58.
Aveva gli occhi rossi iniettati di sangue, molto più rossi dei suoi. Aveva un aspetto minaccioso e delle ali più grandi, rendendo nel complesso il suo atteggiamento meno aggraziato del suo.
Lei spalancò gli occhi, quando iniziò a ringhiarle ferocemente.
Regina era tranquilla, non rispose alla provocazione, rimase ferma.
Non poteva comunque difendersi in quelle condizioni.
Le sue allucinazioni stavano decisamente peggiorando.
Possibile fosse arrivata al punto di lottare contro sé stessa?
L'essere aveva le piume ben tirate, pronto ad attaccarla al primo movimento.
Vedendo la sua quasi sottomissione, il demone smise di ringhiare, iniziando a volare più vicino a lei ed annusandola.
Sbuffò, per poi spostarsi disinteressato.
Aveva capito le sue intenzioni ed aveva notato fosse ferita.
Strana allucinazione.
Regina tuttavia lo seguì, a poche spanne di distanza, oltrepassando i cancelli della dimora come se fosse stata invitata dal suo guardiano.
C'era un vero e proprio palazzo oltre le nuvole, dove il demone atterrò.
"Non è possibile" commentò una volta ritrasformata.
La strana creatura tornò umana a sua volta, rivelandosi essere un uomo.
Non era decisamente un'allucinazione.
Lunghi capelli biondi, occhi magnetici, uno sguardo serio.
Regina spalancò gli occhi incredula, mentre si ritrasformava.
"Allora eri tu il richiamo che sentivo" ragionò Regina.
"Ed io che credevo di essere solo" commentò l'uomo con un piccolo sorriso, facendola ridere leggermente.
"Non vedevo una donna da secoli"
"Io non ho mai visto un uomo della mia specie prima d'ora" affermò sicura.
L'uomo la guardava curioso, incontrando gli sguardi di Regina, quando vide il suo braccio ferito.
La vista della strega era appannata, ancora preda degli effetti dell'infezione.
Regina stette per accasciarsi quando il demone la prese immediatamente in braccio.
Quasi non si accorse che l'avesse sollevata da terra.
"Ci penso io, aspetta" commentò, aiutandola.
Regina acconsentì gemendo, non riuscendo più a reggersi in piedi.
Poi all'improvviso tutto si fece buio.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò in quello che doveva essere la dimora del suo insolito amico e salvatore.
La testa le girava ancora, ma adesso riusciva a vederlo chiaramente: quei capelli biondi erano così chiari da tendere all'argento, i suoi occhi erano penetranti e luminosi, come quelli di una lince, mentre il viso era segnato da un naso importante.
"Sei sveglia finalmente." commentò con un leggero sorriso, mentre preparava il suo unguento miracoloso.
"Ti sei ferita con le spine del rubus Noctis. Lo hanno messo per difendere il palazzo"
"Non credevo di trovare spine la prima volta" commentò Regina, quando il nuovo amico iniziò a curarla.
"Ti ringrazio davvero" affermò, ancora un po' stordita.
"Sei appena arrivata, non volevo perdere una della mia specie appena conosciuta" disse scherzosamente.
Regina ridacchiò debolmente.
"Stavo bene fino a poco fa. Mi ha colta di sorpresa" spiegò.
Il demone annuì, mentre impastava lo strano intruglio nella sua scodella in legno.
"Gli effetti non si vedono subito. Ancora qualche ora e te ne saresti accorta a terra"
Il demone si avvicinò con la mano alla sua ferita e, appena sfiorò la sua pelle, Regina sentì un dolce calore propagarsi.
"Inizia già a migliorare"
Regina fece un sorriso tirato: il suo cuore aveva iniziato a batterle forte, come quando aveva ritrovato la luce dopo il sacrificio di Emma.
Era come se quell'uomo avesse una parte di lei, che cercasse disperatamente di tornare.
"Adesso devo disinfettarla con questo" affermò, imbevendo il panno con la strana miscela.
"Brucerà un bel po'..." l'avvertì.
Regina annuì, per poi soffocare un gemito, stringendogli la mano istintivamente.
Era incredibile la sensazione che provò appena solo gli sfiorò la mano, così la ritirò immediatamente come se si fosse scottata.
"Tranquilla. È solo il legame, lo senti amplificato a causa del veleno, l'effetto svanirà tra poco." spiegò l'uomo.
Regina lo guardò confuso.
"Siamo della stessa specie. Il legame" ripeté con fare ovvio.
Regina non ci aveva mai riflettuto troppo. Aveva provato qualcosa di simile con Eleanor, ma il legame madre-figlia sovrastava quello della specie e non ci aveva fatto caso.
Aveva sperimentato senza volerlo il legame per la prima volta.
Non ne aveva mai sentito la mancanza, ma in quel momento si rese conto di quanto invece si stesse perdendo.
Il demone prese una goccia del suo sangue, facendola cadere sulla ferita, quasi a volerla richiudere.
"Ci siamo estinti vero?" chiese preoccupato.
Regina sospirò, annuendo delusa.
"Credevo di essere l'ultima fino a questa mattina"
L'uomo sbuffò furioso, avendolo intuito immediatamente, i suoi occhi si illuminarono leggermente.
"Sei l'ultimo anche tu?" chiese.
L'uomo annuì, stringendo i pugni.
"Gli umani mi hanno confinato qui con il loro dannato veleno e hanno sterminato la mia famiglia. La mia compagna, i miei cuccioli, tutto. Eravamo solo due famiglie, anche se l'altra aveva iniziato ad evolversi. Eravamo i guardiani e siamo stati noi a cadere per primi"
Regina gli strinse la mano con fare di conforto.
"Dev'essere stato devastante" commentò per poi fare una smorfia di dolore.
"Stai distesa ancora un po'... aiuta a rimarginarsi più in fretta"
Il demone fece apparire un altro panno con la magia per tamponare la ferita.
"Prima ce n'erano molte di più e di stirpe pura"
La strega annuì. "Mia madre fa parte della seconda stirpe. Sono nata così perché si è accoppiata con un umano... era una maledizione per gli altri"
L'uomo scosse la testa deciso. "È il destino che riporta le cose come dovrebbero essere"
Il demone la fissava, incantato dalla sua bellezza.
"Sei la figlia di Annabeth vero?" commentò notando la somiglianza.
Regina inarcò un sopracciglio confusa. "Non ho la minima idea di chi sia"
"Vieni dal sud?"
Regina scosse la testa. "È strano che tu non sappia chi sia... eravamo solo due famiglie"
"Sono la figlia di Cora, la nipote di Politea." affermò Regina.
"Come hai fatto a trovarmi?"
Regina si ricordò immediatamente il motivo della sua ricerca.
"Il talismano di Aaron." replicò.
Il demone la guardò preoccupato. "Perché mai dovresti volere quella tortura infernale?"
"È la mia unica occasione per salvare la famiglia. Sono successi degli incidenti e voglio evitarne altri. In realtà è una leggenda, ma speravo di trovarlo seguendo le..."
L'uomo la interruppe subito.
"Che diavolo vuol dire una leggenda?" commentò.
"È passato un bel po' di tempo..." gli fece notare Regina.
L'uomo realizzò immediatamente mettendosi le mani nei capelli.
"Aaron era il nostro sciamano" affermò solo.
Regina spalancò gli occhi.
"Maledizione, devono essere passati secoli" sbottò l'uomo furioso, capendo quanto tempo avesse passato in quella prigione.
"Mi dispiace infinitamente che tu abbia dovuto passare una simile tortura" commentò.
"Intrappolato nel tempo. Tutta colpa degli umani e della loro dannata caccia" sospirò sedendosi.
Regina gli strinse la mano con fare di conforto.
"Allora che genere di problemi potresti aver mai creato per volere quel talismano?" chiese, cambiando argomento.
"Credimi non vorresti davvero saperlo. Solo vorrei riuscire a mettere un freno ai miei istinti e cercare di essere... una strega normale"
Il demone capì al volo cosa volesse dire, ma scoppiò quasi a ridere.
"Non ti serve quel talismano, credimi. Non ha mai funzionato e mai funzionerà. L'ha usato mia moglie una volta"
Regina spalancò gli occhi. "E cosa..."
"Nessuna reazione. Perché nulla semplicemente sarebbe dovuto accadere" spiegò.
"Quello che ti serve è una guida. Uno come te, che sappia capirti e tirare il freno quando ne hai bisogno"
Regina sospirò ascoltandolo attenta.
"È orribile quando sei da sola. Sai, mi sono sempre sentita..."
"Il mostro delle nuvole? Ti capisco" rise lui.
Regina accennò un sorriso, provando poi sollievo: la cura stava facendo effetto.
"Grazie, davvero" affermò, lisciandosi le pieghe del vestito.
"Mi chiamo Einar, comunque" si presentò.
"Regina" sorrise lei.
"Hai delle ali stupende sai?" commentò l'uomo, che si era davvero meravigliato quando le aveva viste la prima volta.
Le guance di Regina si colorarono leggermente di rosa, come faceva sempre ogni qualvolta qualcuno le facesse un complimento, per poi guardare i suoi occhi.
Erano rossi come il sangue, non il suo rosso, acceso quando le sue emozioni erano troppo forti, ma un rosso più scuro, come quello di un'iride comune.
Quelli di Regina erano molto più minacciosi quando provava forti emozioni, ma la cosa che la inquietò era che quello fosse il suo colore naturale.
Le iridi di Regina quando erano rilassate erano color nocciola, quelle dell'inaspettato amico erano ben diverse dalle sue.
Tutto ciò la affascinava, ma non era troppo rassicurante.
"A quanto pare ho molto da imparare da te." affermò sicura.
Einar annuì. "Sai non è complicato, è tutta una questione di equilibrio"
"Ho dei problemi a controllarmi ultimamente. Credevo... grazie agli insegnamenti dell'oscuro di riuscirci, ma non è stato così. A volte sono davvero ingestibile"
"L'Oscuro non sa assolutamente nulla su di noi. Sfrutta il nostro potere a suo piacimento per renderci i suoi galoppini... ciò che io ho imparato mi è stato insegnato dall'arte dei miei avi, un sapere tramandato da generazioni. Non fanno altro che cercare di nasconderlo tra le sabbie del tempo, ma noi non dobbiamo permettere che la nostra storia venga dimenticata " raccontò il demone.
Einar le strinse la mano. "Farò il possibile per aiutarti. Siamo gli ultimi della nostra specie, dobbiamo proteggerla"
Regina concordò attenta, per poi guardare le nuvole iniziare ad oscurarsi, così propose:
"Potresti spiegarmelo a casa mia. Intendo giù nella foresta incantata. Presto inizierà di nuovo a piovere e dovrò scendere"
Einar abbassò lo sguardo, incupendosi.
"Vorresti venire con me? La mia tribù sarebbe felice di accoglierti" propose con un sorriso.
Einar fece spallucce, per poi rimbalzare indietro a causa della barriera.
"Sono bloccato qui, ricordi?" commentò sbuffando.
"Ma tu riesci a passare come è possibile?" chiese.
"Sono la regina" replicò lei.
Solo in quel momento Einar capì con chi stesse parlando.
"Sei la sposa dell'Oscuro?" chiese poi spaventato.
"Lo ero. Ora sono la madre dell'Oscura" rispose Regina, guadagnandosi un suo sguardo confuso.
"È una lunga storia"
"È incredibile che tu sia sopravvissuta" commentò stupito.
"Zoso è spietato"
Regina scosse la testa. "Il mio Oscuro è Rumplestiltskin"
Einar sospirò sollevato. "Per fortuna i suoi anni sono finiti. Credimi era davvero un mostro"
Regina cercò di vedere le sue catene invisibili, che iniziò subito a percepire.
Gli occhi di Regina si fecero rossi, mentre con un solo colpo di piede le spezzò decisa. Aveva un fascino tutto istinto, che immediatamente fece illuminare anche gli occhi del suo simile.
"Sei forte" commentò Einar, accarezzandosi i polsi.
"Mi devi un favore" affermò scherzosamente.
"Intendo saldare subito. Sarà mia premura aiutarti, anche se, credimi, è più semplice di quanto pensi" promise.
"Avevi detto che mi avresti aiutata già prima, quindi tecnicamente dovrai saldare in altro modo" gli fece notare.
Einar fece un sorrisetto. "Sei furba. Ma giusta, quindi lo terrò a mente" affermò.
Regina ricambiò lo sguardo per poi avvicinarsi ai cancelli.
"Dobbiamo sbrigarci a scendere prima che..."
Il demone aprì immediatamente le ali, trasformandosi, in un modo che Regina non credeva nemmeno fosse possibile, per poi lanciarsi giù.
Regina fece un sorrisetto, per poi seguirlo a ruota.
Emma aspettava la moglie da ore. Lisciava le pieghe dei suoi pantaloni da equitazione, passando poi a torturare i suoi riccioli biondi raccolti in una coda di cavallo bassa
Era preoccupata a morte, mentre aveva cercato di distrarre la figlia tutto il giorno.
Guardava l'orizzonte sperando di scorgerla, mentre Zelena giocava con sua figlia.
La zia dai capelli rossi era subito intervenuta quando aveva visto la sua nipotina triste ed ingestibile.
"E chi è il mio bel fiorellino? Chi è il mio bellissimo fiorellino?" commentò facendole il solletico.
Eleanor iniziò a correre veloce, mentre Zelena la inseguì correndo insieme a lei.
Maleficent si avvicinò ad Emma, completamente immersa nelle sue preoccupazioni.
"Succede sempre così. Credimi, le correnti sono infernali, ci starà mettendo di più"
"Ben presto tramonterà il sole. Non avrebbe mai lasciato Eleanor così tanto da sola." disse sicura.
Il suo tono di voce era fermo, ma i suoi occhi raccontavano tutt'altra storia.
"Hey sta bene. Credimi" commentò Maleficent.
Emma si asciugò le leggere lacrime, per poi notare un demone gigantesco venire verso di lei.
"Regina sta tornando" esclamò Emma, sorridendo sollevata.
La bionda corse verso di lei, mentre si avvicinava volando più veloce che poteva.
La donna si fiondò tra le sue braccia baciandola ripetutamente, facendola cadere.
Era così felice, spruzzava gioia da tutti i pori.
"Ce l'ho fatta Emma" affermò Regina con un sorriso entusiasta.
Le priorità della sovrana dai riccioli biondi tuttavia era ben altro.
"Stai bene?" chiese preoccupata Emma, controllandola attentamente.
"Si ho avuto solo un piccolo problema con la ferita al braccio"
Emma la guardò immediatamente, mentre Regina le prese il viso tra le mani attirando la sua attenzione.
"Ho trovato una soluzione. I nostri problemi sono finiti" affermò sorridendo, alzandosi.
"Hai trovato il talismano?" chiese la moglie, dopo essersi assicurata che la ferita fosse innocua.
"No, io..."
Emma la osservava attenta, per poi vedere un demone poco più grande di lei che la seguiva.
"Oh santi numi" disse Maleficent spalancando gli occhi.
"Non è possibile" commentò Emma sconvolta.
La sovrana bionda guardò quell'essere così simile alla moglie battere velocemente le ali, per poi atterrare trasformandosi.
"Incredibile, voli davvero veloce" commentò, quasi affaticato.
Quegli occhi.
"Sei tu che sei arrugginito. Dopo essere stato confinato lì per secoli, chiunque sarebbe più veloce" ribatté Regina con un sorrisetto, lasciando la mano di Emma ed avvicinandosi all'uomo.
"No dico davvero, sei un fulmine. Non mi sono neanche accorto mi avessi superato" replicò lui stupito.
"Con la nostra stazza, a quella velocità è quasi impossibile"
Regina gli sorrise, per poi voltarsi verso Maleficent ed Emma entusiasta.
"Lui è Einar, uno dei più antichi pilastri della mia specie. Ha tutte le risposte che cercavo ed è l'unico sopravvissuto. Lo hanno confinato lì per secoli, nel tempo, ma adesso finalmente è libero"
Einar si inchinò educatamente alle due donne.
"Lei è Maleficent, custode del popolo dei draghi" li presentò.
Einar accennò un sorriso, quando sentì immediatamente un odore ben familiare provenire dalla donna di sinistra.
Lo avrebbe riconosciuto ovunque.
"Sta attenta" affermò, per poi lanciarsi contro Emma, bloccandola.
Emma aveva già visto una scena simile e decisamente non aveva troppo gradito il possibile epilogo.
"Hey lasciala!" commentò la bruna sgranando gli occhi.
"È una sporca umana" disse, ringhiandole contro.
"Smettila... È mia moglie, non ti farà nulla" disse avvicinandosi a lei e difendendola.
Einar si fermò, spostandosi, ma la guardò sconvolta.
"Hai sposato un'umana?!" disse lui terrorizzato, sulla difensiva, mentre i suoi occhi rimanevano luminosi e rossi.
"Non preoccuparti sono cambiati. Sono cambiate tante cose da quando sei stato confinato lì... non hai niente di cui preoccuparti."
Emma si rialzò da terra confusa, mentre Regina l'aiutò.
"Ma che diavolo..."
"Perdonami. Istinto" si scusò lui, non troppo convinto dalla bionda.
Emma inarcò un sopracciglio, scrollando la terra dai suoi vestiti.
"Si sta ancora riabituando" lo giustificò Regina.
Emma fece un sorriso tirato presentandosi.
"Emma comunque"
Einar annuì distrattamente, come se la disprezzasse.
C'era da aspettarselo da un uomo confinato sulle nuvole per secoli.
L'attenzione di Regina, tuttavia, fu catturata da una ben familiare vocina.
"Mamma sei tornata!" esclamò correndo ad abbracciarla.
Regina la strinse forte a sé, accarezzandole i capelli.
"Si tesoro, sono tornata" affermò dolcemente e riempiendola di baci.
"Ti presento mia figlia Eleanor, mia e di Emma." spiegò Regina.
"La futura oscura?" chiese.
Regina annuì, mentre faceva scontrare i loro nasi.
"Pazzesco" commentò Einar, avvertendo la sua energia.
Maleficent lo guardò inarcando un sopracciglio.
"Da dove spunta fuori?" commentò a denti stretti, vicino all'orecchio di Emma.
"Non ne ho idea, ma non mi piace per nulla" disse sicura, per poi cingere il fianco di Regina.
"Hai trovato il talismano tesoro?" chiese.
Regina fece per rispondere, quando Einar lo fece al posto suo.
"Non ha bisogno di quel congegno infernale" disse sicuro.
"Quello che le serve è conoscere sé stessa"
La piccola lo guardò attentamente curiosa.
"Sei anche tu come noi?" chiese entusiasta.
Einar annuì, mentre la bambina si strinse maggiormente alla madre.
"Presto potrai riavere i tuoi ricordi, tesoro mio"
Eleanor sorrise abbracciandola forte.
"Ci sarà una grande cerimonia di benvenuto per te stasera" affermò sicura Regina rivolgendosi ad Einar.
Era decisa a rendere tutto perfetto.
Regina pettinava velocemente i capelli davanti allo specchio, mentre si preparava per la cerimonia di Einar.
La bionda sorrise, avvicinandosi alla moglie.
"Sai a cosa stavo pensando?" commentò.
Regina la seguiva incuriosita.
"Domani io te ed Eleanor ce ne andiamo al lago, facciamo un lunghissimo bagno e poi concludiamo la giornata con..."
"Potrei chiedere a Ryn di fare dei giochi d'acqua per la cerimonia." ragionò ad alta voce, interrompendola.
"È tutto improvvisato, ma non per questo non deve essere fatta in grande"
Emma forzò un sorriso per poi cercare di ritrovare il discorso.
"Come va il braccio?" chiese.
Regina la rassicurò, tracciando il leggero segno che presto sarebbe sparito. "Molto meglio"
La donna si avvicinò al suo armadio, mentre cercava un bell'abito da indossare.
"Mi sei mancata oggi" commentò Emma baciandola, per poi spostarsi sul collo.
Regina si scansò. "Non ci provare. Non è il caso di fare tardi" la sgridò lei.
Emma sospirò. "Scusami hai ragione"
Regina abbassò lo sguardo, per poi indossare un bel sorriso ed avvicinandosi a lei.
"Hey non fare il broncio" commentò, mettendosi a cavalcioni su di lei e baciandola dolcemente.
"È un giorno da festeggiare, ogni nostro problema sta per andarsene per sempre dalle nostre vite" disse sollevata.
Emma le accarezzò i fianchi, facendo lenti cerchi sulla schiena.
"Non ti vedevo così entusiasta da un bel po'..."
Regina sorrise stendendosi accanto a lei sul letto.
"Non ne hai idea. Sai per te sarà comune incontrare qualcuno come te, ma per me... sai è diverso" sospirò Regina.
"Dev'essere molto dura, essere sola" commentò Emma.
Regina fu davvero grata ad Emma per riuscire a comprenderla, la amò ancora di più in quel momento.
"Voglio mettere le cose apposto. Non solo per Eleanor, ma anche tra di noi" disse sicura.
Emma le accarezzò la guancia con il pollice.
"Per quanto riguarda noi lo sono già e lo sai."
Regina annuì, mentre Emma la baciò con più decisione, accarezzandola delicatamente.
Appena toccò la sua gamba, stringendole l'interno coscia, Regina fu quasi tentata di dedicarsi alla moglie per un po'.
Sapeva toccare i punti giusti, la conosceva bene.
La strega iniziò a ricambiare sempre con più passione i baci, cercando maggior contatto con la donna.
Ma appena si stese sopra di lei, le terribili urla e i ricordi le tornarono in mente, facendola alzare di scatto.
Il suo umore era nettamente cambiato.
"Dobbiamo prepararci mh?" commentò, fermandola immediatamente.
Emma la guardò ansimando, per poi lasciarla andare.
Si alzò anche lei, cercando tra i suoi vestiti qualcosa di adatto.
Regina strinse i pugni, trattenendo le lacrime, quando la voce cristallina della moglie la distolse dai suoi tristi ricordi dell'anno prima.
"Devo mettermi in tiro per il nostro simpaticissimo ospite che mi ha quasi sbranato?" commentò facendo ridere Regina.
"Certo che devi" affermò, cercando di non far trapelare la sua voce che iniziava a rompersi a causa del pianto soffocato.
Regina ricordava perfettamente come fossero prima e di quanto le cose fossero cambiate nell'arco di un solo anno.
Intendeva tuttavia mantenere la sua promessa e riportare tutto alla normalità.
Musica e danze si propagarono nella foresta incantata per la festa di benvenuto del nuovo arrivato nella tribù.
Era tutto molto improvvisato, ma dopo essere stato prigioniero per secoli ad Einar non importò poi molto.
Era strano per lui farsi nuovi amici e sentirsi parte di qualcosa.
Così gran parte della serata l'aveva passata sotto un albero, lontano dagli altri, gustando la sua cena.
Regina si avvicinò a lui, sedendosi.
"Hey lupo solitario" commentò facendogli accennare un sorriso.
"Non ti piace la festa?" chiese.
Einar fece spallucce. "No, è stata una bella idea... è solo che mi ero dimenticato di tutto questo."
Regina annuì mentre il demone si guardava intorno, osservando la piccola mentre ballava con Emma.
"Tua figlia è veramente un angelo" commentò Einar.
Regina sorrise guardandola con amore.
"Sai anche a mia moglie piaceva presenziare a queste feste. Noi non eravamo molto socievoli però, quindi alla fine mangiavamo sotto l'albero con Sophie sulla ginocchia" raccontò pensando con nostalgia a quel momento.
"Immagino fosse anche lei una bambina dolcissima" commentò.
Einar annuì, per poi abbassare lo sguardo.
"Perdonami se ho riaperto vecchie ferite, volevo solo darti il benvenuto nella comunità..."
Einar la interruppe immediatamente.
"Lo apprezzo molto." affermò posando una mano sulla sua.
Regina sorrise, quando percepì Emma avvicinarsi.
"Venite a ballare?" propose con un sorriso.
"Non mi definirei un ottimo ballerino" commentò Einar con uno sguardo divertito.
Emma guardò la moglie invitandola.
"Come posso dirti di no?" scherzò lei, prendendole la mano ed alzandosi.
"Guarda cosa mi fai fare...Mi fai abbandonare l'ospite d'onore."
"Me la caverò" affermò Einar ridacchiando.
Regina lo salutò, mentre Emma la trascinava vicino al fuoco.
Einar guardo le due donne, mentre danzavano insieme, prive di preoccupazioni, serene insieme alla loro figlioletta, mentre il demone aprì la sua collana, tracciando con le punte delle dita il volto della sua amata che gli mancava terribilmente.
NUOVO PERSONAGGIO
Einar
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