IL MERCATO NERO
La città era totalmente avvolta nella luce del sole, alto e splendente, Alex fissava le strade intorno a sé piene di erbivori e carnivori.
Sorridevano fra di loro come se non esistesse nessuna distinzione, come se non esistesse nessun pregiudizio.
Legoshi era al suo fianco, mentre alla loro spalle stavano in piedi Bill e Aoba.
I quattro si sedettero in un fast-food e il canide fissò una coppia di ovini poco distante che si scambiava sorrisi e sguardi teneri.
"Allora Legoshi, quand'è che ti deciderai a perdere la verginità?"
Il lupo fissò la tigre, mentre lo studente con il bastone tossì per un sorso della bibita che gli era andato di traverso.
Tuttavia quest'ultimo, mentre recuperava il fiato, notò qualcosa sul collo del felino... Una piccola catenella.
"Ti piace?"
L'oggetto fu tirato fuori per intero dal suo proprietario: all'apice della piccola catenina era attaccata una zanna grigia, anche se gli occhi verdi di chi la scrutava fissavano un'incisione su di essa.
Il carnivoro la rimise al suo posto, veloce come era stato a prenderla, ma non fu abbastanza rapido.
Wolf, c'era scritto questo sopra e una simile parola per l'animale che la portava lasciò Alex con non poche domande.
"Ma questo è il programma dell'anno scorso" notò Legoshi appena mise gli occhi sul volantino che aveva permesso ai quattro di uscire dalla scuola.
"Hai ragione, ci serviva solo una scusa per uscire".
"Perché?" chiese il ragazzo con il bastone senza smettere di guardare la tigre.
"Andremo al Mercato Nero".
Purtroppo i piani del felino non andarono come previsto, ormai il sole era sparito e restavano solamente le ultime tracce arancioni, mischiate con un poco di rosa, nel cielo.
"È ufficiale, ci siamo persi". sussurrò Aoba.
Il canide portò lo sguardo su un animale in penombra, un erbivoro anche se l'oscurità impediva il riconoscimento della specie.
"Mi scusi, signore, vor-"
"Vuoi magiare?"
Le mani marroni dello sconosciuto iniziarono a toccare il muso lentamente, ma non era questo a turbare il lupo.
Le narici erano invase da tanti odori, sudore e saliva erano le origini e non era difficile capire perché fossero su quell'individuo.
La gran parte della dita non c'era più, staccate a morsi, alcuni piccoli cartellini gli toccavano il pelo.
Morsi in cambio di denaro.
Alex fissava la scena disgustato ma fu costretto a voltarsi quando il camion alla sua destra si mosse e una luce lo illuminò.
Gli occhi si aprirono di più, una fila interminabile di luce e carnivori su estendeva oltre l'orizzonte, un odore mai sentito lo travolse... Sapeva cos'era ma aveva paura a dirlo.
Carne.
Bill scansò Legoshi e prese il suo posto davanti lo sconosciuto.
"Allora vecchio: se pago posso mangiare un dito?!"
"Sì". sussurrò chi mostrava le mani mutilate.
La tigre si voltò verso gli altri tre.
"Possiamo farcela! Se mettiamo insieme i nostri soldi pos-"
Il lupo sferrò uno schiaffo a chi aveva davanti.
"Ma che ti prende?!"
La risposta del canide fu un ringhio eseguito perfettamente con il movimento del pelo segno di rabbia.
"Leg-"
Alex fece un passo verso l'amico, ma fu anticipato dell'aquila.
"Legoshi aspetta, sarei d'accordo se fossimo a scuola... Ma qui siamo nel mondo reale".
"Che cosa stai dicendo?!"
Il ragazzo con il bastone strinse l'oggetto con forza.
"Dico solo che... Che è arrivato il momento di diventare adulti".
"Adulti" sussurrò il lupo.
"Secondo te è così che si diventa adulti?!"
Lo studente corse nel mezzo del Mercato.
"Legoshi!"
Alex osservò il carnivoro sparire per poi voltarsi verso Aoba.
"Attento a non strozzarti". sussurrò con disprezzo per poi seguire chi era appena entrato in quel posto contorto.
Legoshi non si fermava con tutta quella carne che lo colpiva senza nemmeno sfiorarlo, gli odori si infilavano nelle narici come virus.
Restò senza fiato in un vicolo con la bocca spalancata e la saliva che colava senza sosta come una cascata.
Collassò poco dopo e prima di chiudere gli occhi vide una sagoma con un bastone sempre più vicina.
Alex? Chiese a sé stesso negli ultimi istanti di coscienza.
"Povero lupetto, sei fortunato ad essere collassato in questo vicolo".
Quando le palpebre finalmente si separarono, il canide notò di essere bloccato e che il muso era stretto da una museruola.
Una luce lo accecò momentaneamente, un flash di una fotocamera, appena tornò a vedere notò un panda che si avvicinava a lui.
"Ora ti tolgo la museruola, non gridare".
Quando allungò le braccia vide i muscoli del plantigrado.
"Chi sei?! Cos-"
Uno schiaffo zittì il lupo.
"Ti avevo detto di non gridare... Nome?"
"Legoshi". sussurrò il canide con un leggero livido sulla parte da poco colpita.
"Cosa fai nella vita?"
"Frequento la Cherriton".
"Bene... Quando hai divorato il tuo primo erbivoro?"
"Non l'ho fatto!"
"Un carnivoro che collassa al Mercato Nero ha assaggiato la carne... o ci è andato molto vicino".
Alex camminava per le bancarelle incurante degli sguardi di chi gli era attorno.
"Dove sei?" sussurrava con le pupille verdi che si muovevano velocemente come un radar alla ricerca dell'amico.
Fece un altro paio di passi e si fermò, insipirò... sentiva un odore, un odore che riconobbe subito come familiare.
Legoshi, ma come faceva sentirlo?
Intanto il canide era stato liberato e stringeva nella mano la tazza contenete il tè fatto dal panda, non aveva bevuto un sorso ancora troppo impegnato a guardare la parete alle spalle dell'orso bicolore.
"Che cosa sono?"
"Le conseguenze dei carnivori che cedono ai propri istinti e si cibano di carne viva: chi si è mangiato un braccio o una gamba, chi ha perso il pelo per lo stress, chi si è fatto del male e persino uno che ha ucciso un'erbivora perché innamorato di lei".
Nel sentire l'ultimo caso l'immagine di Haru apparve nella mente del canide che, finalmente, bevve dalla tazza per poi emettere un verso che segnava disgusto.
"Buono, eh? Lo faccio con le foglie di bambù".
Per un attimo il plantigrado sorrise ma tornò serio in un istante.
"Ma tu chi sei?" chiese Legoshi intento a riporre il contenitore del tè sul tavolo.
"Sono Gohin, e sono il guardiano del Mercato Nero, prima che tu mi chieda cos'è esattamente questo posto ti anticipo..."
Si alzò e mise la foto del lupo fra le altre.
"... Il Mercato Nero prende carne da ospedali e pompe funebri, non è legale, certo, ma almeno non andate a caccia per conto vostro".
Gohin si voltò e mise in mostra la cicatrice sull'occhio destro, tre graffi, quando l'orso notò lo sguardo del nuovo arrivato su quel segno indelebile lo picchiettò con l'indice due volte.
"Puoi considerarmi un dottore che cerca di curare i carnivori dai loro istinti e tu, ragazzo, sei un mio paziente ora... Devi smettere di vedere quell'erbivora".
Legoshi aveva raccontato abbastanza riguardo il suo incontro con la coniglietta e il panda era sicuro dell'unico scenario possibile, il peggiore.
"Senti-"
"Non sai nulla, io..."
"Ascoltami-"
"... Sto provando a..."
"Stammi a sentire-"
"... Io non sono un-"
"Serra le zanne e ascolta!"
Con uno scatto il plantigrado rovesciò il tavolo e strinse la maglietta di chi aveva davanti.
"Sono sicuro che vuoi essere sinceramente suo amico, ma è il tuo io razionale a parlare, il tuo io bestiale aspetta solamente che il frutto sia maturo per mangiarlo... Fermati, ora che puoi".
Il ragazzo fu liberato dalla presa e si alzò intento a dirigersi verso la porta in silenzio.
"Aspetta, prendi questo".
Il lupo cambiò l'espressione cupa in una interrogativa quando gli fu porso un giornaletto erotico con sulla copertina una coniglietta.
"Ma che-"
"Non fraintendere, è solo per capire cosa ti passa per la testa: se senti qualcosa guardando queste immagini hai un interesse particolare... Ma se solo quella coniglietta ti fa effetto, sei in grossi guai".
La porta fu aperta di scatto.
"Lascialo o ti sistemo orso anni trenta!"
Alex stringeva il bastone pronto a usarlo, solo allora, però, notò il fisico di quello che poteva essere il suo avversario.
"Prendere nota: la prossima volta analizza meglio la situazione" sussurrò vagamente intimorito.
"Tranquillo Alex, stavo giusto andando via".
Il lupo uscì senza dire altro e il ragazzo fissò il panda.
"Io andrei".
Camminò all'indietro fino a sparire dalla vista di Gohin.
Prendi questo, fai questo, non la vedere più! Ma che sono un ragazzino!
Legoshi pensava agli ultimi avvenimenti e guardò di lato, Alex puntava gli occhi su di lui stranito.
I pensieri erano usciti dalla bocca invece di restare nella mente.
I due raggiunsero l'ingresso della metropolitana e Aoba era lì.
Il ragazzo con il bastone assunse uno sguardo cupo.
"Allora, era buono il dito?"
"Non l'ho mangiato" sussurrò l'aquila senza guardare in faccia chi aveva davanti.
"Volevo ma poi ho visto i volti dei nostri amici erbivori, dei miei amici e non volevo diventare un mangia-carne".
Gli occhi del lupo divennero lucidi a causa di tutto quello provato negli ultimi momenti della giornata.
"Ma stai piangendo?" chiese Alex.
"È il vento".
"Non c'è nemmeno un alito".
"Allora è il freddo".
"Ma sei a maniche corte".
"Ho detto che è il freddo!"
Il ragazzo di fianco al canide fece un passo indietro e alzò le mani in segno di resa per poi seguire l'amico nelle scale verso la metropolitana.
CIAO A TUTTI!
E così si è fatta pure la gita al Mercato Nero.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro