Polvere di stelle, 29. 08. 21, disponibile anche in "Riflessioni a tempo perso", sul profilo di DeepVersum .

Il peso incessante delle stelle: come i marinai sfidavano le onde notturne. Col naso all'insù, osservatori di bellezze naturali, ci perdiamo in cose che probabilmente non potremo mai vedere da vicino. Eppure, penso che proprio questo sia loro forza: sono lontane, misteriose. E noi ne veniamo attratti completamente, ce ne innamoriamo, sentiamo meteore che ci colpiscono il cuore, ripetutamente, ogni volta che le guardiamo.

Ci fanno sentire speciali, come destinati a qualcosa. Vogliamo condividerle con le persone a cui vogliamo più bene, regalare loro la loro brillantezza, la loro integrità: tutto di questi piccoli raggi di speranza in un mare d'oscurità e paura. Vorremmo quasi legarle ad un filo come palloncini e portarcele sempre dietro. Ecco: palloncini luminosi, che sembrano cadere durante la notte di San Lorenzo. Le comete che sembrano sfiorare l'impossibile, le guardiamo sdraiati, vicino alla costa.

E io mi perdo, mi perdo in questo tempo senza peso, e mi alzo in volo, danzo su queste nostre notti al mare, arrivo su, sempre più su. E prendo uno di questi palloncini, lo lego con qualunque sostanza le anime siano fatte, con delicatezza, poi te lo porgo. Mi hai seguito, leggiadro, come un'ombra ancora più scura della notte.

E noi balliamo, su queste note cristalline, cupe eppure allo stesso tempo libere, che sanno di vita, di noi, di tutto ma anche di nulla. D'un infinito che si ripete: ancora e ancora, la stessa melodia ormai impressa nei timpani, volteggiamo.

Ritorniamo giù, avvolti dalla pura meraviglia, ora rapiti da questi spostamenti improvvisi, da questi viaggi velocissimi che vedo riflettersi nei tuoi occhi. Lontano eppure così vicino...

Mi sembra che stiamo trasportando la loro polvere ovunque, che ci stiano dando speranza, coraggio, curiosità, come regalandoci la nostra canzone notturna.

E tu la senti cadere, quella polvere di stelle, la percepisci addosso come una seconda pelle. Ed ecco che diventi una creatura illuminata, discendente dalle stelle, capace di brillare di luce propria, non riflessa. Vortichi in mezzo a tanti pianeti, a volte ti senti esplodere, ma non ti lasci scalfire, continui a brillare. Continua a brillare la tua forza, e tu continui a risplendere. E io a guardarti, a sorridere, a ripensare al nostro ballo delicatissimo, alle danze di sguardi.

E, poi, la fine: anche qui lasci sempre il segno... Non ti dissolvi, rimani nei cuori di noi osservatori notturni. Rimani nel mio cuore, anche se non ti conosco davvero: ecco la magia delle stelle.

Ci fanno tenere quei fili di palloncino, li usano per incatenarci i cuori, catene così invisibili eppure così solide, indimenticabili. Siamo e saremo danzatori delle stelle, anime simili, alimentate dagli stessi sogni e pensieri. Così io non dimentico, ma ricordo ogni parola, ogni segreto, ogni sussurro: e ogni tanto mi sembra di risentire quel disco che ormai ho registrato nella mia memoria. E ci rivedo danzare, ascolto quella notte sulla mia pelle, quasi come se la polvere di stelle apparisse e s'appiccicasse di nuovo. Quasi come se tu fossi di nuovo qui, a fianco a me, a puntare il dito all'universo per indicarmi i movimenti del cielo e le costellazioni. E io ti sentissi ancora, e mi perdessi nella tua voce, seppur curiosa di quelle informazioni spiegate in modo così dolce.

E così io di notte ti sento canticchiare, ti percepisco lontano ma vicino, sento il filo che si tende ad ogni tuo respiro, cerco di vivere anche per te.

E mi manchi, mi manchi come l'aria, ma so che, in fondo, sei da qualche parte. E mi piace pensare che tu sia ancora qui, a ballare sulla polvere di stelle e a ridere come solo fai tu: quel suono che mi sembra provenire da un altro modo tanto mi rende felice.