Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo I: The Heroes and the Storm (parte la I, El'ena Tinysia)

Capitolo I, parte la I
Maggiore El'ena Alexandrinne Mirìam Sophia-Vanessa della Nobile Casata dei Tinysia di Elysia


"La guerra è l'Inferno."

-Estratto dalla Chronistoria della principessa Eirulan, il giustamente arcinoto volume storiografico sull'Epopea dell'Umanità edito la prima volta nello M30.Y086. 
Fonti a dir poco incerte, evocate dalla titolare autrice aliases la trapassata principessa Eirulan, attribuiscono questa citazione ad un alto ufficiale di statvs nobiliare dell'antichissimo passato della Sacra Terra, tale "lord Vuilean Tachemasu Shar-Mann."

Attraverso pochi avanzi di Data-Stringhe, estratte non senza piccoli incidenti di percorso dagli Archaives di Za-Ion, ho potuto definire che visse tra lo M8.Y120 e lo M8.Y921. 

Fu estremamente longevo!


"Il Senato Militare ha comunicato che la Campagna di Liberazione di Taros sarà sotto il mio comando.

Sorvolando il fatto che prediligevo la dicitura "Guerra di Riconquista", più onesta nello scopo e nella concreta realtà di fondo di ciò che andremmo a fare in quel buco di culo, la sua delibera vuole dire che io sono in comando di tutto questo sciey-bengh.

Hurray. 

Non seguitemi troppo da vicino perché temo di essermi perso nelle cubico-tonnellate montagne di carteggi che mi sono stati consegnati, ma se arretro uccidetemi sul posto.
Vorrei tanto sapere che cosa sto facendo..."

-Estratto dal Chronis-Diario del Secondarys Armatas-Gheneral Achilles Edgar A.H. Garan'th, alto ufficiale della Guardia Imperiale di Gladius, datato venti-settesimo giorno del mese di Primo Janarius.

(Devo prendere nota del fatto che una vasta selezione di soggetti appartenenti alla Militant-Oligarchia del Mondo-Fortezza di Gladius prediligono l'informale, Basso-Gotica dicitura "Guardia Imperiale" alla ben più legittima e corretta, Alto-Gotica formula di "Astra Militarvm".

Qualcuno dovrebbe prendere dei provvedimenti in merito a quest'infrazione della Media Etichetta Imperialìs circa i Nominativi Istituzionali Standard...)



Imperivm del Genere Umano
Ultima Segmentvm, Frangia Orientale

Nord del Reame di Ultramar, Mar Finalìs Regio

Gladius Astralìs Sector

Svb-Sector Gladius Central,

Sistema stellare di Gladius

Gladius III, Mondo-Fortezza. 

Formicaio Cerberus, Glenna-Granta Castrvm

Relocatores di Praeslì-Memfis, Aelvis Cortyarda 

M42.Y005, decimo-septimo giorno del mese di martes.



Udì, tanto oltre i bordi del Castrvm Glenna-Granta, il fragore d'un tuono esploso da qualche parte nel cielo. Il vento impennò subitaneamente, schiaffando una bordata d'acqua piovana sul fianco della mono-reyl. 

Pulsando schiocchi e battiti di cuoio a mezz'aria, i teloni mimetici s'agitarono, scoccati all'inseguimento del ritmo della corrente.

Di sfuggita ne vide uno slacciarsi dai morsetti di frenata del lato esterno, sollevandosi a ridosso del veicolo corazzato alla stregua d'un sudario verde scuro. Destate dal rumore, sei avxiliarie della Guardia Interna di Cerberus sciamarono sullo Shaerid-Maenn per riordinarne l'impermeabile telone protettivo.
Al fine di sollevarlo tre di loro, sparse per la lunghezza del mezzo, s'impuntarono sui corti stivali a ghetta; all'unisono lo scagliarono alle colleghe dell'altro lato, che dopo essersi sincerate della presa strattonarono verso il basso, incontro ai cingoli e il pavimento della pedana.

«Ah, proprio come piacciono a me!» esordì John incollandosi le mani sui fianchi. «Corte gonnelle blindate e ampie borse porta-munizioni.»

El'ena s'accigliò. A chi si stava riferendo? «Perdonami, oy-Jony, le ragazze o...»
«I mezzi corazzati, El'.»
Oh.
Questo lo posso accettare. 

Infisso il cucchiaino dentro la cima a cono , El'ena sentì la crosta di cioccolato bianco opporsi, congelata come la morte.
Anzi, come i Valli di Bren. 

Il vento ruggì di nuovo, strappando un secondo telone e rovesciando una doccia gelida sulle avxiliarie rimaste appresso allo Shaerid-Maenn.
«Veey...» borbottò l'elysiana ingollando la cucchiaiata di gelato riuscita a strappare al cono. «Certo che Gladius ha proprio un clima di merda.»

«Come minimo questa è una buona giornata per i loro standard.»
«Posso dirti che fortunatamente non è così.»
John batté le mani, spandendo a mezz'aria uno schiocco. A udirlo, era decisamente ben più lieve di quelli che salivano dalla carrellata di mezzi in lento transito sulla mono-reyl. «Oh! Per una volta!»

Già. Infisso il cucchiaino nel gelato, El'ena si terse la fronte da una spazzata di gocce piovane. Per una volta, più ci pensava più lo percepiva come l'operato d'un qualche essere malevolo che dall'alto si baloccava del suo destino, l'orribile meteo di un posto indiscutibilmente brutto non era la riprova che al peggio non esisteva mai fine. 

Quella era proprio una gran bella novità.

Scorrendo dirimpettaia al torrione-relocator, imponente al confronto con l'intelaiatura di leghe scure e martian-ferrvm, una atmòs-void navìs di Classe Libertatìs attirò la sua attenzione, facendole alzare lo sguardo per poterla abbracciare da poppa a prua.

La morigerata spinta dei suoi tre reattori di coda la portava a scivolare placida, soffondendo un sommesso borbottio. Confuse nelle orizzontali colonne d'aria condensate dalle vampate di calore soffiate fuori dagli stessi reattori, le residue scie di plasma esausto s'imprimevano sul cielo grigio.

Dalla cima fortificata del castello centrale, uno squadrato casermone a taglio di minarat, pendeva un vessillo con le insegne araldiche di Orionis Secvndìs.

Il vento, zuppo di pioggia, lo faceva sbattere, ritirando ed esponendo senza soluzione di continuità il titano-skitario con la stella bianca impressa al centro dello scudo. Gocce d'acqua solcavano il suo arco da cacciatore, un simbolo dal retaggio precedente lo stesso Imperivm e da lui stretto con viva forza, fino alle nocche sbiancate, assieme ad un pugno di frecce.

Attraversando le vaste distanze siderali che giacevano tra il bordo del Segmentvm Solar e il ciglio della Frangia Orientale, il Cacciatore Orionisianeo aveva risposto all'appello dell'Imperiale Fenice di Ferro Gladiana: milites-astra e materiali bellici, molti trasportati nel ventre di astra-vessille come quella, erano affluiti lì, all'estrema rimanenza di quella che un tempo, uno lontano quasi dodicimila anni, era stata l'avanzata della Grande Crociata.
Valeva bene un pensiero.

"HMtGEOM-ORMVN Piccolo Dono", ey? Una massàs-hauler la chiamate Piccolo Dono? I suoi armatori dovevano avere avuto proprio un gran senso dell'umorismo. Oppure uno molto, molto, molto e ancor di più molto triste.
Considerando che razza di parchi container volanti erano le navis di Classe Libertatìs, in tutta onestà la seconda ipotesi le appariva come la più probabile.

Posò il suo gelato da tre troni e mezzo sul tavolino che aveva improvvisato impilando tre casse di munizionamento da mitragliatrice. Un secondo dopo la donna vi si appoggiò con il gomito, ignorando la patina di bagnato portata dalla pioggia.

«Senti il sapore di casa, John?»
Il vento imperò sulla costa del bastione, scagliando una sferzata d'acqua piovana contro la merlatura a rampante Bicefala Aquila Imperiale e lo scheletro, bullonato e rivettato, del torrione-relocator. 

Gli echi del metallo bombardato dalle stille di pioggia si fecero udire con insistenza.

«Non proprio», rispose l'uomo, infilando una mano nei calzoni scuri dell'uniforme. «Più che il sapore, El', io sento trenta giorni di lavoro fatto da un manifactorvm di media professione...»

Grattando con l'unghia contro la cassa di munizioni, la donna elysiana sbuffò una risatina acerba. Serigrafata sulla cassa in syntho-legno e martian-ferrvm battuto, una dicitura in Alto Gotico capitale opponeva alla pioggia stinta colori neri, arrangiati in forme regolari.

4LO-8RE-15FO-16JA-23SH-42KW; Manifactor-Mvndvs D-Har'Ma Valenz. Gli stessi numeri erano arrangiati in perimetro quadrato attorno ad un circolo perfetto, tagliato in centro da una singola, non perfettamente conclusa linea retta.
El'ena sollevò un sopracciglio, poi rivolse un'occhiata incuriosita a John: «Trenta, hai detto?»
«Il record sectoriale è di sette.»
D'istinto sbatté le palpebre. «Notevole!»

Perché l'istinto le diceva che i tecno-preti armatori di Orionis Secvndìs avevano varato quella nave da record come uno scafo mezzo completato, reattori installati senza alcun rites di rodaggio e mastio centrale ancora con calcinacci e impalcature, senza null'altro?

La Libertatìs Piccolo Dono continuò a scorrere lenta per un paio di minuti, descrivendo una sintetica virata che la condusse al di sotto del tetto di pendenti, ruvidi idraulikeo-servoarti industriali. 

La torre che li sorreggeva era tutto un sommesso vibrare, continuo e pesante, che cadeva a cascata sulla sottostante costa metallica. Non erano in molti a farci caso, presi dai loro impegni. Come altri visitati nei giorni trascorsi dall'arrivo in alta atmosfera della Trono di Spade, anche quell'angolo del Formicaio Cerberus era un pentolone di attività, ribollente di viavai e traffici umani.

Un tonfo, trasmesso brusco e duro sulla rocciacemento bagnata dalla pioggia, fece alzare il capo all'elysiana, avvertendola del fatto che la pedana, fino a quell'attimo rimasta in attesa d'imbarcare il suo caricom era stata liberata dalle maglev-ancore.
Le operazioni di carico ed imbarco procedevano.

Ingollata un'altra cucchiaiata del suo gelato, El'ena guardò la piazza del relocator ascendere scartabellando rimbombi metallici, incontro all'ottavo piano del torrione.

Altre piattaforme erano incassate al dodicesimo, al sedicesimo ed al ventesimo piano. Proprio l'ultimo ogni quarto d'ora di chronometròn era protagonista, alternativamente, dell'arrivo o del decollo d'una decina di velivoli atmòs-trans-orbitalìa ad ala volante a taglio di deltha. Servizievoli e multi-ruolo, le Alianta Ventur-Astra planavano sollevando spesse folate di pioggia vaporizzata, aprivano la stiva ventrale ed imbarcavano piccoli numeri di veicoli ruotati, macro-casse di utilità belliche e scaffali ruotati, sigillati in imballaggi stretti da cordoni di pergamene fittamente inscritte.
Tutte e dieci, mettendo assieme la loro capacità di trasportare cargo, non avrebbero coperto che un ottavo di quanto una singola Libertatìs poteva imbarcare.

Lassù in orbita devono essere ai margini corti per impiegare le Ventur-Astra come traghetti. Sperò che quel pensiero fosse lo stato delle cose nella flotta perché, pensandoci, l'unica altra possibilità capace di motivare il loro impiego come transportatores era molto più inquietante e terribile da immaginare.

Un ingorgo, causato dagli errori di qualche logistico del Mvnitorvm.

Nel corso dei suoi trecento-e-quindici anni di vita, duecento-e-novantasette dei quali trascorsi al servizio dell'Astra Militarvm del Principato di Elysia o in servizio presso le Camere dell'Inquisizione Imperiale, El'ena aveva combattuto demoni, diavoli, specie xenos incomprensibili e stirpi aliene malevole oltre ogni dire. Aveva ucciso eretici, traditori, separatisti, stregoni e sedicenti profeti.
Era stata almeno una volta in ogni Segmentvm dell'Imperivm del Genere Umano, visitando forse mille suoi mondi, alcuni più di una volta.

S'era trovata sotto il fuoco dei corrotti requiem degli Astartes ceduti alle vuote lusinghe del Chaos, era stata bersaglio delle catapulte-shuriken delle armi ad impulso dei sinistri Aeldarìs, aveva udito vicino a sé il fischio super-sonico delle armi a rotaia impegnate dai Guerrieri T'au della Casta del Fuoco.

S'era trovata in battaglie campali, in schermaglie, a prendere parte ad incursioni, sabotaggi e assalti in profondità.

 La prospettiva di trovarsi coinvolta negli effetti anche solo marginali d'un errore commesso da un qualche adepto del Mvnitorvm era la cosa più spaventosa a cui potesse pensare. Un sanghaeili armato d'una plasma-dagha, un Guerriero-Aspetto degli Aeldarìs invigorito dall'odio che la sua specie provava per l'umanità, il ruggito di un bestiale Jiralhanae o di un Orko erano gran poca cosa al confronto con le lungaggini amministrative, le lentezze e le ruggini logistiche che potevano diramarsi dalle scivolate che gli adepti logistici erano capaci d'innescare.

«Auguriamoci che nessuno degli addetti abbia rovesciato il calamaio sulla copia della copia della» agitò il cucchiaino colmo di gelato bagnato, «pergamena di riassunto del riepilogo dello schema esplicativo breve per l'imbarco delle cianfrusaglie...»

«Non chiamarci la sfortuna addosso, El'!»
«Oh, povero giovane figlio della Grande Estate...» Infisse il cucchiaino nella testa del sanmata-samsori, che sollevò dal tavolo. Tirato indietro il gomito, El'ena scagliò quel che restava del gelato nel cestino che pendeva da una lvxophorassea.

Tornata ad osservare l'ottava piattaforma, la donna vide che il carico di mezzi corazzati e utilitarie range-roverian, disposto con ordine su lunghi rostri flagellati dalla pioggia, era attraversato dalle figure fasciate in verde scuro da fatica d'un mezzo centinaio di elementi di technikaì del Genivs Militarìs e da operatores della Guardia Interna Gladiana.

Strizzando gli occhi poteva scorgere le figure di qualche sparuto tecno-prete, rosso e metallico, che s'aggiravano come degli spettro tra i mezzi.
Tutte le potenze di cui erano maestri erano coalizzate, come degli studenti, davanti alle loro sapienze in fatto di techno-stregoneria, partecipi ad una sacra assemblea guidata da quegli stessi fantasmi vestiti di rosso. 

Con i servo-arti mechandriti reggevano grandi incensieri di bronzo, dalle cui griglie s'alzavano fumi profumati in contrasto alla pioggia battente.

El'ena si alzò, stirando le membra indolenzite dal lungo sedere. Il vento le scoccò addosso una ventata fradicia, portando il suo mantello mimetico ad ingrossarsi, a sbattere piccole eco di camaleonina.

Lo bloccò calandosi sulla spalla la tracolla della las-carabina Accatran.

Con una mano stretta sulla fibbia oscurata, si volse incontro a John. Il capitano orionisianeo recepì il messaggio e si scostò dal muro a cui s'era appoggiato. Qualche passo dopo essersi rivolta ai gradini che conducevano al camminamento inferiore, lo colse lanciare uno sguardo alla nave Libertatìs.
«Credi che a bordo ci sia...» El'ena si schiarì la gola fingendo un colpo di tosse. «Sì, ci sia qualche tuo conoscente, oy-Jony?»
Il pallido gigante dal mento squadrato si strinse nelle spalle. «Ne dubito, El'. Quella nave viene da Hyv Collins. Io sono di Hyv...»
«Di Hyv Armastrankh, lo so.»

«Allora ascolti quello che ti dico!» Sorrise lui, scoprendo una dentatura bianca e regolare. «Ciò mi onora moltissimo, m'lady.»

L'elysiana alzò gli occhi al cielo nuvoloso, cogliendo una formazione di velivoli a pale rotanti Tungstehno che puntava a nord-ovest. Passarono accanto alla lenta risalita verso la bassa orbita d'una delle Ventur-Astra, virando per non entrare nella sua scia. «Sì, sì, ogni tanto ti ascolto.»
«Ogni tanto?»

«Ey, non pretendere troppo!» Lo sgridò scoccandogli un segno con l'indice. Picchiettò un colpetto di nocche contro il corrimano della scalinata e poi si girò, dandogli di nuovo le spalle. «E non mi chiamare m'lady, di grazia.»

«Eviterò» John si tirò in spalla la tracolla del las-fucile. La fissò per un momento, poi le fece un occhiolino smaliziato. «Mia signora arci-duchecontessa.»
Oy vey, shelòs. «Tecnicamente è principessa-iudicatrix ma... ach! Non importa!»

Picchiettando con le suole chiodate contro i gradini zigrinati, El'ena li discese in poche falcate approdando al trivio del pianerottolo sottostante. Un tratto diagonale pareggiato, conducendo ad un ingresso pedonale, apriva al ramo della superstrada che conduceva agli imbarchi della mono-reyl.

Occupando la corsia sinistra per tutta la visuale che il pianerottolo offriva ad El'ena, un nastro di avto-blindate macinava lentamente i metri di rocciacemento che la separavano dall'imbarco. Colorate di verde scuro e lumeggiate dalla pioggia, le avto-blindate rullavano su otto macro-ruote, tutte ornate incentro dall'incisione d'una rampante Aquila Bicefala Imperiale.

Dalle coffe salivano corti pennoni a picca, ostentati all'aria gli emblemi rettangolari del liones-alato della Monarchia di Altavista Capitol affiancato dal Giglio Vermiglia in campo bianco di Aix Imperialìs.

La stessa bandiera ornava un grande numero di avto-transportatores e di veicoli samaritan sporgenti le insegne del Medicae dell'Astra Militarvm di Aix Imperialìs.

«Dici che possiamo rubarne un paio di quelle bestiacce blindate?»
«Non so quanto ti convenga», replicò John. «Quelle otto-per-otto pesano tutti i diavoli del Warp e sono pure lente. Trenta chilometri orari in meno rispetto a quello che possono fare i tuoi Venators.»
«Si, ma hanno degli avto-cannoni interessanti.»
Un plotone di milites-astra aixiesi affiancava i veicoli ruotati, avanzando falcata dopo falcata con i cimieri a scodella bassa che gocciolavano acqua piovana a terra. In spalla avevano grandi sacche marroncine e i las-fucili, senza daga-baionetta inastata. «Le mie scatolette galvaniche hanno solo degli spara-scintille con cui provare ad impaurire la gente.»
«Mi auguro che un tecno-prete non ti senta dire così.»
«Sono un maggiore, Jony-shely, e soprattutto una haraemita.» Lo fronteggiò offrendogli un ghigno lupesco, cosciente della propria arroganza. «Io posso lamentarmi di qualsiasi cosa con chiunque senza scotto, è nei miei geni.»
«È più che altro il fatto che temono una filippica di sedici ore da parte vostra...»
«Oh! Filippica!» S'avviò sulla destra, scansando un sergente aixiese che borbottò qualcosa in risposta. «Parole molto forbite, anzi ricche per la bocca di un modesto rangherian plebeo di Hyv-Armastrankh!»
«Ho passato un po' di tempo con gente forbita, anzi ricca» le fece eco lui.

«Una conoscenza gradevole o noiosa?»
«La seconda il più delle volte, la prima quando condividiamo lo stesso letto.»
«Parli di una lei in particolare?» lo stuzzicò. «Una che conosco?»
«Pelle di bronzo, capelli e occhi neri», andò elencando l'orionisianeo. «Un po'arrogante, una chiacchierona che non capisco come abbia fatto a non stracciarsi le corde vocali, ha un culo fantastico ed è una haraemita. Forse ti ricorda qualcuno?»
«Lo prenderò come un complimento.»
«Perché, non lo era?»

El'ena schioccò la lingua. Il soffuso e lontano rombo di un transportatores diri-blip grigio e colossale zittì l'insulto sagace a cui aveva pensato.

Osservando il diri-blip, colse in pieno il passaggio a bassa quota d'una squadriglia di cinque interceptores in formazione a V.

«È proprio una gran vista...»    

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro