Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

UNA MANTIDE SULLA STRADA

Non c'era nessuno nei paraggi mentre il sole spariva sempre più e l'ombra della notte si mostrava come il mare quando avanzava sulla battigia comr se sconfiggesse e allontanasse la sabbia.

Dei passi, accentuati dai fili d'erba calpestati, erano l'unico suono presente come anche l'unico animale in quel posto.

Il cimitero.

Liam fissava una lapide dalla pietra fresca e dal nome conosciuto dalle orecchie attaccate alla sua testa, il nome di Bill era scritto sulla lastra messa in verticale e piantata nel terreno sopra la tomba di quest'ultimo.

"Non so perché sia qui...".

Iniziò a parlare il gatto con le mani nei pantaloni neri come se l'animale davanti a lui fosse stato suo amico in vita.

"...forse perché sapevo questo...".

Con la testa indicò intorno a sé conscio che quasi nessuno si era fatto vivo al funerale.

"...ma penso che il tutto giri intorno al fatto che hai perso la vita sotto i miei occhi".

Sospirò e si chinò per poi estrarre un ciondolo con una zanna di leone appartenuto al defunto in vita.

"L'hanno trovato nella tua cella...".

Poggiò l'ornamento corporeo sulla tomba silente con la zanna rivolta verso sé stesso e la piccola catenina stesa sulla pietra.

"...addio Bill".

Si alzò e fece qualche passo prima di fermarsi e voltarsi con testa e parte superiore del torso, scosse la testa mentre pensava a quanto fosse giovane lo studente per poi tornare a camminare e rendere quel posto nuovamente silenzioso. 

L'ora era arrivata e Haru si affrettò a spegnere le luci, per sicurezza fece un giro d'ispezione come una guardia notturna, sentiva una paura costante sul cuore che sembrava impazzito per la velocità dei battiti, una sensazione allo stomaco la rendeva nervosa e qualche goccia di sudore le esplorava il corpo in picchiata come un uccello predatore.

Non si pentiva di quella scelta, anche se il peso di possibili conseguenze dettate dalla solitudine e dall'arrivo della notte alimentava ogni sintomo di terrore provato dal corpo, chiuse infine la porta e dopo aver preso un bel respiro iniziò a camminare mentre il sole era ufficialmente scomparso.

Non guardare nessuno, passa lontano dai vicoli bui, se qualcuno ti parla o ti segue aumenta il passo e appena sei fuori dal suo campo visivo scappa.

Iniziò a ripetere queste regole come un mantra e da un punto di vista si poteva definire tale, infatti iniziò a circolare al posto del sangue nelle vene dell'erbivora e il suo cervello mandava quell'impulso costantemente. 

La città era buia fatta eccezione per luci artificiali e fari delle macchine, Haru fissava solo la strada da percorrere mentre pensava al perché di questa decisione pericolosa.

Legoshi le aveva promesso di diventare più forte, ed era certa di ciò, ma se voleva davvero condividere la vita con lui doveva fare anche lei qualcosa per rafforzare il proprio carattere.

Era una ragazza determinata a raggiungere il proprio scopo ma soprattutto non voleva rinunciare a quel timido ma forte lupo dall'altezza colossale rispetto alla sua.

Dei fari provenienti da una macchina la puntarono mentre un clacson riecheggiava nella strada, spalancò gli occhi e decise di tenere fede all'ultima regola fatta poco prima dalla sua mente erbivora.

La macchina alle sue spalle iniziò a seguirla con precisione mentre ogni tanto le urlava contro tramite il clacson.

Non appena notò una svolta alla sua sinistra girò e iniziò a correre finché non sbattè su un muro...era un vicolo cieco ed era così distratta dalla macchina che non l'aveva notato, i fari di quest'ultima la puntarono come facevano i riflettori di una prigione sui detenuti evasi.

Il veicolo si fermò a metà del vicolo mentre la portiera del guidatore si apriva.

"Ma che cosa ti salta in testa ragazzina?!"

Tuonò una voce femminile mentre un ghepardo appartenente al gentil sesso teneva le mani poggiate sulla parte superiore della portiera di una macchina rossa come il sangue.

Haru fissò la felina che si avvicinò per poi abbassare il busto e poggiare le mani sulle cosce.

"Vieni...ti do un passaggio".

La coniglietta fissò la carnivora dal pelo grigio con insicurezza pura ma sopratutto con una faccia interrogativa.

Perché si aspetta che io la segua?

Si chiedeva mentre la donna davanti a lei rideva e scuoteva la testa.

"Scusami in genere sono in servizio".

Estrasse il portafoglio nero dalla tasca e lo aprì come fosse un libro di taglia minuscola: un distintivo dorato con sotto la scritta APD, ossia Animals Police Department, affiancava la foto della felina sotto la quale era scritto il suo nome.

Samsara Bodhi. 

La coniglietta spalancò gli occhi mentre quel nome accendeva un ricordo, Legoshi aveva parlato dell'evasione di Bill e quindi anche dell'agente davanti alla sua cella.

"Vuoi venire?"

Poco dopo le due erano sedute l'una affianco all'altra mentre il torso di entrambe era tenuto fermo dalla cintura nera.

"La Cherrytown? La conosco quella scuola...anche se solo di nome".

Si vedeva l'abitudine nel rispettare le regole, infatti manteneva il limite di velocità e rispettava ogni cartello piantato sui bordi dei marciapiedi.

"Allora ragazzina come mai fuori a quest'ora buia?"

"Non sono una ragazzina...".

Protestò l'erbivora mentre guardava la strada davanti a sé.

"...ho diciotto anni".

"Capisco, be' diciottenne la stessa domanda".

"Un mio amico mi ha dato buca all'ultimo ed eccomi qua".

Non si sorprese di quella curiosità dopotutto fare domande rientrava nel lavoro della felina.

"Amore e amicizia...armi a doppio taglio".

Commentò come se fosse una coetanea della coniglietta che fissò la più alta leggermente stranita ma divertita.

"Vuoi un po' di musica?"

Chiese la poliziotta senza divisa ma Haru scosse il capo e ringraziò sorridente Samsara.

"Se non ti dispiace io un salto nella musica lo faccio volentieri".

Allungò la mano per toccare il tasto di accensione dello stereo nero e la manica della mano usata, la sinistra, si alzò per l'estensione del braccio e rivelò un bracciale grigio come l'argento.

La coniglietta fissò l'ornamento al polso mentre la sua espressione cambiava: non era ammaliata dal colore vivo seppur con una fama contraria, non era interessata alla sua provenienza, non si chiedeva di che materiale fosse fatto ma fissava la zanna di leone al centro di esso con sopra inciso "Carinata".

Mantide, così Legoshi aveva tradotto quel termine dal croato.

Il cuore di Haru batté come se travolto da una scossa elettrica mentre, presa dal panico, guardava intorno a sé ma allo stesso tempo cercava di restare calma.

Infatti se avesse fatto capire al ghepardo di essere a conoscenza della sua identità sarebbe diventata una testimone scomoda.

"Siamo quasi arrivati".

Sorrise Samsara mentre guardava l'erbivora che finse un sorriso ma all'interno dove comandavano organi ed emozioni una battaglia fra paura e resistenza ad essa aveva avuto inizio.

Che ne pensate? Qualche teoria sul susseguirsi delle cose?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro