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Capitolo 22. Un po' di confusione

Entro in camera di Kepa in cerca di una felpa da indossare, visto che sto gelando in attesa che rientri a casa sua. Ho deciso di fargli una sorpresa, visto che oggi tornerà tardi dall'allenamento in vista della Champions, e sono venuta qua per preparare una bella cenetta solo per noi due.

Apro l'armadio e decido di indossare una felpa a caso che lui usa spesso, per sentirmi il suo profumo addosso, dopodiché torno in cucina per finire di sistemare le ultime cose a tavola. Ormai dovrebbe essere qua a momenti, visto che Mason mi ha detto che hanno abbandonato il centro sportivo da qualche decina di minuti.

Sorrido osservando come ho sistemato la tavola in modo ordinato, che con le candele accese ha un'aria ancora più dolce e romantica, poi infilo le mani nella felpa e annuisco in approvazione a me stessa per il lavoro svolto.

Aggrotto le sopracciglia rendendomi conto che c'è qualcosa in tasca e tiro fuori quello che sembra essere uno scontrino. Leggo distrattamente ciò che c'è scritto e faccio per buttarlo, ma improvvisamente mi blocco quando la data mi salta all'occhio.

Mi paralizzo a fissare il pezzo di carta tra le mie mani, che indica la consumazione in un bar, rendendomi conto che l'orario e il giorno risalgono a quando Kepa ha fatto tardi alla cena che avevo organizzato. Non posso crederci.

Per un secondo provo a cercare una giustificazione, ma non trovo nulla che abbia senso. L'unica spiegazione logica è che lui mi abbia mentito. Continuo a fissare lo scontrino e improvvisamente la porta dell'ingresso si apre, annunciando così il rientro del portiere.

In un'altra occasione gli sarei andata incontro e l'avrei salutato e coccolato, ma in questo momento è come se i miei piedi fossero piantati al suolo e non potessi staccarmi per nessuna ragione al mondo.

"Babe?" mi richiama, evidentemente avendo notato il mio giubbotto e la mia borsa posate sul divano, poi mi raggiunge in cucina. Appena mi nota, sorride dolcemente si avvicina a me, circondandomi la vita con le braccia e baciandomi delicatamente le labbra. "Ma che bella sorpresa mi hai fatto. È stata una lunga giornata, trovarti qua mi toglie tutte le fatiche di dosso."

Io annuisco appena, come in tranche, sentendo la sua voce quasi ovattata alle mie orecchie. Non riesco a smettere di stringere il pezzo di carta tra le mani, come se questo gesto potesse cancellare tutto ciò che sta balenando nella mia mente, e allo stesso tempo mi allontano da Kepa, sentendomi soffocare dalla sua vicinanza. Non posso permettere che mi prenda in giro e mi accarezzi come se niente fosse, se davvero ha mentito su quella sera.

"Ele, che hai?" mi guarda confuso e preoccupato, poi abbassa lo sguardo verso le mie mani "Che cosa è quello?" mi osserva attentamente e i suoi occhi indugiano sulla felpa che ho addosso, ed è qua che la sua espressione cambia. Un leggero panico gli colora il volto, cosa che non mi tranquillizza minimamente.

"Ora, te lo chiederò una volta sola. Mi aspetto sincerità da te, dopotutto quello che abbiamo passato insieme e dopo questi mesi lontani. Mi devi assoluta trasparenza, Kepa." mi trema la voce, ma continuo comunque a parlare. "La notte che sei arrivato tardi alla cena a casa mia, mi hai detto che avevi avuto problemi con la macchina. Ovviamente ti ho creduto, non ho messo in dubbio nemmeno per un secondo che fosse vero, visto che non c'era motivo di dire una cazzata, ma prima avevo freddo e ho preso questa." tiro appena il tessuto della sua felpa che ho indossato "E dentro ho trovato uno scontrino. Lo stavo per buttare, non avevo nessun interesse di leggerlo, finché ho notato la data e l'ora. In quel momento io ti aspettavo a casa mia e tu eri al bar, mentre mi avevi detto che aspettavi il carro attrezzi e hai fatto tardi per quello."

I suoi occhi continuano a fissarmi per qualche secondo, senza che dica nulla. Sembra perso nei propri pensieri, e in questo momento non riesco nemmeno a interpretarlo, poi si decide a parlare. "A cosa stai pensando? Che io ti abbia raccontato chissà quale cazzata e invece ero con un'altra? Chi ti ha messo queste idee in testa? Mason?"

"Mason? Che cosa c'entra Mason in tutto questo?"

"Mi ha detto che non si fida di me e quant'altro e che quella sera secondo lui ho mentito, probabilmente ti sei fatta condizionare da lui." alza la voce nervosamente mentre scuote la testa con delusione "Davvero, non ti capisco, Ele. Come fai a pensare davvero che io possa farti una cosa del genere? Ti amo e da quando sono con te sono tornato a essere lo stesso Kepa di sempre, quello felice e che ha voglia di ridere e scherzare con tutti. Quello scontrino è dello stesso giorno della cena, ma solo perché mentre aspettavo il carro attrezzi sono entrato al bar a prendermi qualcosa da mangiare e bere. Non capisco davvero... tu non ti fidi più di me. Io capisco che ti ho fatto del male, che hai sofferto, ma se non hai fiducia in me forse dovresti chiudere questa storia."

Trasalisco sentendo la sua ultima frase e lo fisso intensamente cercando di capire i suoi pensieri. Davvero pensa che io vorrei questo? Se sono venuta a chiedergli spiegazioni sullo scontrino, invece di trarre le mie conclusioni in solitudine, è proprio perché non vorrei mai fare il passo di lasciarlo.

"Kepa..."

"No..." Mette la mano davanti a sé, agitandola nervosamente come ad allontanare le mie parole "niente Kepa. Non voglio una relazione basata sul non avere fiducia. Io darei tutto per te, ma se non sei più tranquilla e felice come una volta allora non ha senso che stai con me. Non ti devi sentire obbligata. Non sono pazzo, non ti voglio tenere legata a me se tu non vuoi."

Sento gli occhi pizzicarmi davanti alle sue parole e non so nemmeno perché. Mi sento come se gli avessi fatto male mettendo in dubbio quello che c'è tra noi, ma il punto è che volevo solamente avere delle spiegazioni da parte sua, non ho mai pensato tutto quello che sta dicendo lui. Io non voglio litigare, direi tutt'altro. Voglio essere tranquilla e non avere mai più il cuore a pezzi.

"Io non ho mai pensato questo... io volevo solo che mi dicessi com'è andata quel giorno. Se avessi pensato che era meglio chiuderla, me ne sarei andata subito, senza parlarti, non pensi?"

Fa spallucce come se non sapesse darmi una risposta, fissandomi attentamente negli occhi. "Non lo so, ti sento lontana... ti sento meno vicina in tanti momenti. È come se lasciassi sempre un po' di distanza tra noi per paura. Non ti appoggi a me come una volta, come se avessi il terrore che mi sposto e tu possa così cadere. A me questo, Ele, fa male. Voglio tornare come una volta, senza paure e paranoie." Si avvicina più a me ora, sorride debolmente, con gli occhi che brillano. Mi incanto davanti alla sua bellezza. I capelli ricci che quasi gli ricadono sulla fronte, le labbra semichiuse mentre mi osserva. "Dimmi che per te è tutto come prima. Perché non sopporterei aver spezzato quella magia tra noi."

La sua mano destra si posa sul mio viso e accarezza le mie labbra con il pollice. Vengo pervasa dai brividi e le cose non migliorano quando mi sposta i capelli da un lato e inizia a lasciarmi vari baci sul collo.

Io chiudo gli occhi istintivamente e getto la testa all'indietro per lasciargli libero accesso, e tiro leggermente i suoi capelli ricci con le dita, attirandolo ancora più verso di me. I suoi baci sulla mia pelle mi fanno tremare dalla testa ai piedi, ma una parte di me è come se non riuscisse a restare concentrata. Rivivo in loop e velocemente gli ultimi avvenimenti e il modo in cui mi ha lasciata l'altra volta, e quasi mi manca il fiato, ma non lo fermo. Continuo a restare davanti a lui, mentre mi spoglia e mi accarezza e bacia. Io faccio lo stesso, gli tolgo i vestiti e seguo i suoi movimenti.

Mi fa allacciare le gambe intorno al suo bacino e poi mi fa appoggiare al muro, mentre io lo guardo ma è come se non lo stessi vedendo realmente. Posa il viso sulla mia spalla appena entra in me e poi inizia a muoversi, e io lo lascio fare. Gli consento di dimostrarmi quello che prova, non convinta pienamente che quello che io farei per lui sia paragonabile a quello che lui farebbe per me. Non so perché, ma in questo momento è come se vedessi tutto offuscato davanti ai miei occhi, è come se non riuscissi a ragionare lucidamente, è come se fosse scattato un campanello dentro di me che mi ha messo in allarme.

Mi bacia sulle labbra e mi sussurra che mi ama, mentre io mi tengo salda a lui aggrappandomi alle sue spalle. Alcuni gemiti escono fuori dalle nostre bocche, ma al momento il piacere che provo ogni volta che faccio sesso con lui è come se non potesse far sparire questa confusione che mi si è piazzata dentro.

Ho lo stomaco attorcigliato e i pensieri confusi. Quasi mi fa male il petto per la pressione e il carico di ciò che mi sta schiacciando, e concentrarmi su Kepa non mi è mai sembrato così difficile.

Non so perché mi senta così, non so perché non riesca a godermi pienamente questo momento di intimità con lui, non so davvero cosa ci sia che non va, so solo che vorrei che qualcuno mi dicesse che io e Kepa possiamo tornare ad amarci come una volta, che tutto può tornare alla normalità, vorrei solo che non mi venisse nuovamente strappata via la stabilità con lui, perché ho creduto davvero potessimo avere davvero un futuro.

Nota autrice: ehilà, non scrivo mai sotto i capitoli di questa storia, però volevo dirvi che d'ora in poi entriamo nel vivo della storia. Il pezzo finale del capitolo vuole dimostrare la confusione di Eléonore è un punto in cui le si insinuano vari dubbi. Ci vediamo nel prossimo capitolo 🤍

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