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Capitolo 38. Sempre il suo fantasma

Christian

Essere riuniti a casa di Benjamin, solitamente, è una delle cose che mi fa stare meglio. Chiacchierare, scherzare, giocare alla play, sia che sia un momento tra solo noi ragazzi, sia che ci siano anche le ragazze, ma oggi non non riesco nemmeno ad ascoltare i discorsi senza che la mia mente si distragga.

Continuo a osservare Eléonore, seduta a gambe incrociate sul tappeto, con la schiena posata sulla parte inferiore del divano, e lo sguardo assente. Non so cosa abbia, è così da quando sono andato a prenderla, ha finto un sorriso e mi ha ripetuto più e più volte che fosse tutto ok, per poi stare zitta per tutto il viaggio fino a qua. Ovviamente sono preoccupato, ma non posso nemmeno starle incollato o baciarla come vorrei, davanti a tutti, visto che nessuno sa che stiamo provando a vedere come va tra di noi.

"Che succede?" Mason, seduto accanto a me, giocherella con i dadi che ha in mano e lancia un'occhiata prima alla sua migliore amica e poi a me, sussurrando per tenere tra noi il discorso "Pensi che abbia saputo che ieri hai discusso con Kepa? Che lui le abbia raccontato qualche cazzata?"

Stamattina, dopo l'allenamento, ho parlato con Mason dell'imboscata che il portiere spagnolo mi ha teso nei parcheggi, avevo bisogno di parlarne con qualcuno e sapevo che in lui avrei trovato sostegno. "Non credo... io non penso sarebbe venuta con noi se Kepa le avesse messo stronzate in testa. Sembra solo tormentata."

Il centrocampista inglese fa spallucce, guardandola per un secondo, poi riporta l'attenzione su di me. "Sarà... ma comunque sono convinto che c'entri Kepa. Ogni volta che lei sta male, la colpa è sempre di quello stronzo. Mi fidavo di lui, davvero, come se fosse un fratello, e guarda come siamo finiti. Lei che soffre, lui che aggredisce te e dice cose pesanti su di lei."

"Mase, sai che odio vederla stare così... vorrei poter fare qualcosa." la sola idea che lei possa stare ancora male per colpa di Kepa, mi fa uscire fuori di me. Come può avere ancora tutto questo potere su di lei? Non voglio risultare geloso... ma se potessi, io le darei il mio cuore e le permetterei di provare nuovamente qualcosa di bello come l'amore, ma stavolta un amore vero che non le farebbe mai male, senza che avesse paura. Le darei la possibilità di innamorarsi ancora e di riniziare a sorridere senza blocchi.

"Lo so..." Mason si gira per qualche secondo verso Maria, che l'ha richiamato dalla cucina per darle una mano con le cose da mangiare da portare qua, così si alza e mi dà una pacca sulla spalla prima di recarsi dalla sua fidanzata. "So che Ele è in buone mani con te." anche stavolta tiene un tono basso per non farsi sentire, mentre io, in risposta, annuisco solamente.

Spero che davvero io abbia questo potere di aiutarla... spero davvero che lei si lasci andare con me.
So che abbiamo fatto alcuni passi avanti, ma io vorrei solo prenderle il male e buttarlo fuori da lei, tenerlo lontano dal suo cuore... e questo sarà possibile solo se lei sarà d'accordo con me.

*****

Eléonore

"Ehi, Ele..." sussulto quando Christian mi tocca il ginocchio e smetto di osservare il paesaggio fuori dal finestrino, portando lo sguardo su di lui. "Che sta succedendo? Hai il viso teso."

"Nulla, sono solo stanca."

Lui sospira profondamente, come a prendere tempo, poi ritrae la mano da me, posandola sul cambio automatico. "Senti, non voglio obbligarti a parlare con me, non l'ho mai fatto, ma posso dirti che non mi bevo questa scusa della stanchezza. Ti conosco da anni."

"Allora, se mi conosci, dovresti capire quando è ora di smetterla di insistere." mi rendo immediatamente conto di quanto io sia stata dura, perciò scuoto la testa e avvicino la mia mano al suo braccio, accarezzandolo appena. "Scusami... io non ce l'ho con te, e se ho parlato poco tutta la serata, è proprio per evitare che fossi poco gentile con uno di voi. Sono nervosa, non voglio litigare con chi non c'entra niente."

"È Kepa la causa?" sussulto immediatamente sentendo il suo nome e rabbrividisco, quasi sentendomi colta in flagrante "Che cosa ti ha fatto ancora?"

"Niente di che..." Decido di parlargliene, perché è giusto così. Io e lui stiamo provando a costruire qualcosa di più dell'amicizia, in più so che parlarne con qualcuno mi farà bene, non devo e non voglio nascondere nulla. "Mi ha fatto trovare un mazzo di girasoli e una lettera. Mi ha chiesto scusa, ha detto che mi aspetterà perché sono la donna della sua vita e nessuna sarà mai come me. Mi ha detto che farebbe di tutto per potermi aiutare a stare meglio, ma che sa che mi ha causato troppo dolore per cancellarlo così. In sintesi mi ha scritto questo su quella maledetta lettera... e leggere tutto ciò, mi ha fatto male."

Scrollo le spalle, come a minimizzare il tutto, mentre una lacrima sfugge al mio contratto e abbandona i miei occhi. Non so nemmeno perché ora stia piangendo nuovamente, forse sono solo satura di tutte le emozioni e dagli avvenimenti.

"Mi dispiace che ancora Kepa rigiri il coltello nella piaga... ma potevi parlarmene prima. Io e te usciamo insieme... penso che siamo praticamente una coppia, o almeno ci proviamo." le sue parole mi fanno sentire una leggera ansia, anche se non dovrebbe essere così. Una coppia...

"Noi siamo una coppia?"

"Perché no? Ci baciamo, dormiamo insieme..." si zittisce all'improvviso e mi guarda attentamente per qualche secondo - per poi riportare l'attenzione sulla strada- come se dovesse scorgere chissà cosa nel mio viso "Per te non lo siamo... perché? Perché non è ciò che vuoi o perché nella tua mente pensi ancora a Kepa?"

"Christian, ma che dici?" quasi non riesco a credere alle mie orecchie "Sono stata io a buttarmi tra le tue braccia, perché volevo stare con te, e ora mi vieni a dire questo? Non ho mai giocato con te."

"Non sto dicendo questo." ferma l'auto davanti a casa mia, spegnendo il motore. "Sto dicendo che una parte di te potrebbe ancora sperare che con Kepa le cose tornino alla normalità. Per me, i nostri baci, i momenti passati assieme, le risate, i film, hanno avuto un valore immenso... per te? A volte ho paura che non sia lo stesso."

"Quale è il problema? Perché non abbiamo ancora fatto sesso?"

Sbianca sentendo le mie parole e mi pento immediatamente di averlo anche solo pensato. So che Christian non mi sta accanto solo per questo, so che il suo scopo principale non è quello di portarmi a letto, ma la rabbia ha parlato per me. Sto nutrendo dentro un sentimento che non mi piace, lo sto soffocando da quando ho letto la lettera, vorrei tenerlo nascosto, ma se apro bocca fuoriesce come se non aspettasse altro. È come un mostro pronto a inghiottire me e tutto ciò che potrebbe anche solo lontanamente rendermi felice.

Quando sono diventata così? Da quando non so nemmeno controllarmi? Sto diventando marcia? Se così fosse, mi vergogno terribilmente per questo... non sono mai stata così carica di rancore e pronta a esplodere.

"Se pensi questo di me, non hai ancora capito niente. Forse è meglio che vai a dormire, Ele."

"Scusami Chris." scoppio immediatamente a piangere, poi mi avvicino a lui, accarezzandogli il viso e lasciandogli un bacio sulle labbra "Scusami, ho parlato senza pensare. Non devi prenderti tu tutta questa rabbia, non c'entri."

Sembro così tossica ultimamente... sembro esattamente come Kepa. Perché sono così? Perché? Continuo a chiedermelo nella mia mente e mi sento sempre più spenta mentre mi incolpo di star facendo male a chi voglio bene e sto dando potere ancora a chi mi ferisce. Ma mi sento come in un vicolo cieco, non so andare avanti e tornare indietro mi terrorizza. Cosa dovrei fare? A volte penso che sparire, andare lontano da tutti, sia la cosa migliore. Nessuno dovrebbe più preoccuparsi di me e io inizierei una nuova vita, sola, nell'anonimato, senza creare legami e rischiare di ferire ancora altre persone e me stessa.

"Stai calma... sono qua." mi bacia dolcemente le guance, come per raccogliere le lacrime, poi la fronte. Mi bacia la pelle con una dolcezza disarmante, facendomi subito chiedere quanto io meriti questo. "Non preoccuparti per me, ma permettimi di aiutarti. Voglio provare a farti sorridere sinceramente come quando ci siamo conosciuti. Nonostante tutto quello che avevi provato fino ad allora, avevi un sorriso che illuminava tutto e dava speranza a chi ti stava intorno, devi tornare così."

"Non ho più luce dentro... e mi sento in colpa per questo. Mi sento in colpa perché ho detto che volevo provare a stare con te, ma sono spenta per colpa del mio ex... e questo per me è una mancanza di rispetto nei tuoi confronti che mi stai accanto."

"Sapevo che sarebbe stato difficile e che Kepa avrebbe provato a dividerci, ma ho scelto di provare a stare con te comunque perché è ciò che voglio e che mi rende felice. Non mi importa niente di ciò che fa e non è una mancanza di rispetto se soffri ancora per lui, visto che continua a intromettersi e gode a farti male."

Annuisco trovandomi leggermente d'accordo con lui, poi gli lascio un altro bacio sulle labbra, calmando il mio pianto grazie a lui e alle sue parole. Lui per me è indispensabile, ma il ricordo di Kepa non mi abbandona e non lo farà mai finché continuerà a stare nella mia vita.

"Buonanotte, Chris. Grazie per quello che fai." per un secondo sono tentata di chiedergli di salire, ma mi obbligo a stare zitta. Andrebbe in netta contraddizione con il mio comportamento e alcuni miei pensieri. "Sei la persona migliore che io conosca." gli lascio una carezza sul petto, all'altezza del cuore, e poi scendo dall'auto senza dargli la possibilità di ribattere.

Ho bisogno di stare sola. Ho bisogno di rimettere ordine nella mia vita. Ho bisogno di ripartire ancora una volta dalle fondamenta, perché vengo sempre buttata giù... ma non ho intenzione di restare a terra, ho davvero voglia di tornare quella di prima, e anche se lo ripeto spesso, è la verità, non solo parole buttate a caso con sapore di pentimento.

Nota: ciao raga🤍 volevo solo dirvi che qua siamo ancora alla calma prima della tempesta... vi abbraccio, a presto🫶🏼

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