27.
Emma tornò nella stanza insieme a Regina per riposare, quando Regina la guardò divertita.
"Vuoi già ricominciare?" chiese.
Emma sorrise maliziosa. "Se vuoi... io in realtà volevo riposare, sai la riunione... vorrei dormire almeno qualche ora, per essere in forma questa sera" disse la bionda.
Regina scoppiò a ridere. "Non vorrai dormire lì?"
Emma la guardò confusa. "Si?"
Regina la guardò disgustata. "Dio no" affermò.
"Adesso ti porto a casa" disse Regina, prendendole la mano.
La strega schioccò le dita, quando una forte luce iniziò a penetrare le finestre.
"È... è giorno" commentò Emma.
Regina scosse la testa. "È la luna. Splende molto forte in questi giorni, sono quelli del lupo" affermò la mora.
La mora attraversò il castello insieme ad Emma per poi giungere ad un corridoio buio che terminava con una discesa: sembrava fatto di piume e legno.
La strega le prese la mano mentre si calava giù.
Emma chiuse gli occhi spaventata, per poi lasciarsi cullare dalla discesa.
Era un enorme nido, impossibile da scoprire per un invasore: una stanza piena di oggetti cari alla strega, persino un'area per bambini.
Regina si adagiò nel nido, mettendosi comoda.
"Vieni" disse alla bionda.
Emma la guardò incuriosita, per poi adagiarsi accanto a lei.
Regina si accoccolò alla donna, posando la testa sul suo petto.
"Non ho mai dormito in un nido prima d'ora" confessò Emma in un sussurro.
Regina rise baciandola dolcemente.
"C'è sempre una prima volta" commentò la regina.
Emma sorrise guardandola innamorata.
"Ho paura di svegliarmi domani... così tante cose sono cambiate io sono... sono davvero confusa, ma... ma anche molto felice" spiegò Emma.
Regina fece scontrare i loro nasi.
"Lo sono molto anch'io"
Emma si svegliò di soprassalto, guardandosi immediatamente intorno per poi vedere Regina agitarsi, terrorizzata.
Erano le sue urla ad averla svegliata, ma almeno sapeva di non aver sognato.
Regina era lì, era viva.
"No... ti prego... non voglio" mormorava gemendo.
"Non voglio farlo" disse singhiozzando.
Emma le accarezzò i capelli.
"Regina hey..." sussurrò la bionda.
"È solo un brutto sogno."
Regina si agitava sempre di più, quando spalancò gli occhi, di un rosso vivo, gridando.
"NO!"
"Regina hey... hey!" disse Emma facendola voltare verso di lei.
"Emma" disse sconvolta.
"Sono io. Va tutto bene" affermò la bionda.
Regina si accoccolò a lei.
"Stai bene" si ripeté Regina.
Emma le accarezzò i capelli dolcemente. "Si"
"Va tutto bene"
Le due donne si svegliarono qualche ora dopo ed Emma si rese subito conto di quanto quel mondo fosse diverso e che la magia fosse ovunque.
Regina le prese la mano, mentre camminava nel regno insieme a lei.
Avevano passato una splendida giornata insieme, ricordando i tempi andati e consumando rapporti d'amore pieni di passione e di genuino affetto.
Regina aveva raccontato ad Emma diversi aneddoti riguardo al regno ed Emma le aveva raccontato alcuni degli episodi che avevano segnato la sua vita dopo che aveva lasciato la sua amata.
La strega invece non aveva fatto parola dei suoi anni da sposata ed Emma preferì non forzarla.
A giudicare dei suoi incubi poteva solo immaginare cosa avesse passato e preferì non indagare ancora e lasciare i suoi spazi all'amata.
Voleva riempire di ricordi piacevoli gli anni a venire ed aprire ferite ancora fresche non era decisamente il miglior modo di cominciare.
Guardava Regina innamorata, perdendosi nelle pozze color nocciola, mentre il rossore del tramonto faceva da sfondo alla loro passeggiata.
Passeggiata presto destinata a finire, lasciando posto alle responsabilità che gravavano sulle loro spalle e alla riunione del consiglio.
"È questo che ho sempre voluto per noi." sussurrò Regina, mentre l'erba solleticava i loro piedi nudi.
"Io e te, per sempre" disse sorridendo sulle sue labbra.
La sovrana si sedette vicino alla pozza della luna, o meglio dell'uscita della pozza della luna, mentre le sirene le osservavano incuriosite, ma sulla difensiva.
"Ryn va tutto bene" affermò Regina.
"È la mia anima gemella" disse stringendo la mano di Emma.
Ryn uscì fuori dall'acqua, facendo sobbalzare la bionda.
"È un'umana" affermò con sospetto annusandola.
"Lo è" confermò Regina.
"Non ci farà del male" disse sicura.
"È un'umana" ripeté Ryn.
Emma la guardava, mentre gli occhi di Ryn si illuminavano di un azzurro intenso.
"Ryn" disse Regina severa e infastidita.
Emma scosse la testa confusa.
"Stavo solo controllando se non stesse fingendo" commentò la sirena.
"Non finge. Garantisce la tua regina" disse Regina superba.
"Batti le pinne. Va via" disse la donna inarcando un sopracciglio.
Ryn guardava Emma con sospetto.
"Avverto molta paura e tormento nel suo cuore." disse Ryn avvicinandosi alla bionda.
Regina ringhiò immediatamente, scostandola.
"Va via" affermò con voce roca.
"Non devi avvicinarti a lei"
Ryn indietreggiò tuffandosi, mentre Emma guardò la mora.
"Voleva leggerti il cuore" disse Regina vedendo la sua confusione.
"Non gliel'ho permesso. So già tutto"
Emma guardò la regina. "O avevi paura di sapere?"
Regina scosse la testa con un sorriso.
"Mi nascondi forse qualcosa?" chiese poi scherzosamente.
I cuccioli correvano veloci ringhiandosi per gioco a vicenda, giocando dietro di loro, interrompendole.
Regina ridacchiò, guardando Emma dolcemente, per poi accoccolarsi a lei.
"Sono davvero belli, vero?"
Emma rise. "Si. Anche tu eri così alla loro età?" chiese curiosa.
Regina annuì. "Zelena ed io giocavamo sempre alla lotta" sorrise lei.
"Poi hai iniziato a giocare con me" commentò Emma.
Regina sorrise. "Eccome" disse baciandola.
"Ho visto dei giocattoli nel tuo nido" disse poi la bionda.
Regina sobbalzò presa alla sprovvista.
"Tu non hai avuto figli in questi anni?" chiese Emma.
"Nessun cucciolo" affermò Regina sospirando tristemente.
"Non è stato destino" disse la mora con un debole sorriso.
Emma le accarezzò la mano.
"Vorresti? Intendo essere madre?" disse Emma.
"Si" sorrise Regina. "E tu?"
Emma sospirò. "Dio se lo vorrei"
Regina le accarezzò il viso.
"Non puoi avere figli vero?" chiese Regina.
Emma sospirò. "Credo di sì. Di non potere"
Regina le strinse la mano.
"È stata colpa mia. Hai violato una strega e il mio... il mio veleno ti ha punita. Mi dispiace così tanto, speravo davvero non avesse fatto effetto" disse Regina sentendosi tremendamente in colpa.
Emma la baciò dolcemente. "Non è stata colpa tua. E poi a chi serve un bambino... sono così piccoli e... e strillano e..."
Emma sospirò trattenendo le lacrime.
Regina sapeva benissimo quanto Emma desiderasse essere madre quando era piccola e lei l'aveva privata di questa gioia.
"Non è colpa tua, Regina" ripeté Emma stringendole la mano.
"Troverò un modo per guarirti un giorno" affermò la mora.
Emma sorrise dolcemente. "Mi basta avere te per essere felice"
Regina abbassò lo sguardo. "Se solo potessi avermi completamente..." sospirò con rabbia la strega.
"È a causa di tuo marito?" commentò Emma.
"Sei legata a lui? Per sempre? " chiese.
"Si. Nella vita e nella morte, abbiamo bevuto dalla coppa nuziale" rispose Regina tristemente.
"Il nostro non è stato un brutto matrimonio comunque. È stato sempre buono con me"
"Buono? Regina ti ha strangolata" disse Emma sconvolta.
"Era solo per spaventarmi, non mi farebbe mai del male"
"Ti tortura psicologicamente ogni giorno. Ti sta manipolando" affermò.
"Bé saresti dovuta venire a salvarmi prima che mi legassi a lui. È mio marito e mi è stato vicino quando nessun altro l'ha fatto. Gli devo tutto, in primis la strega che sono ora" disse Regina convinta.
"Lo stai difendendo?" chiese Emma.
"È mio marito. Non un ospite di passaggio nel mio letto"
"Come?!" disse Emma iniziando a spazientirsi.
"Intendevo dire che non posso lasciarlo in questo modo come fosse una scarpa vecchia"
"Ma è ciò che lui farebbe con te" disse Emma.
"Non capisci Emma" disse Regina.
"No tu non capisci. Ti sta usando e la cosa grave è che tu non te ne renda conto" disse la bionda.
"Ti sei innamorata di lui?" chiese sconvolta.
Forse non era stata un brutto matrimonio come credeva Emma, forse aveva ragione la sua fidanzata.
"È pur sempre mio marito, Emma"
I suoi occhi dicevano un'altra cosa ed Emma sapeva sempre quando Regina mentiva.
"Non posso crederci" commentò.
"Mio Dio Emma io ti amo, ma Rumple... lui mi è sempre stato accanto ed io sono la sua sposa. Non posso abbandonarlo se lui non mi lascia andare, abbiamo un accordo." spiegò Regina.
"Emma devi credermi il mio amore per te va oltre tutta questa storia, ma lui riesce a comprendermi come tu non potresti mai fare"
"Comprenderti? Regina sei cambiata. Vuoi muovere una guerra solo per una stupida vendetta"
Regina alzò gli occhi al cielo. "Ancora con questa storia?"
"E chi dice che non sia stato lui a dividerci? Quell'incantesimo era troppo potente persino per una strega, giusto?" la fece riflettere Emma.
"Per averti tutta per sé. Ti ha manipolata" affermò sicura.
"Sbagli" disse Regina. "Tu non lo conosci, non... non dopo quello che ha passato..." disse la moretta titubante.
"Tu credi?" disse Emma.
Regina guardò negli occhi Emma, per poi essere interrotte dalla familiare strega dagli occhi verde smeraldo e le corna da demone, appena atterrata vicino a loro.
"Vostra maestà... il gran consiglio si è appena radunato" annunciò.
Regina distolse lo sguardo da Emma.
"Arriviamo subito" affermò Regina.
Emma si guardò intorno: non era certo così che aveva immaginato fosse la riunione.
Un grande fuoco scoppiettava nella sala grande, senza legna, nonostante fosse appena tramontato il sole nel castello era buio pesto, le altre streghe riunite in cerchio, danzavano e si scuotevano, come in trance, intonando canti tribali.
La principessa cercò la mano di Regina, mentre camminavano verso le ambasciatrici.
All'arrivo della regina tutti si zittirono, mentre Emma si sedette accanto a lei.
"Oggi abbiamo l'onore di avere con noi la futura regina della Foresta Incantata, Emma della dinastia Charming" la annunciò Regina.
Le streghe indietreggiarono percependo il suo odore e il suo sangue non puro.
"Umana!" urlò Jadis minacciosa, alzandosi irrispettosa.
"Silenzio" affermò Regina severa, mentre i suoi occhi si illuminavano.
Sembravano miele puro: Emma credette dipendessero da una profonda rabbia o eccitazione o forse paura.
Quel colore lo aveva visto diverse volte e non sempre in situazioni piacevoli.
"È sotto la protezione della sovrana" confermo sicura Regina.
Emma guardò Regina stringendole la mano.
"È qui per favorirci. Vuole palesarci le intenzioni nemiche e descrivere le loro armi, così passeremo sicuramente in vantaggio. Parlerà con gli strateghi appena sarà possibile" spiegò la sovrana.
"È una traditrice" obiettò Jadis, mentre nella stanza si iniziava a percepire il freddo.
I suoi occhi erano così azzurri da competere con il ghiaccio più gelido.
Si decisamente dovevano dipendere dalla rabbia.
Aveva visto quegli occhi in un dipinto di un gigantesco uccello di neve: era nelle illustrazioni del suo libro sulle divinità antiche, uno degli scagnozzi di Eris, la dea della discordia. Emma era decisamente inquieta: quegli occhi non promettevano nulla di buono.
Freya strinse la mano della sorella, Ravenna, spaventata dal comportamento della madre.
Al contrario della sorella, Ravenna sembrava sicura di sé, proprio come sua madre, seppur stessero mancando di rispetto alla regina in persona senza alcun ritegno.
"Come ha tradito il suo stesso popolo, potrà tradire noi. Non c'è da fidarsi" affermò sicura.
"Avete fatto entrare un'umana nel cuore del nostro regno, minacciato i nostri cuccioli."
Regina si alzò furiosa di scatto, mentre i fiocchi frenarono immediatamente la loro caduta sciogliendosi.
"Osi rivolgerti così alla tua regina?" commentò la strega, mentre le piume nere iniziarono a svolazzare al suo passaggio.
Era così diversa dalla Regina che ricordava Emma.
"Ascoltatemi tutti quanti" affermò, si sentiva solo il ticchettio delle sue scarpe riecheggiare sul pavimento.
"La mia fiducia è riposta solo nelle mani della principessa. Mi fido di lei come di nessun altro a questo mondo e posso dimostrarvi che ciò che dice è il vero. Credete o no nella vostra regina e nell'Oscuro?" disse a gran voce.
Le streghe risposero alzando la mano destra, pronunciando un verso in segno di fedeltà.
"Allora dovrete credere ad Emma senza alcuna esitazione." disse lasciandole spazio.
"Le sue parole sono le mie parole e pretendo che le portiate rispetto e devozione come lo portate solo a sentire il nome dell'Oscuro o il mio"
Emma sorrise debolmente, avvicinandosi al centro.
"Vi ringrazio della vostra fiducia" disse la principessa, per poi fare una pausa.
"Io non sono brava con le parole, come la vostra regina, sono... sono una guerriera, per quanto il mio titolo sia ingannevole. Combattevo per quella che definivo come famiglia, per quella che definivo casa... non sono mai stata pratica di discorsi..."
La bionda prese un respiro per poi riprendere.
"Ma quello che posso dirvi per certo è che quella non è mai stata la mia casa. Credete alle mie parole quando vi dico che in quel posto ho visto crescere l'odio e la rabbia, invece dell'empatia e della comprensione." spiegò Emma.
"Non è questo il regno che voglio, non è quello per cui combatto" disse sicura.
Emma guardò Regina.
"Regina... o meglio la vostra regina... io e lei ci conosciamo da quando eravamo bambine. È la donna che amo" disse sorridendo.
"È proprio a causa dell'odio che siamo state divise. Io non voglio questo, io... non voglio che succeda ancora. Nel castello ci sono migliaia di armi che sono state costruite in questi anni da mia madre e dai suoi seguaci per uccidervi tutte... e non parlo per metafore. Mia madre conosce moltissime cose sul mondo della magia e non fallirà nel suo intento credetemi." spiegò Emma.
"Insieme al capitano Ivy possiamo spiegarvi ogni cosa e trovare il loro punto debole così da sconfiggerli"
Regina guardava Emma orgogliosa, seduta a gambe incrociate sul suo trono.
"Non voglio più odio o sangue innocente per le strade. Voglio la pace, voglio poter uscire senza avere paura di essere minacciata o di... anche solo di essere me stessa. So perfettamente cosa significhi essere diversi, vivere nella paura ed essere costretti a nascondersi. Per questo vi invito ad uscire allo scoperto, alla luce, perché non è questo lo scopo per cui siete qui. Dovete mostrare a tutti gli altri le meraviglie di questo luogo, i vostri prodigi e... voi stessi." spiegò la bionda sorridendogli.
Il popolo la guardavano ancora con sospetto, seppur abbastanza colpiti dal suo discorso.
Regina si alzò prendendo la mano di Emma.
"Sconfiggeremo il popolo umano e coloro che ci hanno tradito e umiliato e sarà anche grazie al preziosissimo aiuto che la principessa ci sta dando. Emma non è una di loro, è una nostra sorella e quello non è il suo popolo" spiegò Regina.
"Sta solo tornando a casa" disse sicura prendendole la mano e alzandola.
Le streghe la omaggiarono con un coro di approvazione, mentre Emma la guardava confusa.
Solo con parole di odio era riuscita a convincerli e il suo discorso era stato totalmente sviato.
Non era questo ciò che voleva.
"Presto avrà luogo il suo battesimo, così capirete tutti le sue intenzioni e la sua sincerità" spiegò.
"Lei è una di noi adesso" affermò sicura.
Le streghe iniziarono di nuovo a cantare, mentre Regina baciò in modo casto Emma, accarezzandole il viso.
"Sono fiera di te" affermò sicura.
Cora guardava la donna bionda da lontano, per poi sgranare gli occhi al richiamo che sentiva forte e chiaro nelle sue orecchie.
Regina baciava dolcemente Emma, mentre le accarezzava il viso.
"Mi dispiace per prima di aver discusso" sussurrò Regina, baciandole il collo.
"Non voglio farlo più. Sprecare il nostro tempo a litigare" affermò poi guardandola negli occhi innamorata.
Emma era abbastanza infastidita.
Regina non aveva capito una virgola del suo discorso e tutto stava prendendo una piega sbagliata, se non avesse preso le redini della situazione.
Regina riprese a baciarla, molto presa dalla fidanzata.
"Sei stata bravissima prima" disse sulle sue labbra.
Emma la guardò sospirando.
"Cosa c'è?" chiese Regina accarezzandole il viso, percependo la sua ritrosia.
"Credo tu abbia frainteso il mio discorso" affermò Emma sicura.
"Frainteso?" chiese Regina inarcando un sopracciglio.
"Regina non posso uccidere la mia gente. Ora hai me, questo progetto è.... è una carneficina"
"Potrai scegliere chi risparmiare, se è questo che ti preoccupa" disse Regina accarezzandole il petto, facendole piccoli cerchi.
"Regina ma cosa ti sta succedendo? Non puoi chiedermi questo" disse Emma.
"Risparmierei persino mia madre" confessò.
Regina scattò. "Dopo quello che ci ha fatto?"
"È pur sempre mia madre Regina"
"Non voglio che muoia nessuno" rispose Emma.
"Nessun del mio popolo, della mia famiglia. Mio Dio ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?!" disse la bionda.
"Credevo di essere io la tua famiglia" commentò Regina con la voce più bassa di un'ottava, allontanandosi da Emma.
"Dio ma certo... Regina, voglio semplicemente evitare il conflitto. Hanno armi nuove e ci vorrà del tempo per studiare un contrattacco... se solo accettassi la proposta di patteggiare, sono sicura che accetterebbero la nostra alleanza. Non vuoi evitare spargimenti di sangue?" propose Emma.
"Tu non vuoi schierarti" commentò Regina sicura guardandola con sospetto.
Emma sbuffò. "Regina perché non vuoi ascoltarmi?"
"Ho sentito abbastanza." affermò sicura la moretta.
"Regina!" esclamò Emma, mentre lasciava le sue stanze.
"Non abbiamo finito" cercò di dirle, per poi sospirare sconfitta.
Una cosa era certa: quel lato testardo e orgoglioso di Regina non sarebbe mai cambiato.
Qualche ora dopo, Emma si decise a fare il primo passo.
Non che avesse troppa scelta.
Emma si avventurò nel castello, cercando di orientarsi, per poi spalancare una porta a lei conosciuta.
"Regina io..."
Il conte Fersen dialogava insieme a Regina, mentre la moretta gli sorrideva, ascoltando i suoi discorsi attenta, seduta sulle sue gambe, per poi notare la presenza di Emma.
"Cara" disse sorridendo a disagio.
"Posso presentarvi il conte Fersen?" disse con un sorriso malizioso, prendendo la sua mano.
Il conte prese la sua mano a sua volta baciandogliela.
"Incantato" disse sicuro.
"Parteciperà anche a lei nel servire il dessert?" chiese guardandola bramoso.
"No" disse decisa Regina, per poi cambiare atteggiamento e tornare al suo sorriso politico.
"È mia ospite. Non voglio annoiarla con il nostro chiacchiericcio" commentò la donna.
"Oh no" ribatté Emma.
"Resterò volentieri" disse sedendosi accanto alla bruna.
Regina guardò Emma e gli occhi sembravano uscirle fuori dalle orbite.
"Perdonateci un momento conte" disse poi cercando di mantenere il poco autocontrollo rimasto, trascinando Emma fuori.
"Sei impazzita vero?!" disse sottovoce furiosa.
"Chi diavolo è?" commentò Emma.
"Fa parte del piano. Devi starne fuori o rischi di far saltare tutto" disse Regina.
"Il piano è metterti le mani addosso?" commentò gelosa Emma.
"Mio Dio Emma ti sembra il momento? È una cosa molto più grande di questa, non è davvero il caso di discuterne ora" spiegò Regina, controllando il conte di tanto in tanto.
"Perché mi nascondi le cose?" chiese Emma.
"Ci siamo ritrovate da neanche ventiquattr'ore e già non ti riconosco più" precisò poi.
"Devi fidarti di me" affermò Regina.
"C'è il nostro futuro in ballo. Puoi farlo?" chiese la strega dolcemente, accarezzandole il viso.
Emma sospirò. "Solo se mi lasci stare con te" rispose la bionda.
"È di lui che non mi fido. Non mi sembra uno sprovveduto" disse poi.
"Va bene... ma appena ti dirò di uscire, lo farai senza discutere" precisò Regina protettiva.
Emma accettò baciandola.
"Ho sigillato la promessa. E anche la pace." commentò poi sorridendo sulle sue labbra.
Regina ricambiò il sorriso, donandole un altro bacio e stringendole la mano.
"Andiamo" affermò la strega prendendola per mano, rientrando in sala.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro