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Capitolo 45. Un punto definitivo

"Posso sapere cosa hai? È da qualche giorno che sei strana, ma da quando sei tornata dal bar il tuo umore sembrerebbe addirittura peggiorato." alzo il viso verso Kepa, smettendo di torturare le pellicine delle mie unghie e lo osservo attentamente, prima di rispondere. Sembra quasi intimorito dal farmi questa domanda, come se ci avesse pensato su un bel po' prima.

"Non ho niente di che... sono solo stanca Kepa." è una mezza verità, visto che sono davvero stanca dalle notti insonni che sto passando, stanca dai pensieri che mi sommergono tutto il giorno e stanca di me stessa, vorrei poter scappare dalla mia stessa testa, ma so che non è possibile.

Lo spagnolo sospira debolmente e i suoi occhi si colorano di una leggera preoccupazione. Solitamente questo suo interesse mi avrebbe fatto urlare di gioia, ma al momento è come se mi infastidisse. "Ele, puoi parlarmi, lo sai. Non capisco cosa ci stia succedendo, ci stiamo allontanando... come se stessimo insieme tanto per e non perché lo vogliamo. A volte mi sembra che tu non voglia stare con me, ed è una sensazione strana perché non mi era mai capitato di sentirmi così. Dimmi se c'è qualcosa che non va, se ti ho fatto io del male, o se invece ti senti triste per altro."

"Kepa, infatti io non so se voglio stare ancora con te." queste parole abbandonano da sole la mia bocca, non so nemmeno perché, non avevo mai pensato a una cosa del genere prima di questo momento, non era un'idea che mi balenava in mente o mi pressava, è come se fosse appena arrivata, quasi come se non fosse nemmeno una frase partorita dal mio cervello, ma allo stesso tempo non mi sembra così distante da ciò che davvero desidero. Forse è qualcosa che covavo nel mio subconscio e che ora ho appena realizzato.

Lui sgrana immediatamente gli occhi e spalanca la bocca, è sconcertato e scioccato. Si inumidisce le labbra e poi si volta completamente verso di me, scrutandomi come per scoprire chissà cosa. "Tu non sai se vuoi più stare con me?" mi fa eco e io resto zitta e immobile, non sapendo che altro dire. "Cosa diavolo stai dicendo? Abbiamo scopato poche ore fa, e non mi sembrava proprio che non volessi stare con me." alza la voce e mi guarda con leggero ribrezzo, cosa che mi fa smuovere lo stomaco e mi fa provare una leggera nausea. Come può, chi dice di amarti, passare dal guardarti con amore a guardarti in questo modo nel giro di un secondo? Come può parlarti in questo modo? Io non sono mai riuscita a mancargli di rispetto nonostante tutto il male che mi ha fatto perché provavo un amore troppo forte e puro, e lui?

"Io non sto bene. Mi sento confusa e mi sento sola... non parlo più con Mason, né con Maria, addirittura non sento più nemmeno Benjamin. Questa situazione mi sta iniziando a pesare. Mi sento costantemente in colpa, mi sento come se li avessi allontanati io da me. Mi sento sconnessa da me stessa, non dormo bene e non sono felice."

"Perciò? È colpa mia? Ho provato a parlare con Mason, ho provato a farvi risolvere, lui non ne ha voluto sapere niente." me lo dice senza preoccuparsi di potermi ferire, ed è questo che mi fa capire che davvero in realtà voglio che ci lasciamo. "Sono l'unico che ti sta stando davvero accanto, sto provando a farti aprire e farti tornare a sorridere e ora mi molli per loro?"

Rido nervosamente alle sue parole e mi alzo dal divano in preda a un motto di rabbia, proprio non riesce a comportarsi a modo. "Tu non capisci proprio. Non ce la fai. Pensi che sia per questo che voglio chiudere? È per il modo in cui mi tratti, alcune volte mi sembra come se tu mi volessi solo per te e godessi tantissimo a vedermi lontana dagli altri. E poi, non so perché, ma non riesco a fidarmi più di te come una volta. Anche se tardi cinque minuti, mentre ti aspetto, divento paranoica perché ho paura che tu abbia un'altra o ho paura che mi lascerai, e continuo a fare sogni dove mi tradisci, mi lasci sola, e mi ritrovo senza nessuno perché tutti mi odiano."

"Sei ingiusta." ora anche lui si alza dal divano e si mette davanti a me, fissandomi dritto negli occhi. "Mi stai punendo per il passato, mi stai punendo per le tue paure, non certamente per qualcosa che io ho fatto. Mi dispiace, ma non ti capisco, non voglio nemmeno farlo. E poi come puoi pensare che io goda a vederti lontana da tutti? Tu pensi che io sia un mostro, non cambierai più idea ormai. Potrò fare qualsiasi cosa per tornare come prima, ma non sarà mai possibile. Ho rovinato tutto lasciandoti mesi fa, e ora ne pago le conseguenze."

"Non sono ingiusta, sto pensando prima a ciò che voglio io, per una volta."

I suoi occhi continuano a fissarmi, osserva ogni singolo tratto del mio viso, poi sorride in modo amaro, come se avesse appena realizzato un concetto astratto. "Tu sei innamorata di Christian. Cazzo, non ci posso credere." Deglutisco all'istante sentendo le sue parole e mi manca l'aria per qualche secondo, ma non ribatto. "Come ho fatto a non capirlo prima... hai avuto una mezza storia con lui, ma ti ha mollata e sei tornata con me... ma io non vado più bene. Te la sei spassata un po', ma ora ti annoio, è così? Mio Dio, sei solo una puttana."

"Come ti permetti?" glielo chiedo con un filo di voce, ferita da ciò che mi ha appena detto come se mi avesse mollato un pugno sul viso. "Tu mi parli così? Io ti ho amato con tutta me stessa, ho provato a ricostruire tutto con te, non è colpa mia se non riesco a farlo e penso non si possa davvero rimediare e tornare come una volta. Hai rovinato tutto più volte e ora io sono una puttana? Sono stata a letto solo con te, sei stato il primo e unico uomo che abbia avuto, e hai il coraggio di appellarmi in questo modo?" sento gli occhi pizzicarmi e qualche lacrima rigarmi il viso, ma non mi scompongo, non alzo nemmeno la voce. Mi sento come svuotata e Kepa sta solo peggiorando tutto, ma non gli darò la soddisfazione di vedermi a pezzi ancora una volta. Lui si nutre del mio dolore, come un demone che ha bisogno di succhiare il male intorno a sé per cibarsi. "Esci da casa mia e non farti più vedere. Sai una cosa? Mi dispiace di aver rovinato tutto con Chris per te, perché lui è la cosa più pura e vera che mi sia mai capitata. Ti può insegnare a mani basse cosa significhi amare davvero e cosa sia il rispetto, tutte cose che ti mancano e che, probabilmente, ti mancheranno sempre. Tutti hanno cercato di mettermi in guardia da te, di farmi capire che eri diventato la persona più tossica e marcia sulla faccia della Terra, e non ho mai ascoltato. Ti ho sempre messo al primo posto, Arrizabalaga, anche prima di me stessa, ma ora basta. Ho dovuto sbatterci la testa per capire tutto questo, ma ora l'ho fatto. Tra noi è davvero finita stavolta."

"Ti pentirai, perché nessuno ti farà mai sentire come io ho fatto, mi amerai per sempre e ti chiederai per sempre come sarebbe potuta andare tra di noi. Ma allora sarà troppo tardi. Vai pure da Pulisic, corri da lui, sei solo un capriccio che vorrebbe togliersi. Dopo che ti avrà scopata per bene, gli passerà la fissa che ha per te da anni." ride con cattiveria, mentre afferra le sue cose e poi esce da casa mia sbattendo la porta.

Trasalisco all'istante e poi scoppio a piangere definitivamente. I singhiozzi mi smuovono completamente e mi fanno mancare l'aria. Mi sento come se fossi alla fine di una maratona, sfinita, senza forze e con il petto che mi fa male, ma ora so che cosa devo fare.

Perciò cerco di calmarmi almeno leggermente e poi afferro le mie cose ed esco di casa, nonostante mi senta ancora scossa, nonostante senta una confusione unica nella mia testa e mi dirigo dove sarei dovuta andare già da tempo. È ora di riprendere in mano la mia vita.

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