AMORE E COTTA
Fai questo, fai quello, smettila di fare così, prendi la rivista.
"Quale rivista?"
Chiese Alex, il lupo aveva ripetuto in generale la "terapia" del panda solo che invece di tenere tutto in testa chiuso con il lucchetto aveva fatto uscire ogni cosa dalla bocca.
La città ormai era buia e i lampioni erano accesi come a dare la luce della speranza in quei vicoli bui.
"Guarda un po' chi c'è".
Il ragazzo perse il sorriso che ormai mostrava solo al canide quando notò Aoba poggiato sulle scale che portavano alla metropolitana.
"Era buono il dito? Quale hai preso l'indice?"
Il bastone venne sbattuto a terra per dimostrare la rabbia e il totale distaccamento dalla scelta presa dal rapace.
"Nessuno".
Sussurrò l'interrogato, Alex inclinò la testa come fosse un cane.
"Volevo ma...alla fine non ce l'ho fatta, non volevo diventare un mangia-carne".
Mangia-carne.
Legoshi ripensò nuovamente a quella notte e alla sera appena trascorsa, troppe emozioni e troppe domande che fuoriuscirono sottoforma d'acqua dagli occhi.
"Legoshi stai...".
"No è il vento".
Il lupo interruppe l'amico rapace.
"Ma non c'è ne neanche un alito".
Intervenne Alex preso dal lato fiscale della sua persona.
"Allora è il freddo".
"Sei a mezze maniche".
"HO DETTO CHE È IL FREDDO!"
Per un attimo guardò il ragazzo con uno sguardo così freddo da far congelare la fiscalità di quest'ultimo.
"È il freddo".
Annuì Alex per poi guardare il bastone...poteva darglielo nuovamente sul muso ma per quella volta avrebbe lasciato correre.
Il mattino era soleggiato e i raggi del Sole erano così caldi...ma non tutti avrebbero sentito il colore della stella.
Haru infatti era sdraiata sul letto coperta dalle lenzuola mentre il ragazzo con il quale aveva diviso il mobile fino a poco prima indossava le scarpe ancora con il petto scoperto.
"Non volevo svegliarti".
Sorrise il mezzo-vestito.
"Sai che ho il sonno leggero".
La coniglietta sorrise mentre si avvicina a quel pelo arancione e accarezzava le sue corna da cervo marroni e salde...anche se non lo erano del tutto.
Affianco a lei c'era Louis.
I due si frequentavano da molto tempo in totale segreto come Romeo e Giulietta ma di certo la situazione era molto meno romantica.
"Il Festival del Meteorite è alle porte ormai...spero solo di vendere abbastanza fiori".
"Se ti servono soldi puoi chiederli a me".
Il cervo sorrise.
"Non voglio i tuoi soldi, voglio il tuo amore".
Strinse il ragazzo al suo fianco.
"Sai che mio padre ha già scelto una moglie per me...".
Infine anche la maglietta tornò al suo padrone.
"...avevi detto di aver capito".
Vero il cervo l'amava...ma non abbastanza da stravolgere gli equilibri dettati da altri.
Non appena scostò la tenda si ritrovò davanti Legoshi.
Ma che ci fa qui?
Si chiese mentre cercava di restare calmo, nessuno doveva sapere.
Nessuno.
Uscì per stare faccia a faccia con il carnivoro.
"Ciao Louis cercavo Haru".
"Haru non è in casa, come mai la cercavi?"
Il lupo distolse lo sguardo.
"Volevo solo salutarla".
Forse il destino voleva seguire i consigli del panda.
"Tu perché sei qui Louis?"
Il ruminante si prese un istante per mantenere salda la catena della calma.
Nessuno.
"Come ben sai dirigo io il Festival del Meteorite quindi è mio compito assicurarmi che vada tutto per il verso giusto, Haru è l'unico membro del club di giardinaggio ecco perché sono qui".
"Capisco...be' se non c'è allora...".
"Aspetta ti accompagno".
I due si allontanarono mentre la coniglietta tirava un sospiro di sollievo, aveva rischiato molto.
Lupo e cervo percorrevano le scale in penombra.
"Tu e Haru vi conoscete?"
Chiese il secondo.
"Sì, tu invece?"
Domanda bollente, serviva una risposta gelida e da copertura.
"Lei cosa ti ha detto?"
"Nulla a dire il vero".
"Allora solo amici".
Allora?
Il lupo focalizzò solo quella parola ma prima che potesse pensare oltre o proferire parola l'erbivoro riprese a parlare.
"Ho sentito di Juno".
"Sì è una nuova arrivata".
Dove vuole arrivare? Il lupo fissava "l'amico" mentre la domanda ronzava in testa come una mosca fastidiosa.
"Perché non ci parli un po', sai magari ha bisogno di uno della sua razza".
I due si separarono poco dopo e il canide non faceva altro che chiedersi cosa volesse il cervo da lui.
Alex era nella sala delle prove e metteva a posto uno dei tanti riflettori, in un mese il suo amico gli aveva insegnato molte cose.
"Scusa".
Una voce femminile fece sobbalzare il ragazzo che cadde a terra.
"Mi dispiace io...".
"Tranquilla...aspetta Legoshi mi ha parlato di te...".
Juno era inginocchiata davanti allo studente.
"...ti ha salvata dai bulli".
La lupa distolse lo sguardo con le guance leggermente rosse, parlare del lupo grigio le faceva quell'effetto.
"Si, e tu sei il ragazzo che sta con Legoshi".
Stavolta quello in imbarazzo fu il giovane.
"Così lasci aperta la via dei fraintendimenti...ma si".
"Sai lo cercavo e pensavo che fosse qui".
Alex si alzò e tolse un poco di polvere dalla sua tuta rossa.
"Dovresti aspettare un po' le prove iniziano fra venti minuti".
La lupa fece una smorfia, avrebbe preferito incontrare il simile da sola.
"Tu lo conosci?"
"Non nel mondo in cui intendi, ma ci frequentiamo da un mese, giorno più giorno meno".
Il riflettore tornò finalmente a posto.
"E sai cosa gli piace?"
Il ragazzo scosse la testa, era ovvio che Juno applicasse in quel momento la teoria dei buchi neri: ovvero se vuoi trovare e studiare un buco nero devi prima studiare le stelle intorno ad esso.
Una persona normale si sarebbe indignata, ma lui era tutto fuorché normale, Alex non era abituato alle attenzioni e quindi non si sentiva a disagio se queste erano destinate a un altro.
"Alex ti prego....".
La lupa afferrò la mano del ragazzo.
"...con Legoshi mi sento felice, so che ti chiedo molto ma penso che tu capisca perché sono qui...sai cosa sento vero?"
Il ragazzo annuì.
"Legoshi me ne ha parlato".
Gli occhi di Juno si illuminarono come diamanti.
"È il sentirsi a proprio agio fra due membri della stessa specie mi pare che l'avesse studiato in ecologia".
La lupa rimase allibita da quella risposta del tutto inaspettata
"Che fate amoreggiate?"
Bill entrò nella stanza con al suo fianco Shyla.
"Perché voi fate altro?"
Chiese Alex.
"Da quando hai la risposta pronta?"
La tigre incrociò le braccia visibilmente spiazzato.
"Da s...scusate".
Il ragazzo corse via e chiuse la porta dei camerini per poi mettersi davanti a uno degli specchi.
Era successo ancora: aveva avuto una conversazione con una ragazza, i maschi lo mettevano a disagio quindi la femmine avrebbero avuto un effetto peggiore eppure lui era stato calmo...e poi il modo in cui aveva tenuto testa alla tigre.
Cos'era cambiato?
"Ti ho chiesto risposte non più domande".
Il ragazzo parlava a quel dinosauro finto a cui pochi giorni prima aveva chiesto chi era.
CIAO A TUTTI, allora che ne pensate? Fatemelo sapere...CIAU.
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