43.
Regina detestava essere messa in un angolo. Lei era sempre stata una guerriera, una guida ed essere debole la stava facendo impazzire.
Certo, aveva sfiorato brutalmente la morte per la seconda volta e ne era uscita vincitrice, ma questo era decisamente un altro punto di vista che Regina non considerava in quel momento.
La strega per questo aveva passato le ore successive a rinforzarsi, mentre la bambina dormiva poco distante.
Richiamò la sua magia più volte, eppure non riusciva a mettersi in contatto.
"Non sei più solo oscurità ricordi?" commentò la madre facendola sobbalzare al suo ennesimo tentativo.
Regina sbuffò. "E come diavolo dovrei fare?"
"Sfruttare le emozioni buone, non la rabbia" propose la strega, per poi dare uno sguardo alla nipote.
Regina sospirò. "Non ci voleva adesso. É come se dovessi scoprirmi di nuovo, sono al punto di partenza" affermò sicura, per poi avvicinarsi alla figlioletta per controllarla.
La neo-mamma sorrise, accarezzandole la testa.
Non sembrava quasi vera, così piccola ed indifesa, mentre cercava protezione nell'abbraccio materno.
"Hai paura quasi di romperla vero?" commentò Cora sorridendo.
Regina sobbalzò leggermente a quel commento.
Era terrorizzata. Era il suo primo cucciolo e nonostante avesse visto diverse madri prendersi cura dei figli, non si sentiva sufficientemente preparata per una cosa del genere, soprattutto in tempo di guerra.
Ma ora era lì, era viva, doveva pensare a sua figlia ed essere la madre che quel piccolo fagotto d'amore meritava.
Le accarezzò il viso, per poi rivolgere lo sguardo alla madre.
"Che ci fai qui?"
"È il mio turno per controllarvi" rispose lei.
Regina annuì tornando a guardare il cucciolo, totalmente distratta da ciò che stesse facendo prima.
Sua figlia aveva aperto i suoi enormi occhioni e la fissava muovendo le mani.
"È talmente piccola" commentò, accarezzandole il viso.
"Avevo sempre paura all'inizio sai? Sia con Zelena che con te, non conta che sia il primo figlio o meno" spiegò Cora sicura.
La piccola mugolò, sentendo il contatto materno.
Regina sorrise, grattandole la pancia, mentre il cucciolo muoveva la gamba sinistra.
"La mia piccola Eleanor" disse dolcemente, non togliendole gli occhi di dosso e stendendosi accanto a lei.
Cora si avvicinò alle due, mentre Regina guardava la figlia protettiva.
"Sembra quasi una bambola di porcellana" sussurrò la madre, mentre Eleanor si strinse maggiormente a Regina sentendosi osservata.
"Va tutto bene shh" disse dolcemente.
"Vuole essere protetta da me" commentò innamorata, mentre il cucciolo cercava il suo seno girandosi verso di lei.
"È la cosa più bella vero? Sei il suo scudo" disse Cora, mentre Regina baciava ripetutamente la figlia.
"La amo davvero tanto" affermò stringendola forte.
Cora sorrise dolcemente, mentre la bambina si muoveva delicata giocando con i capelli della madre.
Regina annusò la testa della piccola e non poté mai dimenticare il suo odore: era simile a quello di Emma.
"Quando tu eri appena nata non volevo mai lasciarti. Non riuscivo proprio a staccarmi nemmeno per un momento, passavo le giornate a fissarti mentre dormivi" raccontò, mentre Regina la mise vicino al suo cuore facendole ascoltare il suo battito.
"Poi mi sono resa conto che non eri una bambola" precisò duramente.
"Che eri aggressiva spesso e che non riuscivi a controllare i tuoi istinti, nonostante la tua bellezza"
Regina la guardò inarcando un sopracciglio, per poi scuotere la testa.
"Non ti smentisci mai vero?" commentò cercando di tirarsi su.
"Voglio che tu stia lucida. Non lasciarti incantare dal suo aspetto, sai di cosa è capace" affermò Cora.
Regina sorrise alla bimba, mentre apriva gli occhi e la sollevava.
"Ma ciao" disse dolcemente facendo scontrare i loro nasi.
"È la mia bambina." affermò decisa poi rivolgendosi alla madre.
"Non ti azzardare a dire un'altra parola su di lei. È cresciuta dentro di me, so bene qual è la sua anima"
Cora scosse la testa. "Credimi. Non è quello che pensi"
Regina l'avvicinò a sé non prestando minimamente attenzione.
"Lei è la mia piccola. Non farebbe mai del male, specialmente alla sua famiglia. Ti sbagli"
La piccola iniziò ad agitarsi, mentre si sporgeva maggiormente verso il seno materno.
"Devo allattarla. Vorrei stare da sola" affermò fredda, facendo cenno alla madre si andarsene.
Cora annuì alla sua richiesta, mentre la figlia di trasformava e chiudeva il cucciolo sotto le ali per nutrirla.
Appena si allontanò, Cora iniziò a ripensare al passato e a cosa l'avesse portata ad essere così pessimista e diffidente nei confronti dei suoi cuccioli.
VENTISEI ANNI PRIMA
Cora cullava il cucciolo, mentre Henry le sorrideva dolcemente.
"Non è bellissima oggi la nostra piccola?" commentò il padre, accarezzandole il naso con l'indice.
"Si è sempre più belli quando si è al sicuro" disse lei rilassata, baciandole la guancia.
Zelena la fissava protettiva, mentre Regina si agitava tra le braccia della mamma.
"Hai appena mangiato piccolina" commentò stringendola maggiormente a sé.
Henry la guardò dolcemente innamorato del suo essere finalmente padre, per poi prendere in braccio Zelena.
"Hai visto fiorellino come è bella la tua sorellina?" disse lui.
Zelena annuì abbracciandolo e guardando il cucciolo.
"Regina" disse solo.
"Si è tua sorella" replicò Cora, avvicinandola alla primogenita.
Zelena accennò un piccolo sorriso facendo scontrare le loro mani.
"È mia?" chiese curiosa.
"È famiglia" precisò Cora baciandole la fronte.
Cora si addormentò stringendosi ad Henry, quando sentì la piccola piangere rabbiosamente.
Henry mugolò, mentre Cora fece per alzarsi.
"Credo abbia fame" commentò.
"Vado ad allattarla" affermò poi, mentre Henry annuì alzandosi insieme a lei.
Anche Prospero era sempre stato così premuroso con lei: appena lei si svegliava per allattare, lui la seguiva non pensando minimante di rimanere a dormire fino a quando non avesse finito.
La strega si avvicinò al piccolo nido con un sorriso, per poi pietrificarsi alla vista.
Cora la guardò sconvolta : un piccolo demone si agitava nel nido al posto della sua splendida figlioletta.
"HENRY!" gridò terrorizzata.
Il principe la raggiunse immediatamente.
Henry lo guardò con attenzione, il suo modo di cercare di avvicinarsi ad entrambi.
"Cara credo che sia Regina" commentò avvicinando la mano alla sua testa.
"Non è normale... si inizia intorno ai quattro o cinque anni e deve essere risvegliato lentamente... è troppo presto" gli fece notare Cora.
Henry accarezzò la testa della piccola, mentre il demone ridacchiò leggermente.
"È un piccolo prodigio allora." commentò, senza essere minimamente turbato.
"È un mostro" replicò disgustata la madre.
Henry la guardò infuriandosi.
"Non permetterti mai più di parlare così della bambina. Chiaro?" affermò, alzando leggermente la voce.
Cora la fissava terrorizzata.
"Ha fame." le ricordò Henry.
La strega era paralizzata: non poteva essere vero, non la sua figlia perfetta.
Era la sua punizione questa, dunque.
Doveva allattarla nella sua forma originaria e questo significava ricordarle che anche lei fosse un mostro, nonostante tentasse di reprimere la sua natura.
Era una stirpe pericolosa la loro ed incredibilmente rara e ad ogni generazione si fortificava sempre più.
Quando Zelena aveva preso la natura del padre, Cora ne era stata grata e una parte di sé sperò anche Regina facesse lo stesso e fosse umana.
Certo sarebbe stato un disonore per tutta la sua intera stirpe, ma almeno non sarebbe stato un mostro temuto persino dalle stesse streghe.
Cora la prese in braccio incerta e il demone iniziò a ringhiare.
"Sta ferma" affermò senza pazienza.
"Devo solo allattarti... sta ferma!" sbottò senza neanche accennare un minimo di dolcezza.
Regina si accorse della sua agitazione e si sentì in pericolo.
Cora gemette dal dolore, vedendo del sangue sulle sue mani.
"Mi ha morsa" commentò preoccupata.
Henry guardò la figlia tornata umana mentre piangeva.
"Mi ha morsa" ripeté a voce più alta.
"Tesoro, non voleva farlo..."
Cora la guardò spaventata lasciandola nel nido da sola e allontanandosi.
"Cora" la chiamò Henry, mentre Regina protese le mani verso il padre piangendo disperata.
Si agitava singhiozzando e richiedendo l'affetto da almeno uno dei suoi genitori.
Si sentiva abbandonata.
Henry la prese in braccio sicuro, avvicinandola al suo petto.
"Shh va tutto bene, Hey..." disse dolcemente il padre.
La cucciola si strinse a lui, cercando di calmarsi.
"Starò sempre con te Regina, quando avrai bisogno di me io ci sarò, te lo prometto" giurò baciandole la fronte.
PRESENTE
Henry entrò nelle cascate insieme alle streghe superstiti, stanco, ma pieno di informazioni.
"Devo parlare con mia figlia immediatamente" affermò, mentre le altre streghe lo aiutavano e gli fornivano cibo ed acqua dopo il lungo viaggio.
"Regina!" la chiamò Cora.
"È tornato" disse con un piccolo sorriso.
La strega sospirò sollevata, raggiungendolo immediatamente.
Regina si avvicinò al padre con la figlioletta in braccio e l'anziano uomo si pietrificò a quella vista.
Era partito quando Regina aveva poco più che un accenno di ventre rigonfio ed ora al suo posto c'era il tesoro gelosamente nascosto.
La sua nipotina era finalmente con loro.
"Papà" disse dolcemente, mentre il principe sorrise emozionato.
"Ti presento Eleanor"
Henry non riuscì più a trattenersi, appena vide la piccola incrociare il suo sguardo.
Le lacrime solcarono il suo viso rugoso, fissandola innamorato.
Regina la porse al padre, mentre Henry la prese immediatamente avvicinandola a sé.
"Eleanor questo è il nonno" disse sorridendo la strega.
"Ti assomiglia tanto" affermò Henry.
Cora li fissava da lontano, quando il principe iniziò a parlare di ciò che fosse riuscito ad ottenere vagando per i regni umani.
Era uno di loro in fondo ed era stato facile per lei confondersi per avere informazioni.
"Sono stato alla corte di Re Stephan" iniziò porgendo la piccola tra le braccia della madre.
"Aurora o meglio Rosaspina non è sempre stata una principessa" precisò.
Regina spalancò gli occhi. "É una di noi. Una figlia dei giardini"
Henry annuì. "Stephan desiderava disperatamente un erede. Ebbene non è stato un miracolo: la regina Leah non è mai stata gravida. Rosaspina è stata rapita al regno delle streghe, è uno dei nostri cuccioli. Hanno cambiato il suo nome con Aurora per non destare alcun sospetto"
"Hanno fatto credere che fosse colpa nostra. Allora non capivo il motivo, ma adesso..."
Regina guardò il suo cucciolo, stringendola a sé maggiormente.
Non poteva neanche immaginare il dolore che avesse provato la madre a cui era stato strappato il cucciolo dalle braccia per un loro capriccio.
"Non é tutto. Ricordi la storia della maledizione?"
"Eccome, Maleficent voleva vendicare la sua piccola dopo che era stata uccisa." disse Regina.
Il funerale era stato straziante. Aveva poco più di dieci anni e già da allora non riusciva a comprendere la crudeltà degli umani.
Aveva un'amica, Emma, ma lei non era così.
Eppure aveva aspettato qualche giorno per rivederla, troppo scossa e spaventata da quella terribile tragedia.
"Non ha mai avuto effetto perché Aurora non era umana e non era la loro bambina"
Regina inarcò un sopracciglio.
"Quei sedici anni sono serviti per studiare il cucciolo ed elaborare il veleno. Aurora ha quasi diciassette anni adesso e la maledizione non si è compiuta. Appena il suo dito ha sfiorato l'arcolaio come l'incantesimo del sonno indicava, il suo dito ha iniziato a perdere aloe e linfa, non sangue" raccontò Henry ancora sconvolto.
La piccola si agitò tra le braccia di Regina iniziando a piangere.
Cora si avvicinò ai due. "La prendo io" propose.
Regina la guardò incerta. "Tranquilla, so come calmare un cucciolo"
La strega sospirò acconsentendo e porgendola alla madre.
"Come fai a conoscere tutta questa storia se è un segreto così grande?"
"Perché il veleno è pronto e sono stati ben felici di inviarlo al regno bianco. Snow White ha promesso la guarigione per tutte le streghe che si fossero unite a lei e Rosaspina non sa assolutamente nulla della sua famiglia. Crede che la sua sia una maledizione" spiegò il padre.
Regina si mise le mani nei capelli. Stavano facendo credere ad una ragazzina di essere sbagliata, maledetta e le stavano portando a rinnegare la propria natura.
"Non è la sola corte che ha esseri magici. E come hanno fatto con Rosaspina..."
"Almeno sappiamo che non abbiamo talpe." commentò Regina.
La donna sospirò. "Sono spaventate, hanno bisogno di aiuto. Dobbiamo trovare un modo per avvicinarci ad uno di loro, fargli capire di essere stato ingannato e cercare di portarlo dalla nostra parte." affermò sicura.
"Re Tritone è preoccupato per Ariel. Devo portargli l'infausta notizia che ha già venduto la sua coda in cambio delle gambe" spiegò Henry.
Regina annuì per poi abbracciare il padre.
"Mi sei mancato tanto" affermò sicura stringendolo forte.
Henry le accarezzò il viso. "Sei una splendida mamma"
Regina sorrise, orgogliosa della sua creazione.
"Riposa ora. Avere questo nome è stato prezioso, così faremo in modo che i suoi genitori la raggiungano. Possiamo trovarla con l'incantesimo di sangue" disse la moretta, per poi voltarsi cercando la madre con lo sguardo.
Sua figlia si era addormentata tra le braccia della nonna, serena, mentre Cora sorrideva debolmente.
Regina non l'aveva mai vista sorridere così.
Emma cavalcò velocemente, seguendo la strada per tornare al castello. Era rischioso, ma necessario per salvare la sua gente e le streghe dalla guerra.
Politea aveva raccolto in un acchiappa sogni i suoi ricordi e la verità su Eleanor così che Snow White potesse vederlo con i suoi occhi.
La principessa era tesa e molto preoccupata, ma determinata a raggiungere sua madre per fermare quella follia.
Era passato un giorno di viaggio ed Emma era stata costretta ad accamparsi per riposare qualche ora.
Le mancavano terribilmente Regina e la sua bambina.
L'aveva vista per poco tempo, eppure ricordava ogni singolo dettaglio del nuovo amore della sua vita.
Avrebbe voluto stringere Regina forte a sé quella notte, baciarla, per poi passare la notte a guardare la loro piccola, a vegliare su di lei.
Regina pensava lo stesso, guardando il cielo stellato dalla caverna con la figlioletta tra le braccia.
"La mamma torna presto piccola" sussurrò baciandola dolcemente sulla testa.
Emma provò a riposare, ma dormì poco e il suo sonno fu agitato.
Riprese il suo cammino all'alba tenendo un passo veloce.
Quei boschi erano difficili da attraversare, ma grazie all'oggetto che aveva portato con sé di Snow e all'incantesimo di localizzazione, uscire dalla foresta oscura non sarebbe stato difficile.
Tuttavia, quando nel buio, vide degli occhi gialli fissarla, le cose iniziarono a precipitare.
La piccola iniziò a piangere durante la notte rabbiosamente, svegliando Regina.
"Hai già fame mh?" commentò assonnata avvicinandosi a lei.
La brunetta si trasformò lasciando che sua figlia istintivamente potesse avvicinarsi per essere allattata.
Aveva visto sua sorella fare qualcosa di simile mille volte e ricordava ancora quanto forte Ivy piangesse.
Sua sorella era sempre stanca ed irritabile, eppure a Regina non pesava.
O meglio era agli inizi e per lei ogni momento era prezioso.
Cora la fissava nascosta, mentre Regina aspettava paziente che la piccola fosse sazia, leccandole la testa sotto forma di demone.
Sentendosi osservata, chiuse le ali, per poi posare la testa a spirale, proteggendo il momento in cui avveniva l'allattamento.
Nel frattempo l'altra mamma di Eleanor correva nella foresta inseguita dalla feroce bestia.
Era totalmente fuori controllo e rischiava di essere aggredita.
Ruby le ringhiò contro, mentre sentiva dei cavalli dietro di sé.
Il lupo le saltò addosso disarcionandola.
"Ruby sono io... Ruby" disse mentre le ringhiava a pochi centimetri dal viso.
Il lupo la guardò sentendo il suo odore, quando sentì la sua padrona fischiare dicendo di fermarsi.
"Emma?" commentò sorpreso il principe avvicinandosi per primo.
Killian la guardò sconvolto quasi tremando.
La sua Emma era viva.
"Mio Dio Emma" commentò Killian.
"Fermo" disse Emma indietreggiando.
"Non voglio farti del male" affermò il principe.
"Io non lo sapevo, tesoro... io..."
"Devo parlare con mia madre" affermò Emma interrompendolo ansimando.
"Sei ancora sotto incantesimo" commentò Killian sconsolato, notando l'anello di Regina che Emma portava all'anulare.
Emma inarcò un sopracciglio per poi vedere la donna poco distante da lui.
"Ciao mamma" disse Emma accennando un leggero sorriso.
Doveva restare calma. Doveva prenderla con le buone.
Snow si voltò verso la figlia, quasi commossa nel vederla dopo tanto tempo.
"Mi hai chiamata mamma..." commentò quasi in un sussurro.
Emma annuì avvicinandosi alla sovrana ed abbracciandola.
Snow le accarezzò i capelli tremando, colta totalmente alla sprovvista.
"Mi sei mancata molto" commentò sincera Emma, mentre una lacrima solcò il suo viso.
Snow sospirò stringendola forte a sé.
"Questo significa che finalmente hai capito? Che sei dalla nostra parte?" chiese sollevata, asciugandole le lacrime.
"Significa che ci sono delle cose che ho scoperto che meriti di sapere" affermò Emma.
I nani accorsero mentre Ruby si riprendeva dalla sua lunga trasformazione.
"Vostra maestà Ruby ha trovato delle tracce. Portano alle cascate di lava" annunciò Grumpy.
La sovrana lo guardò grata, poi ragionò. "Lì allevano i loro cuccioli. Ci saranno streghe molto deboli e concentrate sulla prole. Sarà facile prenderle e usarle come leva" disse sicura.
Emma pensò alla sua piccola e a Regina, ma dire a sua madre della figlioletta non era decisamente un'opzione.
"Attaccate e portatele qui. Le altre verranno a reclamarle e allora... allora le stermineremo tutte. Abbiamo il tempo di completare il veleno ora che Emma è qui. L'unico modo per sconfiggere la regina, così diceva Rumplestiltskin"
Quel dannato bastardo aveva tradito tutti.
"Sta tranquilla tesoro ti libererò presto totalmente dall'incantesimo" affermò Snow.
Emma scosse la testa. "Madre ascoltami... sono qui per qualcosa che riguarda la nonna. È importante che tu ne sia a conoscenza prima"
Snow sbiancò. Non sentiva parlare di sua madre da tempo immemore ormai ed era assurdo che Emma sapesse qualcosa.
Emma le prese la mano allontanandola da occhi indiscreti per poi prendere l'acchiappasogni che aveva portato con sé.
"Tua madre, la nonna, hanno riempito la nostra vita di menzogne" iniziò Emma.
"Ho parlato con la strega che l'ha uccisa"
"Tu cosa hai fatto?!" esclamò Snow inorridita.
"Ascoltami" affermò Emma.
La principessa prese l'acchiappasogni e davanti agli occhi della sovrana bianca come la neve passarono i ricordi di Politea che riguardavano la sua vera madre.
Una lacrima solcò il viso di Snow, il cuore le batteva forte.
"Eleanor era la tua vera madre. Lei era un'alleata delle streghe" disse con un piccolo sorriso.
Snow la guardò tremando.
"Sei venuta fin qui per dirmi questo?" commentò sconvolta.
"Per mostrarmi queste bugie?!"
"Tu non capisci... io l'ho visto, ho visto quello che hai visto tu adesso ed è la verità." affermò indicando l'acchiappasogni.
"Questi sono i ricordi di Eleanor e di Politea. Loro erano innamorate" spiegò sorridendo.
Snow indietreggiò preoccupata.
"Mi ero illusa che avessi capito" affermò Snow tremando.
"Ti hanno totalmente corrotta"
Snow scosse la testa mettendosi le mani nei capelli.
"Devo uccidere quelle streghe io stessa"
Emma scosse la testa.
"Snow se farai del male a Regina di nuovo io non potrò mai perdonarti" affermò sicura con rabbia.
Emma provò poi a cercare di convincerla pacificamente, vedendo le numerose armi.
"Possiamo trovare una tregua. Posso mostrarti la tomba di Eleanor e provare a stabilire un contatto con lei... Prima di fare una carneficina e mettere in mezzo degli innocenti dovresti almeno provare a credermi"
Snow sorrise sarcastica.
"Emma ti conosco fin troppo bene. Tieni parecchio a quel dannato popolo e diresti di tutto per proteggerlo. E in ogni caso non lascerò che chi ti tiene sotto scacco viva un secondo di più... credimi appena Regina esalerà il suo ultimo respiro l'incantesimo si romperà"
Emma spalancò gli occhi. "Credi ancora a questa follia e non a ciò che ti dico con le prove?"
Snow non le prestò più attenzione.
"Sei così ingenua Emma... sei caduta nella loro trappola, ma mi rifiuto di perdere la speranza con te." affermò.
Emma scosse la testa. "Mamma non è così... perché rifiuti di vedere la realtà?!"
"La nostra conversazione è finita" affermò Snow.
Emma guardò le sue mani per poi arrestarsi.
Non era ancora tempo di combattere, doveva trovare un modo per avvertire Regina prima che fosse troppo tardi.
Doveva in atto il piano e in fretta, perché il tempo si stava rapidamente esaurendo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro