Chapter 14: Band Babe
"Luke, lo sai che lo slime non è commestibile, vero?".
Al suono della mia voce Luke alza gli occhi su di me, girandosi per guardarmi meglio dal suo posto sull'aereo, i suoi occhi spaesati come se gli avessi detto che in realtà Avril Lavigne è morta ed è stata sostituita da una sosia.
"Ah no?" domanda, con gli occhi spalancati come un bambino, un bambino a cui sono tentata di tirare un ceffone molto forte.
Che idea fantastica che hai avuto, mamma, farmi fare la babysitter a quattro ragazzi ormonali.
"E' fatto di detersivo e schifezze chimiche, Luke. Capisco che il colore tragga in inganno e sia bello, ma non metterlo in bocca" sospiro, sentendomi una versione con meno rughe e più sale in zucca di mia madre, quando Calum, dal suo posto accanto alla mia migliore amica -lo stronzo ha scambiato i nostri biglietti-, si sporge giusto per lanciarmi un sorriso.
"Brava, Cassiopea...".
"Taglia corto".
"Cassie. Controlla Luke e Michael. Abbiamo bisogno di voci e chitarre nella nostra band, e finire all'ospedale per intossicazione alimentare non è nei nostri progetti" continua con un sorriso degno della pubblicità di un dentifricio solo per abbindolare Teresa che, chiaramente accecata dai muscoli delle braccia visibile dalla canottiera di Calum (ha preso troppo sul serio il fatto che andiamo alle Hawaii), non fa altro che sorridergli ebete.
E' forse bava quella che vedo all'angolo della sua bocca?
"Certo, il sogno della mia vita" borbotto, rimettendomi a rovistare nel mio zaino fino a trovare finalmente il mio manuale di preparazione ai test di medicina.
Mi chiedo cosa diranno i miei genitori ed i miei fratelli quando dirò di voler studiare medicina a New York, dall'altra parte della nazione.
Ma la Columbia ha il miglior programma degli Stati Uniti, non posso non provarci.
E anche se non verrò ammessa, sarò comunque in graduatoria.
Comincio a svolgere qualche test di biologia, dondolando la matita tra le dita e tenendo un occhio su Luke che, come Michael, si è addormentato, e finalmente penso di riuscire a concentrarmi esclusivamente su me stessa quando sento una risata accanto a me che mi fa girare di scatto solo per trovarmi il viso di Ashton nella fessura tra il mio sedile e quello di Luke.
"Guarda guarda, ecco cosa nasconde Cassie" sorride, trionfante, come se adesso che ha visto il mio manuale avesse un'arma contro di me tra le mani.
Povero deficiente.
"Vorrei poter dire che anche tu nascondi qualcosa e che questo qualcosa sia un cervello, ma purtroppo non posso" sospiro, nascondendo il libro mettendoci sopra il catalogo che mi ha rifilato la hostess non appena sono salita a bordo, ma lui non demorde, alzando gli occhi al cielo.
"Dovresti essere più gentile con colui che ti ha salvato dalle grinfie di un maniaco... Due volte" commenta, e come se non bastasse la sua sola presenza ad irritarmi, deve anche mettersi a fare il macho man della situazione.
Ma non ha ancora capito con chi ha a che fare?
"Senti, nel caso non ti fosse chiaro, e lo capisco, sei tutto muscoli e zero cervello, io non ho bisogno di essere salvata, okay? Non ho bisogno di essere salvata, protetta, non ho bisogno di un eroe, Ashton. Ho bisogno di essere lasciata in pace da te. Se vuoi giocare a fare superman d'accordo, ma trovati una disposta a fare la tua bella. Io non sono disponibile, e non lo sarò mai".
Senza aggiungere altro mi giro, riaprendo il mio libro e infilandomi le cuffiette nelle orecchie, e per le restanti ore del volo, solo biologia.
***
"Cavolo, questo posto è da urlo!" esclama Michael non appena scendiamo dal taxi che dall'aeroporto ci ha portati all'hotel, e con mia grande sorpresa ci siamo ritrovati davanti non una catapecchia tutta rotta, ma un hotel in gran stile con tanto di piscina e...
"Sono vasche idromassaggio quelle?" domando, superando i gemelli e prendendo Terry sotto braccio che annuisce, felice.
"Direi proprio di sì, mia cara Cassiopea".
A quelle parole sorrido, girandomi poi verso la band che, ovviamente, sta guardando ogni essere dotato di tette che gli passa vicino con sguardo ebete, tutti tranne Ashton che, probabilmente ancora piccato per la nostra discussione di prima, se ne sta in disparte imbronciato.
"Signori, voi andate a fare il check in e portate su le borse. Noi donne abbiamo un tour delle meraviglie da fare" annuncio, e senza lasciare possibilità di replica prendo Tessa quasi di peso sotto braccio e la trascino con me verso la piscina.
"Mio Dio, a questo punto penso che dovremmo mettere su una band anche io e te" sospira, sognante, mentre guarda l'enorme piscina con tanto di zone idromassaggio e cascata d'acqua, ed io annuisco prima di realizzare veramente cosa ha appena detto.
"Che? Noi due? Una band? Ma per favore. Abbiamo piani diversi. Tu la Germania...".
"E tu New York, lo so. E' da quando siamo bambine che lo diciamo".
"E che programmiamo gite in Spagna e Canada per incontrarci a metà strada" aggiungo con tanto di sorriso quando, poco lontano, noto un bar sulla spiaggia.
"Andiamo. Se dobbiamo resistere a questi giorni e a questi quattro, abbiamo bisogno di un aiutino" annuncio, e non appena Tessa vede il posto a cui sto puntando mi supera, probabilmente pronta a galleggiare nel rum.
Ma la mia vita ormai è dedicata al babysitting, e infatti dopo poco secondi i miei fratelli e Ashton fanno il loro arrivo già in bermuda e occhiali da sole.
La principessina si è anche fatta un man bun con tanto di treccine, emozionante.
L'uomo in vacanza rimarrà sempre un mistero per me.
"Allora, signore. Pronte a dare inizio alla festa?".
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