BRICIOLE DI PANE
Haru deglutì silenziosamente mentre teneva le mani sulle cosce e cercava di non fissare il ghepardo di fianco intenta a guidare con naturalezza.
"Tutto bene? Ti sei ammutolita".
Ridacchiò la carnivora mentre per un istante guardava la coniglietta, quest'ultima si sentì presa di mira da quegli occhi che nascondevano un desiderio di carne.
Doveva inventarsi qualcosa: poteva aprire la portiera e saltare giù, poteva afferrare il volante e far sbandare l'auto con la speranza di farla urtare su qualcosa, poteva semplicemente indicare un edificio e fingere che fosse casa sua.
Strinse il pugno destro quando l'ultima idea passò come un treno nella testa e si fermò nella stazione chiamata cervello, la Zanna Crudele non doveva sapere dove abitava.
Certo le aveva detto la scuola poco prima ma poteva inventarsi l'abitazione di un parente da unire con l'orario tardo e quindi mischiare il tutto con il pericolo della notte.
I suoi occhi spalancarono quando il veicolo smise di muoversi, Samsara fissava Haru con un sorriso che si poteva definire normale ma la coniglietta lo vedeva come se la felina volesse dire "È ora di cena".
"Siamo arrivati".
L'erbivora restò per un attimo sorpresa quando notò la sua scuola davanti a lei.
"Grazie".
Sorrise nel modo più convincente che conosceva prima di uscire dalla macchina.
"Buonanotte".
Sorrise falsamente ancora una volta mentre con la mano salutava l'assassina con addosso una divisa blu e non tolse gli occhi dalla vettura finché non sparì dal suo campo visivo.
"Haru".
La coniglietta urlò per lo spavento mentre girava su sé stessa, Legoshi era alle sue spalle intento a metterle le braccia possenti sulle spalle con lo scopo di calmarla mentre Alex fissava i due dall'ingresso della scuola.
"Haru...che succede?"
Il lupo si inginocchiò e fissò gli occhi ancora terrorizzati dell'amata che per tutta risposta lo strinse di scatto mentre chiudeva gli occhi.
"Scusa".
Sussurrò per la colpa provata nel cuore e vista nei ricordi, sapeva fin dal principio che restare sola fosse una pessima idea ma era stato un suo dovere.
"Haru perché...?"
"Legoshi ti prego non parlare".
Il lupo e il suo amico all'entrata si fissarono per un istante con sguardo interrogativo mentre quest'ultimo iniziò a camminare per allontanarsi dai due e di conseguenza concederli della privacy.
L'erbivora continuava a stringere il canide più alto di lei mentre con l'olfatto e il tatto memorizzava tutto quello che era possibile su quel ragazzo, quella sera aveva rischiato di non vederlo più e quindi in quel momento, nel quale esistevano solo loro due, avrebbe messo nel proprio cervello tutto quello che poteva su di lui.
Poco dopo si staccò a malincuore.
"Legoshi, devo dirti una cosa".
La foto di Samsara era stata fissata sulla lavagna sopra "Carinata".
"Samsara Bodhi".
Liam indicò il volto del ghepardo.
"Poliziotta da cinque anni e Zanna Crudele da meno".
"Ha senso: non faceva la guardia a Bill ma controllava che non parlasse".
Intervenne Alex seduto al tavolo centrale mentre fissava la foto nuova.
"Come fai a sapere che non è una Zanna Crudele prima dell'entrata in polizia?"
Chiese il cervo intento a stare con le braccia conserte al muro.
"Una che entra in una banda criminale del genere non rischierebbe guai con la polizia e sicuramente l'addestramento sarebbe assai arduo se provi desiderio per la carne".
Il gatto spiegò con velocità ma anche determinazione come un torrente impetuoso che mantiene la propria corrente.
"Ho una domanda migliore...".
Juno si alzò.
"...perché Haru è ancora qui?"
Il gruppo fissò la lupa.
"Non in quel senso intendo perché non l'ha mangiata? Insomma le bastava andare in un posto isolato e visto che è in polizia sapeva cosa cancellare per non lasciare tracce".
Un silenzio si fece largo fra i presenti mentre Jack si alzava in piedi.
"Be' forse perché il suo nome significa mantide".
Ora era il cane ad essere al centro dell'attenzione.
"Legoshi ha detto che le mantidi religiose, il più delle volte, mangiano il maschio, magari anche lei segue questo principio e non tocca le femmine".
"Più che un principio è una regola malata per non sentirsi in colpa".
La voce dura del gatto nero fece cambiare ancora l'attenzione del gruppo, poco dopo la porta si spalancò e Wulff entrò con un sorriso.
"Indovina chi ha lasciato una scia dietro di sé?"
Chiese retoricamente mentre si avvicinava all'amico.
"Un ghepardo di sesso femminile che indossa la tua stessa divisa e fa parte di un'organizzazione criminale mangia-carne?"
"Dieci e lode".
Il lupo sbattè la mano sinistra sulla foto della felina come per indicare che in questo momento fosse nelle sue mani.
"Ha detto che andrà a trovare sua madre".
"E non può essere vero?"
Legoshi si infiltrò nella conversazione.
"Sua madre è morta da circa un anno ma lo tiene ben nascosto, sono cinque anni che è in polizia non prenderebbe un permesso con una bugia per spassarsela ergo...".
"Va dalle altre Zanne".
Intervenne Alex.
"Esatto".
"Ci sto".
Il ragazzo sbattè il bastone sul pavimento come il martello di un giudice che rendeva la decisione di quest'ultimo indiscutibile.
"Vengo anch'io".
"Anch'io".
Si proposero in ordine Louis e Legoshi.
"Frena, è uno spionaggio quindi dobbiamo essere in tre massimo, andremo io, Alex e Louis visto che si è offerto prima di Legoshi".
Il secondo del trio appena nominato fissò il cervo con disappunto ma decise di mettere da parte ciò che pensava su di lui per il bene comune.
"Quando si parte?"
Chiese mentre tornava con lo sguardo su Liam.
"Venti minuti".
"Mi trovate in infermieria".
Allora ragazzi cosa pensate che accadrà? Fatemelo sapere mi raccomando.
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