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12 Giuramento, Harrington, Nevada, settembre 2019

'Signora...Presidente' un giovane collaboratore, capelli scuri ed occhi neri, minuto, vestito come un damerino, si era avvicinato a Robin, che continuava a tremare come una foglia, nel bunker di Harrington, divenuto più silenzioso che mai.

I presenti fissavano la Reynolds in attesa di una sua mossa o parola.

Colpito dagli accadimenti e intenerito dalla sua difficoltà, Bucky ponderò il da farsi. Era assalito da profondi dubbi sul suo effettivo tradimento, dopo aver ascoltato le frasi di Ray e Steve e vistole il proprio orologio indosso. Gli tornò alla mente il ricordo di una giornata particolare.

Bucarest, estate 2016

La Reynolds passeggiava, il braccio di Bucky intorno alla sua vita, davanti la Biblioteca Universitaria di Bucarest, un edificio storico al centro della città.

James si fermò, d'improvviso, bloccandosi ed emettendo un infausto suono gutturale.

'Che hai? Mal di testa?' Robin si arrestò, a sua volta, e si spostò in una viuzza laterale, lontano dalla vista altrui, carezzandogli il viso sudato e pallido.

'Sì...' balbettò, tenendosi il capo fra le mani ed inginocchiandosi a terra 'mi sta per scoppiare!'.

La Reynolds gli si mise accanto, carponi, sull'asfalto, massaggiandogli la schiena ed il collo, con delicatezza, tentando di dargli sollievo. Sentiva la muscolatura tesa e fremente sotto le sue mani, i lamenti che aumentavano di intensità.

'Vedo immagini frammentate...me stesso sulla sedia nera di Pierce, con il paradenti in bocca e lui che dà l'ordine di farmi attraversare da una scarica elettrica...oddio, Robin ha ucciso la sua governante davanti ai miei occhi, solo perché lei aveva dimenticato il telefono in casa, e tornando indietro mi notò...un'altra persona morta che mi porto sulla coscienza' gli uscì da dentro, dall'anima, un piccolo pezzo di una lunga serie di sofferenze atroci a cui era stato sottoposto e di ricordi terrificanti. Ad ogni cefalea riacquistava, a caro prezzo, una parte di memorie perdute.

'Amore mio...ci sono io...prova ad allontanare i brutti pensieri, ascolta il battito del mio cuore' Pettirosso prese la destra di Barnes e, dopo averla baciata, la pose sul suo petto. Quel giorno era quasi tachicardica, per l'angoscia scaturita dalla narrazione delle sevizie e del resto. Assorbiva i suoi dolori come una spugna, li faceva propri...era stato così dal primo istante.

Bucky se ne accorse e concentrò la sua attenzione sul suono inusualmente accelerato.

'È colpa mia, se sei agitata...' mormorò, dispiaciuto.

'Shh...Sergente, ascolta me...' lo rimproverò, con un sorriso disarmante, e lui obbedì, inspirando profondamente, concentrandosi sui suoi occhi color cioccolato. Pian piano, la respirazione si regolarizzò, insieme al cuore di Robin.

'Allarme rientrato, Barnes?' lo prese in giro, schioccandogli un bacino sul naso.

'Completamente' la cefalea era scomparsa, si era calmato 'grazie a te!'.

'Andiamo, ho fame...' cambiando volutamente argomento, la ragazza si rialzò in piedi, e Bucky fece altrettanto. Appena furono viso a viso, le mise una mano dietro il collo e le dette un unico lunghissimo bacio struggente 'io pure...di te! Ti amo...'.

Oramai il Sergente aveva una certezza...una soltanto...non avrebbe più potuto fare a meno di Robin Reynolds!

Poche ore dopo

Bucky era voluto tornare in albergo, dove non aveva smesso un attimo di amarla, pregandola di posticipare qualsiasi velleità di cibo, e Robin aveva acconsentito, ovviamente.

Stesa sul letto, fattasi la doccia, sentì le mani di James che le spostavano i capelli dalla schiena, per iniziare a farle un massaggio. Era nuda, a pancia in sotto 'Vuoi giocare ancora?' domandò, sapendo perfettamente la risposta e cosa sarebbe venuto dopo.

Lui annuì, sagomando il suo corpo, lentamente, con i polpastrelli, fino ai due cerchi all'altezza dei reni sopra il sedere perfetto. Le mordicchiò il gluteo destro, una scia di baci ardenti e umidi fra le natiche che aprì, leggermente, per entrare più in profondità in lei con la punta della lingua, strappandole un sussulto e molti gemiti.

Adorava quel punto preciso del suo corpo, sensibile e nascosto, le piegoline della rosellina che, grinzose, la contornava, come raggi di sole, l'estrema confidenza delle loro effusioni, il tepore della cavità deliziosa di cui gli permetteva di appropriarsi, di essere padrone.

'Sei tutta bella ma qui mi fai impazzire' era una confessione ripetuta, la Reynolds non se ne meravigliò, le mani di lui che la rivoltavano supina. Con la testa appoggiata sul cuscino, lo scrutò.

Si era posizionato al centro dello spazio sul materasso, in mezzo alle sue gambe divaricate, per osservarla, col mento poggiato sopra le braccia ripiegate. Lei ridacchiò, non era riuscita a tenersi.

Bucky non disse nulla, continuò ad ammirarla, sempre più umida sotto il suo sguardo eccitato. Era un'eccitazione reciproca, godere del piacere negli occhi del partner. Si avvicinò di qualche centimetro e la Reynolds piegò leggermente le cosce, sporche anch'esse di umori.

L'uomo poggiò un baciò all'interno del suo ginocchio destro, per risalire, placido, verso l'attaccatura del bacino, con lievi succhiotti, con cui si nutriva del rosolio della moretta, che si lamentò 'Mi stai torturando'.

Lui non se ne curò, proseguendo lo strazio amoroso e soffiò sulla sua orchidea, lungamente, prima di tuffarcisi ed immergercisi, la mano di lei sui capelli a dargli il ritmo della ricerca della beatitudine, sul palato il suo aroma sublime per cui delirava.

Esplorò l'anfratto divino, con l'aspirazione di intensificare il suo benessere, di scoprire un maggiore diletto da donarle. Conosceva a menadito le sue zone erogene e insistette su quelle, amabilmente.

La percepì contrarsi sotto la sua bocca e non poté frenarsi a dirglielo, una gioia immensa che gli saliva dentro, arcuando le labbra 'Mi rendi felice come mai niente e nessuna!'.

Era la sua donna, l'unica che avesse desiderato davvero, era la sua anima gemella e pure la sua anima.

'Bucky...amore...il tuo sorriso è il regalo più grande per me, ogni giorno' mormorò Robin, sinceramente commossa, mentre lui la prendeva ancora, bisbigliandole, in una chimica perfetta che li faceva vivere in un mondo personale ed unico a due 'Oggi è il più bel giorno della mia vita, come lo è stato ciascuno dei giorni che ho trascorso insieme a te'.

Danzavano su una melodia speciale e meravigliosa che suonava solo per loro, pensò la moretta con la mano sul cuore dell'adorato compagno, pregando di udire quella musica per sempre.

***

Sulla scia di quel dolcissimo frammento di memoria e spinto da un sentimento mai davvero sopito, Bucky si diresse verso la ragazza, sotto lo sguardo interessato dei suoi amici.

'Robin?' la chiamò, a voce bassa, appena arrivatole di fronte, a pochi centimetri dal volto perfetto; era ancora più bella di come la ricordasse...il respiro quasi lo abbandonò.

La Reynolds si destò dal suo torpore, stupita le si fosse avvicinato 'Non mi odi...mi parli ancora...'.

La prima riflessione del nuovo Presidente era stata per lui...lo stupì: un po' strano per una carrierista che lo aveva venduto e ingannato.

'No...devi calmarti...ti aiuterò io e lo faremo insieme, nel solito modo' la fissò, negli occhi del colore del cioccolato fondente, e le prese la mano destra, poggiandosela sul torace, sopra la tuta scura da combattimento 'ascolta il battito del mio cuore...' la pregò, abbozzando un sorriso sincero, che lei colse al volo. Avrebbe riconosciuto la schiettezza dei suoi modi, anche bendata.

Sussultando, ubbidì.

Era stata la maniera in cui avevano placato le rapide dei loro cuori...la costante della loro favola d'amore, purtroppo infranta.

Si guardarono l'un l'altra, come se gli altri occupanti la sala fossero trasparenti, come se al mondo esistessero esclusivamente loro due.

In capo a pochi attimi, la donna ritrovò la ragione e se stessa 'Grazie' sussurrò, per poi voltarsi verso il collaboratore, che aveva ripreso la parola 'Signora, deve prestare giuramento, e in diretta televisiva! Inoltre dovrà scegliere i componenti del suo staff, per primo il Vicepresidente. Le consiglierei...ecco, innanzitutto mi presento...mi chiamo Jack Lowell...sono...ero...il segretario personale di Ross e me ne intendo di politica e di immagine' spiegò 'la inviterei a optare come secondo per una persona conosciuta, integerrima, sposata, qualcuno di cui la gente si fidi ciecamente! Lei è un soggetto ignoto, non ha un marito e per ora non ci sarà un First Gentleman...' scrutò Barnes, rimasto accanto alla mora, con cui aveva evidentemente un legame profondo, scuotendo la testa. Con il suo noto passato e quel braccio, non lo vedeva benissimo alla parata del Quattro Luglio.

Robin non ebbe dubbi; fissò il riflesso metallico dello scudo stelle strisce innanzi a sé ed alzò lo sguardo verso Steve, che ne comprese le intenzioni. E non solo lui, giacché Sharon si affilò al consorte, piuttosto pallida.

'Se vuole farmi questo onore, Capitano Rogers...' la mora glielo chiese, con tono inflessibile.

Fury si girò di scatto, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare e che stupì gli astanti 'Certo!'. Cap aveva un debito pesantissimo e lo avrebbe pagato, fino in fondo.

Bucky sussultò, incredulo. Stevie detestava la politica più di Pettirosso!

'Perfetto...Dio, Capitan America come Vicepresidente! Ottima mossa!' Jack Lowell si complimentò. Mossa geniale! 'Signora, deve togliersi le pistole...mai visto un Presidente armato...e indossare la giacca, Capitano...lei rimanga con l'uniforme blu e tenga lo scudo innanzi a sé, bene in vista' suggerì l'uomo.

Come un automa, la Reynolds obbedì. Comparve una Bibbia e lei e Steve si ritrovarono vicini, con la mano destra alzata, a ripetere un giuramento che avevano ascoltato da altri, sotto la lente di una telecamera che stava trasmettendo le loro immagini in mondovisione.

Rogers con gli occhi su sua moglie che provava a tranquillizzarlo, Robin che scrutava Bucky, sempre più pensieroso.

Appena terminato, un giovane Tenente dell'Esercito, il più alto in grado militare nella struttura, mostrò al neo Presidente la valigetta di metallo scuro che portava agganciata al polso destro 'Le ricordo che qui dentro' toccò la borsa 'ci sono i codici di lancio di tutte le testate nucleari americane'.

La mora annuì, sperando di non dover mai dare l'ordine di usarli

'Ha in mente qualche nome per lo staff?' Lowell era curioso, vediamo chi tira fuori dal cappello a cilindro! Era forte, la Reynolds!

Quest'ultima non si fece pregare. 'Nicholas Joseph Fury...' indicò il nero, che si mise a braccia conserte 'Segretario di Stato...al posto di Ross...sono certa che lei farà meglio, Signore!'.

Mai Fury si sarebbe aspettato una simile proposta; aveva manipolato Pettirosso per i propri scopi, aveva indirizzato la sua vita, obbligandola al sacrificio più grande che si potesse chiedere ad un essere umano e ora sul serio lo voleva come braccio destro?

'Mi fido ciecamente delle sue capacità e della sua dedizione alla causa. La prego!' lei spiegò e Nick fece un cenno di assenso col capo, cedendo alla pressione. Non era il momento di tirarsi indietro per nessuno ed avrebbe fatto la sua parte.

Robin si diresse verso l'agente West e gli poggiò la mano sulla spalla, quella lesa. L'amico perse i colori, sapeva cosa avesse in mente. Stava per opporsi ma non poté 'Raymond West... Ministro della Difesa. Sei a capo delle Forze Armate...tutte, Avengers compresi, visto il benestare delle Nazioni Unite che il Governo americano ha ricevuto per avvalersi della loro collaborazione!'. Fu chiarito anche il motivo della loro presenza presso il bunker, giacché gli interessati lo avessero immaginato.

L'uomo rabbrividì, con un'espressione di disappunto, subito sostituita da una smorfia idiota, quando si rese conto del potere che avrebbe potuto esercitare in quella veste 'Abile e arruolato...' si girò, lo sguardo sui Vendicatori presenti e ordinò 'Sergente Barnes...da ora in avanti e fino a mia nuova disposizione, sarai la scorta personale del Presidente Reynolds! Sii la sua ombra!'. Non sia mai che Ray West non pensasse ai propri amici, prima che al bene della Nazione!

Bucky gli fece un sorriso sghembo e l'altro proseguì 'Signorina Romanoff, stesso incarico per lei, a protezione del Vicepresidente e della consorte!'. Fu una soddisfazione immensa comandare la stronza che gli aveva disintegrato la rotula destra, e lasciato gli altri tatuaggi indelebili sul corpo. Gli parvero due ottimi motivi per accettare l'incarico proposto dalla sua collega... oddio...Pettirosso era il nuovo Presidente degli Stati Uniti e lui Ministro...gli tremarono le gambe!

'Lowell, è nel mio staff, si scelga il ruolo che vuole e mi proponga una lista di elementi validi per i posti da ricoprire...e, per favore, prima di iniziare a lavorare, rintracciatemi al telefono la moglie del Direttore Nelson. Desidero porgerle le mie condoglianze!' Robin continuò, indirizzando le richieste al collaboratore 'C'è una sala riunioni in cui possa parlarvi in via riservata?'.

Sollecitata da Jack, una segretaria dai capelli corvini si attivò e fece strada lungo il corridoio. Steve, sottobraccio a sua moglie e con Vedova Nera alle spalle, si affilò a Robin, tallonata da Bucky, e da West, con Fury, la Hill e Stark a chiudere il gruppo.

Barnes guardò in cagnesco l'amico d'infanzia, sibilando 'Che storia è? Vicepresidente? Non hai fatto una piega alla richiesta di Robin...che genere di favore le devi?'. Aveva capito ci fosse sotto qualcosa.

Il Capitano ribatté, tutto d'un fiato 'La tua vita. Sei tu il mio debito!'. Non se lo era tenuto più, nervoso per la situazione.

Lo lasciò senza parole, intanto che lui camminava, fissando la nuca della Reynolds, i bellissimi capelli scuri in cui aveva affondato le mani ed il viso nelle bollenti e tenere notti d'amore, oramai diventate un lontano ricordo.

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