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CAPITOLO 58

"Sì, ma luce e bellezza si congiungono in te in mille modi diversi."

-Lestat, Scelti Dalle Tenebre

-Hey Jace!-
Al nostro arrivo, fu accolto come un eroe rimpatriato dalla guerra. Un fratello che non vedevano da diverso tempo. E il fatto che fosse così amato dalla folla, mi diede la conferma che non ero l'unica a esserne così intossicata. Una ventina di ragazzi gli venne incontro stringendogli la mano o rubandogli un abbraccio caloroso.
Tutti dall'aria trasandata o poco raccomandabile ma comunque sempre ben vestiti. Forse, dovevano essere loro, la famosa gang di cui lui faceva parte.
Non ero stupida, avevo intuito col tempo che Jace frequentava una cerchia singolare, seppure non sapevo da quando avesse cominciato. Sicuramente non quando stavamo insieme, doveva essersi unito a loro dopo il mio incidente e la morte di sua madre.
Ed era un eufemismo dire che non ne fossi un pelino preoccupata. Una parte di me non voleva saperlo in quelle vesti pericolose.

-Come sta Hamilton?-
Jace parlò cordiale, chiedendo domande e ricevendo risposte. Molti di loro erano tatuati. Alcuni pompati e altri con un fisico snello. Gli osservai per qualche minuto in più, per poi spostare lo sguardo altrove, verso l'esterno.
Quella sera tirava un'aria abbastanza fredda. E la notte stava cominciando a calare.

Liverpool, insieme a Manchester, era la seconda città più importante di tutto il Regno Unito, dopo Londra.
Inoltre, era anche la città dei Beatles, e anche se non la seconda più popolosa come Londra, era comunque un'attrazione per i turisti.
Il locale scelto pareva essere un hotel a cinque stelle che fungeva anche da ristorante, sale da gioco e stanze per rilassarsi. Si poteva sentire il chiasso e la musica da fuori. Il via e vai di persone e la gente curiosa che stava a osservare il tutto.

-Vi presento Beatrice...!-

Trasecolai, destandomi dai miei pensieri, in tempo per vedere Jace appressarsi accanto a me e intrecciare la sua mano nella mia.
-Loro sono i miei compagni...-

Fissai lo sguardo sul gruppetto di fronte a noi, intenti a ricambiare la mia espressione impacciata con sorrisi fin troppo larghi e divertiti. Quasi come se fossimo a qualche spettacolo spiritoso o un circo di pagliacci.

Che c'era di così tanto divertente...?

-Eccolà tra di noi!-

Il primo a parlare fu uno dai capelli corti e gli occhi verdognoli. Il sorriso splendente a causa di alcuni denti argentati che riflettevano la luce dei lampioni e della città notturna.

-Nata dalla tempesta, la prima del suo nome, regina degli Andali, dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni...!-
Continuò a parlare portando anche gli altri alle risate.

-Nicholas! Ma che cazzo...!- esclamò Jace, ridendo.

Sorrisi alla battuta, cogliendo il riferimento con il trono di spade.

-Guardi troppi film, Nick! Uno di questi giorni, giuro che ti tolgo internet!-
Stavolta parlò un moro tra il gruppo, la mano appoggiata sulla spalla di quello che aveva fatto la battuta.

-Puoi farmene una colpa? Eravate tutti curiosi di sapere chi fosse l'autrice delle sue sventure...! Era il minimo che potessi fare!-

-Nicholas!- Jace lo guardò interdetto, sorpreso dal suo parlare azzardato.

Autrice delle sue sventure...?
È così che mi avevano soprannominata?

-Dai...! Sto scherzando Jace!- gli fece l'occhiolino, per poi ritornare con l'attenzione su di me.

-Piacere di conoscerti Beatrice, io sono Nicholas e loro sono i nostri compagni!-
Indicò il gruppetto attorno a lui in maniera teatrale.
Feci per rispondere al loro saluto, o meglio, stavo per aprir bocca, ma venni preceduta da un altro ancora.

-Gran bella figa!-intervenne uno, lasciandomi visibilmente stupita. In un imbarazzo saliente.

-Charlie! Accidenti!-
Jace lo squadrò con aria disperata, come se avesse a che fare con dei bambini dell'elementari.

-Eh! Cosa ho fatto? Non si possono neanche fare complimenti ora?- obiettò lui, testardo.

Arrossii lievemente, cercando di scacciare l'imbarazzo lontano da me.
Non ero abituata a ricevere complimenti. Ero il tipo di persona che amava darli, ma non sapeva riceverli.

-Ma che cazzo vi siete fumati oggi?-
Jace guardò uno a uno costernato, simile a un padre di fronte hai suoi numerosi figli disobbedienti.

Gli strinsi la mano, in un gesto rassicurante.
-Jace va tutto bene... Gli trovo piuttosto unici- mi scappò una risatina breve.
Il loro modo di presentarsi era a dir poco goffo, ma carino.

Erano vivaci. Avevano l'aria simpatica.

-Vedi! A lei stiamo simpatici, quindi non c'è bisogno che fai lo sbruffone!- Charlie andò avanti a fare polemica. Tant'è che Jace lo guardò con aria torva. Gli occhi socchiusi, nel vano tentativo di sopprimere un sorrisino che però occupò le sue labbra.
-Charlie... Vuoi che ti metta le mani addosso, adesso o dopo?-

Charlie sfoderò un ghigno, gli occhi scuri e grandi. Un aria da sfida nel volto, un evidente dimostrazione di quanto amava provocare Jace come passatempo. Gli altri compagni invece sghignazzarono sotto i baffi, trovando la cosa alquanto divertente

-Okay, basta così, entriamo dentro!- disse Nicholas, spingendo Charlie in modo scherzoso. Un braccio attorno al collo.
Jace scosse il capo, per poi tirarmi verso di lui, la sua mano ancora stretta nella mia.

Una volta superata la soglia, molta della gente presente si voltò nella nostra direzione, alcuni alzando la mano in un saluto lusinghiero. Altri, limitandosi solamente a sorridere cordialmente.
-Jace! Nicholas! Benvenuti!-

Il piano terra era affollato e le persone erano vestite secondo un tema elegante. I tavoli da buffet, l'area bar e le sale da casinò.
Vi era chi scendeva e chi saliva con l'ascensore. Un vero lusso per coloro che amavano le feste e le serate di quel genere.
La musica jazz di sottofondo, suonata e cantata da un gruppo di uomini che stava vicino ai tavoli, ovvero, sulla parte rialzata del pavimento che delineava lo spazio riservato al ristorante da quello per i cantanti.

-Jace... Non mi avevi detto che sarebbe stato a tema. Mi sarei vestita meglio...- borbottai, un po' imbronciata.
Tra tacchi e vestiti sgargianti, io portavo solamente una felpa grigia e dei leggings neri. Due paia di scarpe bianche da ginnastica che avevo indossato all'ultimo minuto.

-Eh beh, non è che ci siamo messi d'accordo, ti sei praticamente autoinvitata...- ribatté lui, deliziato dal broncio sulle mia bocca.
-Ma comunque... Sei sempre bella...
In qualunque modo ti poni....-

Strabbuzzai la vista, impreparata. Totalmente inerme dal modo che aveva di complimentare. Le parole che non confessava ma che poi faceva emergere così prontamente. E siccome non ero ancora abituata alla semplicità con la quale si esprimeva, a volte, ne rimanevo di stucco.
Folgorata.

-Oh... Uhm... Grazie, anche tu-
Distolsi gli occhi, improvvisamente timida, conscia del suo sorriso disarmante.

🔸️🔸️🔸️


DAMIEN

Jace era uno stupido al cubo, se non peggio.
-Ma è scemo?!-
Spiai la scena presentatasi davanti a me, da dietro una colonna portante. La figura slanciata di Jace, vicino a quella minuta di Beatrice.
-Per che cazzo di motivo se la portata a fare?!-
Mi irrigidii, sfogando il mio malessere con Cole, il quale appariva più agitato di me.
-Damien, dobbiamo dirglielo... Ora!-
Mi passai le dita tra i capelli, sospirando frustato. Non sapendo come fare o da dove iniziare.
Anche se non avevo più alcuna intenzione di ferire o di vendicarmi di Jace, non significava che Tyson ci avesse rinunciato. Anzi, oggi era persino venuto alla festa e stava da qualche parte tra la folla con i suoi uomini.

- Se vedono Beatrice... Potrebbero prenderla di mira per incastrare Jace!-

-Sì lo so! Accidenti Cole, non mi stai aiutando!-
Tyson non sapeva che avevo scelto di rinunciare al piano iniziale. Pertanto, nemmeno che stavo considerando di abbandonare la sua gang. Dopo la confessione di Jace, quella notte, avevo perso tutto l'odio in corpo, e avevo rilasciato il bisogno di vendicarmi.
Per non parlare di Beatrice, la quale trovavo gradevole.
Mi piaceva... E appariva come una bella persona.
Non ambivo a farle del male, né stavo cercando di farne a Jace.

-Damien! Non c'è molto da fare, andiamo da Jace adesso! E gli diciamo che devono portarla via subito!-
Fissai Cole, concentrandomi sul suo corpo irrequieto. Le mani tremanti.

-Gli diremo del piano di Tyson e del tuo incarico di portarlo a termine!-

Socchiusi gli occhi, stizzito.

-Sì certo! Così Jace mi spacca il culo!-sbottai, infastidito dal modo incurante che aveva di parlare.

-Beh! È colpa tua, hai scelto tu di parlare di Beatrice al capo!-proruppe Cole, irritandomi maggiormente.

-Brutto Stronzo! Non ti rendere innocente! Sei nella merda anche tu!-
Lo afferrai per il bavero della camicia bianca, avvicinando il suo volto al mio.

-Bene! Allora ci spaccherà il culo ad entrambi!-
Cole si staccò dalla mia morsa con uno strattone, e senza preavviso, mi afferrò per il braccio, trascinandomi in mezzo alla calca.
-Ma che cazzo stai facendo?! Mollami deficiente!-
Non fece una piega, stringendomi il polso sempre più forte. E prima che potessi solamente realizzarlo, ci trovammo a faccia a faccia con Jace e la sua gang.
Nicholas e gli altri stavano lì con la fronte aggrottata, anche Jace, che ora aveva spostato l'attenzione su di noi.

-Damien!-

Cazzo...!

Beatrice si illuminò alla mia presenza, sciogliendosi in un sorriso caloroso, tanto da insospettire Jace e confondere gli altri.
-Ciao Bea...- le risposi di rimando, non avendo altra scelta.

-Che cazzo sta succ...? Come merda... Vi conoscete?-
Nicholas parlò con fare perso, di chi stava cercando di leggere la situazione e capire cosa stesse attualmente succedendo; al contrario di Jace che invece aveva capito tutto. E per questo motivo infatti, non aveva smesso di fissarmi. I suoi occhi erano in movimento tra la felice reazione di lei e la mia sconcertata.

Ora mi ammazza...

-Damien c'è qualcosa che devo sapere...?-

Sussultai al suo tono rovente, distaccato.
I suoi raggelanti occhi turchesi.
E deviai immediatamente
l'attenzione, spezzando il contatto visivo tra me e lui. Vittima di una certa tensione e una forte scarica d'ansia.
Era decisamente incazzato, più che adirato, e il peggio doveva ancora venire.
-Jace... Posso spiegarti...-
Indietreggiai, cercando con gli occhi la mia prossima meta di evasione.
-Nicholas! Porta Beatrice lontano da qui e sorvegliatela. Io torno subito!-
Avanzò verso di me, rapido e assertivo, troncando ogni mio possibile piano di salvataggio.
-Tu vieni con me!-



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