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44.

Emma guardò di sfuggita il marito, mentre cercava di distrarsi sul carro.
Non era legata, non era in una gabbia, ma era comunque come se fosse stata imprigionata.
Doveva stare al loro gioco, se voleva che il piano andasse come concordato.
Killian la sorvegliava attento, mentre Emma cercava di non guardarlo.
L'uomo cercò di iniziare una conversazione, cercando di rimediare a ciò che era successo mesi prima.
"So che mi odi per ciò che ti ho fatto. Ero furioso e quando ti ho visto con quella donna io... ho perso il controllo" iniziò.
"Killian ti prego" commentò Emma con disprezzo, facendo un sorriso amaro.
"Non voglio il tuo perdono" affermò Killian.
"Non lo merito, decisamente non subito. Voglio solo avere la nostra normalità dopo che tutto questo sarà finito. Una famiglia, il nostro regno, qualcosa di tranquillo" spiegò accennando un sorriso.
"Quando sarai guarita tutto andrà per il verso giusto ne sono convinto" disse sfiorandole la mano.
Emma la tirò indietro come se l'avesse scottata.
Killian abbassò lo sguardo sospirando.
"Voglio solo che tu sappia che io ti amo" concluse.
"E quando sarai di nuovo tu... magari con il tempo, spero tu possa imparare ad amare me ed apprezzarmi. Un nuovo inizio insieme" propose.
Killian si inumidì le labbra accennando un sorriso.
"Ricordi il tuo primo compleanno insieme a me da sposati?" disse.
"Abbiamo preso la Jolly Roger e abbiamo navigato fino a tarda sera. Ricordo bene che indossavi un vestito azzurro ed eri entusiasta di andare al timone"
Emma rammentava quel momento. Non era felicità quella che Killian aveva visto nei suoi occhi.
La bionda non era lucida, aveva bevuto molto prima di salire sulla nave e i ricordi successivi erano molto confusi. Quello che rammentava bene era l'istinto di proteggersi dal non affondare nel ricordo del regalo che Regina le aveva fatto il loro ultimo anno insieme.
La sua sottoveste rossa, il profumo della sua pelle, il respiro affannato nel suo orecchio. E ovviamente il sapore delle sue labbra piene segnate dalla cicatrice.
Emma non era riuscita ad andare avanti, mai.
Il suo cuore aveva subito una ferita troppo profonda, tanto da volersi chiudere a qualsiasi tentativo disperato di Killian di farsi apprezzare.
Emma era convinta che quello che provasse il marito non fosse amore, ma un'illusione che si era creato per sopravvivere, per rendere orgoglioso il fratello maggiore, auto convincendosi che Emma fosse ciò che di meglio potesse esserci per lui.
Le parole del marito suonavano vuote e lontane alle orecchie della principessa, mentre cercava di stimolare in lei altri ricordi condivisi insieme per risvegliare chissà quale sentimento.
Emma invece pensava allo splendido viso di Regina mentre sorrideva alla figlia appena nata, che l'aspettava dall'altra parte, oltre le cascate.
Non riusciva a togliersi dalla mente gli occhioni di Eleanor e le sue guance piene, le piccole manine che cercavano di afferrare i suoi capelli mentre la teneva in braccio.
E poi c'era la sua anima gemella, il suo mondo, la sua vera famiglia.
Voleva solo averla lì con lei, per stringerla, baciarla e perdersi nei suoi occhi color nocciola.
Certo, tutto sarebbe stato più semplice se solo sua madre non gliel'avesse portata via per dieci lunghissimi anni e le avesse permesso di sposarla.
Pensò a quanto Regina fosse cambiata e che il suo sentimento non si fosse interrotto, nonostante la donna davanti a lei fosse diversa rispetto alla ragazza esuberante e sfacciata con la quale aveva condiviso l'infanzia e l'adolescenza.
Regina era tutte quelle cose e lei l'amava incondizionatamente.
Nessun incantesimo avrebbe mai potuto eguagliare un sentimento così unico e profondo.
Se solo sua madre si fosse sforzata di capire, invece di nascondersi dietro quella che era chiaramente una teoria folle.
Forse mai sarebbe riuscita ad accettare che la sua primogenita si fosse innamorata di una strega, una donna della stirpe che odiava di più.
Killian comprese che Emma non lo stava ascoltando e smise di parlare, limitandosi solo a guardarla.
"Te lo giuro Emma. Io ti salverò" promise.

Regina tentò di far apparire delle sfere di fuoco nelle sue mani senza successo.
Pensava al calore della fiamma, al suo colore acceso, al crepitare del fuoco, eppure nulla sembrava funzionare.
Per l'ennesima volta si stava concentrando sul sentimento sbagliato: la rabbia che provava nei confronti di Snow White, del popolo umano che le avevano portato via la felicità e che adesso minacciavano la sua famiglia, la sua casa, il suo popolo e la sua seconda occasione.
Stufa dei suoi continui fallimenti, Regina finalmente ascoltò il consiglio di sua madre.
Pensò alla passione condivisa con la Salvatrice che le aveva bruciato l'anima, al calore che provava quando Emma era accanto a lei e la faceva sentire al sicuro, quel semplice abbraccio dolce che faceva da cornice alle loro serate di pura adorazione reciproca.
Poi lasciò che la sua mente visualizzasse l'immagine di loro due accanto al fuoco nel periodo invernale avvolte in una coperta al caldo, mentre la piccola dormiva nella culla poco distante.
Distingueva il suono della legna scoppiettante, il profumo di Emma sulla sua pelle e la stretta delle loro mani.
Una volta visualizzata Regina sorrise debolmente ed inquadrò bene il suo istinto: protezione.
Difesa di tutto ciò che amava, non per odio o vendetta, ma per non perdere tutto ciò a cui teneva.
Immediatamente una sfera di fuoco comparve sul palmo della sua mano, facendola sentire forte.
Quella magia che scorreva nelle sue vene adesso era molto diversa da quella che ricordava: sentiva avvolgerle il cuore ormai più leggero e la legava alla donna che amava ancora di più.
Provava emozioni uniche, sensazioni mai provate prima, come se fosse connessa all'essenza stessa del fuoco.
Non poteva vedere i suoi occhi, ma erano dello stesso colore della fiamma.
Tuttavia quella forza durò solo pochi minuti.
Regina si accasciò leggermente, ancora indebolita dal parto, ma orgogliosa dei progressi fatti.
Si strinse nella sua vestaglia per poi avvicinarsi al nido, dove la piccola dormiva trasformata.
Era rilassata, serena, le ali appoggiate disordinatamente, mentre la madre le accarezzò la testa.
Gli altri cuccioli erano così diversi da lei; ricordava bene come la considerassero gli altri suoi pari quando era piccola e spesso si sentiva sola.
Emma era la sua unica amica che non la giudicasse: Regina era preoccupata che scoperta la sua vera natura l'avrebbe respinta come gli altri, così aveva tentato di nascondergliela fino a che non era stato necessario difenderla.
Eleanor aveva iniziato da subito a mostrare la sua duplice natura e Regina sapeva bene a cosa avrebbe portato, eppure era sicura di quello che avrebbe fatto: accettazione completa e mostrarle la sua natura senza averne paura.
Regina si trasformò poco dopo prendendo il cucciolo tra le labbra delicatamente per vicino a sé e proteggerla nel sonno.
Si stese, chiudendola sotto le ali e girando la testa attorno ad esse.
La piccola si strinse maggiormente a lei e Regina si sentì davvero tranquilla mentre dormiva con la piccola abbracciata a sé.

"Le tracce si interrompono qui vostra maestà" commentò Grumpy, mentre Snow sospirò frustrata.
"Il passaggio non può essere lontano. Dobbiamo aver seguito la strada delle sirene" ragionò vedendo il corso d'acqua poco distante.
Ruby tornò umana, riprendendo fiato e rimettendosi velocemente il mantello terrorizzata.
"Ruby riposati. Mi servirà il tuo aiuto appena sarai di nuovo in forze" affermò Snow.
Ruby annuì. "Certo vostra maestà" disse inchinandosi.
"Ci accamperemo qui. Se qualche sirena avesse l'insana idea di farsi vedere la seguiremo" affermò Killian.
Emma provò a chiudere gli occhi e a riposare concentrandosi su Regina.
Se solo fosse riuscita a comunicare con lei.
Dall'altra parte delle cascate, Regina stava facendo un sogno abbastanza tranquillo, almeno inizialmente.
Era di nuovo al suo castello, a pettinarsi i capelli davanti allo specchio, quando Emma la raggiungeva alle spalle baciandole il collo.
"Sei tornata presto" commentò la strega con un sorriso, posando la spazzola.
"Mi mancavi" affermò la bionda, baciandola decisa.
Regina sorrise sulle sue labbra, approfondendo il bacio e passando le mani tra i suoi boccoli biondi.
Emma la fece alzare e Regina la seguì avvicinandosi al letto, per poi lasciarsi cadere con la principessa sopra di lei.
Ridacchiò appena le sue labbra si spostarono sul collo, mordicchiando leggermente la pelle; il suo respiro solleticava quest'ultima facendola rabbrividire leggermente e prima che Emma si spostasse più a sud, Regina si prese il tempo di guardarla negli occhi.
La strega prese il viso tra le sue mani ed immediatamente l'immagine si fece orribile : il viso di Emma aveva assunto il pallore della morte, del sangue le usciva dalla bocca come se fosse stata pugnalata dall'interno, le sue labbra erano violacee, i suoi occhi erano circondati da due enormi occhiaie blu con ombre nere. Era stata avvelenata.
"Stanno arrivando amore mio" riuscì a dire tremando.
"Devi essere pronta." affermò, mentre Regina venne strappata dal suo sogno con violenza.
Regina si svegliò sobbalzando preoccupata, riuscendo a stento a trattenere le urla di orrore.
Era di nuovo umana.
"Stanno venendo qui." ripeté ansimando, per poi cercare la sua piccola.
Non era accanto a lei.
Si guardò intorno non percependo alcun suono, se non quello degli animali notturni.
"Mamma... mamma hai tu Nellie?" chiese preoccupata, sperando che la madre potesse risponderle che era effettivamente così.
"Madre" ripeté, stringendo i pugni.
Rumplestiltskin rise alle sue spalle, spaventandola, per poi cullare la bimba.
"Guarda la mia bellissima piccola erede. Di ciao alla mamma" disse stringendola a sé.
"Ridammi immediatamente mia figlia" affermò Regina con gli occhi rossi, ringhiando violentemente verso di lui.
"Guarda cosa ti ha fatto la maternità" commentò con un gesto teatrale di spavento.
"Sai non c'è bisogno di scaldarsi tanto... aveva solo bisogno di essere cullata stava piangendo tutta sola" spiegò porgendogliela.
Regina la prese delicatamente guardandola preoccupata, come a controllarla.
"Non le ho fatto niente. Sta tranquilla"
Regina sospirò, avvicinandola maggiormente a sé.
"Cosa vuoi?" chiese.
"Sono qui per portarti notizie della salvatrice" affermò l'uomo dalla pelle squamosa.
Regina si illuminò immediatamente, ma cercò di controllare le sue emozioni davanti a quella creatura.
"Ebbene? Come sta?" chiese preoccupata.
"Gli umani stanno marciando verso le cascate. Distruggeranno tutto: nidi, uova, cuccioli. Non si fermeranno di fronte a niente. La piccola principessa ha fallito con le buone maniere." spiegò Rumple serio.
Regina abbassò lo sguardo, preoccupata.
Quello che aveva visto in sogno era un avvertimento di Emma, forse aveva pensato a lei e grazie al loro legame era riuscita ad avvisarla. O forse era una visione del futuro.
Regina scacciò quell'ultimo, orribile pensiero.
"Restano le cattive. Ma devo guadagnare tempo, le guerriere sono ancora lontane" ragionò Regina.
"E mettere al sicuro la progenie. O qui ci sarà una strage, mia cara" precisò Rumple.
"So come gestire una guerra. Ciò che ci ha mandato in rovina è stato il tuo stupido accordo, ha indebolito l'esercito" affermò Regina scocciata.
Rumple scosse la testa ridacchiando.
"Gli umani agivano silenziosi. Vi hanno studiate per bene"
Regina guardò la piccola preoccupata.
"Hai paura per la tua preziosa erede?"
"Snow White la ucciderà se scoprirà la sua natura. L'unica possibilità di salvarla se dovessimo perdere la guerra è fare la cosa che odierei di più al mondo" spiegò Regina per poi fissarlo negli occhi.
"Affidarla a te" precisò con disprezzo. "Forse è proprio questo il tuo piano. Vuoi prenderti Eleanor"
Rumple rise amaramente.
"Credimi mia cara, non sono un bravo genitore. Ho avuto ben due figli nel corso della mia lunga vita e sono stato capace di perderli entrambi" disse alzando le spalle.
"No credimi, non ho alcun interesse a farvi perdere la guerra. Per essere una brava oscura e prendere il posto che le spetta deve crescere con la sua famiglia... se avessi voluto prenderla ne avrei approfittato molto tempo fa" precisò Rumple accarezzandole la testa.
Regina lo guardò stupita.
"Hai avuto altri discendenti? Intendo... candidati all'Oscurità"
Rumplestiltskin scosse la testa.
"Erano i miei figli, discendenti diretti. Frutto di amore, almeno da parte mia" confidò, lasciando cadere la sua maschera per qualche secondo.
Si celava un uomo tormentato, ferito, lacerato nell'anima o di quel che ne rimaneva.
Era stato abbandonato e deluso, nei suoi occhi vedeva la sua voglia di vendetta nei confronti degli uomini che avevano portato via la sua amata.
Regina ricordava bene i suoi sguardi di quando parlava di Belle: come aveva fatto a dimenticare tutto l'odio che un tempo avevano condiviso.
Non poteva essere un alleato degli umani.
Eppure sapeva anche che Rumplestiltskin aveva molte facce: l'unica parte in cui si sarebbe schierato era la sua e avrebbe fatto di tutto per il suo tornaconto, qualunque fosse.
"Schiera le tue truppe. Riprenditi la gloria passata e risveglia il mostro che tieni nascosto alle persone che ami. Avrai bisogno di tutto il tuo potere per vincere questo conflitto e dovrai mettere da parte qualsiasi barriera tu ti sia creata con la tua mente" spiegò Rumple massaggiandole le tempie.
Regina socchiuse gli occhi per qualche istante.
"La battaglia finale sta per arrivare" sussurrò al suo orecchio, per poi sparire.
Quando riaprì gli occhi, tra le sue braccia, la piccola si era addormentata serena, stringendosi a lei dolcemente.

Il sole fece capolino nel cielo un paio d'ore dopo.
Regina convocò le altre streghe, iniziando immediatamente a riferire ciò che aveva appreso da Rumplestiltskin.
"Snow White non ha ascoltato ciò che la principessa ha avuto da dire" affermò.
Le streghe la guardarono preoccupate.
"Qui ci sono solo cuccioli e madri, le streghe guerriere non sono ancora arrivate" commentò Freya.
"Siamo deboli, non possiamo combattere." le fece eco Maleficent.
Regina non avrebbe mai immaginato di sentire una simile frase da lei.
Il suo generale, la miglior guerriera era a terra.
Dopo aver perso le sue ali, si era arresa e il fuoco che era sempre stato dentro di lei la stava lentamente abbandonando.
"Vi sbagliate." affermò Regina.
"Non saremo al pieno delle nostre forze, è vero, ma non siamo deboli. Dobbiamo immediatamente ricorrere alla difesa in attesa dei rinforzi provenienti dal sud. Dobbiamo proteggere i nostri cuccioli" spiegò Regina.
Regina guardò verso il canale nascosto.
"Li sposteremo nella gola. È l'unico modo" disse Regina sicura.
"Non possono restare qui, li scopriranno subito e li useranno per minacciarci o peggio"
"Ci sono i predatori" ribatté Ryn contrariata.
"Sono comunque meglio degli umani. Ce la caveremo" disse Regina.
Una piccola sirenetta ascoltava nascosta dietro sua madre il discorso della sovrana e la paura la invase immediatamente.
Non voleva lasciare la sua mamma.
"Ivy ho bisogno che tu sia laggiù, malauguratamente gli umani ci superassero e scoprissero il passaggio."
La ragazza annuì. "Dovranno passare sul mio cadavere" affermò.
"E una volta fatto questo?" sbottò Ryn scuotendo la testa ed uscendo dall'acqua.
"Cosa faremo mh? Aspetteremo che gli umani ci infilino un pugnale avvelenato nel cuore? Non abbiamo strumenti per difenderci se loro usano quel veleno, possiamo solo scappare all'infinito"
Regina scosse la testa. "Politea sta lavorando ad una pozione" ribatté sicura la sovrana.
"L'antidoto esiste ed una volta preso quello, il veleno sarà inefficace."
"È un lavoro di anni. Un decennio non può essere contrastato da pochi mesi di ricerca" replicò Ryn.
"Le mie uova non si muovono da qui" affermò.
"Se devono annientarci almeno i cuccioli staranno con le proprie madri e non da soli in una gola buia piena di creature selvatiche che possono sbranarli da un momento all'altro" disse perentoria rientrando in acqua.

Doveva essere una buona guida per il suo popolo, ma ora quello che vedeva era creature magiche stanche e prive di speranza. Spente, rassegnate, arrese.
Regina guardò Maleficent mentre fissava le cascate: il fuoco scorreva lentamente e ad un ritmo costante.
"Non credevo potessi arrenderti così" commentò Regina.
"È una guerra persa in partenza" replicò Maleficent, mentre lo sguardo di Regina cadde sulle profonde ferite sulle scapole.
"Non hai perso te stessa" affermò Regina.
"Tu non hai la minima idea di come mi senta" sbottò la strega.
"È vero non ne ho idea" disse Regina.
"Non ho mai perso un paio di ali, ma ho perso l'amore della mia vita per dieci lunghi anni. Quando ho perso Emma, una parte di me è morta nello stesso istante e ancora adesso, nonostante sia tornata, non l'ho riavuta indietro" spiegò la strega.
Maleficent abbassò lo sguardo.
"Ricordi bene in cosa mi sono trasformata. Mi sono totalmente smarrita, mi ero arresa. La mia vita era finita, ma poi ho trovato uno scopo e sono diventata quello che mia madre mi aveva sempre urlato contro, un mostro senza cuore." raccontò, accarezzandole la mano.
"Non fare il mio stesso errore. Non devi cambiare solo perché hai perso una parte importante di te. Credimi, non erano le tue ali a renderti forte" affermò Regina.
Maleficent scosse la testa e per la prima volta Regina vide gli occhi della guerriera lucidi.
"Dimmi erano le tue ali quel giorno quando eravamo piccole ad aver salvato le creature intrappolate nella foresta?" chiese Regina.
"O quando sei riuscita a comunicare con l'anima di mio nipote quando gli umani l'hanno ucciso"
Maleficent scosse la testa, mentre Regina accennò un sorriso.
"È ingiusto quello che ti è accaduto, ma non devi perdere te stessa, solo perché hai perso una parte di te"
Maleficent guardò la strega annuendo, decisamente più rincuorata.
"Se ci arrendiamo adesso saremo davvero spacciate appena gli umani arriveranno." commentò Regina preoccupata.

Emma sperò con tutta sé stessa che fosse riuscita a comunicare con Regina.
Non sembrava un sogno, era così reale: aveva passato tutto il tempo a ripetere le informazioni che sapeva per poterla aiutare, per poter proteggere le persone che amava che si erano rifugiate dietro la parete di fuoco.
Neanche Ruby che aveva dato il cambio a Killian, tuttavia, aveva avuto un sonno tranquillo.
Quella notte aveva sognato sua madre o meglio era un ricordo: Anita era morta per proteggerla quando era ancora una cucciola, uccisa dai cacciatori umani.
Solo dopo si erano accorti che quello non era il cucciolo di un lupo qualsiasi, ma di una strega muta forma.
La bambina di appena un anno e mezzo, in età umana, era stata portata alla corte del regno bianco e da subito il re aveva notato la caratteristica del cucciolo.
Anita stava cercando di portarla al sicuro e gli umani l'avevano uccisa.
Sua madre era una guerriera valorosa dell'esercito delle streghe ed ora sua figlia era costretta a servire l'esercito dei suoi assassini per averla risparmiata.
Ruby ricordava bene il percorso che Anita faceva per andare alle cascate e appena si avvicinò il richiamo del lupo si fece spazio dentro di sé.
Sentiva i lupacchiotti correre e giocare, le loro madri accudirli e riuscì a visualizzare ogni cosa in modo chiaro.
Emma si avvicinò a Ruby capendo immediatamente.
La lupa guardò Emma sconvolta. La principessa capì che lei sapeva, il suo istinto lo percepiva.
"Lei la sta allattando adesso" le sussurrò solo.
Emma sorrise dolcemente e le si strinse leggermente il cuore nel petto.
Quanto avrebbe voluto condividere quel momento insieme a Regina, stringerla a sé e guardare per ore la figlioletta dormire.
"Ti prego" replicò Emma.
Ruby abbassò lo sguardo allontanandosi da lei.
Non avrebbe condiviso quell'informazione con Snow, aveva ben altri problemi.
Provò a combattere il suo istinto per quasi un'ora: iniziò a tremare e a sudare freddo, la sua temperatura incredibilmente alta.
Voleva tornare dalla sua famiglia, ma li avrebbe fatti scoprire. Doveva resistere al richiamo degli ululati che la imploravano di tornare.
"Ruby che diavolo c'è?" chiese Snow spazientita dal suo continuo tremare.
La lupa scosse la testa, cercando di smettere di mostrare i sintomi della sua resistenza.
"Lasciatela andare. Troverà da sola il nascondiglio" propose Grumpy.
"Si, credo anch'io si sia riposata abbastanza" replicò Snow facendo per toglierle il mantello.
Ruby la frenò bruscamente.
"Ti prego" disse quasi singhiozzando, riuscendo a vedere chiaramente i piccoli lupacchiotti che lottavano e giocavano spensierati.
"Non farmelo fare"
Snow la guardò prendendole il viso tra le mani con fare materno, per poi stringerlo.
"Tu non sei un mostro come loro Ruby. Non sei un animale, sei stata civilizzata. Una volta sterminate le streghe tutto sarà come deve essere e tu sarai libera da questa dannata maledizione. Ricordi? Mio padre ti ha donato questo mantello e ti ha dato una casa quando chiunque ti avrebbe uccisa senza pietà. Ce lo devi" le rammentò Snow decisa.
Ruby scoppiò in lacrime, per poi annuire ripetutamente.
Snow accennò un sorriso accarezzandole la guancia.
"È ora di entrare nella storia" affermò togliendole il tessuto di seta color del sangue.

Regina guardò le sue sorelle attirando la loro attenzione per la seconda volta nella giornata. I loro visi però erano già rassegnati e determinate a passare gli ultimi momenti con i loro cuccioli.
Era questione di tempo ormai prima di essere catturate.
Regina si schiarì la voce prendendo la parola.
"So che questi mesi sono stati i peggiori delle nostre vite. So che tutto quello che desiderate sono una casa sicura e del tempo prezioso con i vostri piccoli e la vostra famiglia perché è quello che desidero anch'io" spiegò accennando un leggero sorriso e guardando la piccola accanto a lei.
"Ma tutto questo non sarà possibile fino a che questo conflitto continua ad esistere. Se cediamo adesso tutto ciò per cui abbiamo lottato, tutto ciò per cui la nostra stirpe ha lottato andrà perduto" disse alzando leggermente il tono.
"Possiamo ancora vincere. E anche se dovessimo essere sconfitte, non lo faremo arrendendoci, ma lottando fino all'ultimo respiro" affermò sicura.
Le streghe la fissavano attente, così come i cuccioli più cresciuti incuriositi.
"Questa è la nostra casa ed io sono la vostra sovrana, la vostra guida. Non intendo mollare adesso" disse guardando le streghe una per una.
Henry la fissava orgoglioso, mentre Maleficent si avvicinò zoppicando leggermente a lei, prendendole la mano.
"Sempre fedele mia regina" affermò inchinandosi.
Dopo poco ogni singola strega replicò il gesto, inginocchiandosi al suo cospetto, e urlò il grido di battaglia facendo sorridere soddisfatta Regina.
"Maleficent tu ti occuperai della stirpe dei draghi. Tutte le uova devono essere mimetizzate" spiegò Regina.
Maleficent annuì avvicinandosi al suo gruppo per aiutare nel trasporto delle uova.
"Ivy tu dei boccioli. Sta molto attenta, una volta superata la gola troveremo un terreno fertile" disse poi.
"Certo" affermò la nipote.
Era ora di affrontare la strega più testarda.
"Ryn le uova. Oltre la gola sono sicura che..."
"Cosa? Che troveremo l'acqua? Senz'acqua le uova marciscono e noi non possiamo stare fuori più di tre lune. Significa che saremo morte, ci estingueremo. Noi restiamo qui" disse lei.
Nonostante la decisione nella sua voce, Regina poteva percepire la paura.
"È un suicidio" disse Regina contrariata.
"Almeno moriremo in acqua con onore combattendo e non a causa della disidratazione. È un disonore per tutta la nostra stirpe."
"Ci pensate ai vostri cuccioli? Non volete neanche dargli un'occasione?" disse Regina.
"Voi siete parte della nostra famiglia. Senza di voi siamo destinate a morire tutte" affermò sicura.
"Fallo per loro, Ryn" disse guardando le uova.
Erano color arancio e potevano distinguersi piccoli pesciolini formarsi al loro interno, come dei feti.
Avevano bisogno di cure e di un ambiente adatto per crescere.
Ryn sospirò incerta per poi acconsentire.
"Tutte fuori dall'acqua" ordinò.
Regina annuì accennando un piccolo sorriso.
"Freya..."
"Moriranno entro la notte se non troviamo un posto freddo" disse sicura.
"La brina ci farebbe guadagnare solo un altro giorno"
"Dobbiamo fare in fretta" affermò Regina.
Regina controllò la bambina prendendola in braccio, per poi affidarla a sua madre.
"Cosa? No... no no no" disse Cora.
"Io devo proteggere le mie sorelle. Con te, papà ed Ivy sarà al sicuro dentro la gola"
"Vuoi tagliarmi fuori adesso?" commentò la donna più anziana.
"È per Eleanor che lo sto facendo, per fare in modo di proteggerla. Mi dispiace per il pesante fardello che ti sto affidando ma non so a chi altro rivolgermi in questo momento" commentò la strega.
"Posso aiutarti e lo sai bene. Non baderò ad una mocciosa, mentre tu rischi di farti ammazzare" protestò Cora, posando la piccola distrattamente nel nido.
La bambina iniziò a piangere rabbiosamente a causa del distacco, mentre le due discutevano.
"Non puoi aiutarmi, madre. Ho bisogno che tu protegga mia figlia" affermò.
Eleanor continuava a piangere, mentre Maleficent la guardò intenerita.
La guerriera prese in braccio la piccola, mentre Regina discuteva con sua madre.
Le parole delle due erano lontane, incredibilmente attratta dagli occhi di Eleanor.
Le mani della neonata si mossero velocemente attaccandosi alle sue spalle.
Il tempo sembrò rallentarsi, mentre Maleficent sentì una grande energia invaderle il petto e tutto il resto del corpo.
Spalancò la bocca immediatamente, sentendo crescere qualcosa sulle sue scapole.
Non sentiva alcun dolore, solo sollievo.
L'azione durò pochi secondi.
Maleficent incerta provò a muovere le scapole lentamente e all' improvviso ricominciò a sentire viva una parte di lei ormai andata perduta.
"Le sue ali" commentò una cucciola, mentre tutti si erano voltati a guardarla.
Regina la guardò sconvolta, mentre Eleanor giocava con i capelli della strega.

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