PROLOGO + CAPITOLO 1
PROLOGO
Mi ritrovo sulla Tour Eiffel, a Parigi e dovrei essere al settimo cielo. L'uomo che amo mi sta chiedendo di sposarlo e io non trovo il coraggio per dirgli di essere incinta. La nostra vita cambierà per sempre. Non so cosa ci riserva il futuro e non mi sarei neanche aspettata una proposta di matrimonio...non da lui almeno.
«Ecco io...», non riesco a dire quella parola.
Mi osserva con attenzione e poi si solleva.
«Tu cosa? Non vuoi sposarmi? È questo che cerchi di dirmi?». Il tono della sua voce è preoccupato. Certo che voglio sposarlo, come può pensare una cosa del genere.
Mi sento venire meno, il cuore mi batte forte e barcollo in avanti. Lui mi attira a sé.
«Va tutto bene», mi sussurra nell'orecchio.
«Ti amo». Mi dà un bacio sulla testa.
«Sono incinta» confesso. «Non odiarmi». Fa un passo indietro e mi guarda sorpreso. Ho il cuore in gola mentre aspetto una sua reazione. Prego mentalmente affinché mi dica che non è un problema.
«Perché dovrei odiarti?» domanda corrucciando la fronte.
«So quanto tieni alla tua libertà», rispondo con lo sguardo basso.
«Non hai ancora capito che il centro del mio universo sei tu? Ti sto chiedendo di diventare mia moglie, di creare una famiglia con me. Come fai ad avere paura di dirmi che aspetti mio figlio?».
«Credevo che mi avresti lasciato, che avresti dato di matto».
«Si vede che non mi conosci bene» ridacchia mentre si avvicina al mio viso. Con il pollice mi accarezza la guancia e io smetto di respirare perdendomi in quegli occhi profondi come l'oceano.
«Ripeto la domanda...vuoi sposarmi?».
«Sì» rispondo con le lacrime che scendono. Mi bacia con una passione tale da farmi rimanere senza fiato.
«Stasera mi hai reso l'uomo più felice del mondo per due motivi: sarai mia moglie, solo mia, per sempre; e diventerò papà, una cosa che ho sempre sognato».
«Per sempre tua».
CAPITOLO 1
Molte donne sognano il giorno del matrimonio e forse anch'io sono una di quelle. Da piccola, vedendo il legame tra i miei genitori sognavo da grande di trovare il principe azzurro e vivere con lui felice e contenta per sempre. Crescendo, ho smesso di credere nei sogni, la realtà che vivevo era ben diversa da ciò che vedevano i sogni di una bambina. I miei genitori sono venuti a mancare e il pessimismo ha avuto la meglio per molti anni. Poi, un giorno, il destino ha deciso che meritavo uno spiraglio di luce. Un uragano travolgente da cui non vorrò mai uscire perché mi rende felice come non mai. Erik è stata la mia salvezza, ha fatto in modo che credessi nell'amore eterno. La nostra storia non è mai stata semplice e forse anche per questo lo amo sempre di più. Non ho mai detto di avere un carattere facile, a volte mi rendo conto che il mio volerlo sempre contraddire è esasperante, ma credo che mi ami anche per questo mio lato. Siamo due caratteri forti ed è inevitabile che ci scontriamo spesso, ma l'importante alla fine è risolvere e andare avanti. In questo momento, dove i pensieri volano lontano ricordando ciò che abbiamo costruito insieme passo dopo passo, io sto per farmi prendere dal panico. La notte scorsa non ho chiuso occhio, continuavo a fantasticare finché non mi sono resa conto che sta succedendo realmente. Sto per sposare Erik Truston, l'uomo che è stato in grado di far battere il mio cuore come non mai.
Oggi, diventerò sua moglie. Sia chiaro, sono felicissima, non potrei desiderare di meglio, ma mai avrei immaginato che la sua proposta mi avrebbe portato alle nozze dopo due mesi. Credo l'abbia fatto per paura, nella sua mente bacata pensa che potrei cambiare idea. Dopo tutto quello che abbiamo passato, non dovrebbe neanche lontanamente avere questi pensieri. E poi come gli ho già detto più volte, il mio cuore è in grado di amare solo una persona, lui. Quando mi ha comunicato delle nozze imminenti, esattamente venti giorni fa, sono rimasta sconvolta. Lo guardavo e non riuscivo a parlare. A volte mi chiedo perché sia così irragionevole e come possa io amare anche questa parte di lui...
Il suo essere "particolare" mi affascina, ma non gli confesserò mai questo pensiero. Non ci tengo proprio. Lo amo anche se è diventato assillante. Da quando sa della gravidanza, mi tratta come se avessi una grave malattia. Non ti affaticare, non alzare pesi, non fare questo non fare quello, è stressante giuro. Fa piacere vederlo premuroso ma sappiamo tutti che lui è Erik, tutto ciò che fa è fuori dalla norma. A volte mi manda su tutte le furie, ma alla fine devo ammettere che è bello sentirsi il centro del suo universo. Peccato che tra noi ci sia sempre e solo un unico ostacolo insormontabile. Lui è abituato alla vita agiata, a tutti i comfort, e perde di vista la semplicità e la genuinità delle piccole cose. Ne ho avuto una conferma tangibile giusto ieri, quando così, per parlare, gli ho proposto di fare un viaggio come turisti normali. Niente voli su jet privati, niente alberghi cinque stelle, niente di niente. Solo due persone normali che si comportano in modo normale. La sua reazione è stata epica. Si era seduto sul divano e mentre allentava la cravatta, mi guardava come se mi fosse spuntata una seconda testa. Mi ha ascoltato e alla fine ha risposto con la sua tipica frase "non esiste, posso permettermi tutto e per te voglio il meglio". Si è avvicinato con cautela lasciando dei piccoli baci sul collo mentre mi accarezzava i capelli
Ed ecco com'è riuscito a zittirmi nuovamente. E poi, le sue coccole mi hanno annientata. Quindi, mi ritrovo di nuovo nel vortice di Erik Truston, e stavolta sarà per sempre. Gli avevo chiesto una cerimonia intima solo noi e i nostri amici, non mi ha ascoltato affatto. Ha organizzato un matrimonio nel suo stile e sono sicura che non ha badato a spese. Talmente tiene tutto sotto controllo che l'idea di non aver visto il mio abito, l'ha fatto impazzire. Pur di essere lasciata in pace gli ho detto che è un abito rosso. Vedere la sua faccia in quel momento è stato troppo divertente. Non sapeva che dire, era sotto shock. Avrei voluto farmi due risate, ma ho cercato di rimanere seria. Non voglio che abbia la minima idea di ciò che indosserò. Ho scelto un abito beige, con bustino in pizzo e gonna in taffetà. Ho passato ore a guardare e provare abiti. Quando ho visto questo, mi sono emozionata. È stato amore a prima vista. Sono curiosa di vedere cosa ne pensa il mio futuro marito. Fa strano dirlo. Chi l'avrebbe mai detto, io e lui stiamo per sposarci. Credevo che, un uomo come lui non avrebbe amato nessuno al di fuori di se stesso. Invece mi sbagliavo, mi ama e lo dimostra ogni giorno di più.
«Tesoro sei bellissima» esclama Claire con gli occhi lucidi. Si avvicina prendendomi per mano e mi sorride «sarai la sposa più bella di sempre. Quando Erik ti vedrà, ringrazierà il cielo per quanto è fortunato».
E' sempre così tenera con me. Non immagino la mia vita senza di lei, è diventata una sorella. Mi è stata accanto nei momenti più bui, mi ha incoraggiato ad andare avanti dopo la tragedia che si era abbattuta sulla mia vita. Le devo molto. Osservo il mio riflesso allo specchio, ma non riesco ad essere felice come vorrei. Manca quel tassello importante, i miei genitori. Sospiro cercando di trattenere le lacrime, e mi faccio forza.
«Sembri pensierosa. Qualcosa non va?» chiede scrutandomi con attenzione. Non c'è niente che non vada, è tutto perfetto. Avrei voluto condividere con loro questo giorno speciale, ma voglio credere che mi guardino e che siano felici per me. Guardo Claire e cerco di sorriderle, ma lei è consapevole, mi conosce.
«So a cosa stai pensando, ma ricordati che loro sono sempre vicino a te». Annuisco leggermente, scacciando indietro le lacrime. Quando ero piccola, sognavo come avrei voluto che fosse questo giorno. Mia madre che organizzava tutto e mio padre che mi accompagnava all'altare. Non devo essere triste, non posso. Sto per sposarmi, tra sette mesi avrò un bambino. Erik si è prodigato ad accontentare ogni mia richiesta cercando di sopperire alla mancanza dei miei genitori. Devo essere felice per lui, per il nostro bambino, ma soprattutto per me.
«Prima che mi dimentichi, questa è da parte di Erik». Mi porge una lettera regalandomi un sorriso radioso. Oggi si è superata, è bellissima. Ha scelto un abito audace color turchese, che le sta d'incanto. Immagino che sia di qualche stilista molto conosciuto, non oso neanche chiederle altrimenti inizierebbe a torturare le mie povere orecchie con aggiornamenti sulle nuove collezioni. Riporto la mia attenzione sulla lettera e la osservo curiosa. Sorprendente, Erik che scrive una lettera, chi l'avrebbe immaginato. Mi siedo sulla poltrona di velluto bianco e la apro.
Caro amore mio,
questa è la prima volta che scrivo una lettera, ma per te donna meravigliosa ne vale la pena. Ieri sera ti guardavo mentre dormivi, e ho pensato che avevo trovato l'angelo più bello che esiste. Tu sei il mio angelo, la mia luce, l'unica in grado di far battere il mio cuore. Mentre ti ammiravo pensavo come una certa signorina dal carattere sorprendente mi ha cambiato la vita. Il nostro primo incontro alla sfilata è stato qualcosa di unico, inspiegabile. Il tuo sguardo mi aveva incantato e per qualche ragione inspiegabile volevo conoscerti, volevo saperne di più. Ma ero troppo pieno di me, mi aspettavo che fossi tu a cercarmi. Quando ti ho vista ballare, ma soprattutto, quando mi hai guardato in modo provocante, avrei voluto prenderti e portarti via. Ma non ne ho avuto il coraggio. Così, quando il giorno seguente ho visto il tuo curriculum e la foto sulla mia scrivania, non ho pensato più. Dovevo conquistarti, dovevi essere mia almeno per una volta. Non avevo mai mischiato lavoro e vita personale, ma per te volevo rischiare. Averti come mia assistente sarebbe stato perfetto. Mai avrei immaginato che dietro a quella timidezza si nascondesse una ragazza forte, in grado di tenermi testa, e cosa più importante, una persona sincera che dice ciò che pensa. Ammetto che il tuo rifiutarmi ha reso tutto più interessante. Non eri una preda facile, e da buon cacciatore, passavo le notti ad elaborare una trappola. Più ti conoscevo, più volevo saperne di te. E poi quel giorno sulla spiaggia, è cambiato tutto. Era un luogo privato, non ci portavo nessuna conquista, ma con te è stato tutto naturale. Ogni cosa sembrava perfetta, tu eri perfetta. Mi ripetevo che eri solo un'infatuazione, ho cercato di convincermi in mille modi, ma alla fine quando mi hai lasciato, mi sono sentito morto. La mia vita doveva proseguire tranquillamente, potevo avere le donne che volevo, potevo divertirmi nuovamente. Invece, non c'era più gusto. Nella mia testa e nel mio cuore c'eri solo tu. Così ti ho spiata, ti ho ammirata da lontano e aspettavo il momento giusto. Grazie a te, ho capito cosa vuol dire amare follemente qualcuno. Un amore che ti lascia sveglio notti intere, un amore da toglierti il respiro. E' questo l'effetto che mi fai. Sei il centro del mio universo, e io mi sento l'uomo più felice del mondo. Grazie alla tua generosità, al tuo cuore buono, hai rimesso in sesto un uomo come me.
Sei entrata nella mia vita e hai rimesso a posto i pezzi del puzzle.
E come scrisse Ludwig Van Beethoven
Eternamente tuo.
Eternamente mia.
Eternamente nostri.
Erik.
Sto cercando in tutti i modi di non piangere.
Ha scritto delle parole bellissime, non mi sarei mai aspettata una cosa simile. Appoggio la lettera al petto e chiudo gli occhi. Mi ha lasciato senza respiro. Non vedo l'ora di vedere quegli occhi azzurri che mi hanno stregato. Guardo la mia amica che tiene tra le mani una piccola scatola rettangolare e con un gesto la avvicina incitandomi a prenderla. Mentre la prendo le mani mi tremano, consapevole che al suo interno ci sarà qualcosa di unico. Perché lui è così, ti sorprende quando meno te l'aspetti. All'interno vi trovo un bracciale rigido in oro bianco con una scritta. Non devo piangere. Ha fatto incidere Eternamente Tuo. Mio. Stringo il bracciale con gli occhi lucidi e penso che non ho mai provato una felicità così intensa. E' il regalo più bello che potesse farmi, un regalo che viene dal cuore. Decido di indossarlo, non importa l'abbinamento con l'abito, non importa nulla. Terrò questo bracciale per sempre, non lo toglierò mai più.
«Signore, è ora di andare» ci avvisa la wedding planner interrompendo la magia del momento. Claire la osserva con attenzione, non le va proprio giù. Avrebbe voluto organizzare lei il matrimonio, ma Erik non ha voluto sentir ragioni. L'aveva liquidata velocemente, avevo riso tanto mentre loro si guardavano con sfida. Invece Kelly, è una donna fantastica. Si è dovuta subire tutti gli ordini di Erik, e tutti i suoi no sui progetti. Diciamo che gli ha stravolto tutto. Ma lei è stata paziente, non dando di matto come le altre due colleghe prima di lei che Erik ha fatto scappare. Abbiamo anche litigato su questo, e infine mi sono arresa e lui ha fatto come sempre le cose a modo suo. Sappiamo tutti che con lui è meglio non discutere, non si arriverebbe da nessuna parte. L'unica cosa su cui ho avuto voce in capitolo, è proprio la Chiesa per il nostro matrimonio. Sognavo di sposarmi in cima ad una collina, e così è stato. Da dove mi trovo, dista circa dieci minuti. Considerando che dovremmo sposarci alle undici in punto, forse è meglio che mi dia una mossa. Non sia mai che arrivo in ritardo, il signor Truston non approverebbe. E non voglio farlo arrabbiare proprio oggi, anche se solitamente si dice che la sposa arriva sempre in ritardo. Volevo essere un po' dispettosa, e farlo aspettare, magari sudava freddo credendo che avessi cambiato idea. Ma poi ho deciso che oggi sarà perfetto. Ma sia chiaro solo per oggi. Claire mi aiuta con l'abito mentre ci dirigiamo verso l'auto. Una volta salita noto che si sta allontanando.
«Non vieni con me?» chiedo sorpresa.
«Mi piacerebbe, ma devo arrivare prima di te e assicurarmi che i ragazzi siano già ai loro posti. Voglio che ti vedano solo quando entri. L'autista ti farà fare un giro panoramico e poi ti porterà in Chiesa dal tuo futuro marito».
«Va bene, ci vediamo dopo» dico delusa. Mi avrebbe fatto piacere averla tutto il tempo accanto a me. Anche se non lo do a vedere, sono nervosa. Mi sposo accidenti. Dopo qualche piccola fatica nell'entrare, mi siedo cercando di stare calma. Vedo allontanarsi l'auto di Claire e la saluto con la mano. Ci siamo, sto per vederlo. È il primo momento che sono da sola, e l'ansia non fa che aumentare. Mi sembra che in questa macchina fa troppo caldo.
«Mi scusi, potrebbe accendere l'aria condizionata perché fa troppo caldo qui dentro» dico.
Non riesco a vedere l'autista, tra me e lui c'è un vetro nero. Non risponde. Sicuramente non mi ha sentito.
Mi avvicino bussando al vetro delicatamente. Quando il vetro si abbassa ciò che i miei occhi vedono, è la cosa più impossibile del mondo.
«Ciao mia dolce Elisa» la sua voce è ancora più odiosa di quanto ricordassi. Ti prego dimmi che questo è solo un brutto sogno. Non è possibile. No, non oggi. Sto per sposarmi. Se questo è un incubo, voglio svegliarmi subito.
«Stefan, che ci fai qui?» chiedo spaventata. Questa cosa non mi piace per niente.
«Credevi di passarla liscia dopo quello che è successo» esclama in una risata malefica. Mi sta mettendo paura. Quest'uomo è pazzo, ed io non voglio stare un minuto di più in sua presenza. Cerco di uscire dalla macchina ma le portiere sono bloccate, sto andando nel panico totale.
«Fammi scendere» urlo a squarciagola.
«No, mia cara. Adesso io e te faremo un bel viaggetto» alza il vetro che ci divide e parte a tutta velocità. In preda alla disperazione sbatto ripetutamente i pugni sul vetro urlando, ma non ottengo nessuna risposta. Perché sta succedendo tutto ciò?
«Ti prego Stefan, lasciami andare›› lo sto supplicando da ore, ma niente. Le portiere sono bloccate, non riesco a uscire da questa maledetta macchina. Guardo fuori ma non vedo nulla di familiare. Chissà cosa sta pensando Erik, spero solo che non creda che sia scappata da lui. Ti prego Erik cercami, trovami. Dio solo sa cosa abbia in mente questo pazzo. Ho paura. Paura per me, ma soprattutto per il mio piccolino. Guardo fuori dal finestrino per l'ennesima volta, cercando di capire dove siamo. Non riconosco nessuno di questi dannati posti. Dopo diverse ore di viaggio la macchina si ferma. Stefan apre la portiera puntandomi una pistola contro. E' la prima volta che vedo una vera pistola, è inquietante.
«Benvenuta a casa bambolina. Ti conviene fare la brava altrimenti ti uccido. Sono stato chiaro?» domanda severo. Esco dalla macchina e asciugo le lacrime che hanno bagnato il mio viso. Siamo in aperta campagna, non c'è nulla se non un piccolo cottage. Cammino con la pistola puntata verso di me, sto tremando come una foglia. Devo essere coraggiosa e pensare che questa brutta storia finirà presto. Tieni duro piccolino, la mamma è forte, andrà tutto bene. Spero solo che il tuo papà ci trovi in fretta. Entrati nel cottage, Stefan mi fa accomodare sul divano e con un paio di manette mi blocca i polsi.
«Perché stai facendo tutto questo?» chiedo sfregando le mani.
«Perché il tuo fidanzato mi ha rovinato la vita. Lo voglio ripagare con la stessa moneta. Tu sei il suo punto debole, perciò ho intenzione di usarti come tale. Lo voglio veder soffrire, dovrà pagare per quello che mi ha fatto».
«Tutto questo solo perché ti ha picchiato».
«Come sei ingenua. Deduco che non ti ha detto niente». Sorride soddisfatto. «Bene ti dirò che uomo crudele e senza scrupoli è Erik Truston. Non mi ha solo picchiato, ma ha fatto fallire la mia azienda per poi comprarla. Mi ha rovinato la vita. Non gli è bastato portarmi via Helena, non si è fermato a questo. E' ora che io lo ripaghi con la stessa moneta. Finché non avrò giustizia, non sarò soddisfatto» urla con gli occhi chiusi a fessura.
Oh mio Dio, la situazione è più grave di quanto credessi. Alla follia non c'è mai fine e quest'uomo ne è l'esempio. Appena sarò fuori da questo casino, giuro che ammazzo il mio futuro marito con le mie mani. Non capisco che bisogno c'era di far fallire la sua azienda. Già ha sbagliato nel picchiarlo figuriamoci questo.
«Ti prego non farmi del male, mi dispiace per quello che ha fatto Erik».
«Tranquilla, se farai quello che ti chiedo, non ti succederà niente». La sua voce è improvvisamente calma. Si avvicina e con le dita mi accarezza il viso. Non mi ci vuole molto per realizzare il significato delle sue parole. Mai, mai e poi mai gli permetterò di mettermi le mani addosso.
«Per darti il benvenuto, ho deciso di cucinare per te». Sta tentando di essere gentile. Devo elaborare un piano per scappare. Rimango ferma sul divano a osservarlo mentre cucina. Guardandomi intorno, noto che questa casa è piena di ricordi. Ci sono delle sue foto, alcune ritraggono due bambini. Una foto in particolare attira la mia attenzione. Stefan con una donna. Non so chi sia, ma è bellissima.
«Se fai la brava, dopo scendo in città a comprarti dei vestiti».
Lo guardo mentre parla e noto come si sia rilassato. Sembra che per lui tutto questo sia normale. Mi hai sequestrato coglione. Quando Erik mi troverà, te la farà pagare. Mi alzo avvicinandomi alla cucina, lo guardo ma rimango a debita distanza. I polsi mi fanno male, le manette sono troppo strette.
«Potresti allentarle? Mi fanno male» dico con voce roca. Il suo sguardo ritorna freddo e ciò non promette nulla di buono «ti prego» sussurro. Si avvicina sbuffando e tira fuori dalla tasca una piccola chiave. Le allenta e posso subito sentire un senso di sollievo. Forse se cerco di essere gentile, potrei non so, prenderlo in contropiede. Se riesco a conquistarmi la sua fiducia, magari allenta la presa e potrei scappare. L'unica cosa che lui non deve sapere, è che sono incinta. Sicuramente farebbe del male al mio bambino, e non lo permetterei mai. Devo essere attenta e studiare un piano di fuga. E pensare che questo doveva essere il giorno più bello della mia vita. Avrei dovuto sposare l'uomo che amo. Invece mi trovo sequestrata da un pazzo. Vorrei urlare a squarciagola ma so che non servirebbe a molto, anzi lui si incazzerebbe di più.
«Siediti. E' pronto» ordina. Senza protestare faccio come mi dice. Non ho molta fame, anzi non ne ho per niente. Cerco di mandare giù qualche boccone, mentre lui mi fissa in modo inquietante.
«Ti piace?» chiede con voce calma.
«E' buono» rispondo. In realtà ho la nausea, ma devo sembrare credibile. Devo resistere, non posso ribellarmi e mettere in pericolo il mio bambino. Il suo modo di cucinare fa schifo, non so neanche io quanto sacrificio mi ci sia voluto per fingere. Devo tenere a bada il mio istinto di ribellione, non mi aiuterebbe.
«Vieni, ti mostro la camera». Lo seguo senza fiatare. Arriviamo in una camera spoglia con un letto al centro. I miei occhi si fermano sulla catena inchiodata arrotolata intorno alla teste riera del letto. Era preparato, ha studiato tutto nei minimi dettagli. Immagino già come andranno le cose. Vorrei scappare all'istante ma non credo di essere in grado. Non è uno sprovveduto. Mi fa sedere sul letto e tira la catena agganciandola alle manette. Guardo i miei polsi leggermente rossi, fanno male.
«Adesso si che è tutto a posto». Parla a bassa voce mentre si assicura che sia tutto ben agganciato. Tira con forza la catena per controllare che sia ben salda al muro. Sembra soddisfatto di ciò che ha fatto.
«Andrò in città a comprarti dei vestiti. Tu fai la brava» raccomanda con un sorriso beffardo. Più passano i minuti e più ho paura di quest'uomo. Rimango ferma immobile mentre lui se ne va. Fare la brava? Come no. Voglio andarmene da qui il prima possibile e ci proverò in tutti i modi. Appena sento lo scatto della serratura, comincio a tirare la catena il più forte possibile. Non so quanto tempo ho, ma non ho intenzione di perdere un minuto. Devo liberarmi. Tiro con forza sperando che si stacchi. Continuo a tirare la catena ma nulla sembra cambiare. Ho tirato talmente forte che non mi sono resa conto di essermi lacerata i polsi. Le mie mani si stanno ricoprendo di sangue e qualche goccia è caduta sul vestito. Non mi devo arrendere, non mi devo fermare. Nella mia mente c'è un solo obiettivo. Scappare.
Sono ancora vivaaaaa.
OMG problemi grossi per i Truston. Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo? Buona serata People.
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