sono sentito. Non è nulla la fame, è qualcosa di peggiore. Capirai ogni cosa"
La strega cercava in ogni modo di opporsi stringendo i pugni.
"Non puoi nulla contro la polvere allo stato puro. Tua moglie è spacciata" affermò sicuro.
"Tu non sai niente di me"
"Oh invece lo so. Per questo ti ho dato la polvere"
Lo stomaco in fiamme. Sentiva di soffocare: le mancava l'aria, non riusciva a respirare, le voci nella sua testa la affogavano, i pensieri la stavano divorando viva.
E poi quelle voci si arrestarono rendendo la sua mente vuota.
Per un attimo i suoi ricordi, la sua identità di donna sparirono dalla sua mente lasciando il posto ad un istinto primordiale.
Emma era il nemico, era la preda e doveva prenderla.
Politea, ignara di ciò che stesse accadendo, guardò il cielo vedendo la luna tingersi di rosso.
La profezia si stava dunque avverando.
"Tutti i cuccioli dentro casa forza. Dobbiamo proteggerci" commentò.
Ivy guardò la piccola Eleanor preoccupata dal fatto che le sue madri non fossero ancora tornate.
Politea scosse la testa. "Lei no. Potrebbe essere pericolosa"
"Ormai la luna di sangue è giunta e Nellie non ne sembra sentirne gli effetti. Credo che la teoria di Emma sia vera, ma non è ancora tornata"
"Chiediti perché" ribatté la sciamana.
"Io non abbandono mia nipote" affermò Zelena, avvicinandosi alla bambina con fare amorevole.
"Tesoro dobbiamo metterci al riparo. Non è sicuro stare qui fuori" commentò.
Eleanor guardava dritta verso l'orizzonte cercando di scorgere i suoi genitori.
Aveva un orrendo presentimento. Riusciva a sentire che Emma fosse in pericolo.
"Lo so che sei preoccupata per le tue mamme. Torneranno presto tranquilla, si stanno occupando di proteggere il regno" disse, provando a convincerla.
Eleanor scosse la testa. "Dobbiamo aiutarle"
"Piccola non possiamo. Il modo per dare una mano è quella di seguire il piano che la tua mamma ha predisposto. L'unica cosa che loro desiderano è che tu sia al sicuro e protetta da persone di cui si fidano."
Ivy allungò la mano verso di lei, mentre Eleanor non sembrava troppo convinta.
"Tesoro dobbiamo andare"
Eleanor si voltò verso la zia lasciandosi prendere in braccio e portare al sicuro.

La principessa correva velocemente, mentre Einar si godeva lo spettacolo.
Che idiota a non averci pensato prima.
Quel demone sapeva di non poter vincere e aveva trovato il modo più efficace e semplice per metterle l'una contro l'altra.
Nascondersi era una soluzione temporanea.
Tra i cespugli, Emma cercava un modo per aiutare la moglie a rinsavire in tempo prima di diventare la sua cena.
Sentiva il demone inseguirla, cercarla con ogni suo senso con fare ossessivo.
Emma poteva immaginare come si sentiva Regina, avendolo provato personalmente poco tempo prima, per quanto fosse un concentrato.
Annebbiava completamente la mente, rendendo però ben ricettivi e decisi sull'obiettivo.
Il problema gigantesco era che la preda fosse lei e non aveva alcuna intenzione di difendersi.
L'unica possibilità era nascondersi e sperare che l'effetto svanisse, ma sapeva bene che Einar l'avrebbe ostacolata in tutti i modi.
Doveva fermarla o rischiava di distruggere le loro terre nel suo essere fuori controllo.
Il suo respiro pesante si poteva avvertire a metri di distanza, così come i suoi versi che le riecheggiavano nelle orecchie.
Era un'ottima cacciatrice e non ci avrebbe messo molto a trovarla.
Einar rideva osservando la scena.
"Sai saresti dovuta stare attenta a come tua moglie caccia... non ti troveresti in questa situazione altrimenti"
Emma cercava di essere il più silenziosa possibile, sfruttando le sue capacità.
"Oh giusto tu non l'hai mai accettata completamente... preferivi pensare fosse la perfetta consorte umana dai bei vestiti, composta... sarà davvero divertente vederti fronteggiarla"
La bionda ansimò leggermente, mentre cercava di evitare il demone.
Era sempre stata una guerriera che aveva fronteggiato il nemico: suo padre quando era ancora una ragazzina la definiva quasi incosciente, il suo coraggio era uno degli ingredienti fondamentali del suo cuore.
Adesso si era ridotta a nascondersi da sua moglie, essendosi immischiata in una situazione per la quale non aveva un piano.
Non era una novità, certo, ma adesso conosceva il suo nemico, perfino i suoi punti deboli, ma non poteva sfruttarli.
Si trovava in un vicolo cieco e nonostante fosse una guerriera impulsiva, ora il suo istinto non le parlava più.
Voleva aiutare sua moglie, proteggere tutti, ma non aveva la minima idea di cosa fare.
Lei doveva essere una guida, eppure non si sentiva un leader in quel momento, ma un topo inseguito dal gatto, un pesce in un enorme oceano preda di uno squalo molto feroce che aveva appena annusato il sangue.
"Riesco a sentire il battito di un cuore a metri di distanza... quando mi avvicino posso quasi danzare a quel ritmo... ma tu non hai paura" commentò Einar.
L'uomo si materializzò nel suo nascondiglio, guardandola dritta negli occhi. "Perché?" chiese.
"Non potrei mai temere mia moglie. Mi fido di lei ciecamente" affermò.
"Ma davvero?" commentò l'uomo.
"Come quando ti ha nascosto la sua attrazione per me? O quando desiderava di sentirsi più... completa?
Non credo che queste siano le basi di un solido rapporto"
"L'avevi manipolata per bene" replicò Emma, guardandosi intorno per evitare di distrarsi.
"Non è evitando il confronto che lei smetterà di inseguirti. Non si fermerà fino a quando non avrà la sua preda e gli esiti dello scontro sono solo due, anche se, personalmente, scommetterei più su uno solo." commentò Einar.
Emma lo guardò con rabbia.
"Sai tua figlia non può rimanere senza un genitore lo sai? Devi scegliere adesso Emma, ciò che è meglio per tua figlia"
"Non potrei mai fare del male a sua madre" affermò.
"Ma lei lo farà a te e credimi sarà spietata."
"Cosa ci guadagni con la sua morte mh? Vuoi che la uccida?"
Einar scoppiò a ridere. "Non riuscirai mai a sopravvivere. Nessun umano ha mai ucciso uno di noi, siamo inarrestabili. Siete solo dei giocattoli."
Emma lo guardò confusa.
"Ma quando si sveglierà, lei ricorderà te... rammenterà la tua paura e il tuo attacco. Eccome se le rimarrà impresso" disse soddisfatto.
"Tu sei davvero perverso" commentò Emma.
"E tu sei appena stata trovata" replicò Einar. indicando Regina lo sguardo mentre la puntava.
Emma afferrò una manciata di terra accecandola, poi ricominciò a correre, cercando una via di fuga lontano dalla tribù e dal villaggio degli umani.
"Va bene piccola, ora vediamo chi è più veloce"
Regina la seguiva dall'alto, mentre Emma sfruttava i posti più stretti e nascosti per continuare la sua corsa.
Non sapeva che poco distante si trovassero le cascate e che quella strada che stava percorrendo non avesse via d'uscita.
Emma guardò la terra sotto di lei cadere insieme all'acqua fermandosi al precipizio.
Un bivio che in ogni caso avrebbe portato a morte certa.
La bionda strinse la collana con i ritratti delle persone più importanti della sua vita, mentre compiva la sua scelta.
"Non lascerò che tu mi uccida" affermò, prendendo la rincorsa.
Regina era pronta ad attaccarla, quando vide la principessa tuffarsi volontariamente.

L'acqua scrosciante. La visione della corrente che come se fosse una grande bocca in attesa di essere saziata presto l'avrebbe inghiottita.
Emma stava pensando a sua moglie e a sua figlia mentre si era lanciata, pronta all'impatto con l'acqua.
Aveva sempre pensato che prima di morire tutta la sua vita le sarebbe passata davanti agli occhi.
Eppure quel giorno per un attimo iniziò a rivivere solo i piccoli momenti belli : il suo primo bacio, il sorriso di sua moglie al mattino mentre arricciava il naso, la risata di sua figlia, i balli con Regina, le corse insieme alla moglie, i picnic nel parco insieme alle donne della sua vita, il suo matrimonio, la sua notte di nozze e le innumerevoli notti di amore e passione.
Emma non poteva permettere che Regina si sentisse in colpa per tutta la vita, perché l'amava più di chiunque altro insieme a sua figlia.
L'impatto con l'acqua tuttavia non avvenne mai, perché Regina l'aveva afferrata in tempo e scaraventata sulla terra ferma.
Emma gemette dal dolore, mentre il demone la fissava con occhi minacciosi.
Non poteva più evitare lo scontro e nemmeno la cascata l'avrebbe salvata.
"Regina hey..." disse alzando le mani con fare di resa.
Il demone camminava lentamente verso di lei.
"Regina non voglio farti del male" disse sicura.
"Tu non sei come Einar. Guardami ti prego" disse dolcemente.
Il demone ringhiò verso di lei ferocemente. Aveva un terribile dejavu.
Quella notte si era spaventata e da allora il rapporto con la moglie era cambiato per sempre.
"Tesoro sono io. Sono Emma." disse indietreggiando.
I suoi occhi non erano amichevoli, avrebbe attaccato presto. Era troppo tardi per qualunque mossa.
"Regina io ti amo" disse tremando.
"Ti ho amata dal primo momento in cui ti ho vista quando eri solo una bambina. Ti ho amata quando ti sei trasformata e mi hai salvato la vita, nonostante non avresti mai voluto ti vedessi in quella forma. Ti ho amata quando hai dato alla luce la nostra bambina e l'abbiamo stretta tra le nostre braccia. Regina non ho smesso mai nemmeno per un attimo di amarti come il primo giorno e nessuna polvere può cancellare questo" spiegò con le lacrime agli occhi.
"Ma se tu mi ucciderai oggi, sappi solo che io non smetterò mai di provare quello che sento per te"
Il demone l'atterrò solo con un battito di ali ed Emma non si oppose.
La sua mente istintivamente aveva elaborato diverse strategie, ma lei si era rifiutata di seguirle.
Non avrebbe mai toccato sua moglie.
"Non ho paura." affermò.
"Questa non sei tu. E non perché sei nella tua forma originaria, ma perché qualcuno ti sta controllando. Non intendo nemmeno sfiorarti."
Regina guardò l'anello al dito di Emma, per poi emettere un verso di sfida.
"Finiscila avanti" affermò Einar stanco delle sue parole.
Emma la guardò con un piccolo sorriso tra le lacrime stringendo forte la mano con la sua fede.
Regina si lanciò contro di lei, mentre Emma non emise neanche un fiato.
Non chiuse gli occhi, lasciò semplicemente che la strega attaccasse.

Einar ce l'aveva fatta davvero. Emma, la principessa guerriera era morta per mano di sua moglie.
Caduta l'erede del regno degli umani, lo avrebbe preso con facilità.
"Vedi che non siamo poi così diversi in fondo?" commentò.
Con quella mossa aveva distrutto anche Regina, che non si sarebbe mai ripresa da quel dolore.
Emma era la sua forza e senza di lui avrebbe abbassato la testa, lasciandosi andare alla disperazione della sua perdita.
Regina si avvicinò lentamente verso di lui ancora sotto forma di demone.
"È finita finalmente" decretò, facendo qualche passo verso Regina.
"Adesso ci dirigeremo verso la tribù e capiranno quanto le cose siano cambiate"
Il regno sarebbe stato suo adesso, loro se Regina avesse voluto.
Avvicinò la testa sulla sua spalla, strusciandosi contro di lei.
Il suo odore riusciva ad attrarlo terribilmente, specialmente nella sua forma originaria e dopo aver cacciato.
Una volta accoppiati, sarebbero diventati una squadra inarrestabile.
Non sarebbe mai stato completamente felice senza qualcuno con cui condividere la sua gioia, con cui colmare il vuoto nel suo cuore.
Tutti gli sembrava perfetto, quando iniziò a gemere dal dolore.
La lama di una spada aveva trafitto la sua pelle, sentiva il veleno espandersi rapidamente nel suo corpo.
Sembrava che migliaia di pugnali lo stesso colpendo dall'interno, come se stesse divorando sé stesso.
Sentiva il suo corpo deteriorarsi a causa di quel dolore ingestibile, per poi guardare le artefici della sua ormai vicina dipartita.
"Ciao ciao figlio di puttana" commentò Emma ben agganciata sotto il ventre di Regina, con la lancia di sua madre tra le mani, per poi conficcarla decisa nel suo petto.
Regina gli ringhiò contro allontanandosi da lui ed aiutando la moglie a salire sulla schiena.
Einar tornò umano avvolto nella pozza di sangue color pece, per un attimo vide Elisabetta con la piccola in braccio davanti ai suoi occhi.
La sua pelle invecchiava velocemente per poi ridursi in ossa e polvere.
"Mio Dio siamo salve" commentò entusiasta, stringendosi forte a lei.
"Ce l'abbiamo fatta" decretò vittoriosa.
Regina strusciò il muso contro di lei, con fare protettivo.
"Si sto bene sta tranquilla. È stato geniale."
Regina tornò umana, accasciandosi esausta, mentre Emma si avvicinò immediatamente alla moglie.
"Stai bene?" chiese Emma.
Regina annuì ansimando, tremando leggermente.
"Sicura?" chiese accarezzandole il viso.
Regina abbracciò Emma stringendosi a lei piangendo, attirandola a sé più forte che poté.
"È finita... Shh..." sussurrò Emma accarezzandole i capelli ed abbracciandola.
"Hey..." commentò Emma sorridendole, sentendo il suo cuore battere accelerato.
"Grazie di avermi svegliata" disse dolcemente Regina.
Emma la baciò decisa. "È stato un lavoro di squadra. Non male per un'umana no?"
Emma era ormai pronta ad accettare la sua fine quando si era resa conto che la donna non la stesse attaccando.
Troneggiava su di lei, ma non la stava minimamente sfiorando.
Attese qualche attimo, quando Regina le fece un cenno con il capo.
Emma si rilassò da ogni tensione, mentre Regina l'aveva presa per il vestito, nascondendola sotto le imponenti ali.
Era stato facile gettarsi addosso il veleno per non fargli sentire il suo odore, prendere la spada avvelenata di suo padre e nascondersi, aspettando di attaccare.
Einar doveva crederla morta, inghiottita tutta intera, per colpirlo al momento opportuno.
Regina sorrideva con le lacrime agli occhi accarezzandole il viso, con fare protettivo.
"Sto bene" ribadì Emma.
"Per un attimo io..."
Emma scosse la testa prendendole il viso tra le mani.
"Mi hai salvata e hai combattuto contro te stessa per non farmi del male. Sei molto più forte di quanto immagini"
Regina guardò ciò che rimaneva del corpo di Einar abbassando lo sguardo dispiaciuta.
"Con lui se ne vanno tutti i nostri problemi e l'ultimo della mia specie"
"Non necessariamente sai?" commentò Emma con un sorriso.
Regina fece per rispondere quando sentì una famigliare vocina alle loro spalle.
"Mamma" esclamò Eleanor mentre le abbracciarono entrambe più forte che poterono.
"Che ci fai qui?" chiese Regina preoccupata.
"Ero venuta a cercarvi. La luna ha smesso di essere rossa però adesso" commentò.
Emma alzò lo sguardo verso il cielo notandolo.
"Piccola hai corso un enorme rischio. Non devi farlo mai più" affermò Emma preoccupata.
"Volevo aiutarvi."
Regina le accarezzò i capelli riempiendola di baci.
"È tutto finito tesoro adesso"
Emma strinse a sé entrambe in un forte abbraccio, con la promessa di protezione e amore incondizionato.
"Torniamo a casa"

Spazio autore

Settimana prossima uscirà l'ultimo capitolo. Da non perdere! ❤️

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