[19] "La nostra storia comincia ora"
Quattro anni dopo —
>> Ventus' P.O.V. <<
Guardo il mio soffitto in trance.
Devo sbrigarmi ad addormentarmi. Ma non importa quanto duramente ci provi, non riesco a dormire. Ci sono troppi pensieri che svolazzano dentro e fuori la mia testa. Domani c'è l'Esame del Simbolo della Maestria.
Ma non sono io a dover prendere parte all'esame. I nostri due importanti amici devono.
Maestro — abbreviazione per Maestro di Keyblade — è un titolo guadagnato da nobili guerrieri che brandiscono il Keyblade.
Mi siedo sul letto, e tiro un sospiro.
Io e i miei amici stiamo lavorando sodo per diventare Maestri di Keyblade, allenandoci ogni giorno. Terra e Aqua sono più grandi di noi, e non ho preoccupazioni ostili del fatto che i nostri amici, che si stanno allenando da molto tempo, stiano per prendere pare all'esame prima di noi. Sento qualche sorta di vaga inquietudine, tuttavia.
Sono preoccupato. Del perché non ne ho idea. Non c'è modo che i nostri due amici, Terra e Aqua, falliscano l'esame. Ciò nonostante, non riesco a smuovere questa sensazione.
Proprio in quel momento, qualcosa brilla fuori dalla mia finestra.
《Una stella cadente!》
Guardo il cielo, faccia praticamente incollata al vetro della finestra. Stella cadente dopo stella cadente stanno sfrecciando nel cielo. Voglio vederle più da vicino.
Mi sento come se l'avessi già visto prima...
Volo via dalla stanza e giù per le scale nel giardino per guardare il cielo. Posso vedere le stelle cadere tra le figure di montagne distanti, ma non ho una visione molto buona da qui.
《Da qui non si vede niente!》
Di colpo, inizio a correre di nuovo. Voglio vederle ancora più da vicino. Probabilmente posso vederle ancora meglio se arrivo da qualche parte più vicino al cielo.
Corro su un pendio che porta sulla cima di una montagna, ansimando. L'aria della notte è un po' fredda.
《Uhao!》 sospiro in sollievo, avendo raggiunto la cima della pendenza.
Con entrambe le braccia tirate su al cielo, come se stessi provando ad afferrare le stelle, cado all'indietro sull'erba.
Il cielo stellato riempie la mia intera visione, e ben presto mi sento come se stessi fluttuando in esso.
Stelle dappertutto — e stelle cadenti.
《Perché sembra tutto così familiare?》
La sento, in qualche modo. Ma non so perché. Questa sensazione, proprio come se stessi essendo inghiottito dal cielo notturno. È...
(...)
Apro gli occhi, e la prima cosa che vedo è il panorama del cielo notturno ricoperto da una miriade di stelle.
Un sospiro inatteso si fa strada al di fuori dalle mie labbra. Quando mi accorgo di essere disteso sull'erba, la realizzazione mi colpisce: devo essermi addormentato.
Mi rialzo, anche se la stanchezza ha preso il sopravvento su di me.
Lancio un altro sguardo al paesaggio, prima di stiracchiarmi e fare un grosso sbadiglio. Richiudo gli occhi, e mi lascio andare di nuovo sul prato con le mani dietro la nuca a fare da cuscino senza pensarci due volte.
Un silenzio irreale ma al tempo stesso piacevole regna intorno a me. Ma quando riapro per metà le palpebre per sostare un altro sguardo su quella splendida vista, il ritrovarmi davanti il volto di Aqua mi coglie alla sprovvista.
《Uhooo!》 urlo, sedendomi, e Aqua accidentalmente scoppia in una risata. 《Lasciami stare, Aqua.》 le dico, ridendo un po'.
《Ven, ma dove hai la testa? Avresti potuto almeno portarti una coperta.》
Guardo ancora il cielo. 《Ma... ho sognato quel posto?》 sussurro. 《Mi sembrava davvero di esserci già stato, a guardare le stelle...》
Percepisco la sua mano posarsi di punto in bianco sulla mia testa, scompigliando dolcemente i miei capelli. Quando la ritira, vedo che si è accovacciata verso di me, essendo più alta. 《Però hai sempre vissuto qui con noi.》
Annuisco. 《Sì...》 sibilo, e un sorriso si dipinge sulla mia faccia. 《Lo so.》
Guardo in basso, prima di rimettermi in piedi. Poi, con occhi al cielo, cammino verso il bordo della montagna. Poco prima di prendervi posto, una figura non molto distante mi distrae dalle mie intenzioni.
(...)
>> Vanitas' P.O.V. <<
《Vanitas — sono pronti i tuoi preparativi?》
Sto osservando il cielo, i miei capelli si confondono nell'oscurità della notte. La terra desolata e oscurata è vuota, salvo per il vento. Il cielo, tuttavia, è ricolmo di milioni e milioni di stelle. Una di queste stelle sembra brillare più di tutte le altre, e poi avanza nel cielo, cadendo.
Il Maestro senz'altro sapeva che stanotte ci sarebbero state stelle cadenti. Su ogni stella risiede un mondo. Stelle cadenti significano che i mondi stanno cambiando.
Sento un colpo sulla spalla. 《Saremo svegli presto domani, perciò va' a riposarti un po'.》
Quel gesto e quelle parole mi riportano indietro alla realtà da ciò che fino a un momento fa stavo assistendo. Non ha solamente a che fare con il cielo.
《Lo sai che me ne infischio di andare senza riposare per uno o due giorni.》 ghigno.
Anche il Maestro sorride. 《La nostra storia comincia ora, Vanitas.》
《Storia...? Un gioco da ragazzi.》 rispondo, indossando la maschera che stavo tenendo al mio fianco prima di tornare a guardare le stelle. Il vecchio sbeffeggia.
Stelle sfrecciano nel cielo.
Una — due, tre...
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