31.
TERRA DELLE STREGHE
Emma accarezzava il braccio di Regina stringendola a sé, facendo dei lenti cerchi con le dita.
La stanza era illuminata dalla luce lunare e dal leggero fuoco delle candele e delle fiaccole.
Emma era immersa nei suoi pensieri, seppur ancora invasa dalle intense sensazioni provate attimi prima. Eppure non riusciva a fare a meno di pensare alle parole di Cora e alla visione che aveva avuto appena si era immersa nell'acqua sacra.
"Sei tesa" commentò Regina, sentendo il suo tocco incerto.
"Cosa c'è?" chiese guardandola negli occhi.
"Stavo pensando" disse Emma sospirando.
"Mh mh...A cosa?" chiese Regina con un sorriso girandosi su un fianco non smettendo di accarezzarle i capelli.
"A quella notte... in cui ci siamo separate" rispose Emma.
Regina le accarezzò il viso, cambiando espressione. "Perché pensare ad un avvenimento così disperato?" chiese Regina tristemente.
"Ho avuto una cicatrice da quella notte e l'altro giorno ha iniziato a darmi fastidio. Da quando sono qui la sento e poi... ho avuto una visione" rispose Emma, omettendo la conversazione con la madre dell'amata.
Regina si fece attenta. "Che genere di visione?"
"Quando mi hai immersa, per pochi secondi ho vissuto di nuovo quella notte. Ho un enorme vuoto di memoria dopo che tua madre mi ha stordita, ma improvvisamente è tornato tutto a galla. È stato strano" raccontò Emma.
Regina deglutì debolmente.
"Cosa hai visto?" chiese.
Emma si porto le mani nei capelli, portando una ciocca dietro l'orecchio.
"Due occhi rossi nel buio e... e urlavo...e... mio Dio è tutto così confuso. Dicevo solo ti prego, Regina. Ricordo questo." rispose riprendendo quasi fiato per l'agitazione.
"È stato troppo veloce ed improvviso per poter restarmi impresso altro. E poi è comparso quello strano simbolo sul mio polso..."
Regina annuì, per poi accarezzarle ritmicamente la mano.
"Fammi vedere la ferita" affermò Regina.
Emma tolse i capelli da dietro la schiena mostrandole la cicatrice.
Regina spalancò leggermente la bocca toccandola delicatamente, come se potesse ancora farle male.
Appena poggiò le dita sulla ferita, davanti a lei si palesò la scena di quella notte, facendola urlare.
Emma sobbalzò, mentre Regina tolse i polpastrelli dalla cicatrice.
"Sono stata io" affermò come in trance.
"Io ti ho fatto questo" commentò disperata.
Regina aveva detto la verità e sembrava davvero non ricordare nulla di quella notte.
"Dio Emma mi dispiace tanto. Ero stordita e... non volevo farti del male" affermò per poi cercare di guarirla.
"Regina andiamo non puoi essere stata tu..." disse Emma sicura, testando ciò che Cora le avesse detto.
"È un miracolo che tu sia sopravvissuta, neanche la mia magia riesce a guarirti" commentò poi preoccupata.
"Chiederò alla sciamana di controllarla, per sicurezza"
Emma sorrise debolmente baciandola.
"Potresti raccontarmi come... come hai fatto a ferirmi? Non ho alcun ricordo di quella notte" disse Emma, indagando.
Regina scosse la testa. "Fa troppo male" affermò con un fil di voce.
"Voglio saperlo" ribatté Emma, stringendole la mano.
Regina la guardò. "Ho perso il controllo e... non mi sono resa conto di... di averti morsa. Ricordi? Le streghe mangiano i cuori e... non ci ho visto più. Me ne vergogno, davvero, e ho avuto così paura di averti persa. Credevo di averti uccisa e non mi sono mai perdonata" raccontò.
Emma le fece posare la mano sul suo petto.
"Ma è già tuo questo"
Regina scosse la testa con un piccolo sorriso, baciandola intensamente mentre Emma strofinava dolcemente il naso sul suo viso, annusando il suo profumo.
"Ti amo" giurò Emma.
"Ti amo anch'io" rispose Regina.
Emma si preparò rilassata dopo la notte trascorsa con la sua amata.
Avevano parlato molto, confessato segreti tenuti al sicuro per troppo tempo. E poi si erano baciate, toccate, permesso al loro amore di elevarsi alla potenza rendendo un tutt'uno i loro corpi.
Avevano baciato ogni cicatrice, ogni segno, ogni parte del corpo dell'altra e avevano nutrito le loro anime dello splendido sentimento che condividevano.
Quella giornata era iniziata magnificamente, se non fosse stato per l'ombra oscura che fece la sua comparsa pochi secondi dopo che Emma si era lasciata ai ricordi della notte appena trascorsa.
"Potreste gentilmente smetterla di seguirmi?" commentò Emma spazientita.
Cora si sedette sul divanetto, come in attesa.
"Regina non è pericolosa. La conosco di certo meglio di voi, visto come l'avete trattata per tutta la sua vita. Avete la minima idea di quanto abbia sofferto? Quanto abbia pianto tra le mie braccia per il vostro ennesimo torto?" l'attaccò Emma.
"Ho dovuto farlo, lei non è quello che sembra. Guarda la sua piuma, Emma. È malvagia, è letale, non è la ragazza che ricordi, è cambiata" affermò Cora.
"Non vi credo e non lo farò mai." disse Emma.
"È sincera e... e buona" precisò la principessa.
"Avete eretto una barriera per non farci ritrovare e chissà cos'altro... è inspiegabile che siamo state separate per così tanti anni senza riuscire a ritrovarci. C'è uno zampino magico e non può essere che vostro" l'accusò Emma furiosa.
"Ti sbagli" replicò Cora freddamente.
"Noi due ci amiamo e le vostre parole non cambieranno nulla né metterà in dubbio la fiducia o i sentimenti che nutro per lei" spiegò per poi cercare di allontanarsi.
Cora apparve davanti a lei facendola sobbalzare.
"Hai idea del perché sparisca continuamente? Perché non ceni insieme a te?" chiese calma.
Emma tentennò abbassando lo sguardo.
"Regina mi aspetta"
Cora ridacchiò. "L'amore spesso ci rende ciechi" affermò sicura scuotendo la testa.
"Ho provato a salvarti, mia cara. Ti sei condannata da sola" l'avvertì Cora sparendo in una nuvola di fumo viola, lasciando Emma nuovamente in balia del dubbio.
Avrebbe chiarito però ogni cosa al più presto.
Regina camminava a testa alta verso il tempio, per poi porgere le offerte.
Il piano doveva procedere e una guerra doveva essere combattuta.
"Smettila di nasconderti mio caro." commentò ad un certo punto non avendo ricevuto risposta.
Rumplestiltskin apparve dietro le sue spalle sfiorando con il naso il suo collo, annusandola.
"Hai uno strano odore addosso" affermò sicuro.
"Buongiorno anche a te" commentò Regina ridacchiando.
"Profumi di fiori di campo e... cannella" disse scostando i capelli su un lato.
"Non avrei creduto che Emma ed io non avremmo condiviso il letto dopo anni di lontananza" disse Regina sistemandosi i capelli.
"Non sono i rapporti fisici che mi preoccupano lo sai bene" disse l'Oscuro scostandosi da lei.
"Ma l'infedeltà si"
Regina abbassò lo sguardo.
"Sono qui per una questione politica, in veste di regina, non di moglie. Le mie sorelle si stanno preparando alla battaglia e avremo bisogno del sostegno dell'oscuro per vincere. Stiamo adottando una potente strategia e hanno bisogno di un buon maestro per padroneggiare la loro natura più... animalesca" spiegò la sovrana sedendosi sul suo trono con fare sfacciato.
Rumple la osservava serio.
"Sei adirato per caso?" commentò Regina inarcando un sopracciglio.
"Molto, a dirla tutta" rispose lo stregone con un sorriso tirato.
"E perché mai?" chiese Regina.
Rumple corse velocemente verso di lei, facendo sobbalzare.
"Tu sei ancora mia!" affermò lui furioso stringendole il viso tra le mani.
"Nessuno può toccare ciò che è mio, tanto meno una sporca, inferiore umana" urlò a pochi centimetri dal suo viso, mentre si spostò a stringere la sua gola.
"Dimentichi il contratto" rispose Regina ridendo debolmente, prendendolo tra le sue mani.
Rumple lasciò la prese strappandoglielo via.
"Emma ed io avremmo dovuto sposarci. Avevo chiesto la tua benedizione, ricordi?" commentò Regina.
"Non era valido solo perché Emma era morta, ma ora... ora lei è qui ed io non sono più tua."
Rumple tolse i capelli dal suo viso, ancora arrabbiato.
"È ancora valido. Emma è viva" ripeté Regina con fare superbo.
"È stato firmato prima del nostro matrimonio, è un mio diritto essere libera di sposare Emma" affermò la strega autoritaria.
"Non hai più alcun potere su di me"
Rumple fece un sorrisetto di sfida, cambiando espressione.
"Immagino quindi che io possa riscuotere il mio prezzo allora" affermò posando con violenza le mani sul suo ventre.
Regina gemette. "Mi prenderò il tuo bambino, la sua vita sarà un inferno" disse lui con rabbia.
Regina gemette una, poi due volte, poi rise con fare di scherno, mentre Rumplestiltskin si rese conto della verità.
"Non posso avere figli" disse sicura.
Rumple la guardò sconvolta.
"Non sono una stolta, mi hai istruita bene" affermò Regina togliendo la mano.
Rumplestiltskin inarcò un sopracciglio cercando un qualsiasi segno di bluff.
"Non puoi aver bevuto quel veleno"
Regina fece un sorrisetto mostrandogli il calice vuoto per poi gettarlo a terra.
"Appena un attimo fa" precisò.
"Sono più coraggiosa di quanto pensi"
Rumple si mise le mani nei capelli. "No, no non è possibile"
"Non avrai mai mio figlio" disse sicura.
"Preferisco la morte piuttosto che condannarlo ad un destino simile" affermò Regina.
Rumplestiltskin scoppiò a ridere, quasi prendendosi gioco di lei.
"E tu credi davvero di poter ingannare me?" affermò Rumple.
"Non puoi prendere qualcosa che non esisterà mai." disse Regina.
"Nessuno rompe un accordo con me!" urlò Rumple.
"Io ti giuro, Regina, morirai dando alla luce il tuo bambino e sarà la creatura più oscura che sia mai esistita su questo mondo" predisse Rumple.
Regina rise. "Stai bluffando... quel veleno viene dalla vipera di Agrabah mischiato ad estratto di Rubus Noctis, neanche tu puoi qualcosa contro quella pozione" disse lei.
"Mi stai sfidando cara?" commentò Rumple.
Regina prese la fede gettandola sul pavimento.
Il tintinnio riecheggiò nella stanza, Rumplestiltskin rivolse il suo sguardo all'anello, poi a Regina.
"Hai fatto la scelta sbagliata cara" affermò Rumple.
"Vostra maestà" precisò Regina.
"Sono la regina di questo mondo e pretendo le giuste distanze, mio caro"
Rumple accennò un sorriso formale.
"A quanto pare ci rivedremo solo per la cerimonia" commentò Rumple.
"Alla prima luna" affermò Regina superba.
Era passato ormai diverso tempo da quando Regina era andata al colloquio con l'Oscuro per la battaglia, quindi non c'era nulla di male, pensò Emma, a curiosare un po' per ingannare il tempo e magari trovare qualcosa di utile per la battaglia.
Emma camminò per il castello, cercando di esplorare con attenzione l'ala ovest.
Era convinta a svoltare a destra, ma il suo istinto e il fastidioso prurito al polso la convinsero a cambiare strada.
Seguì le scale, iniziando a vedere sul muro gli arazzi strappati.
Non aveva mai visto quell'area, era sempre più buia ed inquietamente.
Emma spalancò gli occhi sconvolta vedendo dei segni di artigli sul muro e sangue.
La principessa corse velocemente seguendo la scia di sangue che colava sul pavimento, per poi rendersi conto di essere scesa nei sotterranei.
Il forte odore di umidità e fetore che non seppe capire a cosa appartenesse le riempì le narici, per poi posare una mano sulla porta di quella che sembrava essere una cripta.
Le bastò toccarla per aprirla e lo spettacolo a cui elle assistette era orribile: cadaveri sparsi sul pavimento, cuori pulsanti negli scrigni trasparenti, altri uomini rinchiusi in teche di vetro pieni di liquido con espressioni agonizzanti.
Sembravano morti, eppure erano ancora lì, perfettamente conservati.
Riconobbe immediatamente il viso del conte, che giaceva in una delle bare verticali trasparenti piene di quello strano siero. Vi erano inoltre diverse donne, tra cui una delle sue amiche, la principessa Letizia.
"Mio Dio no..." disse portandosi le mani alla bocca, accasciandosi sul pavimento in pietra.
"Che cosa hai fatto... che cosa diavolo sei in realtà..."
"Emma" disse Regina facendola sobbalzare appena posò una mano sulla sua spalla.
"Cara che... che ci fai qui?" disse con un sorriso a disagio.
Emma la guardò intensamente, gli occhi gonfi di rabbia e di lacrime.
"Sei stata tu?" chiese Emma.
"Emma..."
"Tu hai fatto questo. Hai ucciso e intrappolato centinaia di persone" affermò singhiozzando.
"E come se non bastasse hai ucciso il conte davanti a me... Dio Regina cosa sei diventata?" commentò Emma.
"Posso spiegarti" disse la strega con voce tremante.
Regina si avvicinò a lei, mentre Emma indietreggiò.
"Hai paura di me?" chiese Regina stupita da quella reazione.
Non si sarebbe mai aspettata questo da Emma: quello sguardo, riusciva a sentire il disprezzo da parte di Emma.
Regina fece un sorriso esasperato.
"Esci fuori dalla mia cripta, adesso" disse ferma.
Emma la guardò paralizzata.
"Regina..."
"VA VIA!" urlò Regina stringendo i pugni.
"Vattene!"
Emma sollevò la donna del vestito correndo fuori, mentre Regina si accasciò sul pavimento singhiozzando disperata.
Emma corse più veloce che poté riprendendo il cavallo.
Galoppò fino ai confini della barriera, per poi rendersi conto di ciò che stesse per fare.
La rabbia e la paura la stavano accecando, più di quanto il suo amore avesse fatto.
Era furiosa, certo, molto confusa, ma amava profondamente Regina e se avesse attraversato la barriera non l'avrebbe vista mai più, se non sul campo di battaglia.
Si sedette sotto l'albero di mele, ai confini della foresta oscura, ripensando ai momenti belli passati insieme a Regina.
Era una ragazza molto dolce, innamorata e quando era con Emma sembrava così allegra, nonostante spesso ferita da sua madre e dalla sua famiglia.
La definiva il suo angelo ed ora... ora davanti ai suoi occhi vedeva una spietata regina, che si nutriva di vendetta e del sangue dei suoi nemici.
Questa non era Regina, la sua Regina.
O forse sì? Era davvero questo il mostro, che ferito aveva mostrato la sua vera natura? O solo un'anima splendida presa di una terribile sofferenza?
Emma non riusciva a smettere di pensare alle parole di Cora e a quella terribile immagine che aveva visto pochi attimi prima.
Eppure i suoi pensieri vennero interrotti quando nel piccolo laghetto circostante iniziò a vedere il viso del marito.
"Sto decisamente avendo le allucinazioni" commentò mentalmente.
"EMMA!" gridò il riflesso nel lago.
La principessa sobbalzò, per poi avvicinarsi curiosa.
"Amore sono io, sono Killian" disse emozionato.
"Killian??" commentò Emma.
"Come fai a..."
"La fata, Blue... lei è riuscita a creare un collegamento tra il nostro regno e quello delle streghe, ignorando il potere della barriera" spiegò Killian.
"Adesso devi ascoltarmi, non durerà a lungo" precisò poi.
"Devi dirmi esattamente dove si trova il punto cieco della barriera. Dove ti trovi in questo momento" affermò il marito.
"Killian..."
"No ascoltami. So che sei spaventata e che le streghe potrebbero sentirci, ma devi fidarti di me. Sono giorni che proviamo a stabilire un contatto e se ci siamo riusciti dev'essere perché ti trovi in un punto meno coperto dall'incantesimo" spiegò il principe.
"Se solo ce lo dicessi, potremmo tornare alla vita normale. Le prenderemo di sorpresa. Una volta fatto questo, dovrai eseguire esattamente quello che ti dirò, hai capito?"
Emma abbassò lo sguardo non rispondendo.
"Liam sta morendo Emma" disse poi Killian.
"Non mi rimane che te al mondo. Ti prego" disse singhiozzando.
Emma iniziò a riflettere vedendo con attenzione ciò che il marito e la fata le mostrarono: il regno ridotto alla fame, a ferro e a fuoco, ai limiti della sopportazione.
"Il nostro regno cadrà se non ci aiuti. La mia gente, la nostra gente sta morendo" affermò.
"Non puoi ignorare la chiamata del tuo popolo, della tua famiglia."
Emma si guardò intorno, per poi guardare il fiore sul suo polso e annuire.
Jadis, la strega del ghiaccio, ascoltò molto attentamente la conversazione e anche la risposta della principessa.
Regina guardava l'acqua del lago dove Emma le aveva fatto la proposta. Era un luogo a lei molto caro e veniva sempre lì quando Emma le mancava.
Riusciva ancora a sentire le loro risate felici, i suoni dei loro baci e il profumo dei fiori, prima che la sua vita andasse in pezzi.
"Hey" disse Emma dolcemente, vedendo Regina sulla riva e sedendosi accanto a lei.
Regina sospirò, guardando l'acqua.
"Sei ancora qui?" commentò la sovrana.
"Ma certo. Dove pensi che vada?" replicò Emma.
Regina non rispose giocando con l'acqua con il piede.
"Ti va di... di parlarne? Di quello che è successo poche ora fa..."chiese.
Regina abbassò lo sguardo, mentre Emma si avvicinò maggiormente a lei cercando la sua mano.
"Qualsiasi cosa mi dirai sono qui ad ascoltarti" affermò Emma.
"Mi dispiace di aver reagito in quel modo prima, ma ammetto di essermi spaventata e di aver pensato, anche se solo per un momento, che tu fossi... diversa" spiegò accarezzandole la mano.
"Ma adesso sono calma e sono pronta ad ascoltarti" affermò.
Una lacrima solcò il viso di Regina mentre Emma le prese il viso tra le mani, asciugandogliela con il pollice.
"Io ti amo e non voglio perderti" giurò.
"Ma ti prego di essere sincera."
Regina strusciò la guancia contro la sua mano non smettendo di guardarla negli occhi.
"Mia madre ha infranto la legge quando mi ha concepita" iniziò.
"È un atto sacrilego per noi streghe avere rapporti con degli umani, ma lei ha scelto comunque di farlo. Bramava la terra degli umani da tempo e mio padre era il mezzo più facile per averla, o meglio per riaverla. Sentiva fosse la sua missione. " spiegò Regina.
"Un tempo infatti la nostra era una terra unica e fiorente. Una strega per accoppiarsi con un umano aveva perso le ali, che quest'ultimo le aveva tagliato e usato per appropriarsi dei nostri boschi. Da allora ordinò che nessuna strega avesse rapporti di alcun tipo con gli umani" disse stringendo i pugni.
"L'aveva ferita e tradita in ogni modo possibile" commentò mentre una lacrima le solcò il viso.
Emma abbassò lo sguardo, cercando di mantenersi lucida.
"Quando sono nata sembravo una strega qualunque, ma poi... ho iniziato a mostrare comportamenti strani. Ho completato il cambiamento della forma dopo poche ore di vita, una strega è considerata precoce se la realizza dopo il primo anno di età... mia madre sapeva che ci fosse qualcosa di strano in me, lo aveva percepito da quando mi ha portata in grembo" raccontò Regina.
"Ho iniziato ad essere aggressiva quando mi arrabbiavo, anche quando semplicemente avessi fame o caldo... così mia madre ha iniziato a cercare la causa e quando ha scoperto cosa fossi in realtà, mi ha allontanata. Era terrorizzata che potessi fare del male alla sua famiglia, di cui io ovviamente non facevo parte" spiegò sofferente, mentre Emma le strinse la mano.
"Sono un mostro, Emma" singhiozzò Regina.
La bionda la strinse forte a sé.
"Ho sempre fame e non riesco a controllarmi... a volte vorrei semplicemente non svegliarmi più" disse la strega con la voce rotta, mentre Emma le accarezzava i capelli.
"Non dirlo neppure per scherzo" affermò Emma.
"Non ti allontanerò come ha fatto tua madre, te lo giuro" disse lei.
"Qualunque cosa accada, io ti starò accanto e non avrò mai più paura di te, mai" giurò Emma, baciandola lievemente sulle labbra.
"Anche se fossi ad un passo da uccidermi, non proverò timore. Te lo prometto"
Regina sorrise debolmente con le lacrime agli occhi.
"Vieni qui" sussurrò Emma abbracciandola e stringendola forte.
"Mi dispiace" affermò, mentre Regina si accoccolò a lei.
"A cosa servono quegli umani che hai catturato? Perché tenerli in quelle condizioni?" indagò poi Emma.
Regina la guardò negli occhi, percependo una strana sensazione, per poi risponderle.
"È la nostra armata Emma. Nostri alleati, saranno insieme a noi per la battaglia" disse la mora.
"Non temere ancora qualche giorno e tutto questo sarà finito" giurò la strega.
"Sai stavo pensando a cosa potremmo fare dopo... io e te da sole e anche le... le nostre nozze" disse Regina con un piccolo sorriso, cambiando argomento.
Emma accennò un sorriso poco convinta.
"Non vuoi più sposarmi forse?" chiese Regina ridendo.
"No è che sai... sei già sposata e anche io" rispose Emma.
Regina le mostrò la mano sinistra prima della fede nuziale.
"Ho sistemato ogni cosa." disse facendo intrecciare le loro dita.
"Vedrai tutto andrà esattamente come sarebbe dovuto essere dal principio" giurò la strega posando la testa sul suo petto.
Emma annuì poco convinta, mentre ripensava ansiosa delle parole del marito.
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