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55.

Eleanor giocava distrattamente con la sua bambola, mentre la madre bionda la osservava innamorata, godendosi il suo viso sereno dopo tanto tempo.
Regina guardava il castello tanto odiato allontanarsi, quando Eleanor le porse una tazza da tè.
"Vuoi giocare con me?" propose.
Regina le baciò la testa annuendo dolcemente, mentre la figlia passò una tazza identica ad Emma.
Trascorsero diverso tempo tutte e tre giocando, fino a quando Eleanor iniziò a fantasticare sul misterioso posto verso cui erano dirette.
"Potrò davvero dormire in un nido?" chiese curiosa per la centesima volta.
"Tesoro ci sei già stata. Appena arriveremo ti mostreremo la nostra casa" rispose Emma sorridendole.
Eleanor annuì accoccolandosi maggiormente alla madre bionda.
"Anche tu hai la magia?" chiese curiosa.
"Non più tesoro..."
Eleanor spalancò la bocca sconvolta. "Credevo non fosse possibile perdere i poteri" commentò.
"Non sono una strega di sangue come te o la mamma, piccola. Era un tipo diverso di magia, un dono e mi ha protetta quando è successa una cosa brutta... mi ha guarita. Sai, anche se non riesco a vederla, riesco a percepire ancora parte della sua energia"
Eleanor annuì capendo. "Non perderò mai la mia magia vero?" chiese preoccupata.
Regina scosse la testa. "Puoi stare più che tranquilla mio tesoro."
La piccola appoggiò la testa sulle gambe della madre bruna, mentre Regina accennò un sorriso.
"Scusami se ti ho modificato la memoria. Non volevo davvero" affermò Regina, accarezzandole i capelli.
"Cercavo solo di proteggerti"
Eleanor annuì. "È passato" replicò sicura.
Regina guardò Emma incerta sul da farsi, quando la bionda annuì intuendo la sua domanda.
La strega tuttavia non era ancora sicura che fosse tempo di restituire i ricordi alla figlia.
Il problema non era per nulla risolto e la sciamana sembrava l'unica soluzione possibile prima di agire: adesso le condizioni erano ottimali per ponderare bene la decisione.

Cinque anni prima

Regina ballava insieme ad Emma tra l'ovazione dei presenti. Si stava divertendo molto e per un attimo pensò di aver davvero esagerato con i pensieri drammatici.
Magari si sarebbe divertita a palazzo, essendo se stessa e circondata da persone che l'avrebbero capita, nonostante la diversità.
Il loro non era il solito valzer, ma era un ballo tipico che Regina aveva portato dal suo popolo e ballava a piedi scalzi, con la gonna tra le mani lasciando scoperte le gambe.
La sua famiglia le mancava parecchio, nonostante il vero matrimonio fosse ormai passato, ma ripetere i voti senza di loro era stato strano.
Era ancora presto tuttavia invitarli nel palazzo degli umani.
Il consiglio decisamente non aveva preso di buon occhio la strega, mentre volteggiava insieme alla sovrana, per poi baciarla di fronte a tutti.
Non riuscivano a cogliere la sua regalità e la sua spontaneità.
Le due amanti si goderono le ultime note, mentre Emma la fece volteggiare un'ultima volta.
Emma sorrise sulle sue labbra, stringendola forte ed aiutandola a sistemarsi.
"Ti amo da impazzire" affermò Emma, portandole una ciocca dietro l'orecchio.
"Andiamo?" propose Regina, baciandola ripetutamente con fare casto.
Decisamente una regina non si sarebbe comportata così in pubblico.
Dimostrazioni di affetto non richiesto e sorrisi sproporzionati erano più un comportamento da popolana.
Emma annuì, per poi fare cenno a suo padre, che diede l'ordine.
"Adesso la sovrana solleverà la regina in segno propiziatorio"
Regina trattene le risate. "Come?"
"Se riesco a sollevarti, significa che sono una regina forte."
"Emma non riuscirai mai a sollevarmi"
La bionda la prese alla sprovvista riuscendo a prenderla in braccio ricoperta di applausi.
"Posso scendere ora?" chiese in un sussurro.
"Ti porto così fino in camera nostra" affermò Emma affaticata, ma divertita.
"Sei folle. Non lamentarti se domani non riuscirai ad alzarti" commentò.
"Non ci scommetterei troppo su chi domani riuscirà ad alzarsi"
Gli occhi di Regina si illuminarono un istante di arancio, mentre Emma sfilava con lei tra le braccia.

Il corteo le aveva seguite fino alle loro stanze, quando il portone si chiuse.
La adagiò con fare scherzoso sul letto di nozze, facendola ridacchiare, mentre Emma troneggiava su di lei.
Regina la riempì di baci, dapprima più appassionati, poi più veloci e leggeri, facendo per spogliarsi quando notò delle persone ad osservarle a cui non aveva fatto caso.
"Ma che diavolo..."
Regina si coprì immediatamente i seni, guardando la moglie spaventata.
"Va tutto bene. Devono solo verificare che il matrimonio sia consumato"
"Sei matta?" commentò Regina, fissandoli disgustata, cambiando decisamente umore.
"Abbiamo una figlia maledizione. È ovvio che consumeremo se vi fa così piacere saperlo"
Emma le accarezzò la mano. "Tesoro adesso chiudo le tende"
"Sei folle? Non intendo fare l'amore con te in questo modo" affermò sicura, ricomponendosi.
Emma guardò i membri del consiglio a disagio.
"Potreste lasciarci da sole un momento?"
Il consiglio acconsentì, mentre Emma chiuse le tende.
Regina posò la testa sul cuscino arrabbiata.
"Hey... lo so che può sembrare una pratica barbara..."
"È un eufemismo. Quello che avviene in una coppia è privato. È sacrilego che qualcuno assista ai nostri momenti"
Emma le accarezzò il viso. "Regina, ho dormito in un nido, danzato a piedi nudi per la luna e sono stata sotto le tue ali da demone invece di dormire accoccolate in forma umana. Credo che adesso tocchi a te, non pensi?" propose calma.
"Ma è una cosa completamente diversa. Questo è disgustoso" affermò Regina sospirando.
"Neanche il nido era molto comodo per me sai?"
Regina sbuffò, mentre Emma giocava con le sue mani.
"È solo una formalità o il nostro matrimonio non sarà valido. Puoi farlo per me solo per questa volta? Non accadrà mai più, lo prometto"
Regina acconsentì abbassando lo sguardo.
"Immagino debba essere stato difficile per te la prima volta, specialmente con un uomo che non amavi"
Emma annuì pensando dolorosamente a quella notte.
Scosse poi la testa prendendole il viso tra le mani.
"Ci sei tu con me adesso"
Regina la baciò dolcemente attirandola su di sé, per poi accarezzarle la schiena, mentre Emma tirava le tende.

Era stato umiliante per Regina. Tuttavia si era piegata e il risultato di quella notte sotto gli occhi, o meglio le orecchie dei presenti le aveva fatto guadagnare il timbro sul loro certificato.
Non ci sarebbe stato nessun nido ad accoglierle, ma il letto sul quale si erano concesse l'una all'altra.
La strega aveva dormito poco, agitata, mentre Emma aveva cercato di rassicurarla, coccolandola fino a che la stanchezza non ebbe la meglio su di lei.
Il giorno seguente Regina si era presto resa conto che sarebbe stata costretta a dormire in un letto anche le notti a seguire e a tenere la piccola lontana da loro in quella che lei definiva una gabbia con degli strani oggetti penzolanti sulla sua testa.
La notte, non abituata, la bambina si era svegliata ed aveva iniziato a svolazzare a fatica: così aveva distrutto i piccoli unicorni di cristallo, attirando l'attenzione delle guardie.
"Piccolina ti sei spaventata?" chiese preoccupata Regina, avvicinandosi immediatamente alla cucciola che piangeva accucciata in un angolo.
"Amore mio tranquilla" affermò prendendola in braccio ed accarezzandola dietro le orecchie.
"Si è ferita?" chiese Emma.
Regina scosse la testa. "Sta bene" disse sollevata.
Il re guardò i frammenti del cristallo sul pavimento dispiaciuto per poi ordinare alle domestiche di pulire il disastro.
"Hai fame piccola vero?" commentò Regina vedendola agitarsi tra le sue braccia ed avvicinarsi al suo seno.
"Ora la mamma ti porta a fare colazione" affermò Emma sorridendole, mentre Regina si avvicinò al balcone controllando che ci fosse abbastanza spazio per trasformarsi.
Il re capì immediatamente il suo movimento e non sembrava troppo entusiasta.
Tuttavia, Regina era già lontana con la cucciola ben stretta.
Per quella volta il re non si era intromesso: ben presto però avrebbe mostrato la sua personalità scomoda ed invadente.

La seconda luna di miele era stata paradisiaca per le due donne.
L'avevano passata a rilassarsi, a prendersi cura l'una dell'altra: romantiche passeggiate al chiaro di luna, molto spesso anche volando, nottate a concedersi dolcemente, e per finire uno splendido ballo solo per loro due.
Le prime giornate quando tornarono a palazzo erano trascorse serene, felici di rivedere la loro piccola. Tutto sembrava procedere tranquillamente, almeno fino all'arrivo di un nuovo possibile alleato.
Regina teneva ignara tra le sue braccia la piccola, coccolandola con fare amorevole.
"Guarda come stringe il mio dito" commentò Emma.
"È fortissima" affermò.
Regina ridacchiò baciandola, osservando ogni suo piccolo movimento.
"Emma" affermò il re. "Devi presenziare alla riunione, stiamo per cominciare"
"Non sapevo ci fosse una riunione per oggi" commentò, dispiaciuta di lasciare la piccola.
"Re Philip è arrivato con qualche giorno di anticipo."
Emma sbuffò annuendo. La vacanza era decisamente finita.
"Devo esserci anch'io?" chiese Regina, mentre Emma si alzava.
"Non è necessario" affermò James tranquillo.
Regina sospirò rilassata. "Bene allora io e questa piccolina andiamo a fare un giro"
James si fermò. "Un giro?"
"Si. Tra poco sarà il momento di nutrirla" affermò, vedendola protendersi verso il seno materno.
Regina si guardò intorno, mentre si avvicinava al balcone.
"Credo che un buon posto per allattare sia oltre il labirinto, dovrei riuscire a trovare qualcosa di confortevole" ragionò, quando vide il re che stava ascoltando la loro conversazione.
"Hai intenzione di uscire per allattarla? Di nuovo?" chiese, incrociando le braccia.
"Non credo di stare molto comoda qui." commentò quasi divertita.
"Non puoi allattarla da umana?" propose.
"È preferibile farlo da cucciola. Si sente più a suo agio" commentò Regina, chiudendo velocemente quella conversazione.
Conversazione che tornò al centro del loro dibattuto pochi giorni dopo, quando Philip, protagonista della riunione del consiglio per un'eventuale alleanza, era stato invitato per una gita dalla famiglia reale.
Regina sobbalzò presa alla sprovvista, mentre camminava distratta dalla pesante conversazione.
"Continua a sorridere" disse James.
"Non voglio che Philip veda che ti sto rimproverando"
"Come? Perché dovresti rimproverarmi" affermò Regina divertita.
"Questo accordo è fondamentale per il regno. Ho bisogno che tu faccia la brava e che quella sottospecie di mutante stia buona. Se qualcosa dovesse andare storto anche quello che chiamate regno sarà in estremo pericolo. Sono stato chiaro?" ordinò stringendole il braccio.
Gli occhi di Regina si illuminarono di rabbia, mentre il re lasciava la presa.
Emma si avvicinò alla moglie con la piccola in braccio, mentre dormiva.
"Vuoi tenerla tu?" chiese. "Devo discutere con Philip ed hai due cuscini migliori dei miei"
Regina annuì sorridendo debolmente, per poi farle posare la testa sui suoi seni morbidi.
"Vieni dalla mamma" commentò con fare dolce, accarezzandole la testa.
Emma le baciò la testa per poi avvicinarsi a Philip per continuare a discutere di affari.
Ben presto arrivò l'ora di pranzo e il giovane re aveva un'idea precisa di cosa volesse.
"Il contatto con la natura è importante."
Così tutti i reali si erano seduti sull'erba, su una costosa coperta, mentre consumavano piatti semplici ma ben curati.
Regina aveva toccato solo la frutta e un po' d'insalata, cercando di parlare il meno possibile.
Philip l'aveva però coinvolta, così Regina aveva iniziato a spiegare le diverse vie sfruttabili per il commercio.
Era in grado di vedere i percorsi più veloci, conosceva bene la zona e l'aveva vista più volte dall'alto.
Philip non si sentiva a disagio a parlare con la strega, intraprendendo una strada ben diversa rispetto al precedente re, Stephan di Galizia.
Tuttavia, poco dopo, notò che la piccola aveva iniziato ad agitarsi durante la conversazione, affamata.
"Shh tesoro" commentò, cercando di calmarla mentre la cullava.
Re Philip la guardò sorridendo.
"È una bambina dolcissima." commentò.
Regina accennò un sorriso.
"Mia moglie ed io avremo un figlio il mese prossimo. Sono molto emozionato ed inesperto" disse Philip.
"Perdonate la nostra mancanza di rispetto, ma la regina non accetta balie. Incredibile vero?" disse James cercando di giustificare il suo comportamento.
"Va bene davvero. Vuole stare con la piccola, penso che anche mia moglie sarà della stessa idea, soprattutto i primi tempi" disse il re, per poi notare quanto la bambina fosse in procinto di piangere.
Se si fosse agitata ancora, era certo che avrebbe cambiato aspetto.
"Regina dobbiamo discutere di importanti affari. Potresti per favore..."
"Ma certo" lo interruppe lei. "Perdonatemi. Provvedo immediatamente"
"Non serve allontanarsi davvero" affermò Philip.
Regina avvicinò la bambina al suo seno, per poi tirarlo fuori dal corsetto per permetterle di essere nutrita.
Philip guardò sconvolto la scena, mentre Regina non si scompose minimamente.
"Stavate parlando del commercio ad est? Continuate vi ascolto, non piangerà più"
Emma trattenne la sua risata, la faccia del padre era impagabile.
Regina avvolse la piccola nel suo mantello, per permetterle un po' di riservatezza.
La cucciola posò una delle piccole manine sulla sua fonte di nutrimento, mentre apriva e chiudeva l'altra ripetutamente.
"Scusatemi... ho... ho perso il filo del discorso" disse con un fil di voce.
"Commercio ad est" affermò Emma, notando a cosa lo sguardo del re fosse diretto.
Philip si schiarì la voce, riprendendo il discorso cercando di guardarla negli occhi.

"Ma io dico, sei impazzita?!" tuonò James appena tornarono a palazzo.
"Non capisco cosa ci sia di tanto assurdo. Noi lo facciamo nelle nostre riunioni. Siamo madri, i nostri figli sono..."
James batté un pugno sul tavolo furioso.
"Io invece sono stanco. Stufo delle tue stupide tradizioni e figuracce, perché di questo passo gli altri regni ci mangeranno in un boccone. Hai la minima idea di quanto tu lo abbia offeso, di quanto lo abbia fatto sentire a disagio? Di quanto tu abbia offeso me?"
"Ha visto uno dei miei seni per qualche secondo non sembrava troppo offeso" commentò ridendo.
James spalancò gli occhi, guardando Emma.
Sembrava non rispondere più delle sue azioni.
"Tesoro... non puoi allattare in pubblico. È compito delle balie, in privato. È accettabile che tu voglia portare la piccola con te, ma almeno in pubblico è il caso che non allatti " le spiegò Emma calma.
"Ma la piccola era affamata. Non mi sono trasformata" commentò Regina confusa.
"È considerata una mancanza di rispetto, anche verso di me. Ti prego la prossima volta di non farlo" disse Emma, stringendole la mano.
Regina abbassò lo sguardo. "Va bene. Mi dispiace" disse lei mortificata.
"Bene. Mettila in riga più spesso Emma o non so davvero dove andremo a finire"
Regina lasciò la sua mano, allontanandosi.

Emma sapeva che Regina si era offesa. Ora camminava su un campo minato, si era schierata ed era tempo di fare ammenda.
"Che fai?" chiese Emma sorridendo, mentre entrava nella sua stanza.
"Vado ad allattare nostra figlia in privato" affermò Regina infastidita.
"Tesoro non mi hai offesa davvero" disse Emma.
"È che ci sono delle regole" commentò poi.
Regina prese la piccola tra le sue braccia.
"Infatti sto andando altrove" affermò saltando giù e trasformandosi.
Emma sospirò, sapendo bene dove fosse diretta.
Non le era consentito uscire fuori dal regno quindi sapeva esattamente dove fosse andata.
La raggiunse in poco tempo, con un piccolo pacchetto tra le mani.
Certo parlare con lei trasformata non era una delle sue migliori idee.
Tutta istinto, il sarcasmo non l'avrebbe protetta dalla sua furia.
Emma tuttavia non era il tipo da arrendersi facilmente e conosceva chi aveva sposato molto bene.
"Offerta di pace?" chiese Emma.
Il demone, accoccolato su sé stesso, si voltò dal lato opposto chiudendo le ali.
Emma sospirò. "Dammi un'occasione per scusarmi" propose.
Regina leccò la testa del cucciolo, mentre beveva voracemente.
"Posso almeno vedere mia figlia?" commentò Emma.
Regina non rispose nulla limitandosi a proteggere il cucciolo con la testa.
La bionda sospirò scivolando sotto le ali.
Regina ringhiò leggermente. Era decisamente arrabbiata.
"Regina andiamo. Mi dispiace" si scusò.
La strega sbuffò, concentrandosi sulla cucciola.
Emma provò ad attirare la sua attenzione, ma Regina la spinse via con il muso senza farle male.
"Non intendevo dire che mi vergogno di te. Non potrei mai... solo che questo mondo ha delle regole precise e dobbiamo rispettarle. Dobbiamo dare l'esempio e per quanto sia qualcosa di meraviglioso, nel nostro mondo è considerato poco dignitoso nutrire il piccolo in pubblico. Mi dispiace che tu ti sia offesa"
La strega non rispose, quando Emma fece per allontanarsi.
"Va bene vi lascio da sole allora"
Appena qualche passo e Regina aprì le ali chiamandola con un verso, permettendole di stendersi sotto di lei.
Emma sorrise, fissando la piccola mentre riposava sazia accoccolata alla madre.

Quattro anni dopo (circa un anno fa)

Indossa vestiti più appropriati. Non sorridere troppo in pubblico. Non baciare tua moglie.
Regina si sentiva soffocare sempre di più, ma non lo dava a vedere.
Annuiva composta e pensava a cosa sarebbe successo se avesse iniziato a sbottare.
Lo faceva per Emma, per il regno e per la sua famiglia.
I suoi unici momenti in cui si sentiva felice e libera erano quelli con sua figlia e sua moglie, quando tornavano nella foresta incantata.
Eleanor stava giocando con le sue bambole, quando sua madre si nascose per prenderla alla sprovvista.
La cucciola percepì il leggero movimento, le sue orecchie si mossero.
Continuava a giocare stando attenta, quando sentì famigliari braccia afferrarla nel tentativo di farla spaventare.
"Ti ho presa" affermò sicura atterrandola.
Eleanor le ringhiò con fare giocoso.
"Non è vero"
Regina le lanciò uno sguardo di sfida con gli occhi rossi, mentre Eleanor iniziò a correre trasformandosi e lanciandosi dal balcone.
La madre la seguì a ruota volando velocemente.
Le lasciava sempre un pochino di vantaggio, ben presto però Regina si rese conto che la sua piccola stava crescendo e che di quel passo sarebbero bastati un altro paio d'anni per non averne più bisogno.
La piccola volteggiò cercando di spingersi più in alto, mentre Regina la inseguiva.
Evitò le domestiche seguendo il consiglio della madre e spingendosi sulle correnti corrette, quando Regina riuscì ad acchiapparla atterrandola nuovamente.
La cucciola ringhiò lottando insieme a lei.
"Non vale!" esclamò ritrasformandosi.
"Si che vale piccola peste" rise lei, riempiendola di baci e mordicchiandole l'orecchio.
La figlioletta soffriva moltissimo il solletico, così iniziò a ridere a crepapelle.
"Oggi voglio fare il giro panoramico" affermò.
"Addirittura?" commentò Regina stupita.
"Si. Voglio vedere cosa c'è al di là delle cascate"
"Non sei ancora piccolina per farlo?" la provocò Regina.
Eleanor scosse la testa decisa.
"Ma che principessina coraggiosa"
Eleanor la guardò con aria orgogliosa. "Non ho paura di niente"
Ironia della sorte, nemmeno il tempo di dirlo che ci fu una bella esplosione.
Eleanor l'abbracciò all'improvviso, stringendola forte spaventata.
Regina ricambiò la stretta, passandole le dita tra i capelli.
"Tranquilla, è solo la caccia" disse. "Avevo detto loro di non cacciare qui. Potrebbero ferire qualcuno" affermò arrabbiata.
In effetti erano abbastanza lontani, ma i loro sensi lo percepivano parecchio vicino.
Regina aveva rinunciato alla caccia, così come le sue sorelle, nei territori del suo regno, spostandola a sud e limitandola il più possibile.
Certe volte però le mancava davvero il gusto del sangue inebriante e della carne per il solo gusto di mangiare, nonostante non l'avrebbe mai ammesso a sé stessa.
Ora saziava la sua fame, quando non poteva proprio più evitare di mangiare.
Eppure aveva ben altre cose a cui pensare.
Ora era sposata, aveva una bambina e non poteva desiderare di più.
Il rapporto che aveva con la figlia era speciale: era come se i loro cuori fossero connessi, le loro anime unite indissolubilmente.
Anche sua moglie si sentiva così con la piccola, nonostante non condividessero la stessa natura.
A volte pensava persino che Eleanor preferisse Emma, per il suo spirito più spericolato.
Da quando era via, l'umore di Eleanor era cambiato radicalmente, così ogni giorno Regina si impegnava a tirarle su il morale, giocando maggiormente  con lei.
Emma era partita per un viaggio e non era mai stata così lontana: a Regina mancava terribilmente sua moglie e giocare con la figlia era l'unica cosa che le tirasse davvero sù il morale anche a lei.
"Sai cosa facciamo più tardi?" propose, mentre la coccolava.
"Visto che è il compleanno di qualcuno tra pochissime notti..." iniziò stringendole il naso.
"Perché non ce ne stiamo io e te fino al tuo compleanno nella nostra casa?"
Eleanor sorrise entusiasta, facendo per rispondere affermativamente, quando sentì una voce famigliare interromperle.
"Volete passare il compleanno senza di me?" chiese offesa incrociando le braccia.
"Mamma" esclamò Eleanor contentissima, correndole in braccio.
Regina si voltò verso la moglie sollevata, avvicinandosi subito verso l'ingresso del giardino.
"Come stanno le mie ragazze?" chiese, baciando dolcemente Regina sulle labbra.
"La mamma mi ha promesso un giro panoramico oggi" affermò Eleanor? stringendosi alla madre bionda.
"Non te l'ho promesso" precisò Regina ridendo.
"Allora perché non vai a prepararti?" propose Emma baciandole la guancia.
Eleanor annuì, correndo dalle domestiche.
Emma prese il viso di Regina tra le mani baciandola con passione ripetutamente.
"Mi sei mancata da morire" affermò la strega buttandole le braccia al collo.
Emma sorrise sulle sue labbra. "Sicura di voler andare un'intera settimana per il suo compleanno nella foresta incantata?" chiese la bionda.
Regina sospirò baciandola pigramente. "L'ho proposto perché non riuscivo davvero a sopportare di stare lontana da te in un giorno così importante ed essere la perfetta donna di corte tutto insieme. Rischiavo davvero di impazzire" spiegò la bruna.
Emma le accarezzò il corpo. "Ora che lo hai promesso sai di doverlo mantenere vero?"
Regina sospirò annuendo. "Lo so"
Emma le portò una ciocca dietro l'orecchio, il respiro irregolare contro le sue labbra.
"Prima di partire... ho bisogno di te. Lo sai questo vero?"
Regina annuì, quando la piccola tornò velocemente costringendole a staccarsi.
"Ho preso tutto" affermò. 
"Eleanor quante volte ti ho detto di non lanciarti senza di me?" la rimproverò leggermente Regina.
"Ormai sono brava" replicò.
Regina sospirò apprensiva.
"Non hai preso tutto comunque" precisò Emma. "Manca qualcosa che ho lasciato di sotto per te"
"Cosa mi hai portato?" chiese stupita Eleanor.
"È una sorpresa"
Eleanor si trasformò immediatamente, evitando i domestici, mentre cercava il regalo.
Regina le trasportò con un gesto della mano nella loro camera da letto, chiudendo la porta.
"Sei delle madri terribili, lo sai?"commentò Regina.
"Lo troverà anche troppo facilmente, quindi sbrighiamoci"
Regina scoppiò a ridere, mentre Emma la fece stendere sul letto.

Oggi

Regina sospirò ripensando ai momenti felici che aveva passato insieme alla sua famiglia, la quiete prima della tempesta.
Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe accaduto dopo.
Tuttavia quello era ormai passato, relegato agli eventi di quasi un anno prima.
Finalmente stavano tornando a casa e poteva sistemare le cose con sua figlia.
Maleficent stava di guardia al territorio, quando notò la carrozza reale.
"Sono tornate" affermò entusiasta, mentre scendevano dalla carrozza.
Ben presto le streghe si erano radunate nel cuore del regno per rendere omaggio al ritorno della loro sovrana.
Appena Regina mise piede nella sua terra natale ricominciò a respirare.
Chiuse gli occhi, facendo un respiro profondo, per poi sorridere come non faceva da tempo.
"È bellissimo qui" affermò Eleanor correndo entusiasta.
Ryn uscì fuori dall'acqua facendola sobbalzare.
Eleanor la guardò incuriosita, ma sulla difensiva, mentre, come un serpente di mare, la sirena usciva fuori dall'acqua e la sua coda si trasformava in due gambe.
"Bentornata a casa piccola" disse dolcemente accarezzandole il viso.

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