L'innocenza Perduta- Capitolo 15
Povs Serena (4 anni prima)
"Leonardo mi ha convito a venire alla sua festa, lui vive al quartiere dei Parioli, una delle zone più ricche di Roma. È venuto a prendermi sotto casa con la sua auto: una Porche bianca cabrio.
Il sole sta tramontando all'orizzonte quando sfrecciamo per le vie trafficate della città, gli alberi delle case che costeggiamo stanno mutando i loro colori nelle tipiche tonalità autunnali di giallo, rosso e marrone. Ho lo sguardo fisso tutto intorno, cercando di smorzare la tensione: ho quattordici anni e non sono mai stata a una festa prima di oggi, quindi non so che cosa aspettarmi esattamente.
Accostiamo davanti a una grande villa bianca, tipo quelle dei film, con un giardino curato, una stradina acciottolata che ti porta all'ingresso dell'abitazione. Rimango stupida dalle case che si trovano lì vicino: tutte ville, alcune con piscina, altre con costose auto parcheggiate davanti.
Scendo dalla macchina e aspetto che Leonardo la metta dentro il garage con apertura automatica, sono nervosa e mi ritrovo a mordermi il labbro inferiore.
La cosa non migliora quando entriamo nella casa: ovunque posi lo sguardo tutto grida al lusso. Dai lampadari in cristallo, ai quadri appesi alle pareti dei più stravaganti artisti. Pure i divani in pelle nera non fanno eccezione.
Mi addentro nella villa sentendomi un pesce fuor d'acqua, camminando su un pavimento in marmo tirato a lucido peggio di uno specchio.
Non faccio neanche il tempo a formulare più di un pensiero che suonano alla porta e cominciano ad arrivare i primi invitati: entra un gruppo di ragazzi che trasportano casse di birra e alcolici vari. L'ultimo della fila fa il suo ingresso con in mano una console e capisco che è il Deejay che suonerà stasera.
Si scambiano tutti pacche sulle spalle con Leonardo, mentre il Deejay si piazza in un angolo dell'enorme salone e comincia a montare la sua postazione.
I genitori di Leonardo sono spesso via per lavoro, così lui ne approfitta per dare feste durante l'anno. Mi ha detto che viene sempre un sacco di gente a divertirsi e non oso immaginare lo stato della casa l'indomani quando ci sarà da ripulire tutto.
Con l'arrivo di un altro gruppo di persone, almeno una ventina, la festa comincia pian piano ad entrare nel vivo. Il Deejay inizia a far partire musica tecno che rimbomba ovunque e nell'aria si respira voglia di fare casini.
Due ragazze si avvicinano a me con un mezzo sorriso: da come sono vestite intuisco abbiano un sacco di soldi. Una delle due allunga una mano per presentarsi e noto al polso alcuni bracciali in oro.
Mi sento terribilmente a disagio con addosso una semplice gonna e una camicetta, la ragazza che si è presentata cerca di avviare una conversazione, anche se è difficile comunicare con la musica così alta. Annuisco tutto il tempo, fingendo di prestarle attenzione, mentre la sua amica sembra alla ricerca di qualcuno: si guarda spesso intorno.
Non ho idea di quanto tempo passi prima che Leonardo torni da me, mi si avvicina all'orecchio per potersi far sentire al di sopra della musica
<< Scusa bambolina, mi hanno trattenuto all'ingresso a chiacchierare. Tu hai conosciuto qualcuno?>>
Con un cenno della testa indico le due ragazze, che gli sorridono svenevoli. Il mio ragazzo fa sempre questo tipo di effetto sul genere femminile, ed è così strano che abbia scelto proprio me, tra tutte. Io che per lui ero poco più di una sconosciuta fino a due mesi fa.
Mi stringe al suo fianco e stampa un bacio sulla mia fronte, con lui vicino mi sento meglio.
Quando mi prende sottobraccio ci avviamo verso la cucina, dove al bancone si trova un ragazzo che sta preparando dei drink con una precisione tale che mi domando se non faccia il barman di mestiere.
Leonardo prende da bere un Gin Tonic, lo vedo così a suo agio che un po' lo invidio.
<< Perché non bevi qualcosa, magari ti rilassi>> dice, mentre lo osservo titubante.
<< Preferirei niente alcool>> gli faccio presente. Lui annuisce e dice al ragazzo di prepararmi qualcosa di fruttato.
Mi distraggo momentaneamente perché sento odore di erba, qualcuno a quanto pare sta fumando una canna. Come vorrei che la mia compagna di banco fosse qui: sin dal primo giorno di scuola Carola ha fatto di tutto per cercare di stringere amicizia con me. Abbiamo passato gran parte del tempo a chiacchierare, anzi mi correggo: lei parlava peggio di una macchinetta, io ascoltavo e ogni tanto dicevo la mia.
Ora vorrebbe integrare un certo Alberto, ma sembra un ragazzo che voglia stare sulle sue. Non interagisce con nessuno, come se venisse a scuola solo per studiare, senza sentire la voglia di fare amicizia.
Leonardo richiama la mia attenzione porgendomi un bicchiere: cerco di annusarlo per togliermi l'odore di erba dalle narici. Il cocktail sa di buono. Mi porto la cannuccia alle labbra, pronta a gustarmelo: ha un sapore di arancia, diluita con l'acqua tonica e un sentore di zenzero.
Lo sorseggio poco alla volta, mentre il mio ragazzo si avvicina e mi elogia
<< Sei davvero bella stasera>> ammicca compiaciuto.
<< Lo sei anche tu>> balbetto timida e lui abbozza un sorriso.
E lo è davvero, con quel viso dalle forme angeliche, senza neanche una traccia di barba, i capelli biondi e ricci che lo incorniciano e gli occhi azzurri come il ghiaccio. È molto alto, circa un metro e novanta e ha le spalle larghe.
Allunga la mano destra per accarezzarmi la guancia e arrossisco a quel piccolo gesto, finisco il cocktail e poso il bicchiere sul bancone.
Leonardo si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio
<< Stasera la festa è un po' noiosa, perché non ci appartiamo per parlare. Con questa musica alta è impossibile>>.
Mi stringo nelle spalle, non ha tutti i torti e avrei una voglia matta di baciarlo senza lo guardo di tutti puntato addosso. La sensazione di sentirmi fuori posto non mi ha abbandonata.
Afferra la mia mano, così che mi ritrovo a seguirlo nel salone, facendoci largo tra la folla fino a una scalinata anche essa in marmo. Saliamo i gradini fino al piano superiore, dove un lungo corridoio ci attende. Mi fa strano vedere i muri spogli in questa parte della casa, mentre cammino dietro al mio ragazzo fino a una porta sita in fondo al corridoio.
Leonardo la apre e mi fa cenno di entrare per prima: rimango per un momento indefinito ad osservare la sua stanza. Ha un ampio letto matrimoniale, rimboccato alla perfezione. Al suo fianco c'è un piccolo comodino.
Un grande armadio a muro riempie un lato della camera, mentre di fronte a me si trova una finestra contornata da una lunga tenda bordeaux.
In fondo sulla destra c'è una porticina chiusa, che presumo sia il suo bagno personale.
Leonardo mi sorpassa e va a sedersi sul bordo del letto, per poi fissarmi. Comincio a sentirmi frastornata, ma penso che sia normale: insomma non soni mai stata nella stanza di un ragazzo prima di stasera.
Vedendomi titubante mi fa cenno di sedermi sulle sue gambe, ed ecco che mi ritrovo ad ubbidirgli. Sfilo le ballerine e poso i piedi sul soffice tappeto che ricopre il pavimento, mi siedo in braccio e lui comincia ad accarezzarmi i capelli.
<< È grandissima questa casa>> sussurro.
<< Ti piace?>> Chiede con un mezzo sorriso sghembo. Ma non mi lascia il tempo di rispondere perché inizia a baciarmi, prima lentamente, poi con più enfasi.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, ma comincio a sentire la testa che gira.
<< Leo non hai fatto mettere dell'alcool dentro al mio drink vero?>> Anche la musica che sento da fuori comincia a farsi più ovattata e non ne capisco il motivo.
<< Assolutamente no, hai la mia parola bambolina>> risponde e sembra sincero.
<< Forse hai solo bisogno che ti aiuti a rilassarti>> continua e inizia ad accarezzarmi una gamba, lentamente. La sento insinuarsi sotto la gonna e sfiorarmi le mutandine.
Con un gesto rapido allontano la sua mano e faccio per alzarmi in piedi, ma sento di nuovo la testa girare e devo risedermi.
<< Ferma, dove credi di andare?>> Si umenta le labbra con la lingua, osservandomi in un modo diverso e un brivido mi percorre la schiena.
<< Voglio tornare di sotto>> cerco di tenere la voce ferma mentre pronuncio questa richiesta.
<< Il divertimento deve ancora cominciare. Ti sei messa in mostra per me non è vero?>> Il suo sorriso si trasforma, sembra più un ghigno sinistro.
Ora ho paura, cerco di gridare, ma Leonardo mi tira uno schiaffo sulla guancia. Sgrano gli occhi e sento le lacrime pizzicarmi, mentre lui mi spinge sul materasso incastrandomi sotto il suo corpo. Provo a dimenarmi, ma non ci riesco: la testa continua a pulsarmi forte e i miei gesti sono rallentati.
Si mette a calcioni su di me e da dentro il cassetto del comodino tira fuori una corda con la quale mi lega i polsi.
Come un mostro famelico mi sbottona la camicetta e sfila via le mie mutandine, prima che la mia mente si spenga in un blackout faccio in tempo a vederlo spogliarsi. Poi il buio mi divora e non ricordo più niente. Mi sento come sospesa in un'altra dimensione, mentre pian piano vengo fatta a piccoli pezzi e il mio cuore si rompe a metà. Non sento dolore ne provo rabbia, i miei sentimenti sono andati in frantumi.
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Non so dopo quanto tempo riprendo conoscenza, mi sento intontita. Alzo le mani e con mio sollievo vedo che non sono più tenute ferme dalla corda, ma purtroppo mi ha lasciato il segno. Cerco di alzarmi cautamente, c'è solo una fiocca luce che illumina la stanza proveniente dalla lampada sulla cassettiera; di Leonardo non c'è traccia.
Raccolgo i miei vestiti sparsi a terra e cerco di indossarli, la testa fa ancora male. Esco il più silenziosamente possibile dalla camera e in punta di piedi mi dirigo di sotto: la musica è spenta, c'è qualche ragazzo che dorme per terra, qualcuno è stravaccato sul divano. Ovunque guardi ci sono bottiglie vuote e l'aria è diventata pesante.
Per mia fortuna non incrocio Leonardo, così esco dal portone e percorro il vialetto che mi porta alla strada principale, mi sposto di alcuni metri dall'abitazione e chiamo mia madre chiedendole di venirmi a prendere.
Solo ora mi accorgo che sono le tre di notte, mi guardo intorno, ma la via è deserta, illuminata solo dai lampioni delle altre abitazioni.
Le lacrime cominciano a scendere e stavolta non le fermo, mi siedo sul bordo del marciapiede, incurante di sporcarmi o rovinarmi i vestiti. Piango come non mi era mai successo in tutta la mia vita, tanto che quando mia madre accosta manco mi accorgo di lei.
Mi viene vicino e la sento posarmi una mano sulla spalla, alzo di poco lo sguardo e cerco di mettermi in piedi, anche se sono ancora barcollante. Quando mi infilo nel retro del sedile noto che c'è anche mio padre che mi guarda con apprensione dallo specchietto retrovisore, così mi ritrovo a raccontargli cosa mi è successo."
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Oggi
Una mano si posa su di me mentre fiumi di lacrime escono dai miei occhi, sapevo che riaprire quella ferita avrebbe fatto male, ma non c'è la facevo più a tenermela dentro.
<< Per tutto questo tempo ti sei portata dietro questo peso>> mormora la voce di Carola, leggermente incrinata.
Annuisco leggermente, perché sono troppo sconvolta.
<< Lo hai denunciato quel bastardo vero?>> Chiede Albe, anche lui scosso dal racconto.
<< Appena i miei genitori mi sono venuti a prendere siamo stati alla stazione di polizia, sono stata anche in ospedale e dagli esami del sangue sono emersi dei valori i quali dichiaravano che ero sotto effetto di stupefacenti. Leonardo deve aver buttato una pasticca di droga nel mio Drink quando mi sono distratta>> mormoro sommessa.
I miei amici si scambiano un'occhiata preoccupata, mentre rimettono insieme i tasselli: per due settimane ero sparita, avevo smesso di andare a scuola e non uscivo più di casa. Nemmeno per andare a danza.
Alberto ancora non faceva parte del nostro gruppo, ma Carola varie volte veniva a casa mia con la scusa di passarmi i compiti e cercava di spronarmi a farmi forza.
Si piazzava in camera mia e utilizzando il mio computer portatile si collegava su Youtube e guardavamo insieme video di ballerini.
All'epoca le avevo detto che Leonardo mi aveva lasciato perché non mi amava veramente, una bugia bianca. Ma avevo paura che potesse provare compassione per me o giudicarmi, non ci conoscevamo così bene.
Albe afferra delicatamente le mie mani, che sembravo così minuscole in confronto alle sue, poi mi fissa dritto negli occhi
<< Perché non c'è lo hai detto prima?>> La domanda esce con cautela.
Scivolo giù dal divano e lascio andare le nostre mani, per poi lanciarmi contro di lui per un abbraccio. Appoggio la testa contro il suo petto mentre mi stringe a sé, sento il battito regolare del suo cuore e respiro il suo profumo.
<< Avevo paura di essere giudicata>> soffio via e lui mi strige di più.
Dopo quelle due settimane di reclusione qualcosa dentro di me scattò: non valeva la pena distruggersi per amore, dovevo rimettere insieme i miei pezzi e cercare di andare avanti.
Il primo posto in cui rimisi piede era la Dream: entrando in sala e guardandomi allo specchio mi sentivo nel mio luogo sicuro, dove l'ombra di Leonardo non poteva seguirmi.
E come qualcosa dettata dall'istinto capì che ballare era quello che volevo fare nella vita: volevo sentirmi libera come una falena, lontano dal peso di tutto quello che mi circondava.
Comincio a sentirmi stanca e provata emotivamente, voglio solo chiudere gli occhi.
I miei genitori non sono ancora tornati dalla cena, così Albe e Carola decidono di rimanere fino al loro ritorno.
Infilo il pigiama e sfilo le coperte, dispiaciuta di non essere di compagnia per i miei amici.
Non voglio innamorarmi, perché l'amore è un sentimento capace di distruggerti. Ora l'unica cosa che per me conta è la danza, tra pochi giorni ci sarà il Gran Galà della Dream. Salirà sul quel palco una nuova versione di me, che saprà approcciarsi alle emozioni e cercherà di farle vivere al pubblico.
Chiudo gli occhi è come in un flash rivedo Nunzio che posa un dito sulle mie labbra, mentre mi fissa con quei occhi misteriosi, carichi di un dolore simile al mio.
Mi addormento conservando quella immagine nel cervello e un leggero sorriso increspa le mie labbra.
https://youtu.be/onodo-FvUdk
Angolo Autrice:
Ecco svelato il segreto di Serena: è stata vittima di abusi sessuali da parte di Leonardo, per questo ha paura ad innamorarsi.
Nunzio però è presente nei suoi pensieri, riconosce il suo dolore, che maschera
dietro a indifferenza.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo nei commenti,
Vi ringrazio che mi leggete e lasciate una stellina.
Un grazie anche a chi legge "Silenziosamente" godendosi questa storia come
un libro.
Se avete Spotify cercate la Playlist che ho creato apposta per il romanzo, si chiama
Dance For Me, dove troverete tutte le canzoni che accompagnano i nostri personaggi.
Seguitemi anche su tik-tok
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