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39.

Regina cercava di sentire il contatto con la natura: il sussurro del vento tra le foglie, il colore del grano, la trasparenza dell'acqua.
Teneva gli occhi chiusi, accarezzando il ventre di rigonfio per comunicare con il piccolo.
Riusciva a visualizzare l'immagine del bambino mentre veniva nutrito attraverso il cordone ombelicale.
Non riusciva a vederlo bene, a causa del liquido nero che lo circondava e lo proteggeva.
Regina prese respiri profondi, cercando di concentrarsi sul ritmo del suo respiro.
Era rilassata, ma non del tutto, mentre faceva lenti cerchi sul ventre.
Sorrise debolmente sentendosi finalmente tranquilla, quando una voce la fece sobbalzare e perdere la concentrazione, ma soprattutto la calma appena raggiunta.
"La stai mandando via di proposito non è così?" commentò Cora, furiosa.
"Buongiorno madre" commentò ansimando Regina per lo spavento.
"Mi stavo preparando al parto. Non avresti dovuto spaventarmi in quel modo..."
"Non ti servirà a nulla credimi" commentò Cora con superficialità, per poi ritornare sul suo argomento.
"Perché diavolo lo stai facendo? Non ci serve un esercito lì."
Regina sospirò accarezzandosi la schiena.
"Non voglio che mi veda morire. Voglio che quando torni a casa il suo primo pensiero sia prendere fra le braccia nostro figlio, stringerlo e poi pensare a me, a noi quando eravamo felici, non a quando ero... agonizzante" spiegò Regina, cercando di nascondere la sua paura.
Cora scosse la testa. "Ti sei arresa"
"Ho altra scelta? Il mio destino è segnato." affermò la strega.
"Domani stesso io partirò con il vero esercito e farò ciò che devo. Lei ancora non lo sa, ma sto per dirle addio. " disse Regina.
Cora la guardò sconvolta e Regina cercò di sostenere il suo sguardo. Tuttavia sapeva che niente l'avrebbe protetta dalla sua furia.
"Sei ad un paio di settimane dal parto, non azzardarti minimamente a dire, anche solo a pensare a sciocchezze del genere." disse Cora preoccupata.
"Sono io la regina. Sei tu a dover obbedire a me" affermò Regina autoritaria.
Cora la guardò con gli occhi rossi non riuscendo più a trattenere il suo disappunto.
"Ed io sono ancora tua madre. Non ti permetterò di metterti a rischio in questo modo. Hai la minima idea di quanto sarà duro il parto eh? Da sola nella foresta, come diavolo pensi di cavartela?!" esclamò Cora attaccandola, mentre Regina si alzò, iniziando a preparare le armi non degnandola più di attenzione.
Cora la strattonò per un braccio.
"Regina sono seria. Non ti lascerò andare" affermò Cora con rabbia.
"Cosa vuoi fare uccidermi forse?" commentò Regina scoppiandole a ridere in faccia.
Cora la guardò intensamente e per la prima volta Regina vide il completo terrore negli occhi della madre.
"Sta tranquilla, non nascerà prima di due settimane." la rassicurò poi, addolcendo il tono.
"Non andrai da nessuna parte" affermò Cora determinata.
Regina si voltò di scatto verso la foresta a causa del forte rumore, per poi vedere che fosse Emma.
"Giuro se ha sentito io..."
Tuttavia Emma non stava ascoltando per nulla la loro conversazione: combatteva decisa, cercando di stimolare i suoi poteri.
Era concentrata, un tutt'uno con la natura circostante mentre cercava di combattere contro i suoi demoni ed applicare ciò che l'amata le aveva insegnato.
Sorrise soddisfatta vedendo l'energia che aveva generato, per poi notare la presenza della strega.
"Ce l'ho fatta" disse sicura accennando un sorriso.
"O meglio devo ancora lavorarci, ma..."
Regina l'abbracciò orgogliosa baciandola dolcemente.
"Sono molto fiera di te" disse la strega, accarezzandole il viso.
"Andrà solo meglio"
Emma annuì per poi notare Cora dietro di sé.
"Cosa stavi..."
"Mi stavo preparando al parto e mia madre si è offerta di aiutarmi" disse prontamente Regina lanciando un'occhiata a sua madre.
"Sai la sua esperienza con due bambini credo possa essermi utile" precisò poi.
Emma concordò non troppo attenta alle loro espressioni, per poi rivolgere il suo sguardo verso Maleficent che tentava di camminare aiutandosi con il bastone.
Non la guardava con compassione o tristezza, ammirava la strega e la forza che stava avendo nel rimettersi in piedi.
La sciamana incrociò il suo sguardo mentre stava aiutando Maleficent e sembrò ipnotizzata.
Emma parlava con Regina sorridendo, quando l'anziana strega si avvicinò con passo incerto alle due.
La strega più giovane la notò voltandosi verso di lei.
I suoi occhi luccicavano, sembrava quasi impazzita, le mani le tremavano.
L'aveva già vista molte volte, eppure con quell'acconciatura, quel sorriso e la sua magia che lentamente iniziava a mostrare la sua energia, la sciamana la vide sotto una nuova luce.
"Eleanor" affermò l'anziana donna accarezzandole il viso.
"Angelo mio sei qui" disse dolcemente, con gli occhi lucidi.
"Come ho fatto a non accorgermene prima?" commentò posando la fronte sulla sua.
Emma guardò Regina confusa, mentre la strega guardò l'anziana donna preoccupata. "Mi dispiace, io mi chiamo Emma, ricordate?" disse pacata la principessa.
La sciamana la guardò scuotendo la testa, stringendo i pugni.
"Cosa ti ha fatto quel mostro?" chiese tremando furiosa.
Emma non rispose ancora confusa dalle sue domande.
"Leopold ti ha fatto ancora del male vero?" affermò con disprezzo.
"Non mi ha fatto niente" la rassicurò Emma.
"Mio nonno lui non..."
"Allora è stata quella pazza, vero?" disse.
"È una bestia quella donna. Tesoro mio ti prego... dimmi che stai bene" commentò la sciamana facendo scontrare i loro nasi.
Emma le strinse la mano. "Non sono Eleanor" ripeté dolcemente.
"I miei nonni erano il re Leopold e la regina Eva. Io sono Emma" spiegò allontanandosi da lei delicatamente, mentre la sciamana la guardò, come a metterla a fuoco meglio.
"Dov'è la bambina?" chiese confusa con rabbia.
Regina si avvicinò alla sciamana.
"Devi riposare" commentò preoccupata.
"Dici delle cose senza senso"
"Mio Dio non sembra neanche lei" commentò poi rivolgendosi ad Emma.
La madre di Regina la fissò non mostrando il minimo di tatto, sbottando.
"Non è impazzita" commentò Cora avvicinandosi alla strega, mentre la sciamana sembrò tornare in sé solo allora.
"Mamma, basta" affermò severa scuotendola con forza.
"Quella ragazza è la sgualdrina che si porta a letto mia figlia, non la tua preziosa principessa. È morta lo sai, anni fa. C'ero anche io ricordi?" spiegò.
La sciamana le guardò per poi tornare a fissare Emma.
"Sei... sei la Salvatrice." realizzò cambiando voce.
"Ma certo, come ho fatto a confondervi" commentò scusandosi per poi abbassare lo sguardo.
"Tua nonna era la regina Eva, hai detto?" chiese poi, inarcando un sopracciglio.
"Si. È morta prima che potessi conoscerla"
"Ringrazia la tua buona stella" commentò sconvolta la sciamana.
"Quella donna era crudele... una donna orribile" disse lei.
"Ha distrutto la mia Eleanor" commentò con le lacrime agli occhi.
Cora alzò gli occhi al cielo. "Vecchia pazza" commentò.
"Andiamo... ogni giorno è sempre più strana" disse sicura.
Emma si avvicinò alla strega, prendendole la mano.
"Non sapevo ci fosse una Eleanor nella mia famiglia"
La sciamana scosse la testa. "Non mi sorprende"
Emma sospirò stringendo i pugni.
"Sono anni che sento che la mia famiglia non faccia altro che mentirmi...ho bisogno di sapere la verità, almeno una. Ti prego, se sai qualcosa dimmela" propose Emma.
Regina si sedette accanto alla ragazza, guardando la nonna.
La sciamana la guardò, prendendo le sue mani e posando la mano sul suo cuore, mentre i suoi occhi si illuminarono di azzurro, ricoprendo le pupille.
"Questo è tutto ciò che so" affermò, mentre il paesaggio intorno ad Emma iniziò a cambiare.
Iniziò a vedere esattamente come andò in piccoli ricordi sparsi nell'oceano del tempo: veniva sballottata dalle sue onde, eppure riuscì a vedere chiaramente cosa accadde.

Quarantotto anni prima

La principessa guardava l'orizzonte sospirando: aveva così tanti sogni, speranze, aspettative, tanti desideri.
Aver raggiunto quasi la maggiore età significava per lei dover rinunciare alla sua libertà e chiudere i suoi sogni in un cassetto polveroso.
La splendida fanciulla dai capelli biondi amava cavalcare, correre veloce al chiaro di luna e nuotare nel laghetto vicino insieme alla sorella maggiore.
Non era il tipo di ragazza agghindata in pizzi e merletti, in enormi salotti a sorseggiare tè e spettegolare con altre dame.
La principessa non voleva nemmeno un marito così presto: voleva innamorarsi.
"Sbrigati" commentò la sorella, lanciandole contro il cuscino.
"Buongiorno anche a te Eva" commentò la principessa sbuffando.
"Incontreremo finalmente i nostri pretendenti. Non sei ansiosa?" disse la maggiore, mentre l'ancella le sistemava il corsetto.
"No" rispose sinceramente.
Eva la guardò per poi alzare gli occhi al cielo.
"Eleanor andiamo... è il momento più bello della nostra vita" affermò sicura, fissando la sua immagine nello specchio.
La principessa dai capelli biondi annuì, per poi farsi cambiare.
"Credi che sarò una brava sposa?" chiese Eva.
"Ma certo" sorrise Eleanor.
"Sei la migliore. Sei nata per esserlo"
Eva rise avvicinandosi per abbracciarla, mentre le ancelle la seguirono per non farle sciupare l'abito.
"Ti voglio bene sorellina"

Eleanor sollevò lo sguardo verso Leopold accennando un leggero sorriso.
"Non ho mai visto una donna più Bella" commentò l'uomo.
Aveva la voce arrochita dall'età, sulla cinquantina, i capelli bianchi.
Decisamente non il tipo di persona che si aspettava Eleanor.
Eva tuttavia era invidiosa delle attenzioni che il re Leopold le dedicava.
"Principe Morgan" disse Leopold chiamandolo immediatamente.
Il padre delle due fanciulle sorrise avvicinandosi al suo cospetto.
"Ho scelto la mia sposa"
Il principe si inchinò devoto baciandogli la mano.
"Eva sarà una splendida sposa per voi, maestà"
"In realtà, ho scelto la principessa Eleanor" disse sicuro indicando la figlia minore.
Il principe lo guardò mortificato e anche spaventato dalla reazione del re.
"È la mia figlia minore, purtroppo, maestà" disse.
Leopold realizzò, notando l'altra figlia di cui non si era nemmeno accorto.
Non era bella quanto Eleanor, però aveva uno sguardo accattivante ed era decisamente affascinante anch'essa, forse più matura come immagine per essere al suo fianco sul trono.
"La principessa Eva andrà bene"
Eleanor sospirò sollevata, voltandosi sorridendo verso la sorella.
La principessa però non era decisamente felice.

"Hey" sussurrò Eleanor. "Vieni fuori" disse ridacchiando.
La strega sorrise, scendendo dall'albero sul quale si era appostata.
"Sono ore che ti aspetto" commentò sbuffando.
"La funzione è durata più del previsto, ma finalmente sono sposati" commentò sospirando la principessa, addentando una mela e sedendosi accanto a lei.
"Come mai tanto interesse per il matrimonio di tua sorella?" chiese l'altra ragazza.
"Lo sai bene, Politea. Lui mi fa paura" commentò preoccupata.
Politea le strinse la mano. "Hey... sai bene cosa fare se hai paura" affermò.
"Urlo il tuo nome quattro volte e tu riesci a sentirmi anche a distanza" disse lei sorridendo e giocando con le sue mani.
"Sei un'amica preziosa" commentò Eleanor, mentre la bambina giocava poco distante e Politea le dava un occhio di tanto in tanto.
"Cora sta attenta" affermò severa.
"Papà ha detto che posso" commentò la piccola saltando allegra.
"Bé lui non c'è. Comando io, quindi adesso smettila" affermò decisa.
Eleanor la guardò tristemente, mentre la bambina si sedette offesa.
"Non sei un po' severa con lei?" commentò la fanciulla.
"Adesso sai anche come si crescono i bambini?" disse acida lei.
Eleanor abbassò lo sguardo. "Non volevo offenderti scusa"
Politea sospirò accennando un sorriso ed accarezzandole il braccio mentre la stringeva.
"Scusami sono un po' tesa... mio marito ultimamente è un po' distante ecco tutto e devo occuparmi io di Cora" spiegò la strega.
"Pensavo foste felici"
Politea scosse la testa. "Per nulla" disse sicura scuotendo la testa.
Eleanor le strinse la mano. "Sai che sono qui. Puoi dirmi tutto" affermò, mentre la strega accennò un sorriso.

Emma venne trascinata via da quel ricordo, come se fosse una conversazione che la strega non volesse che ascoltasse e vedesse.
Il paesaggio cambiò nuovamente, cavalcando un'onda temporale ben diversa.
Era buio e si trovava nel castello.
La principessa Eleanor camminava per i corridoi del castello, ripensando alle parole di Politea.
Lei non era felice. Ormai era certa che rifiutare tutti i pretendenti fosse una scelta saggia: lei voleva un legame vero con qualcuno, un amore che le facesse battere il cuore oppure non averne alcuno e trovare la felicità altrove, piuttosto che imprigionarsi in una gabbia dorata.
Bastò il suo passo per accorgersi di chi si trattasse.
Era ancora sveglio e la cercava nel buio, come un lupo con la lepre.
"Buona sera" disse sorridendo.
Eleanor tremò leggermente, indietreggiando.
"Scappate via da me?" commentò ridacchiando.
"Voglio solo parlare con voi"
"Domattina maestà" rispose Eleanor camminando a passo svelto.
"Politea" sussurrò aumentando la velocità del suo passo.
"Politea" ripeté una seconda volta, quando sentì la mano dell'uomo sulla sua spalla facendola voltare verso di lui.
L'odore di alcol le entrò nelle narici, eppure non riusciva a pensare ad altro se non ai suoi occhi.
"State lontano da me" affermò Eleanor decisa.
"Politea" ripeté una terza volta, quando Leopold posò una mano sulla sua bocca.
Provò ad urlare, ma non riuscì ad emettere nessun suono. Non riuscì mai a ripetere il nome della strega una quarta volta.

"Eleanor" disse la strega facendola sobbalzare.
"Scusa" precisò poi avvicinandosi alla ragazza.
"Non ti vedo da giorni mi ero preoccupata"
Eleanor non rispose, limitandosi a scuotere la testa.
"Va via ti prego" disse poi vedendola sedersi accanto a lei.
Era a letto ancora in camicia da notte, nonostante fosse primo pomeriggio. Fissava il vuoto e non riusciva a fare altro se non a pensare a quella notte.
La sua anima era stata annientata da Leopold con un solo gesto.
"Che ti ha fatto quel mostro?" chiese preoccupata e piena di rabbia.
Eleanor non riusciva nemmeno a piangere, era paralizzata.
"Ho provato a chiamare aiuto..." sussurrò solo.
Politea la guardò con le lacrime agli occhi, facendo per abbracciarla per poi arrestarsi.
"Se hai bisogno di stare un po' a casa nostra sarò lieta di ospitarti" disse sicura.
Eleanor annuì. "Sono terrorizzata" sussurrò.
"Non riesco a mangiare o a dormire... ho paura" ammise, scoppiando finalmente in lacrime.
Politea le strinse la mano. "Sono qui e non ti lascio"

Eleanor uscì fuori dalla stanza dopo la visita del dottore.
Quest'ultimo non osò dire una sola parola, si limitò ad abbassare lo sguardo.
"Sei gravida" commentò il padre disgustato, mentre Eva spalancò gli occhi.
Eleanor iniziò a tremare indietreggiando.
"Non è stata colpa mia lo giuro" singhiozzò.
"Sta zitta!" gridò furioso, mentre il dottore lasciò la stanza.
"È figlio di Leopold" urlò Eleanor piangendo.
Eva sobbalzò sconvolta. "Cosa?" sussurrò.
"É lui il padre di questo bambino" affermò Eleanor.
"Lo giuro su nostra madre" disse sicura, mentre il padre allungò la mano verso il suo viso per schiaffeggiarla per poi arrestarsi.
Eva la guardò disgustata, iniziando a sembrare isterica.
"TU MI HAI ROVINATO LA VITA!" Sbottò Eva in lacrime. "Stai mentendo!"
Il padre la guardò negli occhi. "Dice la verità Eva" affermò sicuro.
"È tua sorella, Eleanor... mio Dio" commentò poi scuotendo la testa.
"Non è stato a causa mia. Lui... lui..."
"È il tuo re" affermò il padre non dicendo un'altra sola parola.
"Hai disonorato tua sorella e la nostra famiglia" disse sicuro.
Eleanor strinse i pugni.
"Ma almeno darai un primogenito al re. Non hai fatto qualcosa di del tutto scorretto" commentò poi ragionando.
"Tua sorella non può avere figli. Per questo motivo, appena il bambino nascerà sarà Eva la madre" disse sorridendo soddisfatto.
"Ti sposterai nella mia residenza in campagna, fino al momento del parto così non desteremo sospetti. Organizzeremo un matrimonio subito dopo e troveremo un modo per non far notare il disonore" spiegò mentre Eva accennò un leggero sorriso.
Eleanor li guardò inorriditi. "Ma è mio figlio" commentò.
"Farai come ti dico!" sbottò il padre.

E con le urla del principe Morgan ancora nelle orecchie, la situazione della principessa Eleanor cambiò di nuovo.
Emma non percepiva più la tristezza, solo una profonda paura e malinconia.
Questa volta però erano accompagnate da ben altri sentimenti, molto più leggeri e positivi.
Eleanor guardava dolcemente Politea, mentre le sistemava i capelli.
"Grazie per ospitarmi qui"
Politea le sorrise stringendole la mano. "Sei e sarai sempre il mio angelo" disse sicura.
"Non immagineranno mai che tu possa essere qui con me" commentò baciandole la guancia.
Eleanor le strinse la mano sorridendole.
"Nutro un profondo affetto per te" confessò Eleanor posando la testa sul suo petto.
Politea fece scontrare i loro nasi ricambiando il sorriso.
"Non ho mai provato nulla del genere" replicò Politea facendole posare la mano sul suo petto.
Eleanor la guardò negli occhi innamorata, mentre
Politea la baciò dolcemente.
Fu un bacio leggero, breve, ma molto intenso.
"Era da tutta la vita che lo aspettavo" confessò la strega accarezzandole il viso, le sue emozioni totalmente fuori controllo, quando Eleanor gemette dal dolore sentendo il bambino ormai pronto per venire alla luce.
"Buon Dio..." commentò la donna.
"Non so cosa mi stia succedendo" disse Eleanor.
"Sta succedendo troppo in fretta, c'è qualcosa che non va" disse spaventata.
Politea la guardò preoccupata. "Io non sono molto pratica di parti...io..."
"Ti prego" commentò in lacrime Eleanor.
"Salva il mio bambino"
Politea annuì insicura mettendosi all'opera.
"Andrà tutto bene" giurò.

La piccola venne alla luce alle tre del pomeriggio.
Politea la porse alla madre dolcemente.
"È una bambina"
Eleanor guardò la piccola tra le sue braccia sorridendo emozionata.
"È molto bella" commentò gemendo, fissando i suoi grandi occhioni color nocciola.
Politea sorrise stringendole la mano.
"Prendila tu." disse sicura.
"Non ti lascio qui" affermò la strega scuotendo la testa.
"Ti prego. Devi proteggerla da loro... stanno arrivando lo sento" singhiozzò, porgendole la piccola tra le braccia.
Politea la prese accarezzandole la testa.
"Tornerò a prenderti appena metterò la piccola al sicuro con i miei cuccioli, te lo prometto" giurò la strega baciandola dolcemente.
Eleanor annuì, mentre Politea uscì dalla caverna avvolgendosi nel mantello e cavalcando con la piccola stretta a sé.
La principessa tremava terrorizzata che qualcosa andasse storto, mentre già sentiva la mancanza di quella parte si sé.
Sentiva odore di bruciato, urla, segnale del passaggio delle truppe del re.
Era questione di tempo ormai.

"Dov'è? Dove diavolo è il bambino?" disse Eva ossessivamente.
Eleanor la guardò stanca. "Non ha superato la notte."
"Bugiarda" l'accusò. "Dove diavolo è mio figlio?" chiese.
Eleanor sostenne il suo sguardo non rispondendo.
"Qualche strega ti sta aiutando... non andrà lontano credimi" affermò, mentre ordinò alle guardie di seguire le tracce.
Politea non aveva mai smesso di correre mentre proteggeva la piccola.
"Sta tranquilla siamo quasi a casa" affermò, facendo cenno al cavallo di andare più veloce.

La strega guardava il rifugio dei suoi cuccioli, tra cui Cora con la coda dell'occhio, mentre i soldati l'accerchiavano.
I piccoli erano silenziosi, attenti, mentre sua madre per quanto cercasse di restare lucida, era terrorizzata da ciò che sarebbe potuto accadere loro.
"Bruceremo tutto se non ci darai quel bambino"
"È il mio cucciolo" disse sulla difensiva.
"No, non lo è. Sappiamo esattamente come si comporta una strega con i suoi piccoli e di certo non ne porterebbe mai uno così piccolo fuori dalle cascate" spiegò la guardia, mentre la piccola faceva qualche piccolo vagito.
Politea ringhiò proteggendo la bambina con tutte le sue forze, per poi attaccare.
Fu un combattimento violento, Emma poteva sentire in modo vivido il dolore di Politea e per un attimo riuscì a sentire nuovamente Regina mentre chiedeva di far smettere questa tortura.
Tuttavia, la sua concentrazione tornò appena vide sua nonna che la attaccava, o meglio che attaccava Politea.
La pugnalò con la lancia dritta nel cuore con rabbia.
"Muori" disse sicura, gli occhi che le luccicavano di odio.
I suoi cuccioli la videro accasciarsi, mentre la maggiore, Cora, strinse gli altri a sé per evitare di farli piangere e farsi uccidere.
Affrontò quella immagine in modo freddo e lucido, proprio come sua madre le aveva insegnato.
La neonata piangeva poco distante, che la regina si affrettò a recuperare.
E così come era arrivata, la furia lasciò il campo e il corpo di Politea sull'erba, mentre una pozza di sangue nero si diramava dalla sua ferita.

Eva scosse con forza la sorella, mostrando come la piccola fosse tra le sue braccia.
"Piccolo tesoro, sei con la tua mamma adesso" commentò cullandola.
Eleanor ansimò terrorizzata. "Che hai fatto a Politea? Che diavolo le hai fatto?" chiese preoccupata per poi guardare il corpo della strega accanto a lei.
L'aveva fatto trasportare lì solo per torturarla.
Eleanor le accarezzò il viso con le lacrime agli occhi.
"Perché tutto questo?" chiese piangendo.
"TU MI HAI PORTATO VIA TUTTO" replicò Eva.
"Mio marito, il mio momento, il mio trono, il mio desiderio di avere un bambino, ogni cosa. Io sono la maggiore, io dovevo essere regina e tu hai pensato bene di sedurlo" spiegò la sorella.
"Era lei la persona che amavo" sbottò Eleanor, non lasciando la mano della strega.
"Non mi è mai importato nulla di Leopold. Lui ha abusato di me ed è bastata quella singola volta perché mi desse un figlio... te lo giuro io non volevo un bambino con lui" spiegò la sorella per l'ennesima volta.
"Devi credermi" disse Eleanor, mentre Eva la guardava con gli occhi lucidi.
"Tu non volevi dargli un figlio?" chiese accarezzandole il viso.
"No" rispose Eleanor stringendole la mano.
"Non avrei mai potuto far soffrire mia sorella, io ti voglio bene" disse dolcemente.
Eva la guardò con rabbia trafiggendo il ventre con la sua spada.
Eleanor si tenne il punto in cui aveva iniziato a sanguinare, guardandola in lacrime e gemendo.
"Non avrà mai una madre come te. Mai." disse con disprezzo.
"Morirai in questa terra maledetta insieme a lei"
Eleanor la guardò tremando.
"Eva..." sussurrò fissando la piccola tra le sue braccia.
"Questa bambina sarà pura. Bianca come la neve" affermò.
Eleanor guardò la strega poco distante da lei cercando di raggiungere la sua mano e poco prima che la vita lasciasse il suo corpo riuscì a sfiorare le sue dita.
Appena tutti si allontanarono abbastanza, Cora uscì fuori dal suo nascondiglio, correndo a soccorrere la madre e somministrandole l'antidoto che aveva preparato.
"Mamma ti prego svegliati" sussurrò in lacrime, strofinando il muso sul suo petto e accoccolandosi a lei.
"Non mi lasciare" disse piangendo, mentre lentamente la strega si riprese accarezzandole delicatamente i capelli.
"Non devi piangere mai." sussurrò a fatica, mentre si riprendeva.
Cora sorrise sollevata, mentre la madre apriva gli occhi debolmente.
La visione però fu terribile: la donna che amava era sul pavimento, mentre tentava di stringerla.
"ELEANOR!" gridò Politea appena la vide priva di vita sul pavimento.
"Eleanor..." sussurrò con gli occhi lucidi.
Politea non sentiva più il battito nel suo cuore, sapeva che ormai Eleanor era libera nel vento, la sua anima cavalcava il suo amato destriero, eppure la strega non riusciva ad accettarlo. Non una lacrima però solco il suo viso, solo una totale disperazione stringeva il suo cuore in una morsa.
Cora la guardava sconvolta, mentre la strega accarezzava il viso di Eleanor.
"Io ti amo" disse più volte.
La strega gridò devastata, mentre intorno al suo mondo si creò una barriera talmente forte che nessun umano sarebbe mai più entrato nel suo regno ferito.

Presente

Le lacrime solcarono il viso di Emma, mentre si riprendeva.
Rivolse il suo sguardo alla sciamana, la sua bellezza sfiorita dall'età, il volto solcato dalle rughe e dai dolori che la vita le aveva riservato.
Eppure era ancora Politea, la strega orgogliosa e forte che aveva amato la sua vera nonna.
Regina le accarezzò la schiena preoccupata della sua salute, eppure Emma aveva ben altri pensieri.
"Mia m... Snow White era... era la figlia di Eleanor?" chiese sconvolta.
"Quel mostro l'ha strappata a sua madre e l'ha plasmata. La maledizione di infertilità colpisce tutti i primogeniti malvagi della stirpe del re che ha fatto la prima guerra contro di noi, così che nessun frutto marcio nascesse più" raccontò Politea.
"Anche Snow White ha avuto difficoltà ad avermi, ma lei è figlia di Eleanor" commentò Emma.
Politea scosse la testa dispiaciuta.
"Quel mostro deve averla cambiata, sporcato la sua anima e riempito la testa di bugie. La figlia di Eleanor non avrebbe mai potuto fare qualcosa di simile" spiegò la sciamana.
"Dev'essere per forza così. Tu non hai concepito perché io ti ho maledetta con il mio veleno" ragionò Regina.
"E sei riuscita comunque ad avere un bambino. Tu sei pura e buona" disse Politea.
"Devo dire a Snow White la verità. Conoscendo tutta la storia avremo una speranza di evitare la guerra" commentò Emma.
"Lei è convinta che le streghe siano il male perché hanno maledetto sua madre dopo averla rapita e torturata e crede che siano responsabili della sua morte. Appena saprà la verità sarà lei stessa ad interrompere il conflitto" spiegò la principessa.
Regina sospirò sollevata. "Devi andare immediatamente. Possiamo evitare il conflitto e risolvere ogni cosa"
Emma la strinse forte a sé, ancora scossa per ciò che aveva visto.
"Tu non hai idea..."
"Anche io l'ho visto" confermò Regina accarezzandole il viso.
Cora guardava la madre scuotendo la testa.
"Ti sei strappata il cuore dopo quell'episodio vero? È stato allora che hai smesso di amarmi?" chiese accusatoria stringendo i pugni.
La sciamana la guardò squadrandola con disprezzo.
"Sei sempre stata una delusione"
"Io ti ho salvato la vita" sbottò Cora con gli occhi rossi.
Cora scosse poi la testa, sospirando ed accennando un sorriso amaro.
"E tu amavi solo quella donna" commentò Cora.
"Un'umana e tu... tu hai condannato il mio amore dicendomi che avessi disonorato la stirpe, la nostra famiglia" disse con rabbia.
"TU TI SEI MISCHIATA CON GLI STESSI UMANI CHE HANNO UCCISO ELEANOR!" gridò Politea, scatenando la furia nascosta per troppo tempo.
"NON LE HANNO FATTO ALTRO CHE MALE, LE HANNO PORTATO VIA LA BAMBINA"
Regina si avvicinò alla strega. "Nonna basta" disse cercando di placare la sua ira.
La giovane strega tuttavia non sapeva tutto dell'anziana donna.
"E poi... hai tenuto lei con te e hai generato il grande Male." commentò disgustata, mentre Regina si sentì ferita da quelle parole inaspettate.
Cora la guardò ringhiando ponendosi davanti a Regina.
"Lei è mia figlia" disse sicura. "Il mio cucciolo e nessuno deve mai permettersi di toccarla o di umiliarla. Sono stata chiara?" disse con violenza.
Regina accennò un leggero sorriso, mentre Cora le strinse la mano.
"Gli umani sono maledetti. Appena c'è uno spiraglio di luce lo distruggono" disse con rabbia Politea.
"Persino la Salvatrice è frutto delle loro colpe"
La sciamana scosse la testa, stanca, allontanandosi dalle tre donne, stirando le pieghe del suo vestito.
Camminò leggermente barcollando, e mentre si dirigeva nella sua dimora affermò:
"E con l'avvento del nascituro anche la nuova generazione sarà macchiata dall'Oscurità" concluse.

PERSONAGGI GUEST DEL FLASHBACK

Politea da giovane

Eleanor

Eva

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