69.
Regina si addormentò nel nido insieme ad Emma proteggendo Eleanor con le loro ali.
Tutto era tranquillo, quando Emma non riusciva a dormire affamata.
Era una tortura. Il suo stomaco sembrava essere divorato dalla sua stessa fame, mentre si sentiva terribilmente debole.
Ogni minimo odore la faceva sobbalzare.
Era insopportabile e il suo bisogno cresceva ogni secondo che passava, mentre le sue palpebre combattevano contro il sonno per restare aperte.
La luna, i suoi sensi amplificati, i rumori assordanti della notte.
Guardava Regina dormire serena, con Eleanor accoccolata a lei, mentre muoveva leggermente la zampina sinistra.
Emma sorrise leggermente cercando di concentrarsi su di loro con scarsi risultati.
La fame stava ormai avendo la meglio su qualsiasi altra cosa, così si spostò da loro seguendo il suo istinto.
Era tempo di andare a caccia e far tacere quell'inquietante voce nella sua testa.
Un anno prima
Eleanor dormiva agitata, in preda agli incubi.
"Mam..." ansimava e si muoveva continuamente.
Regina dal canto suo non riusciva a dormire e guardava la moglie accanto a lei, con un sorriso sul volto, dormire beata.
Le accarezzava la testa, dandole dolci baci di tanto in tanto.
Si alzò andando a controllare la figlioletta, quando la trovò sudata, in preda agli incubi più terribili.
Regina si stese accanto a lei, posandole la mano sulla fronte.
"Shh..." sussurrò.
"C'è la mamma, va tutto bene" disse dolcemente.
La tenne stretta a sé per tutta la notte cercando di farla sentire al sicuro, protetta, alleviando i suoi incubi.
Emma si svegliò cercando Regina tastando il letto e quando non la trovò iniziò a preoccuparsi.
Si alzò rapidamente controllando la figlia, per poi ritrovare anche la moglie abbracciate, mentre Regina la stringeva con fare protettivo.
A sentire il suo odore, Regina si svegliò quasi subito sorridendole.
"Aveva gli incubi" sussurrò accarezzandole la testa.
"La Mia piccola principessa" commentò Emma avvicinandosi a loro.
"Mi sono spaventata quando non ti ho trovata" confessò.
Regina la baciò dolcemente per poi guardare la figlia.
Sentendo l'abbraccio delle sue mamme, la cucciola si rilassò, accoccolandosi anche alla madre bionda.
"Non ti lascerei mai lo sai questo vero?" disse Regina.
"Riesco a capire che ti senti come un animale in gabbia qui."
"Io ti amo" affermò lei. "Non potrei mai abbandonarti"
OGGI
Regina si svegliò immediatamente, mentre quel ricordo che le era tornato alla mente l'aveva fatta preoccupare.
Aveva provato una strana sensazione così aveva abbandonato il mondo dei sogni, per ritrovare davanti ai suoi occhi una realtà peggiore.
Emma non era nel nido e poteva dire solo una cosa, quello che temeva da parecchio tempo.
"Maledizione" commentò tornando umana e prendendo la piccola in braccio.
"Mamma che succede?" chiese assonnata, sentendo il brusco cambiamento.
Regina si avvicinò velocemente verso la dimora di Einar, che era la più vicina.
"Resta con la bambina" affermò Regina, passandogliela senza alcuna spiegazione.
"Dov'è Emma?" chiese Einar, mentre negli occhi di Regina trovò la risposta.
Era completamente terrorizzata e il tempo scorreva troppo velocemente.
Poteva aver già ucciso delle persone, poteva essere stata posseduta dal suo istinto completamente.
Non aveva barriere naturali, lei non era una di loro, ma un'umana trasformata, il primo ed unico esperimento con dentro il sangue della stirpe più pericolosa.
"Vai, sto io con lei" affermò Einar.
Regina volò immediatamente via, cercando di seguire il suo odore e il suo istinto.
Regina sapeva che il primo posto dove si sarebbe diretta Emma sarebbe stato il villaggio.
I contadini vivevano al confine con il regno delle streghe ed era chiaro che sarebbero state le prime vittime.
Sfortunatamente per loro, svegli anche nel cuore della notte per la festa del raccolto, avrebbero ricevuto un pessimo e non gradito ospite.
La musica riecheggiava, mentre tra canti e balli e un bel falò per scacciare la malasorte, i popolani si dilettavano a rendere grazie.
Tuttavia nonostante i riti, l'ombra della morte non tardò ad arrivare.
"SONO LE STREGHE!" gridò il popolano.
La loro terribile paura era dunque diventata reale.
Quelle creature erano davvero malvagia e si stavano rivoltando contro di loro.
Quasi soddisfatti di quell'attacco così aspettato, subentrò poi il terrore.
Loro non avevano le armi per fronteggiarli, sarebbero stati spacciati.
La loro regina era l'unica tuttavia che avevano visto sorvolare i loro campi, che sembrava volerli attaccare.
Emma si fiondò famelica sulla folla, cercando prede per placare la sua fame.
Dio se era affamata.
Il panico si diffuse come veleno tra i popolani, che iniziarono la loro folle corsa verso possibili rifugi.
Il demone era veloce ed era riuscito ad afferrare la preda più facile: un bambino di poco più di quattro anni, che urlava spaventato in cerca di aiuto.
Nonostante i popolani stessero vivendo il loro incubo, li colpì una svolta inaspettata.
Un demone identico aveva attaccato la creatura con decisione e ferocia, liberando il piccolo e mettendolo in salvo amichevolmente.
"Quella è la regina" commentò la donna riconoscendo l'anello rosso che portava alla caviglia.
Un segnale che il re le aveva messo, abitudine che non aveva smesso di adottare.
Certo essere l'unico esemplare di quella stirpe aiutava molto, ma il re lo considerava uno sorta di sigillo, un modo per dimostrare che la strega era al guinzaglio della corona, cosa che risultò molto utile in quel momento per distinguerla da Emma.
La loro regina non li stava dunque attaccando, ma li stava proteggendo.
La cattiva notizia era che un demone identico a lei era una terribile minaccia.
"E quello chi è allora?" commentò un altro.
Regina stava lottando contro sua moglie, cercando allontanarla il più possibile dalle altre persone.
Nei suoi lieto fine si era immaginata delle ombre, come litigi, anche furiosi, ma mai avrebbe pensato che avrebbe combattuto contro di lei da demone per permetterle di vincere la battaglia contro la sua fame.
Quello era il vero demone, il suo istinto, che faceva mettere quel bisogno ancor prima di sua moglie.
Doveva solo darle uno dei cuori delle scorte e si sarebbe calmata, ma per farlo doveva farla tornare verso casa.
Provò a tirarla per la coda, ottenendo solo un terribile verso di sfida da parte della creatura che l'attaccò ferocemente.
Non voleva farle del male.
"Regina!" esclamò Einar.
A quella voce Emma perse completamente il senno, dirigendo la sua ira verso di lui.
L'uomo si trasformò facendosi inseguire verso le scorte.
La bionda non avrebbe avuto alcuna pietà nel morderlo a morte, Regina questo lo sapeva.
I suoi sensi erano amplificati e la fame non faceva altro che peggiorare le cose.
Emma lo prese per un'ala e nonostante Einar fosse parecchio più grande di lei, riuscì a stordirlo con poche mosse facendolo tornare persino umano.
La bionda era completamente fuori controllo.
Quasi non le importava più delle scorte, il suo obiettivo era fare del male.
"Lascialo stare" affermò avvicinandosi a lui da umana.
Emma cercò di morderla, mentre Regina capì esattamente come doveva essersi sentita Emma quando era capitato a lei un anno prima.
La persona di cui si era più fidata era alla deriva. Sarebbe stata davvero capace di azzannarla? Di provare ad ucciderla?
Regina non si era mai posta quelle domande quando era stata lei ad attaccare Emma.
Si era torturata nei peggiori modi possibili, certo, ma mai un simile dubbio l'aveva tenuta sveglia di notte.
Emma lo aveva forse pensato?
Quel che era certo era ciò che avrebbe passato la moglie una volta tornata in sé se le fosse accaduto qualcosa per colpa sua.
Davanti ai suoi occhi in quel momento Emma scomparve, riuscendo a vedere solo il suo istinto, il demone che stava minacciando la sua famiglia, i suoi amici, il suo popolo, sé stessa.
Regina ringhiò contro di lei decisa, optando per le maniere forti e sottomettendola.
Era più esperta, più forte, aveva il controllo delle sue debolezze.
Emma la guardò negli occhi, per poi fermarsi ansimando.
Tornò lentamente normale, tremando, mentre Regina la seguì a ruota.
"Tranquilla... è finita" affermò.
Emma singhiozzò in preda quasi ai deliri della febbre.
"Non riesco a sentire le gambe" commentò.
"Lo so... respira. L'effetto dura poco"
Emma guardò Regina, accarezzandole il braccio.
"Ti ho fatto del male?"
"No" replicò Regina. "È tutto apposto"
Emma annuì, gemendo leggermente per il dolore.
Regina le teneva ancora i polsi bloccati con forza incapace di muoversi.
"Adesso io ti lascio andare. Va bene?" commentò piano.
Emma annuì, mentre Regina lasciò delicatamente i suoi polsi, scendendo da lei.
La bionda si alzò a fatica.
"Regina non so se riesco a..."
La strega soffiò la polvere di papavero contro di lei, mentre si accasciava su di lei.
Einar si alzò a fatica, gemendo leggermente dal dolore.
"Stai bene?" chiese preoccupata.
"Sono stato meglio, ma non importa" commentò con un piccolo sorriso smorzandi da un'espressione dolorante.
"Credo che dovremmo nutrirla, l'effetto della polvere dura poco" affermò.
Regina guardò la bionda tra le sue braccia, priva di sensi.
"No. Dobbiamo toglierle quel demone dal corpo" affermò.
"È pericoloso. Ci dev'essere un modo per farla tornare com'era"
Einar scosse la testa. "Non so se poi sarà possibile ripeterlo"
"La Luna di sangue si compirà comunque e sarà Emma a macchiarsi di quel crimine. Vendendo la sua umanità in cambio della nostra natura ne ha assunto l'onere. Lei non sa nemmeno un minimo controllarsi, il popolo sarà spacciato ed Emma sarà lo strumento" realizzò mettendosi le mani nei capelli preoccupata.
"Non posso permettere questo. Devo fermarla subito"
Einar le mise una mano sulla spalla. "Sei sicura di non volerci riflettere? Sei stanca e sconvolta da quello che è accaduto"
"Non era semplice fame Einar. Non ha minimamente guardato le scorte, lei voleva uccidere. Emma non ne sarebbe mai capace, deve essere il prezzo dell'incantesimo. Si è illusa di averlo pagato, ma lo pagherà ogni giorno" spiegò Regina preoccupata.
La teneva stretta tra le sue braccia come una bambina, completamente terrorizzata.
Sin da quando si era trasformata sentiva di star perdendo la donna di cui si era innamorata e non poteva permetterlo.
"Rivoglio Emma. Ora" affermò sicura.
Politea guardava la sovrana dai capelli dorati stesa, priva di sensi, mentre la nipote preparava la pozione.
"L'avevo detto di non scherzare con la natura. Per lo meno lo hai reso reversibile"
"Non sono una stolta" commentò Ivy orgogliosa.
"Non completamente almeno" replicò alzando gli occhi al cielo.
Regina stringeva la mano di Emma, scostandole le ciocche dal viso.
"Nellie era terrorizzata quando ha visto sua madre in quello stato. Appena starà bene Zelena deve portarla da Emma" disse sicura.
Ivy terminò la miscela, che si illuminò di rosso.
"Non preoccuparti di Eleanor" commentò passandoglielo.
"Faglielo bere." disse poi, mentre Regina prese la fiala tra le mani, somministrandogliela.
Emma si svegliò immediatamente, sentendo come se la sua energia vitale stesse per essere risucchiata completamente e all'improvviso il mondo che aveva visto da un'altra prospettiva era tornato ad essere quello di un tempo.
Gli spasmi muscolari, la temperatura che era calata velocemente, le vertigini.
Emma si sentiva completamente svuotata e debole, ma la fame era finalmente scomparsa.
"Per fortuna stai bene" commentò preoccupata Regina.
"Cosa hai..."
"È iniziato il processo per ritrasformarti in umana. Ivy deve terminare di preparare il siero definitivo e poi tornerai come prima"
Emma annuì a fatica.
"Ho... Ho fatto del male a qualcuno?" mormorò Emma, mentre sentiva lentamente le forze tornare.
Sembrava di aver già vissuto quella scena, troppe volte.
"No... no me ne sono accorta in tempo. Eri totalmente fuori controllo. Non hai barriere naturali essendo un'umana, eri tutta istinto" spiegò Regina preoccupata.
"Mi dispiace tanto. Sono sicura che la prossima volta..."
"Non ci sarà una prossima volta" affermò Regina perentoria.
"Non voglio che ti metta in pericolo, non è la tua natura questa. Il tuo corpo non reagisce come dovrebbe" precisò lei.
"Regina ti prego..."
"No. Discorso chiuso" affermò Regina.
"Hai rischiato di uccidere dei bambini e dei cuccioli della mia stessa specie. Non posso metterli in pericolo, non è un gioco" disse la sovrana.
"Ma la luna di sangue..."
"Non è finita" la interruppe Regina.
"Bisogna che il popolo si sposti a palazzo, mentre Eleanor, Einar ed io ci sposteremo a sud. Ne abbiamo parlato ed abbiamo ancora tempo per pensare ad una soluzione"
Emma scosse la testa. "Non posso allontanarmi da voi."
"Umani e streghe sono in pericolo Emma. Se quel piano che hai pensato non dovesse funzionare?"
"Non puoi prendere ed andartene come se nulla fosse." disse sicura.
"Quest'apocalisse sta accadendo per Unioni sacrileghe" commentò Politea interrompendole.
"Va bene mischiare specie dello stato popolo, ma maledizione... umani e streghe si sono contaminati per troppo tempo sconvolgendo quest'equilibrio, riportando mostri come Regina, Eleanor e quell'idiota" affermò.
Regina alzò gli occhi al cielo.
"Trasformare Emma è stata la decisione più saggia" commentò Ivy.
"Certo per manipolare ancora la natura, un piano geniale" replicò Politea.
"Zia non si se sia una buona idea rendere la trasformazione in umana definitiva. Se lo farai manderai a monte l'accordo con l'oscuro. Possiamo trovare un modo per controllarla. È meglio che scatenare la luna di sangue"
"Ma non capite? Non è mai stata scongiurata, perché lei mieterà delle vittime comunque. È un piano perversi dell'oscuro che non ha scappatoie. In qualunque caso ci sarà sofferenza, morte e distruzione" commentò Regina frustrata.
La confusione di Emma sembrava sparire ogni minuto che passava.
Si sentiva di nuovo in forze, a metà tra l'essere umana ed una strega, mentre riflettevano sul da farsi.
Politea consultava i volumi in cerca di risposte, con l'aiuto di Einar.
"Mia moglie conosceva alla perfezione sia quelli per le pozioni che della storia del popolo. Diceva di guardare sempre vicino ai paragrafi, ci sono verità nascoste che noi non vediamo" disse esaminando le pagine con cura.
Emma non si era mai fidata troppo di Einar.
Gli aveva sempre trasmesso una strana sensazione e, per quanto la moglie ci scherzasse su, la gelosia non influiva troppo sul suo giudizio.
Quell'uomo aveva dei segreti e lei era più che pronta a scoprirli.
Aveva bisogno di confrontarsi con Regina e che Einar si levasse di mezzo.
Occasione servita su un piatto d'argento grazie all'impaziente sciamana.
"Mi serve il tuo aiuto per raccoglierle" protestò con Regina.
"Vi accompagno io. Credo sia meglio che Regina stia accanto a sua moglie, è preoccupata"
Politea alzò gli occhi al cielo. "Mi servono semplicemente ali robuste che arrivino in cima. Sbrighiamoci" commentò.
Regina elaborava una strategia attenta, mentre Emma iniziò ad intavolare la conversazione.
"Mi dispiace per quello che è successo"
"Non è colpa tua è l'istinto. La sete di sangue è una maledizione" commentò.
"Già. Sin da piccola vero?"
"Pensavo che senza Rumple sarei stata persa, ma Einar mi ha fatto notare diversi errori che faceva, movimenti per controllare i miei poteri" spiegò.
"Per quanto tu abbia sempre combattuto la fame, avevi trovato un tuo equilibrio, come Eleanor. Quest'istinto improvviso non era mai stato... come posso dire, proprio della tua specie" affermò Emma.
Regina alzò lo sguardo verso di lei. "Che vuoi dire?" chiese.
"Einar è stato imprigionato per più di un secolo giusto? Lo stesso tempo entro cui si dovrebbe realizzare la cosiddetta luna di sangue. Politea è una sciamana molto consapevole di ciò che fa, è strano che non conoscesse una storia così importante del suo popolo e che l'abbia scoperto solo ora" commentò Emma.
Regina inarcò un sopracciglio.
"Einar che sa controllare gli istinti, che mostra la vera natura a mia figlia e a mia moglie, eppure tu te l'eri sempre cavata piuttosto bene."
"Nostra figlia ha ucciso dei bambini per la sua fame insaziabile" commentò Regina.
"E se fosse stata istigata da qualcosa? O forse da qualcuno"
Regina si voltò verso di lei in difesa di Einar.
"Emma era rinchiuso da secoli in quella dimora, se io non fossi arrivata..."
"Cosa? Non avrebbe potuto lasciarla? Oppure è quello che ha voluto farti credere? O magari... dico magari era lì per un motivo. Non ci siamo mai informati di questo, lo abbiamo accolto senza fare domande" commentò.
"Stai delirando per la fame..." replicò Regina.
"Sono più che lucida invece. La storia della scritture mai lette prima, Eleanor che non gestisce più la fame, ma che stranamente diventa più che capace dopo che tu ti sei offerto di aiutare. Un metodo alquanto bizzarro, abbandonarsi al lato dell'istinto rispetto che a quello umano. Non credo che Zelena o qualunque altra strega si abbandoni completamente no? In fondo se esiste un lato umano c'è un motivo"
Regina scosse la testa frenandola immediatamente.
"Sei impazzita? Le tue paranoie sono assurde, proprio verso chi ci sta aiutando più di chiunque altro"
Emma non sembrava demordere.
"Pensaci per un attimo. Gli umani che mettono delle catene alle streghe rispetto alle creature che invece ti dicono chi sei. Sta plasmando tutti in base alla sua visione della tua stirpe, solo perché non sai a chi altro rivolgerti. Ti sta manipolando, sta manipolando tutti. Da quando è arrivato lui che sono iniziati i problemi" cercò di spiegare Emma.
"L'Oscuro non mi ha mai davvero aiutata"
"Nessuno mette in dubbio questo, ma dico solo che Einar non sia migliore di lui. Certo ti ha dato una mano, ma non era per nulla gratuito. Tutto ciò che sai lo devi a lui" cercò di farle capire.
"Ed ora guarda caso hai l'idea di spostarti a sud, insieme a lui con nostra figlia. È stata proprio tua?"
"Emma adesso smettila" commentò Regina, seppur riflettendo su quelle parole.
"Ci sono troppe cose che non quadrano in questa storia e inizi a rendertene conto anche tu. Possibile che nessun libro parli di lui? Eleanor sta male e guarda caso poco meno di un anno dopo trovi il tuo simile dopo anni. Questa storia non mi ha mai convinto, ma ora mi è tutto più chiaro. Lui vuole isolarti, isolarvi e ti sta cambiando. Abbiamo vissuto le nostre differenze, ci siamo amate anche per quello e guarda caso quando arriva lui tu inizi a sentirti insoddisfatta e incompleta della tua vita"
Il demone lasciò in malo modo le erbe sul tavolo, entrando deciso.
Einar era completamente furioso.
"Mi dispiace." commentò Regina cercando di rimediare al danno creato da Emma.
Si sentiva terribilmente a disagio, mentre Einar si voltò arrabbiato verso Emma.
"Ho aiutato tua moglie, una mia amica, per sdebitarmi nei suoi confronti e perché capisco perfettamente la sua situazione. Se hai problemi con il tuo matrimonio non è colpa mia, questa minaccia è reale e se continuiamo a perdere tempo non avremmo alcun modo di interrompere il processo"
Emma non lo degnò di uno sguardo.
"Regina ti sei sempre fidata nel mio giudizio. Credimi non è per gelosia." disse sicura.
La strega scosse la testa. "Lui ci sta aiutando Emma" disse concordando con lui.
"E in quale modo? A dirti come dormire, come mangiare, come trasformarti, o mostrandoti un viso sfigurato?"
Einar perse decisamente la pazienza. "Le sto solo mostrando la realtà. Se tu non accetti Regina in ogni suo aspetto non è mia la colpa, semplicemente non la ami e il vostro rapporto è inevitabilmente che inizi a cadere a pezzi" affermò.
"Non te ne accorgi? Ti vede come un mostro e sta cercando di dare la colpa a me di questo"
Regina si voltò verso Emma.
Stava usando la parola che a Regina dava più fastidio per metterla contro di lei.
La donna scosse la testa sempre più arrabbiata, mentre Einar si allontanò da loro, volando via.
"Stai dubitando della persona sbagliata" disse Regina sicura.
"Io ti mostravo i miei progressi e tu dicevi di essere orgogliosa, quando in realtà pensavi questo? Mi hai mentito fino ad ora?" le disse stupita e ferita.
"Regina, mio padre avrà sbagliato a trasformare il palazzo in una prigione e a cercare di plasmarti nella perfetta regina umana, ma lui... lui ti sta facendo dimenticare chi sei. Se fosse stato Einar ad aver provocato la fame di Eleanor capisci che la luna di sangue non potrebbe esistere? Questa fame improvvisa dev'essere scatenata pur da qualcosa, non ti è mai successo"
Regina sembrava completamente presa dai suoi pensieri, senza neppure ascoltarla.
"Ed io come una stupida credevo che le cose tra noi stessero iniziando ad andare meglio, che tu mi accettassi per quella che sono"
"Io l'ho sempre fatto Regina" replicò Emma.
"No!" sbottò lei. "Tu da quando eri solo una ragazzina volevi sposarmi e rendermi la tua sposa nel mondo degli umani. Ho lasciato la tribù per sposare te, ho venduto mio figlio non ancora nato per poterti seguire e unire alla tua gente. Il tuo popolo ha sempre guardato con diffidenza quello delle streghe, perché tu dovresti essere diversa?" commentò Regina furiosa.
"Sei tu che hai iniziato a volermi cambiare dopo aver parlato con lui"
"NON È VERO!" sbottò quasi urlando.
"I tuoi occhi" disse solo Emma preoccupata.
"Sono come quelli di Einar" affermò.
Regina cercò di controllare la sua rabbia, non guardandosi nemmeno allo specchio.
"Io non ho mai detto di volerti diversa" disse calma.
"Ti ho sentita parlare con Politea!" replicò Emma alzando il tono.
Regina spalancò gli occhi.
"So della tua strana attrazione per quell'uomo da tempo e Politea me ne ha dato la conferma."
"Non è quello il punto, è che lui sta giocando su questa cosa per farsi spazio nella tua mente"
Regina fece per replicare quando Emma aggiunse :
"Ti sta trasformando in un mostro come ha spinto me a diventarlo pensando di poterti piacere di più"
La bruna la guardò delusa. "Tu pensi davvero questo di me?"
Emma scosse la testa, tentando di fermarla.
Maledizione alla sua bocca.
"Regina aspetta mi sono espressa male... Regina!" la chiamò, mentre si materializzò lontano dalla stanza.
AUTHOR'S ZONE
Scusate se sono sparita, ma dovevo dare un esame importante. In compenso ho due buone notizie : settimana prossima usciranno due capitoli! Mi faccio perdonare per l'assenza :)
Per restare sempre aggiornati seguite il mio profilo Instagram che trovate nella bio del profilo.
Volevo inoltre avvisarvi che a brevissimo uscirà anche una nuova fanfiction (sempre SWANQUEEN ovviamente).
Ci sono tante novità in arrivo ihih! ❤️😌
Detto questo, alla settimana prossima con i nuovi capitoli!
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