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Capitolo 1

Quando i preparativi furono ultimati mi sentii veramente completa.

Finalmente potevo essere soddisfatta. Dopo tutta la fatica che avevo fatto per raggiungere il mio scopo, dopo tutto l'impegno che ci avevo messo, in quel momento mi sentivo realizzata.

In quel periodo della mia vita, devo ammetterlo, ero più superficiale del solito. Forse era perché stavo crescendo, o perché dopo aver visto tutto quello che avevano avuto le mie amiche per i loro diciott'anni, io non volevo essere da meno. Sta il fatto che su due piedi decisi di organizzare la mia festa, e fortunatamente Paige, la mia migliore amica, era stata disponibile per ogni mia esigenza, anche quelle più pazze. Avevo molte amiche, allora, ma l'unica su cui potevo contare veramente e in ogni circostanza era lei.

Mi sentivo fortunata, avevo una casa modesta, ma molto carina, un padre e una madre che mi accontentavano, quasi sempre, e un fratello maggiore davvero speciale. Il nostro rapporto non era come il solito rapporto tra fratello e sorella. Mike era fantastico, non litigavamo quasi mai, e dico quasi perché gli unici motivi per cui lo facevamo erano i ragazzi. Insomma, a parte il fatto che era iperprotettivo, era il migliore.

Lui non era molto contento della mia festa, diceva di aver paura che capitasse qualcosa di brutto, perché in questo genere di feste capitava sempre qualcosa. La verità, però, era un'altra, e io la conoscevo bene, anche se non glielo davo a vedere, sapevo perfettamente che lui non voleva che diventassi maggiorenne, perché a quel punto non sarei più dipesa da lui, e nel giro di qualche settimana avrei anche dovuto fare i conti con l'università.

Lui non voleva lasciarmi andare, voleva proteggermi da ogni pericolo, ma io non ero dello stesso parere, io volevo vivere la mia vita, affrontarla da sola, cioè non proprio da sola, ma volevo diventare indipendente.

Sì, era questa la mia aspirazione principale, e quella festa era il mio rito di passaggio.

Mike mi guardava come se fosse preoccupato, come se quel giorno, che io avevo atteso così a lungo, per lui fosse solo un incubo. Io non volevo che avesse questo umore, non in quel giorno così speciale per me, ma non sapevo cosa fare. Avevo provato a parlargli, ma niente, era irremovibile. La cosa più insolita era che solitamente lui parlava con me, si apriva sempre, anche quando io ero coinvolta. Questa volta, però, era diverso. Da quando avevo deciso di organizzare la festa, qualcosa in mio fratello era cambiata, non riuscivo a capire perché si comportasse in un modo così inconsueto per lui.

Sembrava tentasse di vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.

Ad un certo punto mi sono preoccupata seriamente, ho cercato di chiedergli una spiegazione, avevo paura, temevo il peggio, non potevo immaginare come stavano veramente le cose, era l'unica cosa a cui non avevo pensato.

Vedere comparire Paige sommersa della carte per i preparativi mi aiutò a rilassarmi.

-Indovina, Sarah, stai per sentire la notizia più bella che le tue orecchie abbiano mai ascoltato..- Appena vide mio fratello, e lo sguardo che le avevo lanciato, almeno ebbe il buon senso di capire al volo. -Sono riuscita a prenotare il Dreamlike, te lo avevo detto che c'è l'avrei fatta.-

Pensare in fretta non era una prerogativa di Paige, ma nonostante tutto ci era riuscita.

Io ero riuscita a capire quello che stava per dire prima ancora che continuasse la frase, ma non potevo permettere che proseguisse davanti Mike. Paige non aveva alcuna colpa, era entrata in cucina senza nemmeno accorgersi della sua presenza, quindi pensava di poter parlare liberamente, fortunatamente aveva alzato la testa da quel cumulo di fogli che aveva in mano, altrimenti interromperla avrebbe destato sospetti.

-Grandioso,- non ero molto brava a recitare, a parte quando era indispensabile, -Sapevo che ci saresti riuscita. Sei la migliore.- L'abbracciai e le sussurrai di inventare un'altra scusa.

-Lo so, ma grazie lo stesso. Adesso, però, dobbiamo andare. Non ti dispiace se te la porto via, vero Mike?- Fece la faccia più innocente che avessi mai visto.

-Certo che no,- ma la sua voce tradiva le sue parole, -a dopo Sarah.-

-Ciao, e ricordati che la prossima volta che ti vedo non voglio questo muso lungo.- Doveva essere una battuta, o qualcosa del genere, ma mi uscì come una supplica. Pensavo che avrebbe controbattuto, o almeno retto il gioco, ma niente. C'era qualcosa di grave, che non riuscivo ancora a comprendere, ma che una volta saputo avrei tanto preferito rimanerne all'oscuro per sempre.

Entrata nella mia stanza, chiusi la porta dietro di me. Sapevo già cosa aveva intenzione di dirmi Paige, ma sentirglielo dire sarebbe stato appagante. -Adesso puoi parlare.-

-Jeremy sta sera ci sarà. È stata sua sorella a confermarmelo..- Dopo aver ascoltato le prime parole non riuscii più a seguire il filo del discorso della mia amica, ero decisamente su di giri.

Appena se ne accorse, Paige smise di parlare è cercò di attirare la mia attenzione. -Sarah? Ci sei? Non abbandonarmi proprio adesso, abbiamo ancora una festa da organizzare.-

Non so come, riuscii a tornare in me. -Sì, ci sono. Cosa manca?-

Finito di preparare tutto, Paige, tornò a casa per cambiarsi, io invece rimasi in camera mia. Dopo aver fatto un bagno rilassante, tornai in camera e cominciai a preparami anch'io.

Presi il vestitino bianco dall'armadio e lo indossai. Mi stava perfetto, metteva in risalto le curve, e non ingrassava.

Avrei voluto lasciare i miei capelli castani sciolti, e lasciare che i miei mossi prendessero il loro posto, ma Paige non sarebbe stata d'accordo, quindi non dovevo far altro che attendere che tornasse, così che potesse farmi un'acconciatura degna delle sue abilità. Per il momento potevo cominciare a truccarmi.

Fui interrotta da un toc-toc. Non poteva essere Paige, lei non avrebbe bussato.

-Avanti.- Dissi curiosa di sapere chi fosse. Avevo il sospetto che potesse essere Mike, ma mi sbagliavo, era mia madre.

-Ciao, mamma.- Vidi il suo volto scavato dalla preoccupazione e dalla tensione. -C'è qualcosa che non va?-

-Sarah, devo parlarti.- Non so se a preoccuparmi furono la parole o il tono che usò. Mi sedetti accanto a lei, sul mio letto e attesi. Mia madre, però, non si decideva ad aprire bocca, passavano i secondi e i minuti, ma lei niente, era immobile.

-Mamma, sai che puoi dirmi tutto, vero?- Mi stavo preoccupando, ma cosa avevano tutti?

-No, non in questo caso. Non reggerai quello che sto per dirti, potresti odiarmi, potresti pensare che la tua vita non è come pensavi, ma non è così. Tu sei mia figlia, lo sarai sempre, io ti voglio bene, noi tutti te ne vogliamo, qualunque cosa accadrà, in qualunque modo la prenderai, rispetteremo la tua decisione e continueremo ad amarti come sempre.-

-Mamma, mi stai preoccupando.- La mia voce uscì debole.

I suoi occhi diventarono rossi. Non so se per quello che avevo detto o per altro, ma non riuscivo ad accettare la situazione, stavo scoppiando.

A quel punto la porta si spalancò, Paige entrò come un vortice inarrestabile. -Sono arrivata, possiamo cominciare?- Aveva il fiatone, ma non per questo dimostrava di essere stanca.

Vedendo mia madre con gli occhi lucidi, e me accanto a lei, Paige non riuscì a capire cosa stava succedendo, in realtà non lo stavo comprendendo nemmeno io. -Qualcosa non va?- Lo avevo chiesto anch'io poco prima, ma mia madre non aveva voluto dirmi niente.

-No, è tutto apposto. Parlerò dopo con Sarah, adesso dovete godervi la festa, non è il caso di rovinare tutto adesso.- Stava per piangere, e io non potevo farci niente.

-Ma mamma...- Non mi diede il tempo di finire la frase che era già uscita.

Io e Paige rimanemmo per qualche minuto immobili, ognuno con i propri pensieri. Fu lei, poi, a rompere il silenzio. -È qualcosa di grave?-

-Non lo so.- Dissi io. -Non ci capisco più niente, perché oggi sono tutti così strani? Cos'è successo di così grave da non volermelo dire?- La mia confusione era palese.

-Forse non avrei dovuto interrompervi..-

-Non dire così, non è colpa tua. Era già da tanto che aspettavo che parlasse, ma non mi ha detto niente. Credo che adesso sia meglio sbrigarci, o faremo tardi per la festa.- Sorrisi, anche se non ero così sincera, nella mia testa c'era una confusione totale.

Dopo essermi sistemata su una sedia, Paige cominciò a lavorare con i miei capelli.

-Posso sapere cosa mi stai facendo?- Ero abbastanza curiosa.

-No, è una sorpresa.- Scherzò Paige.

-E se non mi piaceranno?- Questa volta ero io a scherzare.

-Sai che non è così.- Fece una piccola pausa, poi ricominciò, sia a parlare che con i miei capelli. -Ho un'idea per non farti annoiare. Ti va di raccontarmi della prima volta che hai visto Jeremy?-

-Te l'avrò raccontata centinaia di volte.- Finsi di lamentarmi io.

-Lo so, ma almeno così non mi disturbi.-

In fondo non era un'idea così brutta.

-Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Era la prima volta che mettevo piede nella nuova scuola, non sapevo dove andare, cosa fare. Mike non andava più al liceo, quindi ero costretta a cavarmela da sola. Non ero mai stata in un liceo così grande, la testa era confusa, sapevo che se avessi provato a girare per i corridoi mi sarei persa inevitabilmente. Un ragazzo mi vide guardarmi intorno confusa, e mi si avvicinò. Era così carino e gentile. Mi disse che non mi aveva mai vista, ma che solitamente notava le belle ragazze, a quell'affermazione arrossii. Dopo avergli spiegato che ero nuova ed ero al terzo anno, mi accompagnò in segreteria, si fece dare il mio orario delle lezioni, e dato che avevamo la prima ora in comune, andammo in classe insieme. Mi fece sedere accanto a lui, anche se alcune ragazze protestarono. Mi diede qualche dritta, e alla fine dell'ora mi accompagnò nell'altra classe. Per tutto il giorno non feci altro che pensare a lui. Mi ero innamorata, e dopo tutti questi anni, anche se ho provato ad uscire con altri ragazzi, lo amo ancora.- Non sembrava un racconto, al massimo una riflessione, un modo per ricordare e ripartire più carica di prima.

Qualche minuto dopo, mentre ero ancora immersa nei miei pensieri, Paige mi risvegliò.

-Finito!- Non era stanca, ma dalla tonalità della voce sembrava soddisfatta del suo lavoro. Mi condusse verso uno specchio per mostrarmelo. -Allora, cosa ne pensi?-

Una parte dei miei capelli erano rimasti sciolti sulle miei spalle, e questo già mi piaceva. Un'altra, invece l'aveva tirata, e acconciata con uno strano e complicato chignon . -Semplicemente magnifici.-

Non c'erano altre parole per descrivere il suo capolavoro.

Dopo esserci occupate dei capelli, io e Paige cominciammo a truccarci a vicenda, prima lei, poi io. E quando fummo del tutto pronte, non restava altro che chiedere a mio fratello di accompagnarci.

Chiederglielo non fu un'impresa, il problema fu rimanere in silenzio per tutto il viaggio, non sapevamo cosa dire, quindi preferimmo non aprire bocca. Non parlavano nemmeno tra di noi, tutt'al più ci inviavamo messaggi in modo discreto.

So che ci comportavamo da stupide, e lo sapevo anche allora, ma, essendo nel dubbio, era questo il nostro modo per evitare di peggiorare la situazione, sempre ammesso che si potesse fare.

Mike guidava lentamente verso il Dreamlike, non capivo per quale motivo. Come al solito aveva un'espressione da cane bastonato, e io non potevo farci niente, almeno finché qualcuno non si decidesse a sfogarsi con me.

Ad un certo punto, quando cominciai a stancarmi per la lentezza con cui procedevamo, finalmente, in lontananza intravedi il locale.

Un misto di sentimenti, allora mi invase. Il volto mi si aprì in un sorriso, ero eccitata all'idea che il mio sogno stesse per realizzarsi.

Se solo avessi saputo cosa mi aspettava.

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