Chapter III - Rerum
[Queen]
Seguimmo Katy senza battere ciglio, aveva un passo così veloce che era difficile starle dietro. Probabilmente era abituata alla vita da fuggitiva, essendo una Rerum.
Guardai la sua piccola aquila dietro il collo, che per lei significava "libertà".
Mi sfiorai il collo con le dita e pensai che tra poco, anch'io avrei avuto quell'animale impresso sulla mia pelle.
Era una sensazione che mi eccitava e mi preoccupava allo stesso tempo.
Era così eccitante iniziare una nuova vita, ma io e Marill saremmo diventate della fuggiasche, non che la cosa mi importasse davvero, ma wow se doveva essere strano.
Ricordate quando vi dissi che ogni ragazzo di ogni tribù, arrivato alla maggiore età, poteva decidere che strada intraprendere?
Se si, ricorderete anche che, ogni ragazzo, poteva decidere se: aiutare la propria tribù o lavorare per la capitale.
Ma non tutti intraprendevano queste strade e c'era chi decideva di diventare un Rerum.
I Rerum possono essere considerati come una tribù nomade, si spostano da un posto all'altro e per vivere hanno bisogno di rubare.
Inizialmente erano comunque giovani dall'animo ribelle e orgoglioso, idealisti convinti che ognuno fosse libero di pensare e fare ciò che gli passava per la testa, senza essere costretti a condurre una vita che non faceva per loro.
Il primo a fondare questa nuova tribù, fu un giovane Gelida, un certo John o qualcosa del genere.
Oh, ho molte cose su cui informarmi.
Ho sempre ammirato i Rerum e volevo davvero farne parte, questa occasione non potevo farmela sfuggire.
E in ogni caso, bisognava avere conoscenze per entrare facilmente.
Essendo una tribù nomade, era difficile sapere di preciso dove si fossero sposati e, talvolta, diveniva difficile trovarli.
Anche se alcuni, avevano giurato di aver visto la loro "base segreta" all'interno della foresta.
Ma sempre pettegolezzi.
Uscimmo dal sentiero e Marill girò la testa verso il villaggio, con lo sguardo vuoto.
Mi si strinse lo stomaco, era come se l'avessi costretta a venire con me.
Mi avvicinai cautamente a lei e la presi per un braccio, Marill si girò verso di me e mi fece cenno con la testa «va tutto bene» annuì insicura e mi dissi mentalmente che aveva fatto la sua scelta.
Fuori era ormai notte fonda,su per giù le 3:00 del mattino, ed era abbastanza difficile vedere qualcosa.
Sospirai silenziosamente e continuai a camminare a passo felpato, seguendo Katy.
Stava emanando allegria e felicità da tutti i pori ed io mi chiesi il motivo.
Spostò delicatamente un ramo e ci fece passare da sotto, fu abbastanza difficile per me, date le fasciature.
Ma passai ugualmente mentre Katy rimetteva a posto il ramo,si morse l'interno della guancia e si avvicinò a me.
Tese le mani in avanti e io corrugai la fronte, chiuse gli occhi e attorno a noi si sentì soltanto l'orchestra notturna della foresta.
Era una sensazione così rilassante, Marill era dietro di me e trattene il respiro, guardandosi attorno.
Dalla mano di Katy uscì una luce azzurra, che si propagò e fasciò tutto il mio corpo.
Fu una sensazione indescrivibile, il cuore mi batteva forte e un senso di leggerezza si impossessò dei miei sensi.
Mi sentivo calma e rilassata, mi sentivo bene.
Katy aprì gli occhi e abbassò la mano, mentre la luce si affievoliva sempre di più e le bende caddero delicatamente a terra.
Sorrise e Marill mi fissò a bocca aperta, mi guardai le braccia e le gambe, facendo un giro su me stessa di 180 gradi, le ustioni erano sparite «come nuova» sorrisi a bocca aperta e quasi non scoppiai a ridere «voi Caeli avete dei poteri fantastici» lei storse la bocca, oh mi ero dimenticata che ormai aveva rinnegato la sua tribù.
Mi morsi la lingua mentre Marill guardava ancora Katy a bocca aperta, oggi era di poche parole.
La mora, comunque, fece in modo di non farmela pesare «ti ci abituerai, tranquilla» feci spallucce e lei continuò a camminare davanti a noi.
«Quanto manca di preciso?» chiese Marill, iniziando a socchiudere gli occhi, per le prime luci dell'alba, e sbadigliando.
Stavamo camminando da più di due ore.
Katy guardò in alto, respirando e fissando me e Marill «circa 30 minuti» era incredibile come sapesse tutte queste cose ed era ancora più incredibile il fatto che mi stessi fidando di una sconosciuta ricercata così facilmente.
Un campanello si accesse nella mia testa e indicai freneticamente Katy «ma tu sei una ricercata! Com'è possibile che Mike non abbia chiamato le guardie imperiali?» Katy si girò scherzosamente verso di me e mi fece l'occhiolino «voi Ignis siete abbastanza stupidi e poco intelligenti, è facile camuffarsi tra il resto dei Caeli e nascondendo il mio "marchio". Siete convinti che basti la forza fisica per essere al meglio, ma non avete mai pensato alla forza mentale, e questo è il risultato» mimò con le dita e mi sentì offesa, non eravamo così stupidi, forse.
Marill gonfiò le guance e sbattè i piedi per terra «non siamo stupidi!» Katy scoppiò a ridere «ecco appunto» finimmo la discussione lì mentre Marill borbottava frasi sconnesse «sai Queen, ti osservo da anni ormai, sei diventata come un mio personale modello guida. Ti invidio.»
La guardai interrogativa e mi chiesi cosa ci fosse di così invidiabile in me, avevo più difetti che pregi.
Poi guardò Marill e le fece i pollici in su, sotto un altro sguardo interrogativo «ogni ragazzo nasce a Barlume o in qualche cittadina di Ethal. Possono essere ragazzi comuni o ragazzi speciali e sono quest'ultimi a nascere con un difetto fatale» abbassò gli occhi e si grattò le mani, aveva uno sguardo così triste che mi si strinse il cuore, quale difetto fatale aveva potuto avere una ragazza come lei, per ridurla in quello stato?
La nuova informazione fu musica per le mie orecchie, sapevo qualcosa in più riguardo me e tutte le persone "come" me «i difetti fatali sono quelle caratteristiche che possono salvarci la vita o distruggercela. Ad esempio Queen, il tuo difetto fatale è l'ira ed è per questo che ti invidio» storsi le bocca, adesso si spiegavano tante cose.
Katy si girò verso Marill e la fissò negli occhi «il tuo Marill è l'altruismo» la bionda restò a bocca aperta e non proferì parola «ribadisco che vi ho osservate per anni, adesso Queen tu stai raggiungendo i diciassette anni, a differenza di Marill che ha la mia età, diciotto per intenderci.
Il difetto fatale di Marill è quello più pericoloso, l'altruismo non è sempre una buona cosa» fissò seria Marill, poi si girò verso di me «mentre il tuo Queen è distruttivo, lo invidio perché riesci a sopportare un fardello così grande dentro di te» rimasi in silenzio, non capendo il senso delle sue parole «e il tuo qual è?» domandò Marill, un po' incerta.
Katy sospirò e guardò per terra, il labbro iniziò a tremarle e sono sicura che stesse trattenendo le lacrime «l'impulsività» sussurrò
Finalmente Katy ci fece uscire dalla foresta, sotto lo sguardo disgustato di Marill, dopo essersi tolta qualche insetto dalla testa.
Il sole stava iniziando a vedersi sempre di più e il freddo stava piano piano diminuendo, fu in un certo senso un sollievo.
Essendo un Ignis, non amavo particolarmente le temperature basse, a differenza, amavo quelle alte.
Che fantastica ironia.
Katy si fermò di botto, facendo sbattere Marill nella mia schiena.
Imprecò sotto voce e io la fissai male «porca miseria, non è colpa mia se avete un pessimo tempismo» si lamentò, massaggiandosi il naso, decisi di ignorarla, stessa cosa fece Katy.
Quest'ultima, si guardò intorno, con occhi vigili.
Non capii bene la situazione ma misi di fianco a le e osservai i movimenti che i suoi occhi facevano.
Era preoccupata sul serio.
Restò così per minuti mentre Marill restava indietro a braccia incrociate, poi si alzò di soprassalto, facendomi quasi cadere per terra «via libera» ci sussurrò e poi ci fece passare da un cespuglio strettissimo e rumorosissimo.
Camminammo ancora a passo felpato, attraverso un sentiero e, alla fine, davanti a me, vidi un albero di dimensioni gigantesche.
L'albero in questione era un quercia, era così alta e possente che, io stessa, mi sentii ancora più piccola di quello che già ero.
Marill la fissò a bocca aperta, vedere un albero così grande per noi non era la quotidianità.
Insomma, vivevamo in un villaggio con esseri che sputavano fuoco.
La maestosa quercia si ergeva attorno ad alcuni accampamenti posti fuori, i rami erano così lunghi che, se fossero stati tirati verso l'alto, avrebbero potuto raggiungere il cielo.
La corteccia aveva alcune parti intagliate e delle tende di pezza coprivano quello che doveva essere l'interno.
Katy respirò profondamente e i suoi occhi celesti divennero ancora più chiari, probabilmente era segno della sua felicità.
La guardai sorridere e mi chiesi cosa le fosse successo qualche ora prima, col suo sguardo buio e triste.
Stavo per parlarle quando Marill, le venne letteralmente addosso, facendomi quasi cadere.
Katy e Marill erano alte uguali, ma gli occhi di quest'ultima avevano la tonalità del cielo mentre quelli di Katy mi ricordavano il colore di uno smeraldo, ma più sbiadito.
Si lo so, sono una fantastica commentatrice.
La bionda le toccò la spalla e quasi non urlò «oddio, che figata! Vivete dentro a un albero?» stava saltellando su e giù attorno a Katy, che si stava trattenendo dal non riderle in faccia.
Che donna, davvero.
Se fosse stata un cane, avrei visto la sua coda scodinzolare, ma evidentemente in un'altra vita lo era.
Katy stava per rispondere quando, da sopra un tronco, apparve un ragazzo appeso a testa in giù.
Si ma che cos'era, la giornata del "non parlare perché parlerò prima io e ti ruberò la parola?"
Teneva in mano un flauto di Pan e i suoi capelli castani erano tutti disordinati.
Gli occhi verdi caratterizzati da una nota maliziosa.
Qualunque intenzione avesse quel ragazzo, non era nulla di buono.
Fece a me e Katy un cenno con la mano poi guardò per minuti interi Marill, che stava ricambiando con la sguardo.
Aww, sarebbero stati benissimo assieme.
Ma ormai si era trasformata in una gara di sguardi suicidi, finita, grazie alla "finta" tosse di Katy «Finn, non pensavo di trovarti già sveglio» il tizio, che doveva chiamarsi Finn, distolse lo sguardo furente da Marill che, in risposta, gli ringhiò quasi contro.
L'avevo detto che in un'altra vita era un cane «già, ma con gli strilli di questa biondina qui, non si riesce proprio a dormire» indicò Marill e poi creò una scala di legno per scendere dal tronco.
Era ovvio che voleva sembrare figo agli occhi di noi comuni Ignis.
Scoppiai a ridere sotto lo sguardo furente di Marill e decisi di ammirare la scena in silenzio, cercando di non ridere.
Finn, mi passò accanto e ricambiò la mia risata, noi due saremmo andati da amore e d'accordo, lo so.
Mi fece l'occhiolino ed io alzai le spalle, facendo "no" con la testa.
Per provarci con Marill, avrebbe dovuto sudare molto.
Ma magari non era una fanatico dei vestiti, visto che indossava dei semplici pantaloni in lino.
Si, ma esistono le maglie sai? Usale.
Katy si sbattè una mano in testa, sconsolata.
Io mi avvicinai a lei, cercando di non scoppiarle a ridere in faccia «senti, ma che sta facendo?» chiesi a Katy, sogghignando.
Marill lo stava fissando così male, che tra poco gli avrebbe dato fuoco, mentre lui camminava tranquillo verso di lei.
Okay, preferisco non commentare la sua faccia.
Era un misto tra un ragazzo disgustato e un ragazzo divertito, davvero, dopo anni e anni, non riesco ancora a capire i ragazzi.
Nella mia testa Mike fece capolino, con i suoi occhi nocciola e la sua aria strafottente.
Mi aveva trattata così male e non mi aveva nemmeno salutata, non che in realtà avrebbe dovuto.
La mia partenza era prevista per oggi e adesso sarà sicuramente venuto un colpo a chiunque non avesse trovato me e Marill.
Saremo ricercate a vita e il fatto di star diventando Rerum, non aiutava per niente.
Il mio unico rimpianto è quello di non aver potuto salutare nonno Charlie, quando invece avrei potuto farlo liberamente.
So per certo che lui non mi avrebbe assolutamente capita, aveva dei valori, e il fatto che io mandavo a quel paese anni e anni di regole, lo faceva diventare ancora più scettico.
Katy si avvicinò al mio orecchio e le scappò un risolino «credo voglia provarci» sorrisi anch'io e incrociai le braccia al petto.
Finalmente Finn arrivò di fronte e Marill, beh meglio tardi che mai.
La differenza di altezza era indescrivibile, Marill gli arrivava praticamente alle costole.
Penso che per lei fu un esperienza nuova, di solito era alta quasi quanto qualcun altro.
Si mise in punta di piedi ed alzò la testa, mi sentivo in imbarazzo per lei.
Finn le scoppiò a ridere in faccia e lei corrugò la fronte «appena non smetti di ridere, ti brucio i capelli» erano ormai vicinissimi e dentro di me stavo praticamente urlando.
Marill creò una piccola fiammella nella mano destra, per fargli capire che non stava affatto scherzando.
Finn alzò un sopracciglio e si avvicinò ancora di più, chiamate qualcuno a sorreggermi vi prego «mi piacciono le tipe focose» ok, adesso ti ammazza.
Katy scoppiò a ridere, di fianco a me, ed io la seguii.
Marill chiuse i pugni, poi gli caricò una gomitata nelle costole, beh il gomito arrivava lì «e a me non piacciono i pezzi di legno» Finn si accasciò in due mentre lei lo superava fiera.
Beh, sarebbe stata una lunga convivenza.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro