Parte 6
Deku se ne stava immobile sul materasso logoro della stanza in cui lo avevano rinchiuso, l'odore di polvere permeava l'aria irritandogli il naso e facendogli lacrimare gli occhi, anche se una parte di esse erano dovute al fatto di trovarsi lì.
Si sentiva perso e spaventato come non lo era da moltissimo tempo e l'aver di nuovo incontrato Katsuki gli aveva fatto provare una stretta al cuore.
Avrebbe voluto buttare giù la porta, correre da lui e se serviva anche farsi dare un pugno. Tutto pur di tornare a sentirlo al suo fianco come un tempo. Tutto pur di averlo di nuovo al suo fianco, ma tutto ciò non era possibile, perché il suo Kacchan era morto e il dolore che provava ancora nel petto nonostante tutti gli anni passati, gli ricordava che quel ragazzo che se ne stava tranquillo a bere scotch al piano di sotto non era la stessa persona che continuava a piangere nelle sue notti solitarie.
L'idea di spalancare la porta a suon di pugni e scendere per affrontare i sentimenti che fino ad allora non era stato in grado di manifestare, si faceva sempre più impellente, tanto che si alzò dal materasso per avviarsi alla porta, un'espressione dura sul volto.
Stava per dare il primo pugno, quando la porta si spalancò davanti a lui colpendolo dritto sulla fronte e facendolo cadere all'indietro mentre la figura di Katsuki gli si palesava davanti.
«Tu, pezzo di merda.» disse il biondo guardando storto l'eroe a terra, «Voglio delle risposte e tu me le darai. Capito?»
«Kacchan.» sussultò Deku sentendo quel tono di voce così familiare ma troppo duro, le lacrime presero a scorrere frenetiche giù per le sue guance.
«Voglio la verità, voglio che mi dici cosa mi è successo nel tuo mondo.» sbraitò inginocchiandosi davanti al verdino e afferrandolo con forza per il bavero della tuta da eroe.
«No, io non...»provò a dire, ma il biondo lo scosse con forza.
«Credi che non sia in grado di sopportare la verità? Credi che sia un debole? L'ho capito dal primo momento in cui mi hai visto che sono morto, ma voglio sapere come.» gridò con forza scaraventando il minore dall'altra parte della stanza facendolo finire contro il muro.
«Tu debole?» chiese ridendo Deku alzando il volto con un'espressione affranta, le lacrime smisero di scendere dagli occhi ora incatenati a quelli di Katsuki che lo fissava rabbioso, «Il debole qui sono io, lo sono sempre stato, per questo non ti dirò nulla, perché anche il solo pensarci mi uccide.»
«Bastardo.» urlò avvicinandosi di nuovo a lui e costringendolo ad alzarsi, ma gli occhi del verdino sfuggirono bisognosi di non ricordare quello che in realtà sapeva non essere suo.
«Sei sempre stato arrogante e supponente, credi che tutto ti sia dovuto perché sei fantastico, ma alle volte la verità non ti è dovuta perché può fare male a te che la ricevi, ma anche a colui che te la rivela. Quindi lasciami per favore e continua pure con la tua vita qui finché ne hai una.» rispose Deku cercando di convincersi a non guardare di nuovo quegli occhi rossi così familiari, ma la mano di Katsuki gli afferrò il mento obbligandolo a guardarlo.
Quella tempesta di lava e fuoco che formava le iridi incandescenti del biondo si scontrò con il prato calmo e delicato degli occhi dell'altro e Deku non riuscì a controllarsi più, perché la sua mente continuava a ricordargli che nel suo mondo non gli aveva potuto dire addio, che non aveva potuto dirgli quello che in realtà provava.
Con una mano separò quella di Katsuki dal suo mento e si sospinse in avanti per unire le labbra con quelle del ragazzo che aveva amato fino alla sua morte e oltre.
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