AFFERRARE IL LEONE PER I DENTI
Il leone si voltò di scatto e si ritrovò davanti un Louis mascherato intento a chiudere la porta a chiave.
Nel frattempo gli altri uscivano dai nascondigli occasionali: Kawab tornò in posizione eretta dopo essersi messo sotto la scrivania marrone, Dimitri scese dall'attaccapanni coperto di indumenti nello stesso modo in cui una scimmia scendeva da un albero, tutto il resto si era rifugiato sul balcone in quanto il poco tempo che avevano non li aveva dato il tempo di pensare a un nascondiglio migliore.
"Chi siete?"
Domanda ovvia e sicuramente inutile, dopotutto se qualcuno si mascherava era per nascondere la propria identità.
"Uomini d'affari".
Il cervo si avvicinò alla scrivania e tolse la presa bianca che dava corrente al telefono, per essere sicuro che non tradisse la loro furtività lo lanciò dall'altra parte della stanza.
"Dove sono?"
Alex mise le braccia conserte mentre fissava il felino.
"Nella cassaforte".
"Non vogliamo i soldi!"
Rispose l'erbivoro mentre con la mano sinistra faceva volare diversi fogli dalla scrivania ora disordinata.
Quando fissava il leone, quando il cervello lo inquadrava, ricordava la chiacchierata nello stand al Festival.
"Sta calmo".
Sussurrò il ragazzo al cervo che nel mentre aveva stretto un foglio con la mano destra fino ad accartocciarlo.
Buttò la palla di carta nel cestino verde per poi avvicinarsi al sindaco con le mani sui fianchi.
"Vogliamo le zanne".
Gli occhi dei due iniziarono a fissarsi mentre la mano destra del leone sparì sotto la solita giacca nera, la stessa che aveva indossato quel giorno.
"A cosa vi servono?"
"Questo non la riguarda".
Rispose Kawab mentre affiancava Alex, anche se lo superava di poco, il felino non chiese altro e tirò fuori una scatola nera di metallo.
Louis l'afferrò con forza ma anche con rispetto e l'aprì: all'interno c'era una busta di plastica più piccola dell'area della scatola, quattro denti di leone erano racchiusi in essa.
Era fatta.
"Signor sindaco?"
Una voce maschile, probabilmente un bodyguard, fece saltare gli Adler nella stanza soprattutto quando le nocche urtarono il legno più volte con decisione.
Il sindaco non sapeva che aveva di fronte studenti inesperti e perciò, per evitare ritorsioni, non disse una parola.
La maniglia venne abbassata ma la porta restò ferma sull'uscio, chiunque fosse dall'altra parte avrebbe rinunciato a entrare.
Un rumore allertò i presenti, Jack aveva urtato il portapenne sulla scrivania e l'oggetto era caduto sul pavimento.
"Signor sindaco è lì?"
La maniglia venne abbassata ancora.
"Signor sindaco apra".
Il tono era sempre più nervoso ma bastava notare la forza con cui la maniglia si abbassava più volte per capire che sarebbe entrato a breve.
Kawab e Alex trasportarono rumorosamente la scrivania davanti alla porta, l'oggetto di legno iniziò a ricevere diversi colpi.
Aveva iniziato a sfondare la porta.
Alex tolse la chiave dalla serratura e la gettò nel secchio, ci avrebbe messo di più se doveva sfondarla del tutto.
"Grazie, noi togliamo il disturbo".
Ironizzò Joshua mentre i suoi amici lo guardavano seri come la situazione in cui si trovavano, il sindaco saltò dalla paura quando vide tutto nero.
Louis lo aveva coperto con il cappotto appeso all'attaccapanni.
"Non se lo tolga finché la porta non è del tutto sfondata".
Il tubo venne usato per scendere.
"Sento la tensione da qui!"
Disse Legoshi mentre guardava da tutte le parti con le orecchie alzate, Louis si mise in testa per poi fermarsi all'angolo e sbirciare.
Non c'era nessun bodyguard all'esterno e tutto sembrava nella solita routine.
Attraversarono la strada mentre cercavano di mostrarsi naturali, se nessuno era allertato non dovevano attirare l'attenzione.
Raggiunsero il suv ma ad attenderli c'era un bodyguard: un gatto nero assai robusto e alto, copriva gli occhi con degli occhiali da sole e portava un auricolare bianco sull'orecchio sinistro.
"Qui niente...all'esterno ci sono sviluppi?"
Due dita nere premettero l'auricolare.
"Negativo...rientro".
Il gatto si voltò mentre i presenti lo fissavano in silenzio e sicuramente con tante domande.
"Io entro e voi?"
Chiese ironico il cervo mentre prendeva posto sul veicolo seguito dal resto del gruppo.
"Ma non era il contrario prima?"
Chiese Alex quando vide Juno al posto del guidatore e Gohin su quello del passeggero.
"Vuole rendersi utile".
Il panda scosse la testa, la lupa aveva insistito per diversi minuti e alla fine si era arreso alla testardaggine adolescenziale.
Il suv andò di lato diverse volte, anche se in maniera controllata, mentre i passeggeri iniziavano a guardare la carnivora.
"Da quant'è che guidi?"
Chiese Karim.
"Cinque minuti".
"Pensavo meno".
Nessuno dei presenti, quasi tutti impegnati a ridere per il recente scambio di battute, poteva immaginare che il gesto appena compiuto avrebbe avuto degli effetti enormi sulla loro missione.
CIAO A TUTTI, che ne pensate? Secondo voi che succederà ora?
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