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QUATTRO INDIVIDUI, DUE STANZE, UNA STORIA

La scala mobile si muoveva ad una velocità quasi soprannaturale mentre Legoshi era l'unico passeggero su quei gradini immobili ma sempre in movimento.

Tornò alla realtà poco dopo quando vide Haru nella stanza insieme a lui, la sua "visione" doveva rappresentare la velocità con la quale la cose ptocedevano, il sorriso...la stanza...solo loro due.

Nella stanza di fianco Louis era sdraiato sul letto con la faccia dietro la testa e i gomiti alzati, sembrava un contadino che si stendeva sulla sua terra dopo averla lavorata, Alex era nel bagno della camera e si poteva sentire l'acqua del lavandino scorrere mentre gran parte del fluido finiva nella bocca per togliere ogni traccia dello Shishigumi.

Finalmente l'acqua venne chiusa e il ragazzo tornò nella stanza.

"Legoshi siediti su questo letto...è morbido".

Il lupo si sedette e per poco la coniglietta non venne spinta giù dal "contraccolpo" causato dall'azione quotidiana, dovette aggrapparsi per non finire sul pavimento e il suo appoggio fu il braccio destro del canide che, già imbarazzato, sentì un rossore sulle guance e il battito così forte che sarebbe potuto essere avvertito anche in lontananza.

Deglutì mentre la schiena curvava per raggiungere Haru e le sue labbra.

"Legoshi!"

Il tono leggermente alto dell'erbivora fece cessare l'azione del carnivoro che realizzò cosa stava per fare, si voltò verso di lei e osservava la sua pelliccia così pura.

Forse era arrivato il momento di dirglielo.

"È da maleducati origliare".

Alex ricevette un rimprovero, del tutto inascoltato, dal cervo mentre poggiava l'orecchio destro su un bicchiere di vetro a sua volta appoggiato sul muro.

"Da che pulpito".

Il ruminante fece una leggera smorfia mentre il suo orecchio poggiava su un altro bicchiere.

"Haru".

Il lupo senza aspettare una risposta tirò a sé la coniglietta per poi assumere la stessa posizione di quella sera davanti alla fontana.

"Sono io...sono io il lupo che provò a divorarti quella sera".

Il cervo spalancò gli occhi mentre Alex, conscio del fatto, restava a sentire teso quanto l'amico dall'altra parte del muro.

Per tutta risposta la coniglietta sorrise e strinse con delicatezza il braccio che diverse sere fa la voleva bloccare come una gabbia ma che ora sembrava proteggerla come uno scudo.

"Lo sapevo già".

Sussurrò come se sapesse che i due nella stanza di fianco sentissero tutto, Legoshi si sentì ancora più smarrito mentre la sua guancia sinistra veniva accarezzata dalla medesima mano bianca.

"Da quando ti ho visto nel club di giardinaggio fino a poco tempo fa non facevo altro che chiedermi: mi mangerà o vuole solo essere mio amico?"

Spinto da quella vicinanza, e da un istinto che non pensava di avere, le sue mani scesero sui fianchi della coniglietta.

"Ti faccio male?"

Chiedeva mentre con cautela tastava ogni osso che formava la gabbia toracica.

"Queste sono cose private".

Alex sfilò il bicchiere dalle mani del cervo mentre quest'ultimo era ancora scosso dal terremoto nel suo spirito causato dalla rivelazione del lupo.

"Come fai a restare così calmo?! L'hai sentito no?!"

Indicava il muro ma l'indice superava lo strato e finiva contro Legoshi come il mirino laser della pistola chiamata accusa.

"Legoshi non è cattivo".

Il ragazzo posizionava i bicchieri su un comodino mentre il ruminante realizzava.

"Tu lo sapevi".

Per un attimo gli occhi verdi fissarono il cervo.

"Tu lo sapevi! E non hai detto nulla!"

"Iniziamo dal fatto che qui l'unico a dire nulla sei tu...".

Il fatto che il cervo avesse abbandonato Haru non era ancora stato dimenticato, neanche dopo la sfuriata fuori dall'hotel.

"...e poi se giudichi ancora Leg, nonostante la lotta contro gli Shishigumi, mi dai solo conferma che avevo ragione un quarto d'ora fa davanti all'ingresso".

Gli occhi dei due iniziarono un'intensa sfida.

"Lui è lì con Haru".

"Non è la prima volta che restano soli".

La sfida continuò ancora ma visto che il ruminante sembrava aver finito le cose da dire il ragazzo si voltò.

"Dirò che sei un lupo".

Alex restò immobile, ora si metteva anche a ricattare...ma non aveva fatto i conti con la parte lupo del ragazzo.

"E chi ti dice niente".

Si voltò sorridente mentre tornava a un palmo dall'erbivoro.

"Miglioreresti la mia vita: i bulli sarebbero terrorizzati, le ragazze mi darebbero attenzioni, anche se non le voglio, e gli altri lupi potrebbero anche rispettarmi".

Il cervo per un istante lesse negli occhi verdi la stessa emozione che provava lui quando pensava al numero maledetto inciso sotto il piede.

"Come vuoi".

"E comunque...".

Alex riprese a parlare con un tono pacato.

"...io non sono un lupo, non so da dove venga questo coso...".

Si indicò il petto.

"...ma è qui, dentro di me".

Detto questo il ragazzo si chiuse nel bagno per stare alla larga dal cervo che in poco tempo aveva causato troppe sfuriate esterne ma sopratutto un conflitto interno con il canide nascosto sotto la sua pelle.

Legoshi intanto era sdraiato sopra Haru ma totalmente vestito, solo la canottiera era assente e la coniglietta aveva mostrato preoccupazione per le cicatrici rimaste dalle ferite causate da Bill sul palcoscenico.

L'imbarazzo del lupo mandava tutto avanti come in uno slow motion generale ma senza le voci e i suoni ovattati, alla fine però prese un bel respiro e portò le labbra verso quelle della studentessa.

Sarebbe bastato un secondo...ma non era troppo forse.

Un braccio bianco si mise fra le fauci del lupo, Haru fissava il canide con il volto leggermente distorto dalla sorpresa e dal dispiacere.

"Mi dispiace Legoshi, il mio corpo segue l'istinto di preda".

Stava a significare che il corpo cercava di entrare nella bocca del carnivoro per essere mangiato.

Diventare amanti è un terribile errore.

Pensò Haru mentre il lupo restava immobile.

CIAO A TUTTI, allora che ne pensate?

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