Pensieri nati al sorgere
Pensieri nati al sorgere, 21. 06. 21, disponibile anche in "Riflessioni a tempo perso", sul profilo di DeepVersum .
Apro le palpebre, di scatto, e lo percepisco.
È una scarica calda, dal sapore nostalgico, una di quelle cose che le persone che non smettono di sognare sussurrano al vento.
È arrivato il momento.
Lo capisco senza sveglie o timer impostati; è come se la mia anima fosse stata destata nel più bello dei modi e lo avesse capito immediatamente.
Scendo lentamente dal letto, con il solito scricchiolio di accompagnamento, e afferro gli occhiali appoggiati sulla scrivania. Silenziosa, striscio sotto la tapparella per metà abbassata della porta finestra e rimango senza parole.
Il sole sta sorgendo, sale man mano che il tempo avanza: è tutto sospeso.
Mi sembra di essere da un'altra parte e in una altro tempo, o forse è solo la mia immaginazione.
Oppure è la più semplice delle verità: sono così tanto ammaliata che a malapena ricordo chi sono, figuriamoci più di quello.
Rimango così, immobile, affacciata alla finestra a vedere il mondo quasi riprendere a vivere e respirare.
Ogni tanto qualcun altro si unisce alla mia contemplazione, si tratta principalmente di qualche corridore o di chi si sveglia presto e si accinge a tirar su le imposte.
Almeno una volta alla settimana cerco di assistere a quello che ho davanti: il primo bisbiglio del giorno, o l'ultimo della notte.
Uno spettacolo per pochi, a cui ho avuto l'onore di essere stata invitata.
Ho iniziato a parteciparvi per capire come si sentiva un mio personaggio, che sotto diversi punti di vista è molto simile a me, ma poi non mi sono fermata. Ho proseguito, infatti, perché mi fa sentire bene, perché è il mio attimo di pace, il momento in cui mi sento più me stessa.
Perché, se dovessi scegliere che momento della giornata rivivere all'infinito, sarebbe questo: la prima parola che il mondo ha imparato.
La mia alba.
Sorrido e mi perdo nei miei stessi pensieri, fugaci, tessitori di una rete che si può riassumere nella più totale meraviglia.
Non c'è alba uguale all'altra, quando la guardo so che quella pennellata di arancione non sarà mai nello stesso punto e non sarà mai la stessa, come io non lo sarò mentre la osserverò.
Sono rare le volte in cui sento il bisogno di fare delle foto.
I ricordi si trattengono con lo spirito e con la memoria, non con le cose materiali, o almeno questo è il mio pensiero.
Ammetto però che ogni tanto mi viene voglia di condividere la bellezza disarmante che ho di fronte.
Piccoli regali: foto spedite a pochi amici, sperando di non disturbarli così presto.
Il sole è salito, eppure io sono ancora qui, piccola, minuscola, in confronto a lui.
Vorrei restare qui per sempre, nel cuore della pace, nel mio piccolo Universo perfetto.
Vorrei rivivere questi pochi istanti ancora e ancora, all'infinito.
Ma non posso rimandare la vita di tutti, ovviamente.
Così arrivano i borbottii delle auto che rompono il flebile canto dei miei cari uccellini, le strade si affollano e tutto ricomincia.
Ora è anche il mio turno.
Saluto con un ultimo sguardi l'attore principale del mio spettacolo e vado in cucina a preparare la colazione.
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