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Appuntamento

Era da ormai un'ora che Bryce Withingale aspettava sotto casa del rosso.
Quel pomeriggio afoso era insopportabile, a suo dire.

- Se non si muove gli do buca... - borbottó facendo avanti e indietro, le mani in tasca e il viso corrucciato.

Il suo camminare venne improvvisamente interrotto dall'ormai tanto maledetta porta di casa, che finalmente si aprí e ne vide uscire Claude.

- Si puó sapere quanto diavolo ci hai messo? -

Il ragazzo dagli occhi dorati lo guardó e dopo aver chiuso definitivamente la porta prese la parola.

- Dovevo farmi bello no...? -

< E ci sei riuscito... > pensó subito l'albino e schiarendosi la voce domandó: - Dove ti piacerebbe andare...? -

Lo vide pensarci su, la faccia da bambino che borbottava tra sé e sé.

- Che ne dici del parco? -

- Lo trovo noioso, che ci dovremmo fare scusa? -

- Di sicuro non raccogliere margherite, idiota. -

- Idiota a chi?! Sei tu quello che doveva pensare al luogo dell'appuntamento...! -

- Ero piú interessato a vederti uscire da quella fottutissima porta! Ma tu ovviamente pensi che per essere bello devi farti aspettare...! - prese fiato, cercando di calmarsi sollevó il viso verso quello dell'altro, ma invano.

- Che poi guardati, sei qui con solo una felpa e dei pantaloni. -

- Scusa ma che ti aspettavi? Che uscissi in smoking?! -

- Allora che cazzo fai cosí tardi...?! -

I due si guardavano in cagnesco, dire che litigavano per una sciocchezza era nulla.
Il piú piccolo tiró fuori dalla tasca un pacchetto, lo guardó e poi lo diede all'altro.

- Ecco perché... - si voltó in fretta, riuscendo a rientrare in casa e sbattere la porta chiudendola con tanto di serratura.

Intanto Bryce era rimasto sconvolto, sia per la scenata che avevano appena fatto, sia perché aveva scoperto che Claude aveva cercato in tutti i modi di fargli un regalo, mentre lui non si era nemmeno preoccupato della destinazione.

Aprí in fretta il pacchetto,  rivelando una canotta bianca con al centro scritto in caratteri cubitali:

"Stammi lontano,
sono suo --->"

Certo la cosa lo imbarazzava un pochino, ma che doveva farci se la persona che amava era un possessivo, tonto rosso...?

Piú tardi Claude aprí la porta dopo aver sentito bussare, ma non si aspettava di trovarsi ancora difronte il ragazzo e per di piú con indosso il suo regalo.

Lo intenerí molto, il volto era abbassato, imbarazzato e le guance lievemente rosse, mentre stava appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte.

- A...andiamo in gelateria? -

Sorrise al suo buffo balbettare,  acconsentendo.

- Peró paghi tu. Ehi non guardarmi cosí, tu non mi hai fatto il REGALO. -

Annuí sospirando e arrossendo ancora di piú quando l'altro gli prese la mano nella sua.

< Baka... >

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