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2

Giugno

"Punto su di te. Non mi deludere!" Si disse guardandosi nel specchio del bagno, forzandosi un sorriso.
Ogni mattina, da quando aveva memoria, Lily iniziava le sue giornate parlando al suo riflesso, cercando di infondersi la carica e la sicurezza che, troppo spesso, erano mancate nei giorni precedenti.

Per fortuna quello sembrava essere uno di quelli "sì" per lei.

La sera prima era andata al cinema con alcuni dei suoi amici più cari e passare tutta la sera attaccata al braccio di Joshua l'aveva tirata su di morale dopo le ultime disastrose settimane.

La scuola era da poco finita ma i problemi erano appena iniziati.
Sua sorella la aspettava in camera da letto: l'aveva pregata di farle da sveglia perché non voleva restare per l'ennesima volta a letto fino al tramonto. Peccato che svegliare Clary fosse una delle cose che più odiasse. Quando, e se, ci riusciva doveva sorbirsi una serie di insulti sempre diversi ma che puntualmente le ricordavano quanto fosse triste e insulsa la sua vita.
Lily, dal canto suo, per quanto odiasse quei momenti, si ripeteva che quella non era Clary, che qualsiasi cosa stesse dicendo non aveva importanza, perché era qualcos'altro a pronunciarle.
Erano più di 6 anni ormai che quel "qualcos'altro" si era prepotentemente impadronito di una parte della sua sorellona e col tempo aveva imparato a gestire tutti i suoi cambi d'umore.

Si fece coraggio, guardandosi un'ultima volta allo specchio e uscì dal bagno. Svoltò subito a sinistra per entrare in camera da letto e quando spalancò la porta tirò un sospiro di sollievo vedendo il letto vuoto e perfettamente sistemato.

Quella sembrava decisamente una giornata "sì".

Tornò sui suoi passi lasciandosi bagno e camera alle spalle e si diresse al il frigo, a caccia di qualcosa da mettere sotto i denti.

Era vuoto, come al solito, ma sentì la gioia pervaderle il corpo quando la porta d'ingresso si spalancò e Clary fece il suo ingresso con in mano un paio di sacchetti e uno dei suoi sorrisi più dolci stampato in faccia.

"Tranquilla, non stai sognando!" Il viso di Lily era così incredulo che Clary non poté far a meno di canzonarla.

Era ufficialmente diventata una giornata "sì".

Clary migliorava giorno dopo giorno, questa volta sembrava davvero decisa a voltare pagina e a lasciarsi alle spalle tutto ciò che di orribile si portava dietro dai tempi de liceo.
L'ultima riabilitazione era costata più delle altre, Lily aveva usato tutti i soldi messi da parte lavorando al maneggio per poterla pagare e ora si era rassegnata a  trascorrere ogni pomeriggio di quella lunga estate a strigliare cavalli e trasportare fieno per rimettersi in pari.

Si stava abbuffando con le ciambelle che la sorella le aveva portato quando notò le mani di lei tremare.
"Che succede?" Le chiese bofonchiando.

"Sono nervosa. E anche felice. Felicemente nervosa" Esplose Clary, sistemandosi dietro l'orecchio un riccio biondo che le era finito sugli occhi "Ho un colloquio. Alla tavola calda vicino al rimessaggio di barche."

Lily istintivamente la abbracciò.
"Andrà alla grande, dai!" La incoraggiò mentre tornava al suo posto "Anche se hai esagerato col profumo sono sicura ti prenderanno!"

Rise, e sua sorella rise a sua volta e a Lily parve per un solo istante di essere tornata bambina. Senza alcun pensiero, senza alcun dovere a cui dover far fronte.

Aspettò che anche Clary finisse di far colazione e si fiondò fuori casa dopo averle strappato un altro abbraccio e averla tranquillizzata ancora una volta.
Joshua e gli altri la stavano aspettando in spiaggia e una bella pedalata lungo tutto la città la divideva da loro.

Durante il tragitto ripensò alla sera prima e alle occhiatacce che Jenna le aveva lanciato.
Non vedeva l'ora di arrivare in spiaggia e poter chiarire con lei l'imbarazzante situazione che si era creata.
Joshua delle volte si rendeva quasi fastidioso. Il suo lato protettivo era sempre piaciuto a Lily, ma cominciava a chiedersi se forse non stesse cominciando a esagerare. Lei e Jenna erano grandi ormai, e meritavano di poter fare nuove esperienze come qualsiasi altra ragazza.

Spinse più forte sui pedali mentre faceva ordine tra i pensieri e ripeteva mentalmente cosa avrebbe detto all'amica. Rallentò solo quando imboccò la stradina sterrata che portava alla spiaggia, maledicendosi per aver esagerato.
Sentiva le gambe pulsare e un rivolo di sudore le accarezzò la tempia. Decise così di scendere e proseguire a piedi, sperando che i suoi muscoli la ringraziassero.
Tirò un sospiro di sollievo quando raggiunse la fila di auto parcheggiate dei compagni. Adagiò il suo mezzo a un albero e, mentre prendeva l'elastico verde che portava al polso per legarsi i capelli neri, lo vide.
Le mancò un fiato. Succedeva ogni maledetta volta che intravedeva quei gelidi occhi azzurri.

Zack Muggs era il sogno proibito di Lily da sempre.
A dirla tutta, era il sogno proibito di tutte le ragazze della loro scuola. Come poteva non essere altrimenti?
Un metro e novanta di muscoli, lunghi capelli castani che gli sfioravano le possenti spalle e una schiena che sembrava esistere solo per essere baciata.
Lily aveva passato intere ore a studiare ogni minimo dettaglio del suo viso, sopratutto durante l'anno scolastico appena trascorso, dove aveva avuto la fortuna di trovarsi "casualmente" con lui nei corsi di storia e spagnolo.
Aveva smesso di fissarlo solo negli ultimi mesi, non per la paura di essere beccata, ma perché rischiava seriamente di abbassare la sua media scolastica.
Le lezioni erano diventate per lei vere e proprie fantasie ad occhi aperti.
Aveva perso il conto di quante volte avesse immaginato di disegnare col dito una linea immaginaria lungo tutto il suo profilo, pianificando ogni minimo dettaglio di quel movimento.
Adorava la pronunciata curva che aveva sul setto nasale: se l'era fatta al secondo anno durante una partita. Se lo ricordava bene. Era stata in pena interi giorni quando aveva visto il viso di Zack insanguinato.
Il suo dito indice gli carezzava un ciuffo di capelli, scendeva lento sulla fronte ampia e scivolava giù fino all'imperfezione bellissima, soffermandosi qualche attimo per apprezzarne ogni dettaglio.
Eccolo, lo stava facendo di nuovo. In pochi secondi si era di nuovo persa tra le sue fantasie. Scosse la testa e proseguì a passo spedito verso di lui, senza mai distogliere lo sguardo.

"Hey, Zack!" Disse a gran voce quando gli passò di fianco.
"Carter!" Replicò in fretta lui mentre chiudeva la portiera della sua auto "ci onori della tua presenza oggi, eh?"

Le gambe le tremavano. Era per la pedalata o per l'occhiolino che le aveva lanciato?
Contraccambiò il suo sorriso e si girò, proseguendo la passeggiata verso la spiaggia.
Si sentiva le guance avvampare e non voleva darlo a vedere.
Si rese conto che aveva alzato il passo. Ogni falcata era più veloce dell'altra ma non poteva farne a meno. Come qualcosa la stesse inseguendo.
Si dette della stupida. Come pretendeva di fare colpo su Zack se ogni volta andava via dopo che si erano scambiati poche frasi?

Aveva bisogno di Josh, immediatamente. Lui sapeva come calmarla e farle dimenticare tutto. Realizzò che non stava scappando, è solo che non vedeva l'ora di abbracciare il suo migliore amico e godersi la mattinata con lui.

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