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«Ritengo che sia tutto», dice nonna. «Hai qualche altro invitato da aggiungere all'ultimo momento? Non ho ancora spedito gli inviti.»«Direi che ci siamo tutti», dico facendo finta di scorrere l'elenco per l'ennesima volta.«Vedrai, sarà una festa indimenticabile», mi scocca un bacio sulla fronte. «Sono così emozionata al pensiero che stai per laurearti. Avrei tanto voluto vedere tuo padre raggiungere questo traguardo, ma non ho avuto la soddisfazione.»«L'avrai», sorrido. «Papà ha fatto domanda all'università. Vuole finire gli studi.»Si blocca sorpresa cercando di nascondere l'emozione. «Immagino ciò dipenda dal suo nuovo ruolo nell'azienda di tuo nonno.»«Anche.» Le strizzo l'occhio.Lei s'irrigidisce. «Meglio tardi che mai», commenta seccata, ma la vedo sorridere uscendo dalla stanza. Nonno abbassa il giornale che sta leggendo e mi guarda. «Sai, cara, credo di doverti ringraziare», comincia. È tornato a casa e lui e nonna sono affiatatissimi.«Oltre ad aver dato una scossa al mio matrimonio accogliendomi nella tua vita senza interferire in alcun modo, hai anche messo tuo padre, dopo anni in cui avevo smesso di sperarci, sulla strada che da sempre avevo sognato per lui. In fin dei conti vedere mio figlio in azienda, grazie a te, è come un sogno che si realizza. E per tua nonna sapere che si laureerà è più di quello che riuscirà mai ad ammettere.»«Le ho dato qualcosa su cui pensare per i prossimi mesi.»«La festa di laurea di Christopher sarà qualcosa che ci sogneremo fino alla tomba.» Scoppia a ridere. Quando consegno gli inviti a Matty e Carly, sono al mio secondo caffè.«Lo sai che non potrò venire, vero?» si scusa lei. «Anche mia madre sta organizzando un piccolo ricevimento per me. Certo niente a che vedere con i party di tua nonna. Ma non posso venire a festeggiare te, se loro vogliono festeggiare me.»«Ho provato a spiegarlo alla cara Elinor», dico alzando gli occhi al cielo. «Ma lei mi ha detto di provarci lo stesso.»«Io uscirò fuori a cena con i miei genitori e Mia.»Ci voltiamo verso Matty sorprese.«Sei serio?»«La presenti in famiglia?»Lui sospira. «Non mi aspetto che capiate e so che pensate che stia correndo troppo.»Vedo Carly arrossire sull'ultima frase. Di certo una che si è sposata a Las Vegas senza dire nulla a nessuno, non può giudicare Matty.Sospiro e gli prendo la mano. Sono davvero contenta per lui. Dopo la sua rottura con Olivia pensavo che avrebbe impiegato tempo a riprendersi e non volevo si buttasse via.«Che ne dite di uscire tutti insieme a farci una bevuta la prossima settimana? Una festa pre laurea solo per noi», propone Carly alzando in aria il suo bicchiere di frullato alla frutta. Matty annuisce ed io acconsento. Che festa sia!***La bevuta si è trasformata in una festa al campus piena di gente. Per fortuna non abito più qui, non avrei sopportato di vedere il dormitorio invaso da sconosciuti. Foto in bianco e nero di laureandi tappezzano alberi, bacheche e spazi liberi tutto intorno. «Mi mancherà tutto questo», dice Carly. Indossa un vestito fucsia che risalta ancora di più i suoi capelli platino. «Ti ci abituerai molto presto», le risponde Timothy serio e già atteggiato a uomo adulto. «Non ho rimpianto neanche un giorno in questo posto da quando me ne sono andato.»«Io mi divertivo qui», commenta Zack con un sorriso furbo stampato in faccia. «Stai diventando malinconico, Mason?» domando poggiandogli una mano sul petto. Lui scoppia a ridere. «Quello che succede in gioventù rimane al passato. La lista dei miei peccati sarebbe troppo lunga da espiare.»Si volta verso di me e mi stampa un lungo bacio sulle labbra. «Per fortuna sei arrivata tu, Rachel.»Sorrido. Stasera mi sento strana. Stranamente felice, soddisfatta e con un nodo allo stomaco all'idea di lasciare tutto questo. La prossima settimana sarà l'ultima come direttore del giornale. Percorrerò questi corridoi con la consapevolezza di quello che mi hanno dato, di quello che ho imparato a diventare tra le loro mura. Sono cresciuta, sono cambiata. Ho ricominciato a respirare con i miei polmoni, ho trovato l'amore e l'amicizia vera. Mi sono lasciata alle spalle il liceo con tutti i suoi dolori e sono, adesso, una quasi donna consapevole di quanto vale. E anche se il mio futuro è ancora incerto perché non so cosa ne sarà di me nelle prossime settimane, sono pronta a vivere tutto quello che arriverà. «Direttore», mi saluta Cody.«Che ci fai a una festa di laureandi, matricola?» chiedo scherzosa.«Osservo tutta la fauna femminile che il prossimo anno non ci sarà più», risponde serio.Io e Carly ci scambiamo un'occhiata interdetta trattenendo a stento una risata. Cody sembra così piccolo, che quasi faccio fatica a immaginare me, quattro anni fa, come lui. Sembra passato un secolo da quando avevo diciotto anni. «Ci mancherai, direttore», dice. «Ma ti faremo andare via degnamente», aggiunge.«Che cosa state organizzando?»«Una piccola festicciola a base di caffè e donuts in ufficio», mi svela.«Grazie ragazzi», dico commossa. Sanno che non mi piacciono i gesti clamorosi, mi mettono a disagio. Ma aver la possibilità di salutare il mio staff e di ringraziarli per l'anno stupendo passato insieme è una cosa che mi servirà a metabolizzare il distacco e a conservare dei bei ricordi. «Scusate il ritardo», esclama Matty raggiungendoci con Mia.Saluto il mio ex capo imbarazzata, ma devo ammettere che sembra molto più giovane con un paio di jeans addosso e molto a suo agio nonostante sia passato da un po' il periodo in cui andava a scuola. «Mason», dice Mia a Zack.Lui si limita a un cenno del capo.«Rachel, come stai?» mi domanda.«Bene», abbozzo un sorriso. «E in redazione come va?» chiedo.«Un delirio», risponde rapida. Il che significa tutto normale. «John è impazzito da quando te ne sei andata. Non ha gradito molto la cosa.»Alzo le spalle. «Sono sicura di essere rapidamente sostituibile.»«Senza dubbio, abbiamo già un altro stagista», mi conferma senza scomporsi. «La concorrenza ci sta uccidendo. Tuo padre ha più scheletri nell'armadio di un cimitero storico.»«Questa biografia rischia di essere lunghissima», dice Zack.«Ormai è una questione di principio: voglio che sia un capolavoro.»«Si rovinerà con le sue stesse mani, lo sai vero?» domanda Zack.Mia rimane seria. «Quello non è un problema mio. Sono pagata profumatamente per fare questo lavoro, per me non è altro.»«E fai bene», spiega. «Mason è un imprenditore ottimo», Mia lo difende a spada tratta.«Ma un pessimo padre di famiglia.»Zack fa un cenno del capo, mi afferra per la mano e s'incammina. «Non sei stato un po' troppo duro?» chiedo.«Quella ragazza si sta svendendo. Vorrei capisse che può fare meglio di così. Da un'altra parte.»Si siede su una panchina e mi fa sedere accanto a lui. Intorno a noi c'è il delirio. Musica, gente ubriaca, risate e probabilmente di qui a qualche ora anche qualche rissa. «Lascio la Mason Enterprise», mi dice a un tratto.«Cosa?» sgrano gli occhi e spalanco la bocca scioccata. «Grazie a te», mi prende entrambe le mani e me le stringe.«Che significa?»Fa un respiro profondo. «Da quando sei entrata nella mia vita, ho cominciato a vedere le cose diversamente, a dare un valore alle mie azioni, a pensare che forse avrei dovuto cominciare ad agire in previsione del futuro, qualunque esso sia.» Mi guarda. «Hai capito da sola che la mia non è una famiglia normale. È una famiglia che ha sempre basato il suo esistere sull'apparenza, sulla menzogna e sull'ambizione. Siamo cresciuti così.» Alza le spalle. «Cassandra ci si è incastrata alla perfezione, è il piccolo capolavoro creato da mia madre, per questo vanno così d'accordo. Una capricciosa ricca ereditiera che farà impazzire suo marito fino a quando anche lui comincerà a vivere di relazioni extraconiugali per fargliela pagare.»«Ne parlate tutti come fosse una cosa normale. Per me non lo è, sappilo», metto in chiaro. Non ho nessuna intenzione di vivere una relazione sapendo che per lui è normale condividere.«Io sono l'unico maschio. Tutta l'ambizione di mio padre si è riversata su di me. Mi è sempre stato dato un buon margine di libertà. Mi hai conosciuto che non avevo freni, né confini e per me era normale. Tanto il mio destino lo aveva cucito già qualcun altro. Sono partito per Stanford perché mio padre mi ha richiamato al dovere, la pacchia era finita, e ci ho messo tutto l'amore e la dedizione possibile in quel lavoro, pur dovendo sacrificare moltissime cose, noi per primi.» Mi bacia il dorso della mano e sento un brivido percorrermi il corpo. «Mary è l'unica che ha capito subito come stessero le cose. Lei è indipendente, fiera, assolutamente estranea a complotti e falsità. Per questo ci vado più d'accordo che con Cassy.»«Non mi hai ancora spiegato perché vuoi lasciare l'azienda», lo incalzo.«Perché non mi rappresenta. Non rappresenta me, la mia vita, ciò che sono e ciò che voglio essere. Sembrerò un ragazzino viziato che dopo aver avuto tutto ci sputa sopra, ma non è così. Ho sempre cercato di emergere, di essere il figlio di John Mason dimostrando agli altri che ero comunque altro. Ma nessuno mi ha mai visto realmente. Sono un figlio di papà. Al lavoro non rispettano me, rispettano mio padre. Qualcuno probabilmente mi disprezza pure, considerando che ho un posto che non mi sono mai meritato e che è mio per diritto di nascita. Ma non siamo in monarchia.»«Zack, ti prego... », sto per impazzire.«Tu non hai avuto problemi a riconoscere mio padre per quello che era, anche se stai con me. Qualsiasi altra ragazza sarebbe stata lieta di entrare in azienda, di lavorare per noi, di far vedere agli altri dov'era arrivata solo perché parte della famiglia. Tu no. Tu hai rinunciato perché le tue priorità sono cambiate, perché le sue idee non sono le tue, perché vuoi altro. E lo vuoi da sola.»Sono confusa. Tremendamente confusa. «Zack tuo padre mi odia, e se fai qualcosa attribuendolo a me, mi odierà ancora di più.»«Io non faccio niente per te. Lo faccio per me, perché ci sei tu.»«Non ha senso quello che dici, lo capisci?»«Ho creato un brand mio», dice. «Ancora è solo un progetto, ma ho abbastanza soldi per finanziarlo. Non aspiro a diventare ricco e famoso, ma solo a lavorare e crescere. A curare e coltivare qualcosa che nasce da me e che considererò sempre mio.»«Ti metti in proprio?» sorrido sentendo un moto di orgoglio nascermi dentro. «Ma tuo padre non lo permetterà, ti distruggerà», dico subito dopo.«Sono laureato in materie economiche, non in giornalismo. Io non faccio il giornalista. Non sono come mio padre», spiega. «Ho già parlato con tuo padre.»«Che centra mio padre?»«Saremo tra i vostri massimi collaboratori. Ho già un pacchetto di clienti disposti a lavorare con me e l'azienda di tuo nonno è tra questi.»«La mia azienda», lo correggo ridendo. «Visto? Sei tu il motore che fa funzionare la mia vita.»Gli poggio una mano sul viso e lo accarezzo dolcemente. «Sei una fonte inesauribile di sorprese Zack Mason. E sono tanto orgogliosa di te.»Lui armeggia con la tasca dei jeans ed estrae una scatoletta. «A proposito di sorprese.»Si mette in ginocchio mentre gli occhi mi si velano di lacrime. Mi guardo intorno e mi rendo conto che Carly, Timothy, Matty e Mia sono lì e insieme a loro un piccolo capannello di gente in parte consapevole di quello che sta succedendo.«Probabilmente per moltissimo tempo a venire non avrò un accidenti da offrirti», comincia Zack. «Se pensavi di aver accalappiato un miliardario ti sbagli. I miei risparmi finanzieranno il progetto e da lì sarà tutta in salita», dice. «E aggiungo che quando mio padre lo scoprirà farà di tutto per distruggermi, ma non ci riuscirà. Certo sarà una bella scocciatura», fa una smorfia. «Ma se sei disposta ad accettare tutto questo, ti offro semplicemente me stesso. Per sempre.»Apre la scatolina e mostra un anello. Un bellissimo solitario, semplice, pulito, niente di ostentato, super costoso e pacchiano. Una meraviglia che m'infila al dito e si sposa benissimo con la mia mano.«Vuoi sposarmi?» mi domanda.Io, Rachel Anderson, che fino a qualche mese fa ero del tutto incapace di pensare a un lieto fine. Che non ho mai pensato di mettere radici, perché non mi sono mai sentita abbastanza. Ho la fortuna di avere a fianco un uomo che mi vede meglio di come mi sia mai vista io. Che mi apprezza, mi accetta e m'incoraggia a essere ciò in cui credo. Che mi segue nelle mie follie e le condivide con me, appoggiandole. «Sì», dico. E un istante dopo scoppio a piangere.Piango per tutto. Per ciò che ero e che sarò. Piango per Connor, per il dolore che si è trasformato in rabbia e infine in rassegnazione. Piango perché non si può lasciare che il passato logori il nostro futuro, perché le cose vanno come devono andare e non possiamo farci niente. Piango perché c'è sempre la seconda possibilità, anche quando sembra impossibile. Perché quando crediamo di aver toccato il fondo, che non ci rialzeremo più perché il peso che ci opprime è troppo forte, arriva qualcuno o qualcosa che ci tende la mano e ci ridà la speranza, un motivo per ricominciare.Piango immaginando nonna che comincerà a organizzare il matrimonio un minuto dopo aver appreso la notizia. Piango perché sono felice.

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