Capitolo 11. Kepa manipola
Christian
È tutta la serata che provo a parlare con Eléonore e lei mi ignora. All'inizio pensavo di essere io esagerato, di star facendo chissà quale pensiero sbagliato e che lei non poteva avere qualcosa contro di me, ma quando mi sono seduto accanto a lei e, dopo averle parlato, si è alzata senza nemmeno guardarmi, andando addirittura fuori dal locale, ho capito di avere ragione sulle mie sensazioni.
Quando poi è tornata dentro, si è seduta lontano da me, senza dire nulla, ed è tutto il tempo che la sua attenzione è concentrata sul telefono. Devo ammettere che mi dà parecchio fastidio questa situazione, anche perché non ho fatto nulla di male per meritare questa freddezza, e perché avrebbe potuto parlare apertamente con me se qualche mia parola l'ha infastidita, invece mi sta ignorando come se non esistessi... e io non capisco.
"Che è successo?" mi giro verso Mason quando mi pone questa domanda, indicando la sua migliore amica con un cenno del capo "Non ha parlato per tutta la sera e tu gli sei seduto lontano... negli ultimi giorni mi sembravate molto uniti."
Faccio spallucce sentendo le sue parole e sospiro appena lanciandole uno sguardo, poi riprendo a osservare Mason che sta aspettando risposta, anche se in realtà io non so nemmeno bene cosa dirgli, visto che nemmeno io ho capito il perché di tutto ciò. "Oggi mi ignora, non so perché. Ho provato a parlarle, ma poi si è spostata senza nemmeno darmi il tempo materiale."
"Io sento che mi sta nascondendo qualcosa, ci sono già passato quando frequentava Kepa e non voleva che lo sapessi, e anche ora sembra stia facendo lo stesso. Sono preoccupato, non è in sé, ultimamente è così spenta che non la riconosco, e sono davvero in pensiero." annuisco consapevole, e per un secondo mi immagino a raccontargli tutto, a dirgli che razza di persona sia Kepa e il male che sta facendo a Ele, ma poi mi blocco poco prima di aprire bocca perché le ho promesso che non ne avrei parlato con nessuno. "Cosa dovrei fare? Tutti mi dicono di darle tempo, che parlerà con me quando si sentirà pronta, ma sembra che quel momento non arrivi mai, anzi. Mi sembra che stia addirittura peggio di come stava prima."
"Mi dispiace, Mason. Forse davvero ha bisogno solo di tempo... vedrai che te ne parlerà. Sai com'è fatta, non vuole che le persone si preoccupino per lei."
"Lei e Benjamin mi faranno impazzire, entrambi quando stanno male fanno così, eppure ci provo a rassicurarli, ma è più forte di loro soffocare tutto dentro e non parlarne." sbuffa nervosamente e accarezza dolcemente e quasi con distrazione la coscia della sua fidanzata seduta accanto a lui "Comunque okay, se non posso fare altro, aspetterò..."
Annuisco appena, trovandomi d'accordo con la sua saggia scelta, poi mi concentro nuovamente su Eléonore che, per qualche secondo, si accorge che la sto osservando e aggancia il mio sguardo, ma subito lo distoglie come se nulla fosse, ed è questo l'ennesimo dettaglio che mi convince a parlarle una volta che andremo tutti fuori dal locale, a fine serata. In quel momento, senza la musica alta, senza il caos e la gente non potrà sfuggirmi, e dovrà darmi per forza una spiegazione.
*****
Eléonore
Sospiro debolmente e alzo gli occhi al cielo, rendendomi conto che il mio taxi è in ritardo. Mi innervosisco immediatamente, visto che ho prenotato la corsa prima di uscire dal locale in modo tale da scappare appena finiva questa maledetta serata, ma a quanto pare tutto stasera è contro di me.
"Ele..." trasalisco appena sentendo la voce di Chris, ma non mi giro, mi stringo nella giacca per ripararmi dal freddo e continuo a osservare la strada davanti a me. Non ho nessuna voglia di parlare con lui, mi sento pure a disagio nel farlo. "Ehi... nemmeno mi guardi?"
"È tardi, Christian, va a casa." uso un tono freddo, che quasi non mi riconosco nemmeno io, non è qualcosa di solito che mi appartiene.
L'americano sbuffa sentendo la mia risposta e poi si mette davanti a me, coprendomi la visuale con il suo corpo. "Mi dici che hai? Perché una persona che non ha nulla non si comporta così. Ci siamo salutati che era tutto okay, poi quando ci rivediamo nemmeno mi saluti e scappi come se avessi una malattia contagiosa?" si passa la mano tra i capelli ricci, in modo nervoso, e poi giocherella con il braccialetto con le perle nere che ha al polso del braccio tatuato. "Non penso di aver fatto qualcosa di così grave, e anche se fosse così, basterebbe che tu me lo dicessi. Siamo adulti, possiamo parlare se qualcosa non va, se sbaglio, se ti offendo in qualche modo, dimmelo, ci conosciamo da anni ormai."
"Vuoi parlare?" gli chiedo nervosamente, alzando lo sguardo sul suo "Allora perché non inizi dicendo che mi hai solo presa per il culo? Perché non hai le palle di dire che non mi sei davvero amico e che vuoi solo portarmi a letto?"
Sentendo le mie parole, il suo sguardo si strabuzza e il suo viso diventa prima pallido e poi rosso, mentre inizia a osservarmi come se all'improvviso non fossi più io la persona davanti a lui ma un'aliena con più teste. "Ma di che diavolo stai parlando?" lo chiede con confusione, poi la consapevole si fa sempre più presente sul suo viso. "Kepa? Queste sono cazzate che ti ha detto lui, non è vero?"
"Lascialo fuori da tutta questa storia."
"Come? Lo stai difendendo? Davvero? Con tutto quello che ti ha fatto e che continua a farti, tu lo difendi?" ride senza umorismo mentre mi continua a guardare stranito e con un pizzico di delusione "Se tu pensi queste cose di me, allora non hai capito ancora niente. Sono anni che ci conosciamo, e appena il tuo ex che ti fa stare male da mesi, ti dice una cosa, tu ci credi? Kepa ti manipola e tu glielo lasci fare. Io ti sto accanto e invece di accettare il mio aiuto, allontani me e continui a credere a tutto quello che ti dice. Perché?"
Sembra così maledettamente sincero che la confusione si fa spazio velocemente dentro me e i miei occhi iniziano a pizzicare. In questo momento non so cosa fare. Kepa ha dormito con me, mi ha tenuto stretta mentre piangevo e mi ha fatto addormentare, sembrava sincero... ma anche Christian lo sembra, lo stesso Christian che c'è sempre stato per me, senza se e senza ma.
"Io non... non lo so." sbotto ed alcune lacrime mi rigano il volto "Io non so cosa pensare. Kepa non mi mentirebbe mai così..."
"No?" Chiede sconvolto "Ti devo ricordare che ha scopato con te e poi ti ha cacciata?" sussulto sentendo queste parole e lui sospira dispiaciuto "Scusami, non volevo essere così diretto... solo che mi fa incazzare che tu gli dia tutto questo potere. Non ti merita, non merita tutto questo."
"E cosa merito? Mmh?" un singhiozzo mi toglie il fiato, mentre rivivo tutto il male che ho provato a causa di Kepa in questi mesi "Cosa? Perché io non trovo nulla che riesca a darmi anche solo l'illusione che posso uscire da questo male che sento. Tu puoi darmi della pazza o della sciocca, ma solo con Kepa accanto si attenua questo male."
"Lo stesso che te l'ha causato? Lui finge di fartelo attenuare, ti manipola affinché tu possa pensare che stai bene con lui, che è la tua ancora, che siete legati, gioca con te. Tu non devi permetterglielo." mi posa una mano sul viso e accarezza delicatamente la mia pelle con i polpastrelli. "Io non posso fare più di questo, ma posso giurarti che non ho mai voluto farti male, non te ne ho mai fatto, e mai te ne farò. Io ti sono accanto da sempre e mi conosci, dentro te sai che non ho mai voluto prendermi gioco di te."
Piango ancora di più dopo aver sentito ciò, perché una parte di me, forse quella non è anestetizzata dall'amore per Kepa, sa che ha ragione. Quella parte sa che Christian non mi ha mai ferito, e che mai lo farebbe, ma la parte che è persa per il mio ex, e che ancora lo ama più di qualunque altra cosa al mondo, beh quella ha provato a soffocare la parte più razionale.
"Mi dispiace... mi dispiace. Scusami Chris." gli butto le braccia al collo mentre il mio corpo viene smosso dai forti singhiozzi. Non so come... ma so che è lui che non mi sta mentendo al momento. Lo percepisco chiaramente... Christian non sa mentire così. "Sono stata una stronza, avrei dovuto parlarne con te. Non so cosa mi stia succedendo, mi sento persa, ho paura di tutto... mi sembra di starmi spegnendo ogni giorno di più."
Piango talmente tanto che l'aria mi viene a mancare e tossisco, così Christian inizia a parlarmi in modo dolce e sussurrando, cercando di farmi calmare. Le sue dita si incastrano tra i miei capelli, e mi concentro sulle sue carezze e sul suo tono rassicurante e familiare.
"Io sono qua, non scusarti. Non è colpa tua, Ele... va tutto bene. Ora andiamo a casa, ci calmiamo un po' con una bella cioccolata, ed è tutto okay, come se non fosse mai successo. Io l'ho già dimenticato." mi sorride in quel suo modo tenero, dando vita alle fossette dolci sulle sue guance "Con me non devi temere nulla, io sono accanto a te e non andrò via. Hai paura di fidarti, lo so, ma ti farò capire che io sono lo stesso Chris che la prima volta è quasi inciampato davanti a te e per cui tu hai riso per quasi un'ora. Io sono accanto a te, ti tengo la mano, e non mi importa di ciò che dice nessuno, ok?"
Sorrido e annuisco, calmandomi grazie a lui, trovando estremamente dolce tutto quello che sta dicendo e il fatto che si sia preoccupato così per me e abbia cercato di capire cosa avessi nonostante mi sia comportata da vera cafona.
Probabilmente non merito una persona come lui nella vita, ma al momento non mi faccio domande o pensieri, e mi godo la sua vicinanza, concentrandomi sul bene che mi fa e su come riesce a distrarmi dalle brutte giornate che stanno caratterizzando la mia vita.
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