Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 29

Sento le voci, troppe voci. La morte non dovrebbe essere caotica, ho sempre immaginato che avrei provato un senso di pace. Qualcuno mi scuote e io apro gli occhi di scatto.

La luce mi acceca ma quando metto a fuoco lo vedo, il mio amore, lo vedo. Gli sorrido ma lui sembra terrorizzato e io non capisco perché, ora siamo insieme.

«Elisa, sono qui».

Amo la sua voce, amo qualsiasi cosa di lui. Continua a scuotermi e non capisco perché. Non è contento di vedermi?

Gli occhi azzurri continuano a guardarmi preoccupati, invece io mi sento in pace dopo tanto tempo. Non m’importa se sono morta, adesso potrò stare per sempre con lui, perché è la mia casa.

 «Elisa guardami, sono io».

 «Lo so» dico. Gli accarezzo il viso, e per qualche strana ragione mi sembra tutto reale. Lui mi stringe a se, mi bacia la testa, mi stritola e io smetto di respirare perché ho visto qualcosa che non dovrebbe essere nell’aldilà. Monforte.

Spingo via Erik, lo guardo sconvolta e penso di essere diventata pazza. Sono ancora viva, lui è vivo. Lui è vivo.

 «Sei vivo» continuo a ripeterlo, faccio qualche passo indietro e non so cosa mi prende. Lui aspetta, aspetta che dica qualcosa.

Ho paura, non riesco a capire se è realtà. Ho paura di svegliarmi dopo essermi convinta che è vivo e allora farà male, impazzirò del tutto.

 «Non sei realtà, sei solo frutto della mia immaginazione. Tra poco mi sveglierò e tu non ci sarai, scompari sempre e io non posso andare avanti così»  urlo in lacrime. Sto diventando pazza, vedo qualcosa che non esiste. É solo un sogno, lui non è qui.

Viene verso di me, prende il mio viso tra le mani mi attira a sé e poi mi bacia. Tremo perché sembra realtà, e poi mi guarda con amore.

 «Sono vivo».

Sento il suo profumo, il suo calore, il suo amore. Io lo sento. Non riesco a respirare, le gambe cedono e svengo.

 «Elisa svegliati». Qualcuno mi accarezza, mi bacia dolcemente. Il suo profumo. Apro gli occhi e mi scontro con lo sguardo che amo da impazzire. Lui è qui, non è svanito nel nulla come negli altri sogni.

E poi la realtà arriva come un treno in corsa e si schianta su di me. Oh mio dio, lui è vivo.

 «Tu sei vivo» esclamo appoggiando la mano sul suo petto. Sento il battito del suo cuore, il petto che si solleva. Lui è vivo. Lui è vivo. Lui è vivo.

 Salto tra le sue braccia stringendolo forte, con la paura di perderlo di nuovo. Gli bacio la fronte, gli occhi, il naso, le guance, il mento, le labbra. Lui mi stringe a se, mi accarezza e mi sussurra che gli sono mancata. Il mio cuore rischia di esplodere di gioia, d’amore, di…rabbia. Ho sofferto in un modo inverosimile e lui era vivo, consapevole di come sarei stata. Il mio corpo reagisce d’istinto, lo spingo e poi lo guardo negli occhi.

 «Come hai potuto farmi questo? Come sei riuscito ad andare avanti con la consapevolezza che io stavo morendo per la tua perdita?».

Lui sospira visibilmente stanco.

 «Non ho avuto scelta. Era l’unico modo per mettere fine a questa storia. L’Fbi mi ha proposto un accordo e io ho accettato» cerca di giustificarsi.

 «Come credi sia stata in questi mesi? Hai idea cosa vuol dire perdere la tua ragione di vita? Hai idea di come scorre lento il tempo?» dico. Sbatto i pugni sul suo petto, lo spingo, strillo, mi sfogo.

Mi stringe i polsi e mi trattiene con forza.

 «Credi che per me sia stato facile? In questi tre mesi non ho chiuso occhio, ogni fottuto secondo pensavo a te». Appoggia la sua fronte sulla mia e sospira. «Avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerti e l’ho fatto».

Fa male, il dolore è insopportabile.

 «Il tempo scorreva lento Erik e io desideravo la morte perché ti volevo accanto a me».

Io piango. Lui piange. Erik Truston sta piangendo.

Libero le mani dalla sua presa e le avvolgo intorno a lui stringendolo forte.

 «Ti amo» dico a bassa voce.

 «Ti amo» ripete.

L’inferno è finito, lui è tornato da me.

Ho molte domande da porgli, ma in questo momento non desidero altro che stare tra le sue braccia.

 «Scusate il disturbo» interviene una voce fuori campo. Mi volto di scatto sconcertata che lui sia qui.

 «Perché Monforte è qui?».

Erik ignora la mia domanda e rivolge l’attenzione all’uomo.

 «Dimmi Tony».

 «Dobbiamo andare, L'Fbi ha scoperto che sei scappato dal rifugio e scommetto che arriveranno a breve» dice con troppa tranquillità. L’uomo estrae una sigaretta dal pacchetto e l’accende, aspira a fondo e mi osserva. Io rimango dove sono, confusa e  con troppe domande.

 «Cosa c’entra Monforte in questa storia?» chiedo a mio marito, ma Monforte interviene prima che lui possa dare una risposta.

 «Non hai ancora imparato a porre le domande giuste Elisa» commenta. Mi volto verso mio marito e solo in quel momento mi ricordo quello che stava succedendo prima dell’arrivo di Erik. Ero sulla spiaggia, c'era Jason, aveva una pistola e voleva uccidermi. Sposto lo sguardo alle spalle di Erik, d'istinto appoggio la mano sulla bocca. Jason giace a terra privo di vita. Tremo come una foglia.

 «Ehi piccola. Calmati, è tutto a posto».

Riporto lo sguardo su Erik terrorizzata.

 «Gli hai sparato?»

Ti prego dimmi di no. Ti scongiuro.

«Elisaaa» interviene Monforte canticchiando il mio nome «Il cattivo sono io, ricordi? Perciò fai due più due» continua.

Come può essere tranquillo dopo ciò che ha fatto.

 «Hai ucciso un uomo e te ne vanti? Ma che razza di persona sei?»

Lui butta la sigaretta a terra, fa qualche passo verso di me con sguardo minaccioso.

 «L'uomo che ti ha salvato la vita? Se non fosse per me...» avanza ancora verso di me, «a quest'ora saresti morta» conclude con gli occhi fissi nei miei.

Ok, ha ragione, ma rimane il fatto che ha ucciso un uomo.

 «Andiamo, prima che arrivi Silver» dice con freddezza.

 «É tutto finito?» chiedo.

Erik si passa la mano sul collo, è a disagio. Non riesce a guardarmi negli occhi.

 «Ci sono un paio di cose che devo ancora risolvere. Con la trappola di Jason ho dovuto rimandare ciò che stavo facendo» spiega, freddo, calcolatore.

É tornato solo perché ero in pericolo. Non è tornato perché voleva. Quanto tempo ancora voleva che soffrissi?

 «Non avevi intenzione di tornare adesso, vero?» chiedo sapendo già la risposta.

 «Volevo chiudere definitivamente questa storia e poi sarei tornato» risponde cercando un contatto fisico. Mi sposto bruscamente.

 «Tre mesi cazzo...ho creduto fossi morto per tre mesi e tu mi dici che saresti tornato presto? Guardami Erik. Ti sembra che io sia stata bene? Ti sembra che io stia bene?» urlo fuori di me. Ho la vista offuscata dalle lacrime. Piango, ma non in silenzio come in questi tre mesi. Sto diventando pazza. Le sue braccia mi avvolgono e in quell'istante tutto smette. Silenzio.

 «Erik perché non è ancora finita?» chiedo.

 «Ci sono alcune cose che devo spiegarti».

ERIK

Ritornato al rifugio dove l’Fbi mi aveva obbligato a rimanere in questi mesi, mi sono comportato come se nulla fosse quando si è presentato Silver. L’uomo mi ha informato che  potevo uscire allo scoperto perché avevano prove sufficienti per risolvere il caso. Ovvio, dopo tutto quello che abbiamo fatto io e Monforte è stato facile risolvere il caso. Ritorno a casa e lei mi ignora. È arrabbiata e capisco cosa ha passato in questi mesi, ma era necessario altrimenti questa storia non sarebbe mai finita. La guardo mentre si fa strada verso la camera da letto. Non una parola, odio quando non parla. Sta pensando, si starà ponendo tante domande. Quando lei fa così a me sembra di stare su un campo minato, ogni mia parola o gesto potrebbe far saltare tutto in aria. É frustrante non sapere cosa pensa. Preferirei le sue urla, invece quando se ne sta in silenzio con lo sguardo perso, mi terrorizza. C’è tensione ma io ho tanto bisogno di parlare con lei, di chiarire e spiegare le mie motivazioni.   
 «Devo parlarti» dico in modo tranquillo. Sì volta di scatto scrutandomi, è arrabbiata, triste. Mi basta guardarla negli occhi per capire che sta per esplodere.                              
«Parla» ordina. Sì sposta una ciocca ribelle dietro l'orecchio senza distogliere lo sguardo. Sta cercando con tutta se stessa di controllarsi. Mi è mancata come l’aria, ogni cosa di lei mi è mancata.         
«Mi dispiace di aver finto la mia morte ma era l’unico modo per far uscire allo scoperto Jason». Cerco di eliminare la distanza tra noi, ma ad ogni mio passo lei indietreggia. Ok, è ufficiale, stiamo per entrare in guerra.                                                  
«Non lasciarmi fuori» sussurro. Mi avvicino rapido e la stringo tra le braccia, non fa resistenza. Un passo alla volta, sarà ancora sotto shock. La stringo a me in modo tenero. Sento i muscoli del suo corpo rilassarsi, il respiro che torna regolare.                
 «Io sono morta quel giorno Erik. Non puoi fare una cosa del genere e pretendere che torni tutto come prima». Brucerò all’inferno per questo. Sapevo a cosa andavo incontro ma per rendere credibile la situazione era necessario.     «Guardami» esigo.                            
 Lei solleva lo sguardo e io vorrei morire. È doloroso sapere di essere la causa del suo malessere. «Credimi quando ti dico che non c’era un altro modo».                                                           
Lei appoggia il viso sul mio petto, respira a fondo e poi lascia uscire tutta l’aria.                                        
«Non mi lascerai mai entrare nel tuo mondo» commenta amaramente.         «Non puoi dire una cosa del genere, tu sei il mio mondo».     
 Lei si stacca dalle mie braccia e indietreggia. Mi guarda in un modo che mi fa precipitare negli abissi. Odio. Sta per esplodere e non mi piacerà affatto quello che uscirà da quella bocca che amo follemente.         «Hai preferito mandarmi all'inferno piuttosto che fidarti di me. Tu e tuoi segreti del cazzo, il signor tutto sotto controllo, che crede di poter fare ciò che vuole fregandosene altamente dei sentimenti altrui. Tu non hai idea di come sono stata. Io ho desiderato la mia morte».        
 Ogni sua parola mi lacera il cuore, mi distrugge l’anima.                  
«Ogni momento della giornata, pensavo solo ed unicamente a te. Mi fido di te ciecamente, ti darei in mano la mia vita ad occhi chiusi ma per una volta in tutta la vita mi sono sentito un uomo sbagliato e ho lasciato il controllo ad altre persone. Ho dovuto scegliere tra il nostro amore e la tua vita. Anche se tornassi indietro, rifarei tutto pur di proteggerti».
Mi avvicino deciso, le sfioro il volto, le labbra. Aspetto che rifiuti, ma non lo fa, ne approfitto e la bacio, lei ricambia. Solo in quel momento la mia anima si placa e trova la pace.

Erik è tornatooooo.
Siete state brave, molte di voi avevano capito che era Jason il testimone, ma i colpi di scena non sono finiti. Alla prossima 😘

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro