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CAPITOLO 10

"Eppure mi parlavano di ciò che non finiva, mentre il loro ogni cosa cessava, moriva".

-J.kai


Mi portai una mano tra i capelli lasciandomi andare contro il materasso tiepido. Un sospiro tremante e le guance ancora infuocate.
-Jace io...-
Lui si avvicinò torreggiando su di me.
Le mie ginocchia a stretto contatto con le sue gambe.
-Parla...-
Sussultai al suono della sua voce. Un tono stranamente pacato e privo di freddezza, non come invece era solito parlare.
- ...Io voglio solo essere qualcuno a cui puoi rivolgerti quando hai bisogno, non voglio intromettermi nella tua vita personale...-
Mi fermai, evitando d'incontrare i suoi occhi.
-Voglio in qualche modo, esserti d'aiuto...-
Trascinai lentamente lo sguardo su di lui, incontrando un'espressione seria e insospettita.
-E perché mai vorresti essere tutto questo per me?-
Le mie guance si infiammarono, costringendomi a voltare lo sguardo altrove per la seconda volta. E nel profondo, pregando che smettesse di chiedermi domande così dirette.
-Dimmi una cosa...-
Si chinò su di me, le braccia ai lati del mio viso. I nostri respiri così  prossimi e amalgamati.
-Per caso... ti piaccio?-
Merda!
Sgranai la vista impreparata. Scombussolata dalla sua audace affermazione. Una dichiarazione a dir poco ardita, diretta, senza alcun briciolo d'imbarazzo.
Quella che avevo da sempre temuto.
-No...! Sì...! Insomma non nel modo che pensi tu-
Jace sorrise divertito, scoprendo di nuovo quelle fossette incantevoli. Ancora una volta risuscitando i miei impulsi repressi. I sintomi di un cuore in burrasca. E non potevo negare che mi piacesse, che avessi una folle e sconsiderata cotta. Tuttavia, non ero quel tipo di ragazza che si approfittava del ragazzo di un'altra. E sapevo bene di non essere il suo tipo.
-E dimmi, in che modo...?-
Era troppo vicino, talmente tanto da non permettermi di pensare a una risposta concreta. Lucida.
Il profumo del suo corpo sotto le mie narici, la sua forma possente come un tetto sulla mia figura.
-Come un'amica. Soltanto come un'amica- dissi più a me stessa che a lui.
Jace storse la bocca,
le sopracciglia aggrottate con fare perplesso.
-Amica?-
Lo disse con sdegno, gli occhi improvvisamente freddi.
-Sì Jace, un'amica niente di più-

Chi cavolo volevo prendere in giro?

Lui si levò, permettendomi di mettermi seduta.
-E fare cosa? Prenderci un gelato insieme?-
Il tono sarcastico, quasi simile a una beffa.
Socchiusi la bocca stupita.
-Jace!-
-No! Dimmi tu, sedirci in spiaggia e parlare di noi? Dei nostri piani per il futuro?-
Non capivo perché fosse così irritato.
- Che c'è di male nell'amicizia? Non ti capisco!-
Jace scattò in piedi, intascando le mani nei pantaloni.
-Non voglio che tu sia mia amica e non voglio esserti amico-
Il mio volto fu sostituito da un'espressione scioccata, se non peggio, ferita.
Un improvviso male nel petto e nel fondo delle mie viscere.
-Devi smetterla di pensare così bene di me, perché forse... Il mio pensiero non coincide con il tuo-
Scossi il capo, alzandomi a mia volta. Confusa e adirata allo stesso tempo.
-Che vuoi dire? Che cosa ho detto di male?-
Rimase in silenzio per qualche secondo in più, gli occhi puntati su di me. Un volto turbato, attraversato da sfumature di esaurimento.
-Perché continui a respingermi?-
Feci pressione: le mani sudate, la testa pronta a scoppiare.
Jace si morse il labbro inferiore, e  prima che potessi spostarmi, mi strinse a sé in un gesto repentino. Il braccio destro attorno alla mia vita.
-Non capisci proprio niente...-
Spostò una ciocca ribelle dal mio viso, il tocco delicato. Una scintilla elettrizzante per ogni parte che sfiorava di me. Per ogni punto che tracciava con le sue dita.
-No, non capisco...-ripetei, completamente assorta.
Soggiogata dalla sua forte presenza. Un'aura così risonante da farmi perdere l'uso della lingua.
Il senso delle parole.
-Se te lo dicessi, ti ferirei Bea. E quelle non sono le mie intenzioni...-
Restai con lo sguardo sul suo.
La testa inclinata verso l'alto.
- Ecco, io cerco il mio piacere, cerco quello che fa comodo a me. Sono egoista Bea, e credimi, che esserti amico è l'ultima cosa che voglio...-
Socchiusi gli occhi offesa, pertanto, amareggiata una seconda volta. Scossa dalle sue sanguinanti affermazioni.
-Bea, io voglio soltanto fotterti... E non vi è nulla di amichevole in tutto questo-

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