Sogno o Realtà
Eijiro aveva le mani piantate sul volto ancora sconvolto da quello che aveva sentito dalle labbra del biondo.
Erano passate circa due orette da quando Katsuki, ora conosceva il suo vero nome, aveva incominciato a raccontare quella storia e la sua faccia minuto dopo minuto diventava sempre più pallida, cadaverica, ad ascoltare ogni singola parola che riguardasse quella splendida creatura di cui si era innamorato.
Il suo cuore veniva lacerato man mano che il biondo proferiva parola mentre leggeva dagl'occhi di colui che aveva avanti tanta sofferenza, dolore, amore e dedizione verso quel ragazzo che entrambi adoravano. In lui c'era anche tanto rimorso, quel rimorso che lo tormentava da anni ormai per non essere arrivato prima a quell'appuntamento che avevano quel giorno.
Quegl'occhi di fuoco che prima volevano fulminarlo ora erano lucidi e abbassati ad osservare non curante la tazza vuota mentre quelle parole uscivano fuori.
Da tanto katsuki non parlava di quel giorno con qualcuno o meglio che lui ricordasse non era mai capitato, perché faceva male anche a lui pensare quei momenti ma ora era lì, con quel ragazzo di fronte che lo ascoltava in silenzio, assorbendo tutto quello che il suo stato d'animo riusciva a fargli percepire mentre costui lo guardava con occhi sgranati.
Riusciva a percepire dai suoi feromoni tutte le sensazione che provava ad ogni sua parola e capiva che erano reazioni del tutto naturali se si stava parlando della persona amata ma dovette fermarsi più di una volta perché la stanza ormai era pregna di un odore pesante che proveniva dal rosso. Per quanto lui era forte, stava incominciando ad esserne assuefatto e fu costretto ad alzarsi ed andare ad aprire la finestra e più di una volta a fermarsi per farlo calmare un po', anche perché quegli odori così asfissianti che lui sentiva sarebbero potuti arrivare allo scricciolo e peggiorare le cose.
-sarà meglio se bevi un po' d'acqua, ti farà bene.
Katsuki aveva messo una bottiglia ed un bicchiere sul tavolo.
-se reagisci così, a lui arriveranno i tuoi feromoni impazziti che personalmente non gradisco e che mi stanno opprimendo,quindi se vuoi che continui cerca di contenerti. Fallo per il suo bene. Mentre tu ti rilassi un po' io vado a controllare lo scricciolo,la paura e lo shok a quanto pare l'hanno spossato. Sta dormendo più del dovuto.
-credo che accetterò l'acqua, grazie.
Il biondo uscì dalla cucina dirigendosi senza fare rumore verso la camera del verdino mentre ripensava a quel ragazzo seduto in cucina. A quanto pareva il suo Izu aveva trovato il suo mate ma personalmente era sicuro che lo scricciolo neanche l'avesse capito che lo fosse. Sorrise, sorrise pensando al suo verdino innamorato. Era così semplice ed ingenuo, probabilmente si era fatto tante domande sul perché fosse così attratto dal rosso.
Aveva capito che ci fosse qualcosa sotto, quando lo scricciolo si era nascosto fra le sue braccia mentre si nascondeva il corpo con la maglia e tremava come una foglia. Non era solo per lo spavento, ma anche per quegl'occhi incandescenti che lo osservavano.
Aprí la porta lentamente ed osservò da quello spiraglio la sagoma del verdino che riposava un po' affannosamente nel letto mentre la luce soffusa della lampada illuminava quel volto ancora sofferente, ma almeno era più rilassato, mentre stava riposando almeno per il momento.
Ma quando sarebbe durato quel riposo? Pensó katsuki mentre richiudeva la porta alle sue spalle e si dirigeva di nuovo verso la cucina.
Eijiro era rimasto solo in quella stanza, e fissava il bicchiere colmo d'acqua. La sua mente stava per esplodere. Quello che katsuki gli aveva raccontato fino a quel momento gli sembrava un sogno, un brutto sogno.
Aveva pesato ogni singola parola detta da lui. Nella sua mente tutto gli si era formato d'avanti come un film, vedendo ogni scena come se lui fosse stato là, ma non era finita, quella storia non era ancora finita e lui si sentiva morire, ma il biondo aveva ragione doveva calmarsi se non voleva agitare di più Izuku.
Sentí alle sue spalle i passi avvicinarsi e cominciò a prepararsi mentalmente per il resto della storia che avrebbe continuato ad ascoltare cercando di rimanere il più calmo possibile ma era veramente difficile.
Quando se lo rivide seduto d'avanti di nuovo, lo guardò negl'occhi, tirò un sospiro rassegnato.
-sono pronto, continua a raccontare.
Katsuki lo guardò per un attimo, osservando il suo sguardo colmo di ansia e apprensione e lo capiva, conosceva quella sensazione, la conosceva fin troppo bene.
Passò un'altra mezz'ora buona prima che katsuki finisse di raccontare.
La faccia di Eijiro era a dir poco pietrificata.
La sua mente era come su una giostra, tutto quello che aveva assimilato nelle ore precedenti ora vagava e girava come una giostra nel suo cervello, immaginado quelle scene che gli contorcevano le budella.
Non immaginava che dietro quel carattere così solare e socevole si nascondesse tanto dolore.
Aveva sempre visto il verdino ridere e scherzare con Denki, non avrebbe mai pensato che nascondesse un passato così traumatico.
Sentí una stretta al petto, voleva proteggerlo, stargli vicino e fargli sentire che lui era là pronto a sostenerlo.
La lunga chiacchierata era finita e katsuki stranamente si sentí un po' più leggero. Avevo tirato fuori tutto quello che non era mai riuscito a dire con un tizio che nemmeno conosceva eppure l'aveva fatto ed ora si sentiva in parte come svuotato da quello che portava dentro.
Si buttò all'indietro poggiando le spalle allo schienale della sedia e inclinando la testa guardando il soffitto chiuse gli occhi.
-ora sai tutto. Credi che anche se fosse un cucciolo farebbe differenza?
-no.
Le uniche parole che riuscì a dire Eijiro furono queste.
Ma mentre stava per aprire bocca per poter parlare un urlo straziante si udì dal corridoio, la testa del biondo si raddrizzò di colpo ed il rosso girò lo sguardo verso la medesima direzione.
-è lui. Devo andare da lui.
Katsuki si stava alzando ma fu bloccato dalla mano del rosso che si alzò di scatto guardandolo negl'occhi.
-ti prego, lascia andare me.
Il biondo lo guardò per un attimo poi annuì con la testa, accettò un lieve sorriso dal ragazzo che gli era d'avanti che spostò di scatto la sedia per avviarsi a passi veloce verso quella stanza che lo divideva da colui che gli era entrato nel cuore.
Le urla diventavano sempre meno ovattate man mano che si avvicinava alla porta.
Quando l' aprí, non poté fare a meno di notate quella figura esile illuminata solo dalla luce della lampada sul comodino che si contorceva sul letto, stringeva il lenzuolo con la mano così forte che le nocche erano diventate bianche e con l'altra stringeva la maglietta che aveva addosso al petto in una pozza di sudore mentre si contorceva ancora nel sonno e gridava.
La stanza era pregna di quell'odore che aveva sentito al torrente, biscotti allo zenzero andati a male, si tappo il naso e in un lampo fu da lui si sedette sul bordo del letto e dolcemente cominciò con un fazzoletto preso dalla tasca ad aciugargli il sudore.percepiva tutto il suo dolore e si sentiva morire. Incominciò a rilasciare il suo odore per calmarlo.
Izuku continuava a contorcesi nel sonno. Quelle scene erano sempre lì non mancavano mai ma ora si era aggiunto qualcosa di nuovo, si vedere adulto e vedeva degl'occhi rossi sgranati puntati su di lui che volevano spiegazione.
Incominciò a parlare nel sonno sempre più agitato.
-no, no ti prego n-non guardarmi, n-non farlo. Ti prego io non voglio.
La mano si strinse ancora di più al lenzuolo.
-Izu, calmati va tutto bene.
La dolce voce di Eijiro sembrava volesse cullarlo ma quelle parole non furono ascoltate dal verdino che ancora dormendo si tirava il colletto di quella maglietta come se stesse soffocando mentre quel sogno sembrava non finire più.
-dimmi cos'è quello?
-non posso, non ci riesco, mi spiace io-io...
-dimmelo.
- non guardarmi così.
Le lacrime cominciarono a scendere nel suo sogno ma non si rese conto che cominciarono a scendere anche sul suo volto e bastò questo a far scattare il rosso che se pur stesse ancora dormendo, gli circondò le braccia dietro la schiena e lo trascinò sul suo petto stringendolo a se.
Cominciò ad emanare più prepotentemente i suoi feromoni per poter calmare il minore che aveva fra le braccia.
Paroli dolci gli venivano sussurrate all'orecchio mentre quest'ultimo piangeva e parlava ancora nel sonno senza nemmeno accorgersene.
-Non tu ti prego, non guardarmi, non guardare il mio corpo, non guardarmi.
Strinse la maglia del rosso aggrappandosi come un disperato mentre quest'ultimo gli accarezzava la schiena dolcemente mentre ancora gli sussurrava.
-Izu non mi importa. Voglio starti vicino, resta con me, non allontanarti.
Il minore senti quelle parole nel suo sogno e come tale che fosse per lui, gli rispose senza rendersi conto di farlo davvero.
-come puoi chiedermelo? Io sono difettoso, il mio corpo è difettoso, sono un mostro sotto questa maglia.
-shhhhhhh, non lo sei, per me non lo sei. Io vedo solo te, uno splendido ragazzo con dei bellissimi occhi profondi e delle splendide lentigini che vorrei baciare.
-perché hai scelto uno come me? sono un mezzo mutilato.
-noooo. Sei solo colui che amo, svegliati izu, sono qui con te, per te, svegliati.
Quelle parole risuonarono nella testa del verdino come un eco che rimbombava di continuo nel suo cervello e nel suo subconscio che per una ragione assurda portò il ragazzo a a tranquillizzarsi e ad incominciare a sentire un odore così invitante e familiare nelle sue narici. Un odore che sembrava riportarlo nella realtà eppure era il suo sogno - incubo come poteva essere possibile?
L'odore di cioccolato e marshmallow bruciato era così maledettamente invitante che Izuku inspirava in un modo quasi vorace e si sentiva bene, anche nel suo sogno incominciò a sentire le braccia del rosso avvoggerlo dolcemente ed accarezzarlo mentre le sue lacrime si affievolivano.
-il tuo odore..
-cosa?
-il tuo odore, è, è così bello respirare il tuo odore. Vorrei che questo sogno, questo momento non finisse mai. Tienimi stretto a te.
-Izuuu è quello che voglio, tenerti stretto a me come ora, abbracciarti e farti sentire quanto sei speciale.
Quel sogno si era trasformato,il minore si sentiva pervadere da un calore avvolgente che riscaldava il suo cuore e che lo riportò alla calma assoluta.
-non voglio più svegliarmi Eiji. Voglio restare fra le tue braccia, posso ba-baciarti?
In quello che pensasse fosse il suo sogno il rosso sorrise e senza nemmeno dargli una risposta le labbra si unirono. Quel calore, quelle labbra così morbide da sembrare così reali, Izu ne voleva ancora e socchiuse un po' le labbra e non ci fu bisogno di chiedere nulla di più. Sentí scivolare la lingua di eijiro dentro di essa per cercare la sua, giocare con essa mentre le loro salive si mischiavano.
Era tutto così meraviglioso, così perfetto, sembrava tutto così reale, tanto reale, troppo reale, maledettamente reale.
Le sue palpebre cominciarono ad alzarsi per poi richiudersi lentamente mentre cercava di capire se stava ancora dormendo o meno.
Fece quel gesto più di una volta prima di rendersi conto che non stava solo sognando, Eijiro era là, lui era stretto fra le sue braccia e quel bacio che lui aveva desiderato avere non era solo un sogno ed era così bello, non era un sogno lui era là e lo stringeva a se.
Richiuse gli occhi assaporandone tutto con estrema dolcezza. Il cuore comincio a battere all'improvviso troppo forte, tanto che pensó che l'altro lo potesse sentire, mise una mano sul petto cercando di attutire quel suono, si staccò piano piano dal rosso aprendo gli occhi e trovandosi due splendide iridi rosse che lo fissavano un po' affannato, gli sfiorò con la punta delle dita le labbra.
-tu-tu sei reale. Non era solo un-un sogno tu - tu sei davvero qui.
-si. In carne ed ossa per te.
All'improvviso il minore fece uno scatto indietro verso lo schienale del letto ritraendosi e tirandosi le lenzuola fino alla gola, le braccia e le gambe rannicchiate come a volersi rimpicciolire e la testa abbassata.
-tu t-tu perché sei qui? Che ci fai qu-qui. Io stavo sognando, t-tu eri nel mio sogno, tu, i-io ti ho detto cose... Chiesto....
-calmati Izu. Non hai fatto nulla di male e si me l'hai chiesto e si non ti ho detto no e si ti amo.
Alzò la testa a quella parola e gli occhi si sgranarono.
-ti prego va via. Io voglio Kacchan, lui dov'è ho bisogno di lui.
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