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Capitolo 40. Non una scelta alcolica

Ho accettato di andare a ballare con Maria e Rose solo per cercare di non pensare e per bere fino a dimenticare, ma il mio umore fino ad adesso non è migliorato. Pensavo che una serata solo donne avrebbe aiutato, ma mi sbagliavo.

Mi sento in colpa. Mi sento un peso sul petto per aver creato dolore all'ultima persona al mondo che lo meritava. Christian mi ha trattato sempre come se fossi la persona più importante del mondo intero, mentre io ho rovinato tutto. Non era mia intenzione farlo, avrei dovuto e potuto evitarlo, ma non l'ho fatto, e mi odio per questo.

Vorrei dare la colpa a Kepa, ma in realtà sono io che ho continuato a dargli potere. Sono io che ho provato a farlo ragionare per smettere di torturarmi, sapendo invece che eliminarlo dalla mia vita sarebbe stata la cosa migliore perché con lui non si può ragionare. Ma perché mi sono ostinata a continuare? Forse perché una parte di me è ancora legata a lui, perché io rispetto ciò che abbiamo condiviso e, ingenuamente e stupidamente, ancora pensavo che potessi fargli capire che sono stanca del suo ferirmi, in modo maturo, ma così non è stato.

"Ele... va tutto bene?" Maria mi porge un drink e si siede accanto a me e Rose, guardandomi con apprensione. Lei sa bene cosa significhi stare come sto io, sa cosa significa essere tormentati e avere questo vuoto dentro, ma non voglio che ripercorra tutto quel periodo in cui le cose tra lei e Mason non andavano più bene. Da quando sono tornati insieme si amano come non mai, c'è tra loro un rispetto che non avrei mai pensato di vedere, sono davvero felici, e non voglio che ripensino ai momenti più brutti.

"Sto bene... e dopo aver bevuto questo starò anche meglio." Inizio a sorseggiare il drink e lei mi lancia un'occhiata di rimprovero mentre io le sorrido per addolcirla. "Dai Mari, divertiamoci senza pensare a niente."

"Per me potremo anche farlo, se solo tu ne fossi davvero intenzionata. È la centesima volta che controlli il telefono, aspetti che Chris ti scriva? Posso sapere cosa è successo?"

"È successo che: berrò un altro drink più forte." faccio per alzarmi dal divanetto e andare a ordinare qualcos'altro, ma lei prevede la mia mossa e mi tiene per il polso.

"Ele, non è questo il modo di superare le cose. Sai che capisco cosa significhi avere il cuore a pezzi, e sai che anche io non ho reagito benissimo quando io e Mason ci eravamo lasciati, e al momento so bene quanta voglia tu non abbia di reagire a tua volta, o anche solo parlare, ma devi, ti aiuterebbe."

"Non c'è nulla da dire. Stavo provando a costruire qualcosa con Chris. Ci siamo baciati la prima volta e ci siamo detti di provare a essere più che amici, ha provato a prendersi cura di me che ero ferita da Kepa, ma io ho rovinato tutto. E perché? Perché una parte di me, che odio da morire e vorrei uccidere con le mie stesse mani, si sente così legata allo spagnolo da non riuscire a lasciarlo andare, a fregarsene di tutto. Quando lui dice qualcosa, dovrei comportarmi come se fosse una merda a parlare, ma non riesco. Mi fa ancora troppo male, e di conseguenza ho ferito Christian e lui mi ha lasciata. L'ha fatto con amore, l'ha fatto pensando prima a me che a se stesso, anche stavolta, e questo mi fa sentire una persona ancora peggiore."

"Provare amore non è un errore. Ci vuole tempo a dimenticare qualcuno a cui hai dato tutta te stessa, il problema è lui che continua a entrare nella tua vita senza rimorso, senza pensare che potrebbe scombussolarti e ferirti ancora." mi lascia una carezza sul braccio e io mi mordo il labbro inferiore cercando di non scoppiare a piangere "Christian, invece, ci tiene tanto a te, se ha fatto questo passo è solo perché vuole che tu ti riprenda e torni a essere felice senza che ti senta legata a lui e ti senta in colpa anche solo a piangere per Kepa. Eléonore, devi ricostruirti e poi sarai pronta a tornare da Christian, o da chiunque vorrai, e potrai amare ed essere amata come meriti."

"E se non riuscirò? E se Kepa mi ha tolto tutta la capacità di amare? Se non riesco più a fidarmi e lasciarmi andare come si dovrebbe?"

Ride leggermente, ma senza cattiveria, asciugandomi le lacrime e scuotendo la testa. "Lo pensavo anche io, talmente tanto che ho provato a tenere Mason lontano quando ci siamo conosciuti. Ero ferita, pensavo di non meritare più amore e di non essere più grado di amare, ma Mason è riuscito ad abbattere ogni muro. Ha saputo farmi capire che non avevo colpe per ciò che mi era stato fatto prima di lui, avevamo un dolore simile e insieme abbiamo affrontato tutto. Ti giuro che non resterai bloccata per sempre, starai bene e Kepa sarà solo un brutto ricordo."

Annuisco per farle capire che ho ricevuto le sue parole chiaro e tondo e poi la stringo forte. Lei sospira, come se le dispiacesse percepire il mio dolore, e poi mi abbraccia di rimando, accarezzandomi la schiena e facendomi tranquillizzare, mentre qualche lacrima abbandona il mio viso.

*****

Kepa

Appena la vedo davanti a me, scatto in piedi, visto che l'ho aspettata per ore seduto sul gradino del pianerottolo di casa sua, e lei sussulta. Mi guarda quasi come se avesse un fantasma davanti ai suoi occhi, poi scuote la testa come se così riuscisse a cacciare la mia immagine.

"Kepa che cosa ci fai qua?" avanza verso di me e mi supera, infilando la chiave nella porta di casa sua e poi si rigira verso di me. "Pensavo di essere stata chiara: non ti voglio più nella mia vita."

"Ele... per favore. Non faccio altro che sognarti e pensare a te, ti prego..." mi avvicino a lei e da questa distanza riesco a sentire l'odore dell'alcol che emana, ha bevuto... mi chiedo se sia per colpa mia. "Odio tutto ciò, non riesco a immaginare di aver per sempre chiuso con te."

"Ci avresti pensato prima." mi regala un finto sorriso e poi fa per entrare in casa, ma le tengo la mano. Dolcemente faccio intrecciare le nostre dita e lei si rigira di scatto verso di me "Che vuoi ancora?"

"Perdonami per quello che sto per fare." non le do nemmeno il tempo di processare le mie parole, metto le mani ai lati del suo viso e la bacio. Poso le mie labbra sulle sue e la bacio dolcemente, cercando di farle capire ciò che davvero provo per lei e quanto mi dispiaccia la situazione in cui ci troviamo.

Lei sembra ricambiare, in un primo momento, poi mi allontana improvvisamente, dandomi una spinta. "Come cazzo ti permetti?"

"Santo cielo, sto provando a farti capire che ti amo, non volevo ferirti. Ma continuo a farlo. Non so più cosa fare, dammi un'altra possibilità. Sono qua, non pensi che se non mi importasse di te mi sarei rassegnato già da tempo? Non posso, non vivo senza di te, sei l'unica che davvero mi fa stare bene e sei l'unica che voglio. Sei troppo speciale e io non voglio perderti."

La prego, con un tono di voce supplichevole e con lo sguardo. La prego di ascoltarmi, la prego di darci una seconda possibilità, perché ho bisogno di lei. Ho solo bisogno di lei, di niente altro e nessun'altra. Potrei avere l'intero mondo in mano, ma se non avesse lei sarei comunque povero.

"Ma come puoi pensare che io ti creda?" inizia a piangere silenziosamente e mi guarda dritto negli occhi, gli occhi più profondi che abbia mai visto. Li ho sempre amati, dal primo momento, come si può pensare che gli occhi castani non siano niente di che? Io nei suoi vedo l'universo. "Come faccio a tornare con te dopo tutto ciò che mi hai fatto? Dopo ciò che hai fatto ai miei amici? Come Kepa?"

"Rimedierò anche con loro. Te lo giuro, sarò un uomo diverso, non solo con te, ma anche con loro. Tornerò come una volta, sono già tornato come prima in realtà. Ho sbagliato tanto, ma era solo per paura di perderti." le prendo le mani e gliele bacio dolcemente "Per favore, Ele. Lo sai che sono sincero, mi conosci meglio di chiunque altro. Non chiudermi la porta in faccia."

"Kepa..." sussurra piano il mio nome e io le poso una mano sul petto, in modo delicato, all'altezza del cuore... "che fai?"

"Senti come va veloce? Non puoi negare che mi ami ancora, non sprechiamo questa occasione. Ci amiamo troppo per buttare tutto al vento, amore mio." le sorrido dolcemente, con gli occhi che mi pizzicano, poi poso ancora la bocca sulla sua. Stavolta lo faccio guardandola negli occhi, come a chiederle il permesso, e lei non si allontana, non stavolta. Chiude gli occhi, mette le braccia intorno al mio collo e ricambia il bacio.

Sento il cuore sospirare nel mio petto, mentre lei indietreggia fino a entrare nel suo appartamento e mi trascina con sé. Immediatamente chiude la porta e si appoggia a essa con le spalle, senza smettere di baciarmi. Le sue mani trafficano sul mio petto, mi accarezza e poi mi toglie il giubbotto, facendolo cadere per terra.

Sorrido senza riuscire a trattenermi e smetto di baciarla per qualche secondo, per poter fare lo stesso con il suo giubbotto e la sua maglia. Dopodiché le ribacio le labbra e poi scendo sul collo, sentendola subito ansimare il mio nome. L'effetto che le faccio mi fa battere il cuore come non mai e mi rende felice, perché riesco a capire che davvero tra noi non è tutto perduto.

In poco tempo ci liberiamo dei vestiti, dolcemente lei mi toglie la maglia e i pantaloni e io faccio lo stesso con i suoi abiti, così rimaniamo solo con l'intimo addosso.

"Voglio farlo qua, Kepa. Non voglio spostarmi, ti voglio adesso." sorrido sentendo le sue parole e accarezzo la sua intimità ancora coperta, cosa che la fa gemere e mordersi il labbro come per trattenersi. "Nessun giochetto, sono pronta."

Annuisco all'istante e la libero delle mutande mentre lei fa lo stesso con i miei boxer. "Scusa per tutto il male che ti ho fatto." le faccio allacciare le gambe intorno al mio bacino e, con una mossa decisa, entro in lei. Vedendola aprire la bocca come se fosse a corto d'aria, mi rendo conto che è più bella che mai e che io non ho nessuna intenzione di perderla ancora o rovinare le cose. "Ti amo tantissimo."

La bacio sulle labbra e poi inizio a muovermi. Quando mi tira i capelli e poi posa le mani sulle mie spalle e sulla mia schiena, graffiandomi per ogni spinta che le do, riesco a capire quanto sia coinvolta da tutto questo.

"Anche io ti amo, Kepa. Non farmi più del male, stavolta non mi riprenderei più."

"Mai." la bacio sulle labbra "Mai più, te lo giuro."

Sorride dolcemente e allarga ancora di più le gambe, come a chiedermi di più. La accontento all'istante e inizio ad andare più in profondità con delle spinte decise. Continuiamo così per non so quanto tempo, con i nostri respiri che si mischiano affannati e le nostre voci che ansimano l'una il nome dell'altro.

Io mi sento come se fossi in paradiso, mi sento completo, ora dopo molto tempo. Finalmente sono con la mia metà, quella che mi fa sentire vivo, che mi fa sentire un uomo migliore. Lei è qua, e mi ama, non potrei chiedere di più di questo.

Raggiunge il culmine urlando il mio nome e graffiando maggiormente la mia schiena, e io continuo a spingere per un po', fino a raggiungerla. Riverso il mio piacere in lei e la sento trasalire, facendomi capire che è venuta ancora.

Dopodiché mi accarezza i capelli bagnati dal sudore e mi lascia un bacio sulla fronte, in modo dolce e stanco. "Per quanto ubriaca sia, sappi che questa è stata una scelta voluta da me, non dall'alcol."

Sorrido sentendo le sue parole e sento il petto scaldarsi. Questa sua frase rende tutto ancora più perfetto e mi dà la speranza che tra noi tutto tornerà come prima.
Non ribatto stavolta, le parole sarebbero superflue. La faccio posare nuovamente a terra con i piedi e poi le bacio dolcemente le labbra, senza alcuna malizia, mentre le accarezzo il viso, per dimostrarle quanto per me sia preziosa e che d'ora in poi non sbaglierò mai più.

Nota autrice: lo so che ora mi starete odiando, scusate🥺🤍

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