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PERSO UN BASTONE SE NE FA ALTRO

"Mettete tutto al suo giusto posto mi raccomando".

Louis era al centro della sala della prova appartenente al club di teatro, teneva le braccia conserte e ogni tanto faceva qualche passo come uno chef che osservava la sua brigada culinaria a lavoro.

Legoshi, come al solito, curava i riflettori...era strano, lui sarebbe stato sotto dei loro simili anche se metaforici.

"Alex mi aiut...ma dov'è Alex?"

Kai si voltò diverse volte alla ricerca del ragazzo ma di lui neanche l'ombra.

"Tranquillo Kai l'ho mandato a fare una commissione, potrebbe metterci un po'".

Una commissione? 

Il lupo rizzò le orecchie mentre fissava il cervo, prima delle sue parole pensava che il suo amico si fosse isolato, era molto pensieroso ultimamente, ma ora capiva che c'era qualcosa sotto.

Lasciò perdere l'attrezzatura e si avvicinò a Louis non appena quest'ultimo si allontanò dal resto del gruppo.

"Hai già messo a posto il riflettore?"

Chiese saccente per l'ennesima volta.

"No, ma voglio sapere dov'è Alex".

"L'ho già detto".

Per un attimo i due si fissarono e nonostante l'erbivoro tenesse le braccia conserte e salde con uno sguardo glaciale e quasi duro non fece arretrare il canide, neanche dal punto di vista morale.

"A si? E dove l'hai mandato?"

"Non sono affari tuoi".

Era in procinto di andarsene ma il braccio forte del carnivoro lo afferrò sul medesimo punto.

"Pensavo che la faccenda degli Shishigumi ti avesse cambiato! Pensi davvero che sia così stupido?!"

Alex era un suo grande amico e perciò lo conosceva abbastanza: lui e Louis avevano un rapporto difficile e di conseguenza il secondo non gli avrebbe mai affidato un compito che poteva compromettere la sua ascesa verso il titolo di Beastar.

In effetti poteva dire di conoscere abbastanza bene anche il cervo.

"E sia...".

Estrasse il braccio.

"...tanto prima o poi te l'avrebbe detto lui".

"Detto cosa?"

Alex camminava fra le bancarelle piene di carne, l'unica attrazione del Mercato Nero, gli odori tentavano di fare irruzione nelle narici per poi raggiungere il cervello e dargli l'impulso di assaggiare quel banchetto orribile.

Anche se era lupo non sentiva il bisogno della carne, essere nato in quel modo aveva qualche vantaggio.

Raggiunse il suo obbiettivo, una porta bianca sulla quale poggiò le nocche, bastò la forza di quest'ultime per far aprire di qualche centimetro l'enorme pezzo di legno.

"Gohin".

Chiamò il panda che abitava lì senza però ricevere risposta, per aprire del tutto la porta usò i polpastrelli e la luce esterna illuminò una stanza totalmente in disordine quasi come se diversi individui avessero fatto irruzione.

Ancora una volta la mancanza del bastone si fece sentire ma nonostante l'assenza di un'arma Alex iniziò a camminare nella stanza a soqquadro.

"Alex".

Di scatto il ragazzo tese la mano e colpì la faccia di qualcuno...anche se fu l'arto a sentire più dolore.

Il panda avanzò mentre si passava la mano sinistra sul mento.

"Dovresti prima vedere chi parla e dopo sferrare il pugno.

"Molto acuto".

Sussurrò il ragazzo mentre stringeva le nocche doloranti.

Pochi minuti dopo i due avevano rimesso a posto la stanza con la porta chiusa e le luci artificiali in funzione.

"Quindi ricapitolando: hai messo la stanza in disordine, hai lasciato la porta aperta e ti sei nascosto per questi due mesi nel caso gli Shishigumi fossero venuti qui per cercarti".

"Si".

Il plantigrado versò del tè e lo porse allo studente.

"No grazie".

Rifiutò con cortesia.

"Insisto".

Controvoglia Alex afferrò la piccola ciotola e fissò la bevanda dal sapore non molto gradito dalle sue papille gustative.

"Gohin io...".

"Te lo prendo subito".

Per qualche secondo il giovane fissò il panda sconcertato, ma poi i suoi occhi caddero sulla pianta di bambù nella stanza.

A mali estremi, estremi rimedi.

Gohin era di spalle e il tè scivolò con cautela nella terra contenuta nel vaso.

"Trovato".

Alex fissò un bastone fatto di bambù ma, nonostante il materiale insolito, era affascinato dalla sua punta che ricordava il muso di un lupo...con tanto di orecchie.

"Sapevo che saresti venuto qui per averne un altro".

Quando la mano lo strinse si sentì nuovamente completo ma era pesante per essere composto solo di bambù.

"So cosa stai pensando...dentro è fatto di ferro perciò evita di darlo in testa a qualcuno solo perché ti guarda storto".

Nel mentre versò altro tè sotto la faccia stufa del ragazzo che si trattenne dal mostrarla troppo.

"Gohin tu sei uno psicologo...se dovessi cercare un carnivoro che ha compiuto un atto orribile, che si nasconde in piena vista ogni giorno, da dove dovrei iniziare?"

"È vero sono uno psicologo ma dal modo in cui mi hai descritto questo individuo...be' non è così semplice...".

Si voltò e ciò permise al ragazzo di liberarsi nuovamente della bevanda.

"...sembra diverso dal genere tipico, ovvero quelli che cacciano e basta, mi dà l'impressione di aver preso precauzioni, di aver analizzato il territorio e quasi sicuramente la preda, non è un carnivoro...è un cacciatore".

"Qual'è la differenza?"

"Un cacciatore aspetta, osserva, studia e attacca, se vuoi fermare un tipo del genere devi studiare anche tu".

Fissò il ragazzo negli occhi mentre diceva l'ultima frase.

"Va bene, grazie del bastone Gohin".

Alex si avviò verso l'uscita.

"Prego e Alex...la pianta la innaffio io quindi non c'è bisogno che ci butti il tè sopra".

Lo studente fissò per un attimo il panda sorridente per poi uscire nel tentativo di assorbire in fretta la figuraccia.

Gli bastò tornare all'ingresso della scuola per vedere Legoshi e Louis intenti ad aspettarlo.

"Te l'ha dato Gohin?"

Chiese il primo mentre osservava il bastone.

"Chi?"

"Un amico".

Gli unici a conoscerlo risposero in coro al cervo.

"Da dove cominciamo?"

Chiese infine il lupo.

CIAO A TUTTI, cosa vi aspettate?

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