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Capitolo 6 - Eve


Mentre camminavamo verso la mensa mi sforzai d'ignorare lo sguardo curioso e vagamente divertito di Ashley. Da quando aveva scoperto che avrei passato il pranzo con suo cugino infatti aveva cominciato a creare castelli per aria dipingendo scenari uno più improbabile dell'altro.

- Credo sia la prima volta in assoluto che Jax passa la pausa pranzo da solo con una ragazza – concluse, un sorriso furbo sulle labbra tinte di una tenue sfumatura di rosa.

Mi voltai verso di lei, allontanando le ciocche scure che mi erano ricadute sul viso; le portai dietro all'orecchio e sbuffai.

- Per l'ennesima volta, Ash. Non è un appuntamento. –

- Ceeerto. –

Mi diede di gomito e alzò il capo in direzione del tavolo nell'angolo opposto della mensa. Jax era già seduto lì e allontanava con occhiate silenziose e decise chiunque puntasse verso di lui. A quanto sembrava avremmo avuto un tavolo riservato dall'inizio alla fine del pranzo.

- Se non è un appuntamento perché Jax si comporta esattamente come se lo fosse? È in piena modalità da mr splendore. –

Aggrottai la fronte facendola ridacchiare nuovamente.

- Per prima cosa non ho la minima idea di cosa significhi quello che hai appena detto e, per secondo, si tratta solo di affari. –

Ash si sporse verso di me, mormorando con tono da grande cospiratrice mentre continuava a osservare il cugino e al contempo afferrava due vassoi. Me ne piazzò uno in mano e ci dirottò verso la fila per ritirare il pranzo.

- Jax si comporta sempre in modo molto impostato quando deve uscire con una ragazza. Diventa tutto movimenti lenti e studiati, sorrisi ammiccanti e modi affascinanti. È un po' la sua strategia di rimorchio – mi spiegò prima di fare un cenno all'inserviente affinchè le porgesse una confezione di insalata.

Storsi il naso alla vista del suo pranzo ipocalorico.

L'unico utilizzo logico d'insalata a mio avviso era quello d'inserirla in un bel panino per alleggerirlo un po'.

- Non riesco a capire come tu faccia a mangiare erba. –

Ash storse il naso mentre studiava con aria concentrata la frutta per poi optare per una mela. Concluse la sua tristissima scelta alimentare con una bottiglietta d'acqua naturale.

- Questo perché con tutta l'attività che fai smaltisci un numero infinito di calorie e puoi permetterti di mangiare carboidrati a ogni pasto. Il che, fra parentesi, è una grandissima ingiustizia – concluse.

- E comunque, tornando al discorso Jax - ripresi afferrando la confezione di patatine fritte che era stata sistemata sul bancone e optando per uno yogurth alla vaniglia come dessert, - dovresti davvero smetterla di farti film mentali. Gli ho semplicemente chiesto di lasciare in pace Connor in cambio di una bozza per il suo prossimo tatuaggio. –

Ashley annuì in silenzio, ma la sua espressione lasciava chiaramente intendere quanto poco fosse convinta.

Ci separammo a metà strada tra il tavolo a cui di solito sedevamo noi e quello in cui si era sistemato Jax, mi rivolse uno sguardo carico d'aspettativa e mentre depositava il suo vassoio sul tavolo decretò: - Dovrai raccontarmi ogni cosa che vi dite, ma puoi risparmiarti le allusioni sessuali ... dopotutto è sempre mio cugino, certi dettagli non voglio sentirli. –

Non potei fare a meno di scoppiare a ridere.

Quello che stava dicendo era a dir poco ridicolo.

- Ash non ci saranno allusioni sessuali. –

Il suo sguardo eloquente diceva chiaramente che ero una vera e propria illusa se pensavo seriamente che quello sarebbe stato un innocuo pranzo d'affari.

- Se conosco bene mio cugino, e fidati lo conosco, ce ne saranno eccome. –

Avrei voluto obiettare, ma prima che potessi farlo un gruppo di ragazze chiesero di potersi unire al suo tavolo e Ashley annuì sorridendo graziosamente. Ne individuai un paio che frequentavano il nostro stesso corso di chimica e una o forse due che erano anche a francese. Infine Charlotte Rogers si fece avanti con aria timida e venne accolta da Ash con un abbraccio spaccaossa. La sua cotta per Kieran risaliva ai tempi della scuola elementare, quando lui l'aveva difesa da un gruppetto di fastidiosi bulletti che la prendevano in giro per via dei suoi occhiali dalle lenti rotonde, e Ash aveva sempre trovato tremendamente tenera la cosa. Peccato solo che suo fratello fosse totalmente assorbito dalla palestra e prestasse davvero poca attenzione al genere femminile. Questo però non l'aveva mai fermata dal sommergere anche la timida e riservata Charlotte con le sue speculazioni amorose.

- Hai intenzione di darmi buca per passare il pranzo con mia cugina? Questo sì che ferirebbe il mio ego. –

La voce bassa e vibrante di Jax mi raggiunse, spingendomi a girarmi di scatto verso di lui.

Era più vicino di quanto mi aspettassi, a pochi passi dalla mia schiena, e le iridi blu scintillavano maliziose. Vagamente consapevole di avere gli occhi di tutto il tavolo puntanti addosso, e che alcune delle ragazze di cui non ricordavo il nome stavano mormorando tra loro tra risatine e sospiri, mi sforzai di rimanere impassibile.

- Stavo giusto per raggiungerti, sarebbe una vera tragedia se il tuo ego non reggesse il colpo e si sgretolasse. –

- Bene allora immagino non avrai obiezioni se ti porto via -, mi tolse il vassoio e con la mano rimasta libera prese la mia e fece per allontanarsi, - ci si vede più tardi cuginetta – concluse strizzando l'occhio ad Ash.

Lo seguii verso il tavolo, sforzandomi d'ignorare la sensazione di essere diventata rossa come un peperone. C'era una certa familiarità nel modo in cui mi toccava, come se fosse una cosa del tutto normale avere tutto quel contatto fisico tra noi. Eppure quella era ufficialmente la prima volta che ci trovavamo in una situazione del genere. Non potei evitare di ripensare alle parole di Ash.

Possibile che ci avesse davvero visto giusto?

Scrollai il capo e cacciai quelle assurde idee dalla testa. Avevo visto le innumerevoli ragazze che erano passate sotto le mani di Jax e nessuna di loro mi assomigliava nemmeno un po'; per la maggior parte erano sensuali e frivole, il genere di ragazza che faceva una grande scena in abiti aderenti e trucco elaborato, ma con cui non avrei mai voluto spartire nulla.

Depositò il vassoio di fronte al suo e mi invitò a sedermi prima di fare altrettanto. Si sporse verso di me e mi rubò una patatina dal piatto.

- Allora di cosa parlavate con Ashley? –

Avrei potuto mentire, ma per qualche strana ragione volevo vedere la sua reazione davanti alla pura e semplice verità. Forse se l'avessi visto incredulo o scandalizzato dall'idea mi sarei convinta una volta per tutte che quella sensazione era solo frutto della mia immaginazione e che tutto poteva continuare a procedere come da piano originale.

- Di te. –

- L'argomento più interessante sulla faccia della terra – commentò sorridendo sfrontato.

- Forse per qualcuno -, feci spallucce fingendomi indifferente, - ma di sicuro Ash è convinta che tu ... -

Jax m'interruppe sfiorandomi appena il dorso della mano mentre afferrava l'ennesima patatina. Feci per bloccargli la mano e spingerlo a mollare il malloppo, ma fu più rapido di me e la portò alla bocca lasciandola sospesa a metà.

- Scroccone, lascia in pace le mie patatine. –

Continuò a tenerla sospesa tra le labbra come se fosse una sigaretta e ammiccò.

- Puoi sempre venire a riprendertela. –

Se poco prima avevo avuto la sensazione di essere diventata rossa come un peperone adesso sapevo con certezza di esserlo. Non poteva davvero aspettarsi che mi sarei sporta oltre il tavolo per afferrare la patatina con la mia bocca. Non avevo alcun dubbio sul fatto che una qualsiasi altra delle ragazze con cui era stato si sarebbe prestata al gioco ben volentieri, ma non era certo da me. Così tornai a poggiare la schiena contro la sedia e incrocia le braccia sotto al seno fissandolo con serietà.

- Va bene, continua pure a scroccarmi le patatine. –

Con un movimento rapido rigirò la patatina e la mangiò.

- Peccato, sarebbe stato interessante. –

- Comincio a credere che tua cugina avesse ragione poco fa. –

La malizia sul suo volto lasciò spazio a una sincera curiosità. Tamburellò con le dita contro il tavolo e storse il capo di lato mentre mi osservava.

- Perché cosa ti ha detto Ash? –

Non c'era un modo semplice per dirlo senza farlo scoppiare a ridere così lo fissai dritto negli occhi e sputai fuori tutto d'un fiato: - Ash è convinta che tu abbia intenzione di provarci con me. –

Jax rimase in silenzio per qualche istante prima di gettare il capo all'indietro e scoppiare a ridere.

Ecco fatto, ero ufficialmente umiliata.

Poi tuttavia aprì bocca e mi lasciò nuovamente senza parole.

- Ash mi conosce troppo bene ormai. –

Che?

Ash aveva ragione?

Alla ricerca di una domanda sensata e intelligente aprii la bocca e tutto quello che mi uscì fu un semplice e sbalordito: - Perché? –

Proprio la domanda del secolo, complimenti Eve. E dire che ci hai anche dovuto riflettere prima di farla.

Jax fece spallucce.

- Perché no? –

Come si soleva dire, a domanda stupida risposta dello stesso tipo.

- Perché non sono proprio il tipo che punti di solito. –

- Detta così sembra che tu abbia passato parecchio tempo a osservare che tipo di ragazze frequento ... qualcuno potrebbe farsi strane idee. –

Gli rifilai un'occhiataccia e gli schiaffeggiai delicatamente la mano che aveva allungato verso la mia.

- Non sei esattamente un tipo discreto quando si tratta di portare in giro le tue ragazze trofeo. E io non sono una di loro – conclusi seria.

Annuì con espressione altrettanto seria sul volto.

- Lo so, credimi, ma non hai pensato che magari è proprio perché non sei come loro che sono interessato? –

Aprii la bocca per replicare, ma la richiusi non sapendo cosa diavolo avrei potuto dire.

Tutta quella situazione era semplicemente irreale.

Alla fine decisi di optare per l'unica risposta davvero sincera che potevo fornirgli.

- Sono molto presa dalla palestra, perciò non sono interessata. –

Un sorriso si allargò sul volto di Jax, il genere di espressione sghemba e maliziosa che gli avevo visto rivolgere spesso alla ragazza del momento.

- Suona molto come una sfida. –

No, dannazione, non era proprio quello che avevo in mente.

- Prendila un po' come vuoi -, feci spallucce, - tanto il senso non cambia. –

- Bene, perché io adoro le sfide. –

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